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Sinodo 2019 – Rassegna stampa

Abbiamo cercato, come gli scorsi anni di raggruppare gli articoli della stampa online e cartacea che hanno raccontato il Sinodo 2019 delle chiese metodiste e valdesi in Italia. Sul nostro sito trovate altri articoli e resoconti delle giornate.

Questa rassegna stampa sarà aggiornata ogni giorno.

i nostri articoli li trovate qui sulla pagina dedicata del Sinodo

 

Qui trovate i comunicati stampa diffusi durante le giornate del Sinodo dall’ufficio stampa.

 

dal sito chiesavaldese.org

 

 

Mettiamo a frutto i talenti ricevuti da Dio

Una chiesa sulla soglia

Al Sinodo c’è tanta voglia di condividere le esperienze

La chiesa può esistere solo come comunione di chiese

Tre nuovi pastori

Nuove prospettive di testimonianza

Sinodo 2019: culto di apertura

La parola che ci convoca

 

 

 

 

 

La diaspora interroga le chiese contemporanee – 23 agosto 2019 Giornata organizzata dalla Fondazione Centro culturale valdese e la segreteria del Corpo pastorale

Cultura è l’incontro con l’altro – 24 agosto 2019 incontro pre sinodale della Fdei, la Federazione delle donne evangeliche in Italia

Anziani, serve un cambio di paradigma – 24 agosto 2019 Frontiere diaconali incontro con la CSD

Il presinodo dei giovani… è per tutti!

Due candidati e una candidata al ministero pastorale – 24 agosto 2019 Gli esami di fede di tre candidati al pastorato

Candidati pastori, le presentazioni –  La presentazione di Sophie Langeneck

Una fatica che colma di beni e di gioia –  La presentazione di Nicola Tedoldi

Un cammino da condividere – presentazione di Marco Casci, candidato al pastorato

Vivere oggi la resurrezione di Gesù – 25 agosto 2019 Il culto di apertura tenuto dalla predicatrice locale Erica Sfredda

«Diritto, diritti, verità, democrazia» – la serata pubblica

La verità non è una farfalla inchiodata in una teca – La serata pubblica

Il Sinodo lavora al futuro della chiesa

Sinodo, il messaggio di saluto di Papa Francesco

Il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi esprime preoccupazione per le conseguenze del Decreto sicurezza – Le chiese si attiveranno nei territori per evitare che gli “ultimi” perdano i diritti fondamentali

Il Sinodo valdese e metodista rinnova l’impegno dei corridoi umanitari

I comuni di Rivalta di Torino e Piossasco ascoltano il Sinodo

Il sinodo si schiera a fianco delle donne – Adesione alle campagne di sensibilizzazione contro la violenza di genere

Il Sinodo valdese: stop a violenza sulle donne – Fatto proprio il documento su violenza di genere prodotto dal Consiglio ecumenico delle chiese

Peccato di genere

I nuovi samaritani

Sinodo delle chiese metodiste e valdesi. Stop a violenza sulle donne

Sinodo 2019. La verità non è una farfalla inchiodata in una teca

Chiesa orizzontale e resistenza. Intervista alla pastora Daniela Di Carlo

Otto Per Mille: approvati i progetti 2019 – Approvati 489 progetti all’estero e 946 progetti in Italia

Un dialogo che non si può fermare – Mons. Spreafico al Sinodo 2019

Alessandra Trotta nuova moderatora della Tavola valdese –La nuova moderatora della Tavola Valdese

Umiltà e fiducia per il nostro compito di credenti –  Il discorso di chiusura del Sinodo 2019 

Le responsabilità di chi fa informazione – Intervista a Maria Grazia Mazzola, ospite della serata pubblica

Una legge senza cuore fa strage di umanità – Intervista a Marco Tarquinio, direttore di “Avvenire” sul tema della serata pubblica del Sinodo: “Diritti, diritto, verità, democrazia”

