La testimonianza di Giovanni Battista

2 luglio 2017

 

Sermone: Giovanni 1,19-39

Care sorelle e cari fratelli, il testo della predicazione che abbiamo letto e ascoltato era la testimonianza di Giovanni Battista.

Nel primo giorno alcuni sacerdoti e leviti  che appartenevano al gruppo dei farisei andarono da Giovanni per domandargli  «Chi  egli fosse »?  Perché battezzava se non era il Cristo, Elia o un profeta.

Nel secondo giorno egli incontrò Gesù e in lui riconobbe e dichiarò  l’agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo. Giovanni è stato  l’unico ad aver riconosciuto la vera identità di Gesù in mezzo ad altri.

Egli disse che Gesù,  è colui che viene prima e  dopo di lui. In lui ha visto  la presenza dello Spirito Santo, come una colomba che è scesa su di lui che è  il figlio di Dio, colui che toglie il peccato quindi è il salvatore dei peccatori.

Nel terzo giorno  testimoniò ancora, davanti ai discepoli  quando  Gesù passava,  «ecco  l’agnello di Dio». Così  i discepoli lo seguirono e lo chiamarono “ Rabbi” , il  maestro. Quel giorno  essi rimasero con lui nella sua dimora.

Il brano dal vangelo di Giovanni  che abbiamo letto e ascoltato ci ha ricordato anche che Giovanni Battista era contemporaneo di Gesù, egli ha assistito alle opere e ai miracoli compiuti da lui  e così ha confessato e  testimoniato che Gesù(lui)  è il Cristo di Dio.

Ora ci domandiamo di nuovo:

Perché Giovanni ha battezzato il Gesù Cristo di Dio, colui che è più grande di lui?

Chi gli ha dato l’autorità di battezzare? Chi gli ha dato l’autorità di battezzare Gesù?

Perché non è stato Gesù a battezzare Giovanni essendo più grande di lui e ancor di più  essendo colui che ha il potere di togliere i peccati del mondo?

A che serve quel battesimo dell’acqua che sembra qui  avere un valore  inferiore rispetto a quello dello Spirito Santo? Perché lo ripetiamo, lo facciamo ancora, quando Gesù Cristo ha già dato il suo Spirito Santo alla chiesa?  Perché ha ordinato  ai  suoi primi discepoli di compiere questo atto, prima che salisse dal padre dicendogli:  « Ogni potere mi è stato dato…» Matteo 28, 17-20.

Siamo venuti a conoscenza in questo brano della confessione di Giovanni che conferma e attesta chi è Cristo, il primogenito figlio di Dio.

Egli, gli  ha dato testimonianza in mezzo agli altri, ha voluto rivelare Colui che è il  figlio di Dio  e al contempo  l’agnello di Dio offerto come  sacrificio  per il mondo intero.

Che cosa vuol dire essere l’agnello di Dio?  Che cosa è la caratteristica unica dell’agnello,  e perché così importante questo essere? L’agnello  è umile.

L’agnello di Dio è colui che è completamente sottomesso alla volontà del Dio Padre.

Questo atteggiamento è stato scritto allora nel libro del profeta Isaia cap.  53 ,7: «Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca. Come l’agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca »

Giovanni ha visto e ciò che ha visto l’ha testimoniato.

Giovanni  è un testimone, la voce che proclama nel deserto: “Raddrizzate la via del Signore”, come ha detto il profeta Isaia»

Giovanni  è stato un ponte, ha congiunto il passato e il futuro,  tramite lui possiamo  oggi rinnovare la nostra comprensione dell’atto del battesimo con acqua e quello dello Spirito Santo.

La generazione cristiana odierna, a mio avviso, non ha chiarito ancora bene questo aspetto perché sul battesimo degli infanti e degli adulti ci sono ancora dei punti  interrogativi a cui dare risposta.  È un peccato che ,spesse volte, commettiamo degli sbagli per primo noi predicatori  o predicatrici del vangelo in Cristo proprio sulla validità dell’atto del battesimo con acqua, sia aspersione che immersione, ma  grazie ad esso possiamo sentire vivamente e  concretamente il donarsi  di Dio, che nel presente opera e con l’azione umana si rende visibile.

In questo tempo ho considerato quanto è importante che la  fede venga trasmessa da una generazione all’altra. Vedo anziani, nonni,  genitori, che parlano ai figli/ai giovani della loro fede.

Gli anziani /gli adulti della  nostra comunità ci hanno fatto sapere che l’atto del battesimo con acqua  in formula trinitaria ci ricorda che lo spirito santo di Dio è vita e opera e  crea la fede.

