Dio è Padre e Madre

Esodo 19,1-6

Care sorelle e cari fratelli nel Signore,

il testo della predicazione che ho scelto per questa mattina ci fa riflettere sulla descrizione che diamo per definire il nome di Dio. Come lo identifichiamo? Come lo descriviamo? Come spieghiamo Dio? Qual è la sua identità?

La regola di base per rispondere a queste domande è cominciare sulla base, sul fondamento, sulla testimonianza ad esempio dal vissuto dei nostri padri che troviamo nella Sacra Scrittura.

Dio è.  Dio è colui che salvò Israele. Colui che l’ha liberato  dalla casa di schiavitù, dalla mano degli Egiziani. Quindi Dio che si rivelò, che si avvicinò,  che è presente per il suo popolo. Le Sacre Scritture cominciarono con la narrazione del vissuto del popolo di Israele .

Il popolo di Israele poi, prima che fosse stato un testimone, prima che divenne il testimone di questo Dio, dimostrò  la propria fede in lui, professandola,  che ancora considerato per noi oggi, un’altra regola di base fondamentale su cui crediamo una verità  di cui non possiamo trascurare secondo l’insegnamento trasmesso dalla Bibbia stessa.

Leggiamo dalla lettera agli Ebrei dal capitolo 11 tutti quelli che hanno creduto  alla Parola di Dio Padre. Coloro che non l’hanno visto ma che l’hanno creduto con i suoi interventi. Di nuovo ci diciamo, la Bibbia è una testimonianza dei credenti in Dio. I teologi o gli studiosi della Bibbia hanno dedicato la loro vita a questo libro e per capirlo era diventato il loro oggetto di studio. Sono degli esperti, sono quelli che hanno dedicato la loro vita nella ricerca per capire bene questo libro di cui  ha parlato di Dio.

La Teologia è lo studio della parola di Dio e studiare la parola di Dio è fare teologia.

Come può un uomo studiare la parola di Dio per conoscerlo bene? Farsi accompagnare e guidare da essa. Come può capire un uomo chi è Dio? Se Dio non gli desse l’intelligenza o la sapienza l’uomo non gli può mai capire, sapere chi è, e vederlo attraverso i suoi occhi, gli occhi della fede.

Gesù disse al cieco: Credi nel Figlio dell’uomo? Quelli rispose: Chi è, Signore, perché io creda in Lui?  Gesù gli disse: Tu l’hai già visto; è colui che ti sta parlando. Egli disse: Signore, io credo .  E l’adorò.   Giovanni 9,35-38.

Studiare la Bibbia è un modo dell’uomo per capire e sapere la Parola incarnata di Dio. Molti teologi sin dall’inizio dello studio delle Sacre Scritture hanno scoperto chi è Dio studiando, analizzando approfonditamente i brani. Sicuramente, sapere le lingue dei popoli, prima l’ebraico dopo il greco, analizzarli , poi, accuratamente  li hanno aiutato molto a capire ciò che vuole Dio rivelare alla sua creatura: uomo, maschio e femmina.  Gli uomini che avevano redatto la Bibbia erano scrittori esperti ed essi hanno fatto un modo più giusto per darci oggi la possibilità di leggerla. La Bibbia quindi è una scrittura degli uomini coloro  che erano ispirati da Dio perché potessero parlare di Lui. Il nostro testo ha a che fare con questo.

Innanzitutto, Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo.

Questo è uno degli insegnamenti che crediamo e professiamo di credere: “Dio è nella persona del Padre, Figlio e Spirito Santo”. E’ il credo apostolico che attestiamo oggi. Arrivare ad affermare e credere questa tesi(dogma), dietro a questa affermazione c’erano stati scritti migliaia di libri, ma non basta per definire e descrivere Dio. Quindi ci sono molto di più che dimostrano chi è Dio e dai testi biblici ci rivelano di volta in volta. Così poi abbiamo continuato a fare teologia e dare interpretazioni nuove su Dio e della sua identità.

Potremo capire molto di più chi è  Dio   attraverso i suoi  atti o interventi , per mezzo dei suoi messaggeri, i chiamati che furono stati quelli testimoni che fecero la sua volontà, ci aiutano oggi a credere e a continuare ad essere consolati per accompagnarci alla nostra salvezza.