Collegio valdese, voglia di rinascita

Protestanti di Francia e d’Italia, radici e prospettive comuni – Intervista a François Clavairoly, presidente della Federazione protestante di Francia

Finché ci saranno storie, ci saranno film – serata su Bibbia e cinema

Ambiente, la preoccupazione del Sinodo valdese e metodista

Sbarre, confini, frontiere

Altri articoli su NEV 

 

 

 

 

 

Su Radio Beckwith Evangelica, nella pagina dedicata al Sinodo 2019,vate moltissime interviste e i video dei culti di apertura e chiusura del sinodo 2019, la serata pubblica, e le conferenze stampa giornaliere.

 

 

Chiesa valdese, cambio al vertice: al sinodo si punta su una donna

 

 

 

 

Concluso il Sinodo valdese a trazione femminile – 31 agosto 2019

Appello dei valdesi ai sindaci contro il decreto sicurezza – 29 agosto 2019

Intervista ad Eugenio Bernardini. I valdesi: «Una comunità di frontiera, con le porte aperte al dialogo e al cambiamento» – 25 agosto 2019

 

 

 

 

Una donna alla guida delle Chiese metodiste e valdesi in Italia, la Moderatora Alessandra Trotta

 

 

 

 

Il Sinodo valdese contro il decreto Salvini, appello ai sindaci: “Disubbidite alle nuove norme”

 

 

 

Torre Pellice: il Sinodo prende le distanze dal Decreto sicurezza di Salvini

L’invito del sinodo valdese: “Dobbiamo diventare una chiesa verde”

Torre Pellice, presentata la candidatura del nuovo moderatore del Sinodo

Sinodo, rinnovate le cariche: una Tavola al femminile

 

Fcei: Torre Pellice, al via domani il Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi

Papa Francesco: al Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi, “offrire risposte comuni alle sofferenze dei più poveri”

Sinodo valdese e metodista: all’unanimità rinnovo dell’impegno dei corridoi umanitari. Sostegno a quello europeo dalla Libia

 

 

 

 

Razzismo e discriminazione: i valdesi a Torre Pelllice preferiscono il dialogo alle scomuniche

Tavola Valdese, Alessandra Trotta è la nuova moderatora: rappresenterà le chiese valdesi nei rapporti con lo Stato

 

 

 

 

“E ora aprite i corridoi umanitari dalla Libia”. L’appello dei valdesi a Conte

 

 

 

Sinodo metodista-valdese 2019 Conferenza stampa sulla situazione nelle carceri sull’impegno delle chiese. Interviste ai protagonisti – Radio Radicale

Sinodo metodista-valdese 2019 Intervsita ad Alessandra Trotta eletta moderatora della Tavola valdese – Radio radicale

 

 

 

 

“Senza dialogo non c’è bene comune”

Sinodo valdese:troppa indifferenza verso “un mondo di morte”

Migranti: Evangelici, preoccupati per perdita diritti civili

Sinodo valdese: stop aggressività consumi e visione predatori

La Chiesa valdese Trotta

 

 

 

Si apre il Sinodo Valdese. Una chiesa “a fianco di chi continua a praticare accoglienza e solidarietà”. Bernardini: “affrontare il degrado del confronto politico-sociale e culturale”

Sinodo Valdese. Approvata destinazione sociale dei 43 milioni arrivati dall’otto per mille

 

Altre testate giornalistiche

Papa a Chiese metodiste: offrire risposte comuni per i poveri e i deboli – Vaticannews

Si è chiuso a Torre Pellice il Sinodo Valdese. Alessandra Trotta nuova moderatora della Tavola valdese – Quotidiano piemontese

Sinodo valdese: moderatora Alessandra Trotta, vice Erika Tomassone – L’Eco del Chisone

Alessandra Trotta, nuova moderatora della Tavola valdese: “Prima gli ultimi” – Articolo 21

 

