Simone il fariseo

16 luglio 2017

Luca 7,36-50

Simone, il fariseo
(Mt 26:1-13; Gv 12:1-8)(Mt 11:28; Gv 6:37)
Uno dei farisei lo invitò a pranzo; ed egli, entrato in casa del fariseo, si mise a tavola. Ed ecco, una donna che era in quella città, una peccatrice, saputo che egli era a tavola in casa del fariseo, portò un vaso di alabastro pieno di olio profumato;  e, stando ai piedi di lui, di dietro, piangendo, cominciò a rigargli di lacrime i piedi; e li asciugava con i suoi capelli; e gli baciava e ribaciava i piedi e li ungeva con l’olio. Il fariseo che lo aveva invitato, veduto ciò, disse fra sé: «Costui, se fosse profeta, saprebbe che donna è questa che lo tocca; perché è una peccatrice».

E Gesù, rispondendo gli disse: «Simone, ho qualcosa da dirti». Ed egli: «Maestro, di’ pure». «Un creditore aveva due debitori; l’uno gli doveva cinquecento(500) denari e l’altro cinquanta(50) . E poiché non avevano di che pagare condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?»  Simone rispose: «Ritengo sia colui al quale ha condonato di più». Gesù gli disse: «Hai giudicato rettamente». E, voltatosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Io sono entrato in casa tua, e tu non mi hai dato dell’acqua per i piedi; ma lei mi ha rigato i piedi di lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; ma lei, da quando sono entrato, non ha smesso di baciarmi i piedi.  Tu non mi hai versato l’olio sul capo; ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Perciò, io ti dico: i suoi molti peccati le sono perdonati, perché ha molto amato; ma colui a cui poco è perdonato, poco ama». Poi disse alla donna: «I tuoi peccati sono perdonati».  Quelli che erano a tavola con lui, cominciarono a dire in loro stessi: «Chi è costui che perdona anche i peccati?»  Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace».

Sermone
Cara comunità, care sorelle e cari fratelli nel Signore,
qualche anno fa, nell’aggiornamento rivolto alle pastore e alle diacone trattammo i versetti dal 36 a 50 del vangelo di Luca cap. 7, che ho scelto di predicare oggi.

Questo brano mi ha fatto molto riflettere su ciò che viene detto e messo per iscritto nella Bibbia e allo stesso tempo su ciò che non viene messo per iscritto. Tutto ci stimola, ancora di più, a ricercare e voler scoprire le grazie, le benedizioni e i doni elargiti di Dio a tutte noi sulla terra affinché possiamo goderne gratuitamente, incondizionatamente.

Durante l’aggiornamento, facemmo il Bibliodramma di questo specifico brano in cui alcune di noi interpretarono i vari personaggi, le altre erano state invitate ad assistere ma anche loro beneficiarono dello spettacolo come spettatrici.
Alcune interpretarono il ruolo delle serve alle quali “la padrona di casa” aveva affidato l’incarico di servire bene la tavola. L’ intento della padrona di casa o del padrone di casa è sempre, quello di riuscire a servire bene l’ospite molto gradito. Il ruolo dei servi ha un’enorme importanza e senza di essi, senza la loro buona collaborazione il pranzo non riesce bene.

Quindi care e cari il gioco dei ruoli in questo episodio ci inviterebbe alla riflessione e poi dal momento che usciamo dal nostro amato tempio, farebbe si che non perdessimo di vista la fede che professiamo nel Signore Iddio.
Che cos’è il bibliodramma?
Il bibliodramma è una metodologia che favorisce l’incontro profondo tra la Parola di Dio e la vita concreta di ogni persona; una modalità di confronto biblico di gruppo, basata sull’esperienza umana di ognuno ed espressa, condivisa nel “qui ed ora” di un incontro, con vari linguaggi: per esempio attraverso l’espressione verbale – emozionale, quella grafico pittorica, quella del foto-linguaggio o mediante rappresentazioni con il corpo.
Così quando abbiamo fatto questa esperienza eravamo tutte noi attive senza dire una parola . Ognuna di noi doveva interpretare il proprio ruolo muta, ma ascoltare con attenzione il sentimento che si provava durante l’esecuzione della scena e poi dopo condividerlo. E’ stato veramente suggestivo ed eccitante.