Perciò oggi attraverso questo brano ci ricordiamo chi era Dio, dopo tre mesi che Dio ha rivendicato il popolo di Israele come suo popolo di eredità, in questi tre mesi Dio ha dimostrato di essere  un’Aquila madre portando via con sé il suo popolo come era una  madre amorevole, compassionevole, protettore per il popolo di Israele.

Che cosa è una madre aquila? o Che cosa è un’aquila? Aquilaè un nome di vari Uccelli rapaci degli Accipitridi, di grandi dimensioni, appartenenti a generi diversi. Per le dimensioni, la maestosità e l’altezza del volo, simbolo di potenza, nobiltà, altezza d’ingegno.

Dio è così come un’aquila che desta la sua nidiata, svolazza sopra i suoi piccini, spiega le sue ali, li prende e li trasporta ».  Questo è il Dio di Israele. Dio è come un’aquila madre o una Madre Aquila. Perché Dio è come una madre?

Così ci spinge ancora ad andare avanti nella nostra ricerca per capire chi è Dio qual è la sua natura di Dio?

Ci troviamo qui a riflettere sulla natura di Dio come una madre,  e sulla definizione di se stesso  come un’aquila madre che raccoglie insieme i suoi piccini  portandoli su con sé in alto, nei cieli. Immaginate Dio come una aquila che vola portando via con sé un popolo in cielo?

E’ una metafora bellissima. Questa è una parabola da ricordare su Dio?

Questa  esperienza è un prezioso insegnamento oggi per ricordarci della cura che si riceve credendo in lui: obbedendo e osservando ciò che Dio dice e vuole che sia fatto.

L’intera creazione: il mondo, la terra e il cielo è dimostrazione dell’amore di Dio per uomo ma Egli fa in modo che il suo intervento di volta in volta l’uomo lo afferra  stesso e così che quando disse « “Voi avete visto quello che ho fatto agli Egiziani e come vi ho portato sopra ali d’aquila e vi ho condotti a me.

L’intervento di Dio liberazione del popolo di Israele dalle mani degli Egiziani è l’inizio di un rapporto o una relazione che Dio stesso ha voluto stabilire perché questo popolo obbedendo e osservando il suo patto diventi un tesoro particolare, un regno di sacerdoti, una nazione santa”.

Allora, ci sono tre elementi da considerare di cui Israele deve anche rispondere a Dio. Israele è per Dio il tesoro particolare fra tutti i popoli,   un regno dei sacerdoti, una nazione santa.

I significati delle tre espressioni sono correlati, ma distinti. Una delle chiavi per il loro più corretto significato è l’espressione: tutta la terra è mia. Questo tema della creazione è troppo importante nell’Esodo perché il nome di Dio sia proclamato su tutta la terra

Dal momento che tutta la terra  è sua, e proclamando il suo nome in  conseguenza anche loro saranno per lui un regno di sacerdoti e una nazione santa. Israele dunque ha una missione che comprende il disegno di Dio per il mondo intero. A lui è affidato la missione di essere il popolo di Dio a vantaggio del mondo intero che appartiene a Dio.

A Monte Sion, Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del SIGNORE e tutte le leggi; e tutto il popolo rispose concordemente e disse: « noi faremo tutto quello che il Signore ha detto» (Es. 19,8) cioè di obbedire la sua voce e di osservare il suo patto Es.19,5 ».**

 

Martin Lutero disse ‘Una natura cristiana è fatta di due sole cose: la fede e l’amore’. Il cristiano, colui che appartiene a Cristo Gesù deve continuare a capire la natura di  Dio come viene descritto dal libro dell’Esodo. Questa natura del Cristiano è ciò che ha voluto il Dio eterno a partire dal popolo di Israele.

L’esodo cioè  il cammino del popolo di Dio  è un continuo percorso che per capire se stesso, la sua natura di appartenere al Dio figlio deve rispondere questa chiamata di essere un regno di sacerdote (cioè al suo servizio che deve compiere insieme, è un impegno collettivo di amare e obbedire, perché  e un popolo a cui gli ha donato la propria vita, il testimone fedele dell’universo).