Papa Francesco al Sinodo Valdese, diamo risposte comuni alle sofferenze dei più deboli – Aci stampa

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Concluso il Sinodo valdese a trazione femminile

Sinodo delle chiese valdesi e metodiste. Alessandra Trotta è la nuova moderatora della Tavola. Tra i temi centrali dei lavori i migranti: «C’è un solo noi universale»

di Luca Kocci

Una Chiesa a trazione femminile. È quella che emerge dal Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi, concluso ieri a Torre Pellice (To) con l’elezione della nuova moderatora della Tavola valdese, la cinquantunenne palermitana Alessandra Trotta, avvocata civilista, diacona e metodista.
È la prima volta che una metodista guiderà l’organo esecutivo delle Chiese metodiste e valdesi, unite da un patto di integrazione dal 1975. Ed è la seconda volta di una donna moderatora (finora c’è stata solo Maria Bonafede, dal 2005 al 2012).

Ma è l’intera Tavola valdese ad essere «rosa», con cinque donne su sette, fra cui anche la vice-moderatora, la pastora valdese Erika Tomassone, eletta alla seconda votazione, dopo aver fallito il quorum alla prima. Una notizia che colpisce, se messa a confronto con la gerarchia della Chiesa cattolica, maschile per statuto. Ma non una sorpresa per le Chiese metodiste e valdesi, dove le donne da tempo ricoprono ruoli e responsabilità anche decisionali.

IN CONFERENZA STAMPA, la neo-moderatora è tornata sull’ordine del giorno votato mercoledì, nel quale il Sinodo ha invitato le chiese locali «a chiedere che i sindaci autorizzino il rilascio della residenza» ai migranti richiedenti asilo, come già avvenuto in alcuni Comuni (Palermo e Napoli, con Orlando e De Magistris) o a seguito di sentenze della magistratura (Bologna). Un appello indiretto a disobbedire al primo decreto sicurezza voluto dal ministro dell’Interno Salvini (che appunto vieta la procedura), che Trotta ha spiegato così: «Non si tratta di disobbedienza, ma di corretta applicazione della legge, ovvero della nostra Costituzione e del diritto internazionale, perché l’iscrizione anagrafica è fondamentale per l’inclusione nella società».

Quello dei migranti è stato uno dei temi centrali dei sei giorni di Sinodo («c’è solo un noi universale, non contrapposto a un voi escludente che individua i nemici da cui difendersi», ha detto ancora Trotta).

Del resto si tratta di uno degli impegni prioritari per la Federazione delle Chiese evangeliche italiane e la Tavola valdese che dal 2015 portano avanti, insieme alla Comunità di Sant’Egidio, i corridoi umanitari, che finora hanno consentito a circa duemila profughi siriani di arrivare in Italia in sicurezza.
Ampio spazio anche alla questione della violenza di genere. Il Sinodo ha fatto propria la Dichiarazione del Consiglio ecumenico delle chiese del novembre 2018 contro la violenza sessuale e di genere.

E HA CHIESTO ALLE CHIESE di sostenere il movimento globale contro la cultura dello stupro e dell’ingiustizia di genere e di aderire alla campagna mondiale «Giovedì in Nero» (#ThursdaysinBlack), ispirata dagli esempi dalle Madri di Plaza de Mayo argentine, dalle Donne in nero di Israele e Palestina, dalle donne ruandesi e bosniache, per rendere visibili le storie sullo stupro come arma di guerra, sull’abuso e sull’ingiustizia di genere.

«Ci sono donne vittime di una visione così patriarcale da essere sempre invisibili, magari per dare luce e potenza ai loro figli maschi. Le chiese cristiane sono state promotrici di questo peccato di genere, occorre fare autocritica», ha spiegato la pastora Daniela Di Carlo.

