Gesù dono del cielo

Giovanni 6, 31-38.47-51 (Jesus gift of heaven)

Jesus gift of heaven. Gesù è il dono del cielo perché è venuto dal cielo. E come lo sappiamo? la Bibbia ce lo dice. Gesù proviene dal cielo. Gesù insegnò ai suoi discepoli come dovevano pregare: “Padre nostro che sei nei cieli”. Così una delle preghiere di richiesta che rivolgiamo al Signore Dio è …Dacci oggi il nostro pane quotidiano.

Perché Gesù è un dono dal cielo? Perché è il pane della vita.
Il pane che viene dal cielo è di Dio, ed è il modo più significativo di testimoniare se stesso, che Egli sostiene il suo popolo a partire dalla sua liberazione nella casa di schiavitù degli egiziani.

Care sorelle e cari fratelli nel Signore, oggi è la terza domenica di avvento, il tempo liturgico ci indica ancora di attendere finché giunga il giorno di natale. E’ natale.
E’ nato il salvatore, il buon pane per il nutrimento che Dio offre e che sazia la fame dell’uomo dandolo sostentamento per la sua vita.
Questa è la prima dimostrazione e manifestazione della presenza di Dio.
Le chiese cristiane continuano ad insegnare, ma anche ad imparare il vero significato di Natale. Sottolineando così che il messaggio evangelico che porta questa nascita è inesauribile.
E’ nato il salvatore del mondo, ma ancor prima ha dato vita a questo mondo.
Ecco l’importanza dell’insegnamento del cristianesimo.

E’ nata la vera vita in Gesù bambino.
Abbiamo avuto il regalo più bello che dona significato della esistenza del mondo. Ci è donato un figlio, è un bambino. Così il messaggio del dono del figlio è narrato ogni anno nella storia delle chiese del Signore Dio.
Il gruppo dei filippini ha scelto per la predicazione il tema “Jesus gift of Heaven”, che siamo venuti oggi ad ascoltare.
Si Jesus ay regalo ng langit, siya ay mula sa langit. Si Jesus ay nanggaling sa langit, siya ay nagbuhat sa langit upang ipabatid sa atin ang katutuhanan tungkol sa nasaksikan niya sa Diyos, ama.
Sa ating nakaalam at naniwala sa kanya, tunggol sa Diyos ating naiintindihan kung anong ibig sabihin /o anong ibig ipakahulugan ng salitang nagmula/nanggaling/ sa langit na pinatutuhanan ng banal na salita ayun sa ating mga ninuno.
Ang galing sa Diyos na nasa langit, na regalo ng langit ay hindi kailan man natin matututulan dahil ito ay kanyang ibinubuhos na parang ulan na katulad ng manna para sa lahat. Walang sinuman ang makakatutol sa kanyang kalooban bilang Diyos na maykapal sapagkat ito ay galing sa langit. Hindi natin masasasalungat /masasaklawan ang kanyang mga plano kundi atin lamang itong tatanggapin ng buong puso o tatanggihan.
Tayong mga tao ay hindi makakagawa, hindi natin mababago itong kalooban, tanging sa makapangyarihang gawa lamang ng Diyos, kayat atin itong tatanggapin o tatanggihan, paniniwalaan o itatatwa.
Kung si Jesus ay mula sa langit , siya ay galing sa itaas at bumaba siya dito sa lupa.