Mi ricordo molto bene che Maria Bonafede , la nostra precedente moderatora, mi chiese di fare il ruolo di Gesù.
Allora quando eravamo già tutte pronte, cominciammo la scena immaginando che fossimo a casa di un fariseo che ci aveva invitate tutte, tranne una donna che entrò per ultima. Lei non era stata invitata ma arrivò solo perché aveva sentito delle voci in città sul fatto che Gesù si trovasse ospite di un fariseo.

Ricordiamo che un fariseo è un seguace di un’antica setta religiosa ebraica che si distingueva per la rigida osservanza della legge mosaica. Spesso è colui che con falsità e ipocrisia si preoccupa della forma più che della sostanza delle sue azioni; intendiamo con questa parola quello che definiamo l’ atteggiamento di un’ipocrita.

La donna in questo episodio catturò subito l’attenzione di tutti a partire dal suo ingresso e li sorprese con gesti estremamente affettuosi e, se vogliamo, sensuali che fece davanti a tutti, senza tener conto di ciò che potevano pensare gli altri: <<portò un vaso di alabastro pieno di olio profumato; 38 e, stando ai piedi di lui, di dietro, piangendo, cominciò a rigargli di lacrime i piedi; e li asciugava con i suoi capelli; e gli baciava e ribaciava i piedi e li ungeva con l’olio>>.

La donna non fu invitata, né gradita dalla farisea perché non aveva una buona reputazione. Era considerata un’impura quindi peccatrice! Disprezzata da tutte!

Mercoledì scorso sono passate due persone(una è americana, e l’altra è italiana) per chiedermi delle informazioni per un concerto qui nel tempio. Faceva troppo caldo, mi trovavo a casa a studiare questo testo. Quando ho dato loro il mio indirizzo e quello di Maria Laura avevo in mano la circolare e così alla fine abbiamo parlato del mio lavoro e ho anche condiviso questo testo, su cui mi trovavo a lavorare in quel momento. Una di loro ha detto che aveva sentito un predicatore porgersi la domanda sul perché quella donna era potuta entrare nella casa del fariseo se non era stata invitata? Chi era stato quello che l’aveva fatta entrare? Forse un servo o una serva che la conosceva?>

Questo fatto non è scritto nella Bibbia ma è sottointeso. Il vangelo di Giovanni termina con queste parole: << Ora vi sono ancora molte altre cose che Gesù ha fatte; se si scrivessero a una a una, penso che il mondo stesso non potrebbe contenere i libri che se ne scriverebbero>. (Giov. 21,25) L’attenzione posta qui è un’altra cosa, ovvero quello che vi dicevo prima di riflettere su ciò che non è stato messo per iscritto nella Bibbia ma che fa parte di essa perché fa da contorno. Sono fatti che permettono di comprendere, e completano un racconto o una storia nella sua complessità.

Torniamo al testo e per quanto mi riguarda, sono rimasta impressionata dal ruolo che ho interpretato e dai gesti manifestati dalla donna nei miei confronti.
Da un lato, la farisea aveva un’ espressione molto imbarazzata e irritata da quella donna perché non si aspettava di avere una ospite così invadente.
Ma la donna grintosa, ha fatto ciò che doveva senza timore, non le importava del giudizio delle altre , sicuramente un giudizio negativo che era risultato di quello che veniva detto su di lei, magari il suo mestiere di prostituta.

Nel racconto sull’ altra unzione che fece Maria di Betania a Gesù venne detto che aveva fatto ciò che era opportuno fare lì in quel momento, e in questo episodio la donna ha fatto ciò che ha dettato il suo cuore, ciò che era la dimostrazione del suo amore, segno della sua riconoscenza e gratitudine in cambio di quello che aveva avuto e ricevuto personalmente. Lei intrusa e indegna viene indicata da Gesù per far conoscere chi era veramente lui e il Dio.

Come ha detto il fariseo nel cuor suo: < Costui, se fosse profeta, saprebbe che donna è questa che lo tocca; perché è una peccatrice> .