Al Sinodo si è fatto anche il punto sull’otto per mille che, dopo tre anni di calo, ha fatto segnare un forte aumento, passando dai 32 milioni del 2018 ai 43 di quest’anno (la Chiesa cattolica ottiene circa 1 miliardo l’anno), che verranno utilizzati per finanziare 489 progetti all’estero e 946 progetti in Italia in ambito educativo, sanitario e culturale. Niente, come sempre, sarà destinato al culto e al sostentamento dei pastori.

INFINE I DIRITTI CIVILI. Una denuncia: il Sinodo ha lamentato «il ritardo e l’inerzia di molti Comuni nell’aprire gli sportelli per ricevere le Dichiarazioni anticipate di trattamento» e ha chiesto alle chiese di attivarsi presso «le amministrazioni comunali affinché l’esercizio del diritto al testamento biologico sia garantito».

E una richiesta: il 17 febbraio, giorno dell’esecuzione capitale sul rogo di Giordano Bruno (17 febbraio 1600), diventi la Giornata nazionale della libertà di coscienza, di religione e di pensiero.

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Appello dei valdesi ai sindaci contro il decreto sicurezza

 

 

 

 

Il sinodo. Approvato un ordine del giorno in cui si invitano tutte le chiese locali a chiedere che nei Comuni dei propri territori sia autorizzato il rilascio della residenza ai migranti

Di Luca Kocci

Disubbidite al decreto sicurezza del ministro dell’Interno Salvini e iscrivete all’anagrafe i richiedenti asilo perché possano avvalersi dei servizi socio-sanitari essenziali. È l’appello che arriva ai sindaci dal Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi, in corso a Torre Pellice (To) fino a venerdì.

La parola disubbidienza non viene utilizzata, ma la sostanza è quella. Il Sinodo infatti ha approvato un ordine del giorno in cui, fra l’altro, invita tutte le chiese locali «a chiedere che nei Comuni dei propri territori i sindaci autorizzino il rilascio della residenza, come già avvenuto in alcuni Comuni o a seguito di talune ordinanze giudiziali».

Ovvero che incoraggino i primi cittadini a fare come il sindaco di Palermo Orlando – seguito a ruota dal napoletano De Magistris – che, nonostante il divieto imposto dal primo dei due decreti sicurezza, ha iscritto ugualmente all’anagrafe i migranti perché potessero beneficiare dei servizi comunali, assumendosene responsabilità e conseguenze (che peraltro non vi sono state). Oppure come il sindaco di Bologna Merola che, con una scelta più soft, lo ha fatto dopo la sentenza del tribunale, accolta «con soddisfazione» e ovviamente senza opporsi.

 

 

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Torre Pellice: il Sinodo prende le distanze dal Decreto sicurezza di Salvini

 

 

 

 

Le chiese metodiste e valdesi invitano i sindaci a concedere la residenza a chi si trova in una situazione di protezione umanitaria

 

Il Sinodo delle chiese metodista e valdesi, riunito a Torre Pellice, prende le distanze dal Decreto sicurezza di Salvini e ha chiesto all’Assemblea della Diaconia di «modulare il proprio lavoro di accoglienza tenendo conto delle concrete situazioni sociali e politiche dei territori e sviluppare, nel medio periodo, interventi per l’inclusione, rivolti in modo trasversale agli “ultimi”, sia italiani che stranieri».

In buona sostanza il Sinodo è intervenuto sulle possibili situazioni relative alle iscrizioni anagrafiche e concessioni della residenza a persone italiane e straniere in situazioni di marginalità (titolari di protezione umanitaria e sussidiaria, richiedenti asilo e persone sottoposte a procedimenti penali e amministrativi per determinati reati per i quali si prefigurano limiti all’accesso ai diritti fondamentali quali il diritto alla salute e all’assistenza sociale e sanitaria, il diritto alla casa e al lavoro) e ha invitato le Chiese a «chiedere che nei Comuni dei propri territori i sindaci autorizzino il rilascio della residenza, come già avvenuto in alcuni Comuni o a seguito di talune ordinanze giudiziali».