Ad esempio la famiglia Valete e Ocampo da  cui è nato Mattias. Lui è circondato dai suoi nonni(Gregorio e Delia), dagli zii (Christopher e Mary Ann) e dalla cuginetta Kiara. Loro abitano lontano e quindi si svegliano presto per venire in chiesa. kiara è stata abituata così e sicuramente sarà un esempio per suo cugino.  Ereditare la fede dalla famiglia di provenienza è un dono preziosissimo e la chiesa ha proprio questo tesoro  da trasmettere.

Qui stiamo parlando di una famiglia di credenti che si aiuteranno a  vicenda per far crescere Mattias, certi della validità del suo battesimo e del fatto che lo spirito  dimorerà nella sua persona. Succede poi che questo atto del battesimo a cui abbiamo assistito non riguarda  solo  Mattias ma si espande  in noi questa buona parola come la pasta lievitata.  Ciò che stiamo vivendo ora è la gioia incontenibile per il dono  del battesimo del piccolo Mattias, di cui, come una piccola  pianta, dobbiamo prenderci cura, zappare il terreno intorno, annaffiarla e Dio Spirito sarà responsabile della sua crescita nel segreto del suo cuore.

Non è forse questo che intendeva dire Giovanni Battista dicendo:  «Dopo di me viene un uomo che mi ha preceduto, perché egli era prima di me. 31 Io non lo conoscevo; ma appunto perché egli sia manifestato a Israele, io sono venuto a battezzare in acqua».

L’atto del battesimo con acqua è il primo da compiere poi viene quello che è stato promesso dall’alto. Nell’atto del battesimo compiuto da Giovanni Battista  e quello di Gesù Cristo accade il miracolo in cui  l’umano e il divino si incontrano in una persona fisica, e suscitano  sia nel  bambino che nell’adulto un invito alla  professione di fede in Dio. Nel caso del bambino battezzato, i genitori e la chiesa tutta si riuniscono per dare testimonianza della loro fede e per un adulto  la confessione personale è necessario perché dia la sua testimonianza di colui che l’ha chiamato e entrambi proclamano la potenza e la gloria di Dio .

Il messaggio della dimensione della salvezza in questo brano è fondamentale perché lo Spirito Santo che scese,  riposò e dimorò in Cristo è UNO e pervade l’umanità e la creazione tutta. Infatti l’apostolo Paolo ha testimoniato alla comunità di Corinto l’opera dello Spirito Santo: «Ora vi è diversità di doni, ma vi è un medesimo Spirito. Vi è diversità di ministeri ma non vi è che un medesimo Signore. Vi è varietà di operazioni, ma non vi è che un medesimo Dio, il quale opera tutte le cose in tutti» Cor.12,4-6

E’ molto importante da tener conto che nella famiglia di Dio cioè nella chiesa si muove lo Spirito Santo affinché tolga ogni peccato. Lo Spirito Santo attesta le diversità dei suoi doni nei credenti, manifestandoli,  trasformandoli e  purificandoli dai loro peccati.

Questo fatto è il concetto che troviamo nel pensiero di Wesley sulla santificazione graduale del credente.

L’ultima conferenza del terzo distretto è avvenuta a Firenze e io e Maria laura Sbaffi abbiamo colto l’occasione per andare a visitare il palazzo degli uffizi. Lì  abbiamo trovato il  dipinto di Giovanni Battista che battezzava Gesù.  Ciò che vedete sullo schermo.

Osservate che l’artista ha dipinto le due mani lasciando scendere una colomba sul capo di Gesù, immaginiamo che queste mani siano di Dio, che lascia lo spirito Santo in forma di colomba scendere verso il capo di Gesù  mentre Giovanni lo battezza con acqua.

In  questa fotografia vediamo come  Dio nella persona di Gesù uomo,  credente in Lui, dona se stesso attraverso lo Spirito Santo.

Cara comunità cristiana che si è radunata in questo luogo, in questo tempio noi abbiamo riascoltato la testimonianza di Giovanni sulla distinzione fra il battesimo con acqua e quello dello Spirito Santo. L’argomento fondamentale  che vogliamo  ricordare ora è l’insegnamento che la chiesa deve continuare a testimoniare come aveva fatto Giovanni Battista. Abbiamo bisogno di comprendere e sempre tener bene in mente  che il battesimo con acqua, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo  in formula trinitaria perché attestiamo il dono della presenza di Dio, e  lo facciamo con la fiducia che lo Spirito Santo di Cristo, appunto il battesimo di Cristo donando lo Spirito Santo  è colui che ci istruisce, come fu per i discepoli di Gesù. Il mandato di Gesù  risorto , nel quale  tutto si è avverato come profetizzato, è stato di lasciare ai discepoli lo Spirito santo stesso , affinché fosse  loro di aiuto per la diffusione del vangelo di Dio.

La chiesa oggi, ha il compito di continuare a testimoniare Gesù, il Cristo di Dio, l’agnello che toglie il peccato del mondo. Amen.

 

 

 

 

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