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Pietre d’inciampo, la nostra solidarietà

Nella notte del 9 dicembre, ultimo giorno di Hannukkah, sono state divelte, nel rione Monti di Roma, 20 pietre di inciampo.

Le pietre d’inciampo sono targhe di ottone, messe sulla pavimentazione stradale di fronte ai portoni degli ebrei deportati durante la Shoah. Ideate dall’artista tedesco Guner Dermig sono un segno per non dimenticare, una forma di Memoria continua, una forma oltraggiata in modo ignobile nella notte romana.

Erano venti le pietre, come venti le persone delle famiglie Di Consiglio e Di Castro arrestate, deportate e uccise nei campi di sterminio nazisti. Uno scempio che ha suscitato indignazione e attestati di solidarietà alla comunità ebraica romana da tantissimi cittadini. Appena appresa la notizia abbiamo inviato una lettera di solidarietà e vicinanza alla comunità ebraica nella persona della sua presidente Ruth Dureghello. Ecco il testo della lettera inviata:

 

“Cari fratelli e sorelle della comunità ebraica di Roma, Cara Presidente

nuovamente, nella nostra città un gesto che colpisce la vostra comunità che ci lascia indignati.

Vi siamo vicini, solidali e partecipi nella condanna dell’atto vandalico accaduto questa notte, ultimo giorno di Hannukkah, nel rione Monti di Roma. Asportare 20 pietre di inciampo è un atto violento di odio verso tutto ciò che rappresentano: dal mero atto vandalico, al gesto antisemita, alla negazione della Shoah, in un momento in cui la certezza dei diritti universali dell’uomo sono posti, non in dubbio, ma in discussione nella prassi e nella politica del nostro Paese.

Solo la denuncia, la condanna dei responsabili unita a scelte educative, di formazione perché la Memoria di ciò che è accaduto ci possa preservare dal non ripetersi più di atti, piani e azioni contro uomini e donne, popoli e religioni. Vigilanza, condanna e denuncia coraggiosa insieme a condivisione, formazione ed educazione, sono l’unica via per “distruggere” idee e azioni antisemite che sono contro la libertà, i diritti e le fedi.

Progetti, iniziative, anche insieme, di in-formazione e formazione soprattutto per le nuove generazioni che poco conoscono, studiano e riflettono sul significato del rispetto, dell’antisemistismo, del razzismo e della libertà religiosa, devono essere ideate, incentivate e promosse. L’azione e la nostra comune vigilanza contro pensieri sbagliati, idee pericolose che riportano indietro la Storia, una storia che non vogliamo si ripeta mai più in nessuna parte del mondo, contro nessun popolo. La nostra comunità sarà al vostro fianco nella denuncia continua e nella vigilanza.

Che il Signore ci benedica e ci protegga. Faccia splendere il suo volto su di noi e ci doni la sua grazia. Rivolga su di noi il suo volto e ci conceda la pace (Nm 6,24-26).
Shalom alechem!

Laura Alessandra Nitti, presidente del Consiglio di chiesa”
La lettera, a firma della presidente del consiglio di chiesa, intende aprire anche percorsi comuni di formazione e riflessione perché la Memoria della Shoah non rimanga argomento di studio di pochi, ma elemento fondante delle nuove generazioni, dei futuri cittadini e difensori della nostra democrazia e Costituzione. Ma soprattutto difensori di quei diritti inalienabili della persona umana che sono alla base dei rapporti tra i popoli, le persone e le fedi. Perché citando M. L. King “Ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi; è l’ indifferenza dei buoni”. e noi non possiamo rimanere indifferenti.
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