Nel corso del dibattito è emersa la preoccupazione delle chiese per la perdita di diritti civili e sociali a cui, in seguito al Decreto sicurezza, le persone in situazione più marginale sono state esposte e nel corso del dibattito sinodale si è chiesto alle chiese di attivarsi nei territori di appartenenza per l’inclusione di tutti con azioni di sensibilizzazione e pressione nei confronti delle istituzioni locali per il rilascio delle residenze.

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Il Sinodo valdese: stop a violenza sulle donne

da Riforma

Fatto proprio il documento su violenza di genere prodotto dal Consiglio ecumenico delle chiese

Il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi ha fatto proprio il documento del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) “Dichiarazione sulla violenza sessuale e di genere e sul Premio Nobel per la Pace del novembre 2018“, Nobel assegnato a Denis Mukwege e a Nadia Murad come «incoraggiamento per tutte e tutti coloro che lavorano per porre fine all’uso della violenza sessuale come arma di guerra». Il Sinodo ha anche chiesto alle chiese di aderire alla campagna mondiale “Giovedì in Nero” e di promuovere e testimoniare il sostegno al movimento globale che si oppone alla cultura dello stupro, dell’ingiustizia di genere, dell’abuso, e di darne pubblicità sul territorio di pertinenza.

I due documenti del Cec sono espressione del comitato esecutivo di questo organismo che si è svolto a Uppsala, in Svezia, lo scorso novembre e tracciano le strategie per costruire giustizia e per fermare stupri, abusi e matrimoni forzati. Oltre alla creazione di «politiche concrete e misurabili che sostengano l’equità di genere nelle strutture del Cec e delle chiese membro, in riferimento a stipendi, posizioni di leadership, e a codici di condotta su molestie e aggressioni sessuali», si parla anche di responsabilizzazione nel contrasto alla violenza, di sostegno a donne, ragazze e persone vulnerabili, alla creazione e sviluppo di «reti capaci di agire subito per fermare assalti, abusi, incarcerazioni, uccisioni di donne, ragazze e altre persone vulnerabili». Fra le proposte concrete, anche quella di coinvolgere organizzazioni maschili affinché diventino «spazi per la resistenza al patriarcato e per l’affermazione di mascolinità non tossiche e nonviolente».

Qui il Pdf integrale della dichiarazione adottata dal Cec sulle violenze sessuali e di genere.

#ThursdaysinBlack è una campagna che nasce dal Decennio delle Chiese in solidarietà con le donne (1988-1998), per rendere visibili le storie sullo stupro come arma di guerra, sull’ingiustizia di genere, sull’abuso, sulla violenza e per rendere visibile la capacità di recupero e gli sforzi delle donne.

La campagna è stata ispirata dalle Madri de Plaza de Mayo di Buenos Aires, dalle Donne in nero in Israele e in Palestina, dalle donne in Ruanda e in Bosnia.

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Il Sinodo valdese contro il decreto Salvini, appello ai sindaci: “Disubbidite alle nuove norme”

Il Sinodo valdese contro il decreto Salvini, appello ai sindaci: “Disubbidite alle nuove norme”

 

 

La chiesa Valdese contro il decreto Salvini invita i sindaci a disobbedire alle nuove norme. “Le persone in situazione più marginale sono state esposte al rischio perdere diritti civili e sociali e tutte le chiese sono invitate ad attivarsi nei territori di appartenenza per l’inclusione di tutti e tutte con azioni di sensibilizzazione e pressione nei confronti delle istituzioni locali per il rilascio delle residenze” si legge nel testo che l’assemblea del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi, riunito a Torre Pellice fino al 30 agosto, ha approvato. Un’analisi molto critica nei confronti dei due decreti sicurezza approvati dal governo tra 5stelle e Lega e che ora potrebbero essere cancellati in caso di un Conte bis.

