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Preghiere

di LUTERO Martin, a cura di Beata Ravasi e Fulvio Ferrario,
Claudiana, Torino, 2015,
pp. 139, Euro 11,90

Questo volumetto non è un saggio sulla preghiera, ma una selezione di preghiere, perciò non è rivolto tanto allo studioso quanto al fedele. Ciononostante, molti sono i punti di interesse teologico: già nell’Introduzione vengono evidenziate alcune tematiche della teologia di Lutero, che emergono dalle sue preghiere. Innanzi tutto la concezione di Dio non come entità astratta, ma come realtà dialogica e attiva, ossia come interlocutore che ascolta, risponde e interviene nella storia. In secondo luogo, la distinzione tra certezza e sicurezza della fede, che sottolinea come l’uomo non disponga della parola di Dio, che è esterna ma che, testimoniata dalla Scrittura e annunciata dalla chiesa, dà la certezza dell’esaudimento. Ancora, Gesù come evento realizzato, per cui la preghiera si fonda sulla realtà di quanto Dio ha già operato e continua ad operare in Cristo. E poi: l’idea della preghiera come obbedienza al comandamento di Dio e, nello stesso tempo, come “evento di libertà”, perché, strutturata e ripetitiva, libera l’uomo dall’instabilità dell’animo e dalla consapevolezza del peccato che gli impedirebbe di pregare a causa della sua indegnità. Ancora, l’idea del “già e non ancora”, che si esprime nell’Amen conclusivo, pronunciato oggi, nel bisogno e nella sofferenza, ma che vive della certezza dell’esaudimento di domani. E poi: il ruolo del Padre nostro e dei Salmi come modelli di preghiera: il primo perché, essendo una richiesta di aiuto, smentisce l’idea di una superiorità della preghiera di ringraziamento e di lode, per sottolineare che dobbiamo umilmente chiedere aiuto al Signore nella nostra quotidianità; i secondi perché rappresentano tutte le situazioni e le forme in cui il credente può rivolgersi a Dio. Anche le preghiere, molto semplici, ci offrono spunti di interesse. Certo, la spiritualità di Lutero è tipicamente medievale e la presenza del diavolo, dell’Anticristo e degli angeli non facilita la vicinanza con la comprensione moderna della fede. Tuttavia, molti elementi sono ancora validi. Innanzi tutto, le preghiere toccano le varie situazioni della vita: ci sono preghiere di lode e ringraziamento, ma anche richieste di aiuto per liberarsi dal peccato e dalla tentazione e per rafforzare la propria fede, o richieste di perdono dei peccati e di consolazione nelle avversità; sfatando il luogo comune, Lutero prega anche che le sue opere siano in sintonia con la fede. La preghiera occupa i vari momenti della giornata e della liturgia: addirittura prima e dopo il pasto, prima e dopo la Santa Cena, prima e dopo la predicazione, sia per chi predica che per chi ascolta. Alcune preghiere riguardano la chiesa e l’autorità secolare: pur contenendo riferimenti all’imperatore e al consiglio comunale, potrebbero essere utilizzate anche oggi con gli opportuni adattamenti, come intercessione per le nostre autorità di governo. Diverse preghiere riguardano l’ora della morte e il giorno del giudizio, cui Lutero guarda con fiducia e accettazione della volontà di Dio. Ma egli conosce anche momenti di angoscia e paura, da cui chiede di essere protetto: bellissima è la preghiera pronunciata per la Dieta di Worms del 1521, in cui si affida a Dio perché lo sostenga, e in cui emerge la paura che Dio non senta e sia morto o nascosto: “Tu, mio Dio, dove sei?” chiede Lutero, angosciato: è una preghiera attualissima, nonostante la sua storicità. In queste preghiere troviamo sì il teologo (l’idea della fede come fiducia; l’idea dell’indegnità del peccatore, che chiede aiuto nella consapevolezza che l’uomo non può farcela senza l’aiuto divino; l’importanza della parola di Dio, cui bisogna obbedire), ma troviamo soprattutto il credente, ricco di fede, dubbi, paure e speranze.

 

Antonella Varcasia

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