L’impegno giurato cioè il patto allora è un richiamo alla fedeltà e a noi oggi ci chiede di continuare obbedendolo e osservandolo. La cura come la vicinanza di Dio in noi è dimostrata nella nostra esperienza di tutti i giorni. Dio, padre e madre nel modo in cui ha agito come Aquila. Dio è presente nella nostra esperienza, nella nostra storia dal momento che lo abbiamo afferrato e lo affermiamo. Senza la fede e l’amore Dio non esiste e non c’è testimonianza.

Che cosa ha cambiato nel nostro fare teologia oggi?  E’ proprio dal nostro modo di definire Dio, dal nostro modo di descriverlo adesso. Il nostro fare teologia  è frutto di una ricerca continua del nostro Dio.

Dio ‘io sono’ è quello che egli lo definisce. E’ in modo più accessibile e visibile che a noi  viene affidato e rivelato. Credere in lui oggi è saper descriverlo proprio nel suo modo di avvicinarsi a noi personalmente. è sta a noi ad afferrarlo.

I testi biblici che ha scelto  la Tavola per la relazione a stampa del Sinodo prossimo sono <  In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me. (Matteo 25,40). Facciamo attenzione gli uni agli altri per incitarci (incoraggiarci) all’amore e alle buone opere

(Ebrei 10,24)

Gesù dice ciò che facciamo al nostro prossimo piccolo, colui che è definito  il fratello minimo/,  è ciò che facciamo anche a lui».

Il prossimo è generico, è quello che senza nome, quindi chiunque, maschio o femmina, bambino e bambina ,chi si trova in difficoltà, in situazione di precarietà o instabilità.

 

Avere cura dei figli piccoli perché sono considerati  minimi è una delle immagine  di Dio al posto di un’Aquila. Gesù ha detto che io e padre siamo uno e si il minimo è quello che è suo fratello il loro legame è anche uno. Tutti in Uno, uno in tutti.

 

La missione del popolo di Dio è una: «avere cura dei piccoli perché prima lo era anche considerato. Nel deserto come nel buio si era trovato ad essere protetto, e portato con sé.

Riflettiamoci bene sulla cura che abbiamo avuto da parte di Dio per compiere fedelmente ciò che i nostri padri avevano pronunciato. Le nostre esperienze di cura sono dimostrazioni chi è Dio.

La lettura delle Sacre Scritture è necessaria perché, come in questo brano di oggi possiamo ricordare che Dio, parola vivente e presente agisce, interviene.   Dio ci spiega che lui si serve degli esseri viventi, in questo caso dell’Aquila per farci capire il suo modo di agire e intervenire in un modo molto semplice.

 

La figura di Mosè in questo brano è fondamentale per la salvezza del popolo di Israele. Immaginate che tramite lui, Dio ha fatto uscire il popolo di Israele dal paese di Egitto, l’ha potuto strappare dalla mano del Faraone, dagli Egiziani che lo avevano dominato e soggiogato, schiavizzato duramente per essere serviti.

Loro, seguendo Mosè sono arrivati alla loro destinazione sani e salvi.

Guardiamo e osserviamo in televisione molte persone, uomini, donne, genitori con i loro bambini e bambine, che intraprendono un  viaggio ma non sono sicuri  di arrivare alla loro destinazione perché non sono affidati ad una guida sicura come era Mosè.

Sul gommone, in camion si ammucchiano come delle sardine e purtroppo muoiono e così non sono completamente liberati  dalla guerra, dalla  violenza, dalla povertà, dalla fame, dall’egoismo, dal dominio perché non hanno raggiunto la loro liberazione ma la morte.

Ci vogliono oggi molti Mosè e l’ Aquila Madre che con un patto d’amore ci portino alla salvezza.

Nella comunità di Iona, in Scozia riceviamo queste parole: Guarda le tue mani, vedi il tocco e la tenerezza: è il dono di Dio per il mondo.

Guarda i tuoi piedi, vedi il sentiero e la direzione: è il dono di Dio per il mondo.Guarda il tuo cuore, vedi il fuoco e l’amore: è il dono di Dio per il mondo.

Guarda la croce, vedi il Figlio di Dio e nostro salvatore: è il dono di Dio per il mondo. Questo è il mondo di Dio: è in questo mondo noi lo serviremo.

Dio ci benedica. Egli ci custodisca in ogni momento e conduca le nostre vita con amore.  Così sia Amen!.

past. Joylin Galapon

 

 

 

 

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