L’assemblea ha chiesto alla Diaconia, organismo che si occupa dell’azione sociale per conto della Tavola valdese, di “predisporre e proporre, a seguito dei tagli ai servizi introdotti dal Decreto Sicurezza, progetti di integrazione e accompagnamento”, di “modulare il proprio lavoro di accoglienza tenendo conto delle concrete situazioni sociali e politiche dei territori e sviluppare, nel medio periodo, interventi per l’inclusione, rivolti in modo trasversale agli ‘ultimi’, sia italiani che stranieri”. A preoccupare le comunità protestanti in particolare la questione delle iscrizioni anagrafiche e concessioni della residenza a persone italiane e straniere in situazioni di marginalità, come i titolari di protezione umanitaria e sussidiaria, i richiedenti asilo, ma anche le sottoposte a procedimenti penali e amministrativi: “Si prefigurano limiti all’accesso ai diritti fondamentali quali il diritto alla salute e all’assistenza sociale e sanitaria, il diritto alla casa e al lavoro – si legge nel testo approvato – Invitiamo le Chiese a chiedere che nei Comuni dei propri territori i sindaci autorizzino il rilascio della residenza, come già avvenuto in alcuni Comuni o a seguito di talune ordinanze giudiziali”.

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Le nostre risposte alle urgenze e ai bisogni del Paese

La seconda giornata del Sinodo si è aperta con il cultino , momento di preghiera e riflessione iniziale, che ha visto le riflessioni partire dai versetti del salmo 139 e dal testo di Paolo ai Galati al capitolo 2. La riflessione era centrata sull’identità: chi sono io, chi sono gli altri, io nella vita degli altri e gli altri nella mia.

I lavori sono centratisulle risposte della Chiesa alle emergenze e ai bisogni del nostro Paese: le nuove frontiere della diaconia e le opere sul territorio.

Il lavoro svolto dalla CSD e dalle varie opere da “La Noce” al “Servizio cristiano di Riesi”, passando per Ecumene ed Agape, è stato apprezzato e valutato positivamente insieme al nuovo corso del Coleggio Valdese di Torre Pellice.

Molti gli ordini del giorno approvati sulle opere e sulla Csd. Segnaliamo, tra i più importanti, quelli che rispondono ai bisogni di anziani, immigrati, soprattutto per quanto riguarda le residenze anagrafiche.

L’analisi della nuova situazione creata dalle due leggi ” sicurezza” che hanno creato sacche di “non-diritti” di abbandono che possono alimentare manodopera clandestina, oltre alla esclusione dalla protezioni lasciandoli abbandonati a loro stessi ha visto risposte variegate e importanti da parte delle nostre chiese locali e dalla Tavola, attraverso anche alla CSD.

Tra gli ordini del giorno approvati uno contro la violenza sulle donne. Il sinodo, infatti,  ha fatto proprio il documento del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) “Dichiarazione sulla violenza sessuale e di genere e sul Premio Nobel per la Pace del novembre 2018“.

La discussione è proseguita sui analisi e aggiornamenti sulle varie oper in Italia, con seguenti ordini del giorno approvati.

Una giornata che ha fotografato una chiesa che opera a fianco di uomini e donne, nel territorio, nei territori periferici, per rispondere a bisogni e urgenze, non solo perché sono portatori di diritti, perché hanno bisogni non soddisfatti, perché soli e lasciati a loro stessi, ma perché siamo una chiesa di fratelli e sorelle alla sequela di Cristo. Il nostro agire è cercare di rispondere alla comune chiamata di Dio ad essere fratelli e sorelle in cammino insieme.

 

 

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Vita della chiesa, prima giornata di lavori

La prima  giornata di lavori del Sinodo 2019 si è aperta con il cosiddetto “cultino”, momento di preghiera organizzato e condotto dai giovani della FGEI sulla salvaguardia del creato, centrato sul salmo 104 e su due brani tratti dal capitolo 1 e 2 di Genesi. Un impegno a rivedere la relazionalità tra umani e tra umanità e creato.

