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Il Vangelo secondo Harry Potter

PETER CIACCIO,
Claudiana Editrice, Torino, 2011,
pp. 110, Euro 10,00

 

Non so se avete letto i libri di Joanne Rowlings che narrano le avventure del celebre Harry Potter o se avete visto i film tratti da quei libri, ma questo testo del pastore Peter Ciaccio vi farà desiderare di conoscere più da vicino questo personaggio e il mondo magico nel quale la sua saga è ambientata. Il titolo non deve ingannare: non si tratta di teologia “pura”, ma di un gustoso (per quanto serio) tentativo di ritrovare – nei libri come nei film della serie – echi e suggestioni cristiane o, più generalmente, bibliche, in polemica con chi vede in questi racconti fantasy uno strumento di Satana che, attraverso l’istigazione alla magia, spinge i ragazzi verso il Male. Niente di più falso: e Peter Ciaccio ce lo dimostra, rintracciando nell’opera della Rowlings i concetti di vocazione e di predestinazione, i temi della morte e dell’amore, gli inganni del potere e il senso della giustizia, e stabilendo addirittura un confronto tra le “maledizioni senza perdono”, proibite nella scuola di magia di Hogwarts, e il “peccato imperdonabile” contro lo Spirito Santo di cui parla Gesù nel Vangelo di Matteo. Queste suggestioni cristiane, di cui forse l’autrice stessa è inconsapevole, convivono nella sua opera accanto ad echi della mitologia classica, celtica e nordica, con l’effetto di indirizzare i minori verso una crescita responsabile e una giusta presa di posizione nell’eterna lotta tra il Bene e il Male. La saga di Harry Potter è un classico romanzo di formazione, in cui la magia è solo uno strumento per catturare l’attenzione dei lettori divertendoli e stimolandone la fantasia. Infatti, essa non è offerta come la facile soluzione a tutti i problemi: è un dono, ma è anche una conquista, perché la si raffina con l’impegno e lo studio, e il mondo magico in cui Harry si muove non è alternativo, ma parallelo al nostro e non è un mondo idilliaco, ma ripropone le stesse dinamiche del nostro mondo, gli stessi problemi, le stesse paure; inoltre, l’uso della magia è vietato al di fuori della scuola di Hogwarts. Perno centrale del pensiero della Rowlings sembra essere, secondo Ciaccio, il superamento di una visione dualistica del mondo, a favore di una maggiore complessità del singolo individuo: lo stesso Harry, lungi dall’essere l’eroe per eccellenza, è pieno di dubbi, incertezze e sfumature ambigue che lo rendono perfettamente “normale”. Il superamento del banale schematismo bianco-nero e buono-cattivo è un monito contro ogni razzismo, che ci riporta alle parole di Paolo nella lettera ai Galati: “Non vi è nè Giudeo, nè Greco; non vi è nè servo, nè libero; non vi è nè maschio, nè femmina, poiché voi tutti siete uno in Cristo Gesù”.

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