Il Signore Dio guarda dal cielo. Osserva le sue creature.
Guarda dall’alto e provvede ciò di cui hanno bisogno.
La parola incarnata in Gesù diventò uomo e nel Vangelo di Giovanni si confronta con la “manna” dicendo: <<Io sono il pane della vita: i vostri padri mangiarono la manna nel deserto e morirono. Questo è il pane che discende dal cielo, affinché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che io darò è la mia carne, che darò per la vita del mondo >> ( Giov.6, 48-51)
Hesus ang diwa ng Pasko/Gesù è l’essenza del natale, il canto del gruppo dei filippini racconta questo fatto dell’essenza di Gesù nella vita del credente. Nella sua pienezza c’è vita. Dà vita al corpo umano, a tutte le membra del corpo dà la forza per potersi muovere. E’ nel Vangelo di Giovanni che proclama ancora <<io sono la vite, voi siete i tralci>> . Dall’unica vite i credenti, i suoi discepoli e le sue discepole traggono il loro nutrimento per vivere cioè l’essenza vitale del corpo. Quest’affermazione di Gesù della sua essenza è una che non si imputridisce/marcisce perciò questa è la grande differenza che i popoli del nuovo patto hanno avuto in dono, il pane che non andrà mai male e non si butta perché è l’alimento fondamentale che Dio unico ha offerto al mondo.
Gesù come pane della vita/the bread of life/ang pagkain sa buhay, il suo significato non si esaurisce mai nelle predicazioni, nelle parole che vengono trasmesse/predicate ogni domenica perché è il pane per chi è affamato e oppresso o chiunque di noi nel momento che parliamo, mangiamo, facciamo. Quindi tutto quello che siamo, tutto quello che facciamo ci fa esistere in lui.
Gesù è sceso dal cielo perché Dio l’ha mandato per dare alimento alle anime malate e ai corpi malati che hanno bisogno della guarigione.
In una delle domeniche di novembre scorso, ho predicato, al gruppo dei filippini, sulla manna nel libro dell’esodo cap. 16 .
Avevo chiesto lì se ci è mai venuto in mente che dopo 45 giorni che gli israeliti intrapresero il cammino nel deserto, quanto erano diventati più forti dopo aver mangiato la manna rispetto a loro, ai filippini, che al minimo mangiano tre volte al giorno?. Dio ordinò agli israeliti tramite Mosè di raccogliere ogni giorno la manna, ciò che occorreva soltanto per un giorno poiché non si perda .
Gli Israeliti solo dopo 45 giorni avevano sentito la fame ed così è logico che protestassero contro Mosè e Aronne. Senza indugio Dio che ascoltò il loro mormorio fece piovere dal cielo la manna(il pane per dare forza il loro corpo). Questa storia guardando indietro nel tempo, non ci si può dimenticare, un ricordo impossibile da crederci, questa memoria dell’esperienza di vita dei nostri padri e madri è solo una fra le tante perciò ci si chiede in ogni epoca di resistere.
Dio ha ascoltato e ha risposto al grido di fame del popolo d’Israele perché non muoia e così fino ad oggi donando suo figlio dal cielo per non farci più sentire/avere fame.

Il mondo non ha più fame; per mezzo di lui, è stato donato il pane materiale e spirituale per sostenere la vita, che dona resistenza, la vita nella forma di
vita eterna esiste in lui e questa è una sfida per noi ogni volta che ci sentiamo già sazi (o non ancora ) . Chi lo rispinge, e quindi non crede in lui non può sapere che cosa significhi avere la sazietà ed anche la fame di non averlo.
Chi non impara l’arte di resistere in questo mondo muore(cioè non ha speranza). Chi non grida aiuto a Dio perde la vita. Gesù dice che il suo corpo è il pane per il mondo perché con la sua esistenza nel corpo ha parlato, ha rivelato la parola di Dio suo Padre dal cielo alla terra testimoniandolo a tante persone che incrociava per strada allora.
Ancora in uno studio biblico a casa della famiglia Valete a La Storta noi che eravamo presenti abbiamo provato a dire riassumendo che cosa è per noi la Bibbia e da quando essa ci ha parlato. C’è chi ha detto che leggendo la Bibbia ha avuto consolazione. C’è chi ha detto che leggendo la Bibbia ha avuto la guida nel suo vivere. Per noi protestanti abbiamo dato e espresso molte interpretazioni alla Bibbia secondo al nostro vissuto e questo è molto importante ed è fondamentale perché è il nostro incontro personale con il Signore che ci sprona a raccontare il motivo della ri-nascita come uomo nuovo.
Perciò è la nostra responsabilità personale leggere ed interpretare la Bibbia.
Inoltre, ovunque siamo accade in un incontro, come il nostro essere chiesa insieme in questo luogo, si avvia la testimonianza reciproca della vita in Cristo Gesù che continua a trasformare (come un cominciare e ri-cominciare ad imparare a vivere l’evangelo del natale) .