Dopo i vari adempimenti burocratici, la sessione mattutina è stata centrata sull’analisi  “Vita della chiesa”.

Diversamente dagli scorsi anni, il moderatore ha rinunciato al suo intervento per illustrare la relazione Tavola sull’argomento.  Quindi la commissione di esame ha iniziato a illustrare i punti fondamentali della relazione.

La frase di Giovanni Miegge ha dato il là al lavoro della CdE

” … la salvezza sarà per coloro che avranno portato validamente il peso della vita, delle sue difficoltà, asprezze, resposanbilita…. mantenendo il cuore fermo nella verità immutabile dell’Evangelo; per coloro che nel tumulto degli avvenimenti pubblici e privati, avranno saputo rimanere fermi come la casa dell’evangelou, costruita sulla roccia; per coloro che avranno saputo resistere al logoramento della vita quotidiana, con le sue aridità, i suoi compiti volgari e deprimenti, le sue possibilità di errore e di peccato, le sue cadute frequenti e le sue non facile riprese

Luci e ombre, fragilità e punti di forza, ma prevale la certezza di essere una chiesa che è nella luce e proclama l’Evangelo sui tetti. E’ evidente in tutte e tutti la decrescita costante, come già evidenziata dalla ricerca “Granelli di senape” condotta dal centro studi Confronti. Se da un lato i giovani continuano ad essere i grandi assenti delle nostre comunità, presenti sono gli adulti che si avvicinano e entrano nelle nostre chiese venendo da esperienze diverse. questi adulti o giovani adulti,  sono portatori del mondo esterno che con loro entra nelle nostre esperienze di chiesa.

La domanda che è più risuonata nell’aula sinodale è stata “quale vocazione ha la chiesa oggi”. domanda a cui tutte le comunità dovrebbero costantemente rispondere.

Un invito rivolto alle oltre 140 comunità metodiste e valdesi di tornare al centro della loro presenza e testimonianza evangelica.

Altri argomenti affrontati nel corso della giornata:

  • il carico di lavoro di pastore e pastori
  • la violenza di genere con il documento del CEC dello scorso anno

Sono stati approvati quattro ordini del giorno che invitano le chiese a riflettere e impegnarsi su queste tematiche specifiche.

Spazio anche per i saluti di alcuni ospiti stranieri, tra cui la moderatora della Mensa valdense, e di mons. Spreafico delegato della conferenza episcopale italiana per l’ecumenismo e il dialogo.

Nella serata si è svolto il consueto incontro pubblico sul tema ” Diritto, diritti, verità e democrazia” che ha visto gli interventi della giornalista del Tg1 Maria Grazia Mazzola, del direttore di Avvenire Marco Tarquinio e del giudice Marco Bouchard, moderati da Ilaria Valenzi.

Ci occuperemo della serata pubblica in un successivo articolo.

 

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Il manifesto – Intervista ad Eugenio Bernardini


I valdesi: «Una comunità di frontiera, con le porte aperte al dialogo e al cambiamento
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di Luca Kocci
Intervista al moderatore della tavola valdese Eugenio Bernardini. Le famiglie plurali sono un dato di fatto, abbiamo riconosciuto una realtà che esiste. E, sul fine vita, bisogna accompagnare la persona che compie una scelta simile

 

Comincia oggi a Torre Pellice (To) il Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi, minoranza cristiana che in Italia conta quasi 30mila fedeli. Nella «capitale» delle valli valdesi del Piemonte, 180 deputati eletti democraticamente dalle Chiese locali – 90 pastori e 90 laici, molte donne – si ritroveranno fino a venerdì per discutere su temi ecclesiali e sociali: migrazioni, libertà religiosa, ecumenismo. Il Sinodo eleggerà anche il nuovo moderatore della Tavola valdese: alla guida dell’organo esecutivo delle Chiese, potrebbe essere scelta una donna. Sarebbe la seconda volta (Maria Bonafede, dal 2005 al 2012) nella cinquantennale storia della Tavola. Eugenio Bernardini è il moderatore uscente.