Un profeta secondo il fariseo è colui che conosce la vera personalità di un uomo o di una donna. Sa ciò che è nascosto. Gesù lo è. Ecco il vero profeta, Gesù che conosce profondamente la donna peccatrice. È l’ospite di un uomo in cerca del vero Dio che lo renda libero dai suoi peccati per essere in pace con se stesso. Sarà la donna a lui non gradita ad insegnargli con i suoi gesti concreti, l’opera della vera presenza di Dio nella vita dei credenti. Gesù era disposto a condividere con lui il suo pranzo perché il suo desiderio era di far conoscere la verità, l’opera di Dio a tutti loro.
La salvezza è entrata a casa di Simone perché fosse salvato con tutte le altre/ gli altri come lui, dei peccatori.

La parabola raccontata da Gesù a lui sul creditore con i due debitori di 50 e di 500 denari ci insegna che pecchiamo poco o tanto ma siamo considerati gli stessi davanti a Dio, dei peccatori. Ma mi fa pensare di nuovo che le grazie, le benedizioni innumerevoli di Dio verso di noi attendono però le nostre risposte.

Le benedizioni che riceviamo da Dio, ci rendono grati verso di lui, come la donna? Siamo come Simone o come questa donna?
Rileggiamo, riascoltiamo bene queste parole di Gesù rivolte al fariseo guardando alla donna. 44 E, voltatosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna?
Io sono entrato in casa tua, e tu non mi hai dato dell’acqua per i piedi; ma lei mi ha rigato i piedi di lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. 45 Tu non mi hai dato un bacio; ma lei, da quando sono entrato, non ha smesso di baciarmi i piedi. 46 Tu non mi hai versato l’olio sul capo; ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi.
47 Perciò, io ti dico: i suoi molti peccati le sono perdonati, perché ha molto amato; ma colui a cui poco è perdonato, poco ama».

Che cosa vuol dire: < i suoi molti peccati le sono perdonati, perché ha molto amato; ma colui a cui poco è perdonato, poco ama». Vuol dire che chi ha ricevuto di più deve essere grato in egual misura così come ricevere poco serve a non restare nella superficialità. Questo ultimo che riceve di meno deve imparare ciò che insegna colui che sa perdonare, su come sviluppare profondamente un’autentica e vera relazione con il Dio Creditore.

Che cosa impariamo da questo racconto?
Voi che cosa dite ora che avete anche sentito e immaginato questa scena?
Gesù era quel profeta che il fariseo, prima, non conosceva? E dopo che l’ha conosciuto, pensate che avrà cambiato il suo modo di vivere? Pensate che avrà cambiato il suo modo di concepire e praticare la legge comandato da Mose, le prescrizioni. Tutto ciò che chiamiamo ora atti religiosi ma che non riguardano la salvezza che Dio ha voluto rivelare per mezzo di Gesù.
Purtroppo ci accorgiamo sempre di più che fino al vero incontro con Gesù, c’è una scarsa conoscenza di Dio. Siamo dei credenti in lui e nello stesso tempo molto religiosi come ci definirebbero coloro che ci osservano. Spesso ci manca la volontà di approfondire molte cose che possano aiutarci a vivere meglio liberandoci da tante cose futili o cose che ci schiavizzano e che ci fermano, ci paralizzano e ci impediscono di progredire, avanzare ed emanciparci.
Questo brano della Bibbia che abbiamo letto, da cui sono partiti prima i nostri padri e le nostre madri per ricercare il vero Dio continua a insegnarci qualcosa. Siamo veramente i figli e le figlie perdonati sia per i nostri atti religiosi da farisei che per le mancanze più gravi. Le chiese di Dio sono luoghi di aggregazione di molti religiosi e credenti in lui. Questo lui lo sa molto bene e siamo tutti portatori di impurità e ci serve di lui solo per essere purificati! Gesù disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace». Riceviamo la pace di Dio che custodirà i nostri cuori.
Care sorelle e cari fratelli,
in questa estate è piacevole trascorrere il nostro tempo con le nostre amiche e i nostri amici, con i fratelli e le sorelle di chiesa. Rivolgiamo un invito a pranzo a casa nostra a chi ci è simpatico o simpatica, e non solo, ci piace soprattutto avere degli scambi di idee e condividerle ed è spesso così che arricchiamo la nostra personalità.
Non trascuriamo l’ospitalità come dice nella lettera agli Ebrei 13,2: <Non dimenticate l’ospitalità; perché alcuni, praticandola, senza saperlo hanno ospitato angeli>. Amen.

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