La porta del tempio della chiesa metodista di via XX settembre è aperta e tutti sono benvenuti. Le nostre mani vengono usate per aprirla a tutti che sono accolti e abbracciati, (Vi rendete conto alla migliaia di persone che sono già entrate e uscite in quella porta, comprese noi. Le nostre mani sono piccole, ma sono sufficienti per accogliere il cibo che viene dal cielo e sulla terra e ci passiamo a vicenda come allora della prima volta che Dio ha fatto piovere di manna al suo popolo.
Secondo le mie osservazioni e considerazioni. Permettetemi di menzionare due parole che possano riassumere il nostro modo di vivere come essere chiesa insieme oggi. Nello stesso tempo, queste parole sono originariamente usate per definirsi un movimento MeToo(in italiano anch’io) che poi è diventato metwo(due sono io) sorto in Germania dai ragazzi figli di genitori stranieri e tedeschi come il tedesco-marocchino a Berlino.
Parallelamente, come i figli dei filippini, o cinesi, africani, coreani ecc. che sono nati qui con un genitore italiano, sono come quelle due facce della medaglia.
La chiesa metodista di via XX settembre in Italia rivive il percorso di integrazione nel senso che ci sono dei componenti filippini che si sono “mescolati”. L’integrazione si è avviata ed è in corso per dare prova e testimonianza al pensiero di J.Wesley della universalità/globalità dell’opera dello Spirito di Dio. Il prof. Assante del seminario metodista di Ghana ha condiviso al convegno del centro documentazione del metodismo il 29 novembre 2018 che lì nel loro paese, lo stato e le chiese vivono insieme con un senso di partnership.
Egli ha detto che ciò che distingue la collaborazione delle scuole dello stato con la chiesa metodista è che laddove c’è lo spirito del metodismo, si producono i migliori studenti per la loro capacità di far emergere l’essenza del pensiero del metodismo, quello spirito della libertà di pensiero. Ricordare e evocare ora questa base di apertura mentale nel pensiero di J. Wesley è quella che ha sostenuto il nostro percorso di integrazione. La chiesa di Dio in questo luogo ha donato il suo Spirito che con le preghiere, le costanze e le resistenze dei credenti, nel loro insieme sono esistiti e resistiti insieme.
Il me- two significa allora che in due(filippino e italiano) ci sono me-too anch’ io frutto di questa convivenza che è una sfida che incoraggia tutti a far vivere la propria fede in Cristo Gesù. L’essere chiesa del vissuto dei filippini e degli italiani credenti è fortificato dalla fede nel voler vivere insieme. La specificità di entrambi nel loro vivere le proprie culture e tradizioni si sono gradualmente svelate e praticate nella condivisione ma deve continuare/proseguire. Questa storia deve proseguire perché è la novità che Dio vuole far vivere in questo luogo. Una storia che diventa storia nella vita di ciascuno e ciascuna di noi. Le chiese di Dio di provenienze diverse , riunite e in comunione in questo tempio ha questa caratteristica che ci ha fatto rendere uguale davanti a lui. Due o più persone di nazionalità diversa che si esperimentano un percorso di fede all’ unico Dio.
Voglia il Signore benedire i nostri sforzi per mantenere tenacemente i nostri oggettivi per raggiungere il nostro traguardo, raggiungere la fine della corsa data a noi laddove ci aspetta Dio.
Il Signore ci benedica. Buon natale a tutte e a tutti, maligayang pasko sa inyong lahat mga kapatid sa Panginoon. Merry Christmas to all of you.

 

amen.

past. Joylin Galapon

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