Pastore Bernardini cosa ricorda di questi sette anni alla guida della Tavola valdese?
Due eventi, uno più interno alla nostra Chiesa e uno invece esterno. Cominciamo da quello interno. Nel giugno 2015 papa Francesco è stato ospite della nostra chiesa a Torino. Un segno ecumenico importante e un evento storico: la prima volta di un pontefice cattolico in una chiesa valdese. È stato un gesto di grande fraternità, anche perché Francesco ha avuto la franchezza e il coraggio di chiedere perdono ai valdesi per le sofferenze inflitte nel passato dalla stessa Chiesa cattolica romana. Dopo questo evento la fiducia e la collaborazione con i cattolici sono cresciute, anche se restano differenze su alcuni punti della dottrina e della pratica religiosa.

E quello esterno?
Un tema che ci è stato imposto dagli eventi: la questione delle migrazioni. Ce ne occupiamo da sempre, ma l’aumento degli arrivi, causato dal conflitto in Siria, ci ha portato ad avviare interventi più incisivi, come i corridoi umanitari, insieme peraltro, a proposito di collaborazioni ecumeniche, alla Comunità di Sant’Egidio. Il progetto è cominciato nel 2015, a oggi ha fatto sì che circa 2mila profughi

 

siriani siano arrivati in sicurezza in Italia.
Un programma che vi ha catapultato sulla scena politica: avete preso delle posizioni molto critiche nei confronti delle politiche contro i migranti del governo Lega-5stelle, e in particolare del ministro Salvini.
L’imbarbarimento del clima nel paese è una delle nostre grandi preoccupazioni. Con la polemica, con l’irrisione, con il mancato riconoscimento della diversità di vedute da parte degli altri, non solo non si risolvono i problemi, ma la situazione degenera, a vantaggio di chi è interessato non al bene comune ma al successo personale.

Il Sinodo, dopo un confronto non sempre semplice, ha approvato due documenti: uno sulle «famiglie plurali», che prevede, fra l’altro, la benedizione liturgica delle coppie omosessuali; uno sul fine vita, che ammette la possibilità dell’eutanasia e del suicidio assistito.
Ci disturbano i confini e i muri sia interni che esterni, abbiamo una cultura che valorizza lo spirito critico e l’ascolto, che cerca di mantenere saldi i principi ma incarnandoli nel cambiamento sociale, culturale e antropologico. Sono temi che interrogano direttamente la comunità dei credenti e che vanno maneggiati con cura, senza arroganza, perché ci sono sensibilità diverse e sofferenze profonde.

Parliamo delle famiglie plurali.
Potranno non piacere a qualche parte politica, ma è evidente che i modelli di famiglia vissuti in Italia sono diversi. Le famiglie plurali sono un dato di fatto, abbiamo riconosciuto una realtà che esiste, purché all’interno ci siano i principi di amore, reciprocità e responsabilità.

E sul fine vita?
Un altro tema delicato, che non può essere usato per fare propaganda. Abbiamo sostenuto che, fatti salvi alcuni elementi come la capacità di autodeterminarsi e la piena consapevolezza della decisione, la responsabilità personale non può essere soffocata. Una comunità religiosa deve accompagnare la persona che compie una scelta simile, nessuno può essere sequestrato da un corpo politico o sociale.

Qual è il ruolo di metodisti e valdesi nella società italiana di questo tempo?
Siamo una piccola comunità religiosa che si pensa al servizio del paese, sia con la testimonianza del Vangelo come messaggio liberante, sia nella solidarietà con i più deboli. Vorremmo essere così, restando sulla frontiera, con le porte aperte al dialogo.