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Il vangelo secondo il Piccolo Principe

GIANNATEMPO Stefano,
Claudiana, Torino, 2015,
pp. 140, € 12,50

 

Chi non conosce il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupery, testo cult della narrativa per ragazzi, ma che insegna moltissimo anche agli adulti, troverà in questo libro di Giannatempo un’occasione per colmare una lacuna. Chi lo conosce, avrà una prospettiva diversa per interpretarlo in un’ottica cristiana e arricchirne quindi il significato profondo di cui è già di per sé portatore. Il Piccolo Principe è un classico racconto di formazione, poetico, commovente, fantastico, istruttivo: Giannatempo lo trasforma in qualcosa di più, leggendolo come un commento laico al vangelo. Il saggio comprende 27 capitoli, come il racconto originale, ed ogni capitolo affronta il personaggio, il tema, l’evento che caratterizza il corrispondente capitolo del racconto secondo tre linee principali: una riflessione personale, legata alla propria esperienza, che ha attinenza con il soggetto da trattare;  un’interpretazione del soggetto nel contesto del racconto originale e in relazione ad analoghi episodi biblici o tematiche evangeliche e infine un’attualizzazione del messaggio, una riflessione sulle domande che suscita quel soggetto e sulle risposte che possiamo dare come cristiani. Completa ogni capitolo una scheda riassuntiva che, oltre a indicare i versetti biblici di riferimento, le frasi chiave del testo originale, il tema e la domanda di fondo, formula alcune proposte di animazione per la catechesi. Un esempio su tutti può essere il cap. 13, che ha per soggetto l’uomo d’affari, uno dei personaggi incontrati dal Piccolo Principe nei suoi vagabondaggi su altri pianeti. Il capitolo inizia con un ricordo personale, l’incontro con una leggenda relativa a Sant’Antonio e al tesoro di un avaro. Si prosegue con la descrizione dell’incontro tra il Piccolo Principe e l’uomo d’affari, per trarne una riflessione sul tema del possedere e sul diverso significato che esso ha per i due personaggi: per il secondo l’accumulo di ricchezza, per il primo la presa in cura nelle relazioni. Il capitolo si conclude con alcune citazioni del vangelo di Giovanni, che puntano l’accento sulla dedizione agli altri. Più articolato il cap. 21, dedicato alla volpe, personaggio chiave del racconto originale, che fornisce l’occasione per riflettere sul significato del verbo addomesticare, cioè creare quei legami che consentono di considerare unico ed irripetibile per noi l’oggetto o la persona che abbiamo “addomesticato”, e quindi sul valore dell’amicizia e dell’amore. In conclusione, un bellissimo e originale saggio, che non ha semplicemente lo scopo di commentare un testo, ma quello di ricercare spunti, sollevare interrogativi, scuotere le coscienze, riscoprire e approfondire il significato dei valori cristiani di cui spesso ci dimentichiamo di esseri portatori.

 

Antonella Varcasia

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