Il Dio creatore

Genesi 1,26 – poi Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».

Genesi 9,9-10 «Quanto a me, ecco, stabilisco il mio patto con voi, con i vostri discendenti dopo di voi 10e con ogni essere vivente che è con voi: uccelli, bestiame e tutti gli animali della terra con voi; da tutti quelli che sono usciti dall’arca, a tutti gli animali della terra.

Sermone:
Care sorelle e cari fratelli nel Signore,
i due testi biblici tratti dal libro della Genesi, cui ho ritenuto opportuno meditare questa mattina, sono legati al tema della salvaguardia del creato.
Come avete notato prima, io e Maria Letizia abbiamo costruito insieme la liturgia con la lettura iniziale del Salmo 104, in ricordo dell’opera maestosa di Dio. Le parole del Salmista lodano il Signore del creato ed è giusto così, poiché l’uomo deve ricordare il Dio Creatore a partire dalla sua anima. v.1<<Anima mia benedici il Signore!>>
Maria Letizia ed io, abbiamo pensato, soprattutto e fondamentalmente, a coinvolgere i bambini della scuola domenicale perché imparino a poco a poco ad accorgersi che vivono insieme ad altri, non solo con le persone, ma anche con gli altri esseri viventi, come le piante e gli animali intorno a loro, così che possano dare attenzione e rispetto ovunque vivono in questa terra.
A questo proposito mi voglio soffermare al primo capitolo del libro della Genesi verso 26 sulla parola “dominio” in cui ci richiama l’attenzione, facendo un appello soprattutto a noi credenti in Dio oggi. Il verso 26 Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». Il Dominio, esprime in questo contesto il concetto di “funzione” (il ruolo di dominio dell’uomo verso tutti gli esseri viventi) e quindi il dovere di far convivere tutti nel loro insieme (il creato) chiamandoli per nome. L’uomo era stato creato da Dio con uno scopo ben preciso di custodire, proteggere, prendersi cura, ammaestrare o addestrare gli esseri viventi come lui. Questo era e tutt’ora, dunque, il senso corretto su come dobbiamo interpretare il dominio secondo l’intento di Dio. E’ un insegnamento più profondo che la Sacra Scrittura vuole farci capire sul significato della parola dominio. Dio aveva affidato all’uomo, nelle sue mani, tutti gli esseri viventi. Possiamo tornare indietro e pensare a Dio, quando formò l’uomo con le sue mani. Le mani di Dio e quelle dell’uomo mette in evidenza la loro somiglianza. Infatti, con l’uso delle nostre mani possiamo fare innumerevoli cose come inventare e costruire.

Il capolavoro di Dio è l’uomo, avendolo formato dalla terra. Adamah è una parola ebraica. Così il primo uomo si chiamò Adamo! In lingua ebraica, la parola adamah si traduce in italiano ‘la terra’ e se Adamo, il primo uomo, fosse chiamato così non dovremo meravigliarci perché egli fu formato dalla terra. Adamo era venuto dalla terrà e non solo, tutti gli esseri viventi, l’identità della natura: terra e uomo, sono identici perché sono della stessa sostanza. Le Sacre Scritture ci dicono che Il Dio Creatore del cielo e della terra ha creato l’umanità dalla stessa sostanza, dalla terra. Che cosa è l’umanità? Tutti gli esseri viventi che hanno ricevuto vita, l’alito del Dio vivente. Le piante, gli animali, l’uomo: maschio e femmina sono stati creati dalla terra. Il Dio creatore, l’attore principale della creazione è colui che ha fatto tutto con la stessa sostanza così che davanti a lui siamo tutti uguali in dignità, e ferme restando con le funzioni diverse.
Il pensiero che questa unica sostanza ci accomuna tutti, ci permette di fare mente locale e così con chiarezza comprendiamo che il mondo esiste perché ci siamo noi e non c’è niente di strano, è naturale che uno esiste per tutti e tutti esistono per uno.
Il salmista del capitolo 8 ci ha fatto anche un riassunto perfetto di questa opera di Dio. <<O SIGNORE, Signore nostro, quant’è magnifico il tuo nome in tutta la terra! Tu hai posto la tua maestà nei cieli. 2 Dalla bocca dei bambini e dei lattanti hai tratto una forza, a causa dei tuoi nemici, per ridurre al silenzio l’avversario e il vendicatore. 3 Quand’io considero i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai disposte, 4 che cos’è l’uomo perché tu lo ricordi? Il figlio dell’uomo perché te ne prenda cura? 5 Eppure tu l’hai fatto solo di poco inferiore a Dio, e l’hai coronato di gloria e d’onore. 6 Tu lo hai fatto dominare sulle opere delle tue mani, hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi: 7 pecore e buoi tutti quanti e anche le bestie selvatiche della campagna; 8 gli uccelli del cielo e i pesci del mare, tutto quel che percorre i sentieri dei mari. 9 O SIGNORE, Signore nostro, quant’è magnifico il tuo nome in tutta la terra>>! Dio ha glorificato l’uomo dandogli tutto gratuitamente, a suo piacere e gradimento, perciò l’uomo a sua volta debba glorificare Dio stesso.
Ci chiediamo ora, però, se l’uomo ha saputo cogliere questa grazia? Possiamo rispondere a questa domanda? Su questo consiste la centralità dell’uomo sul creato che Dio ci ha affidato. E’ in questo senso che Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza, per perseguire il compito di custodire il suo creato, fruitore si, ma mai distruttore.

Il secondo testo è tratto dal libro della Genesi al capitolo 9 i versi 9 e 10 <<Quanto a me, ecco, stabilisco il mio patto con voi, con i vostri discendenti dopo di voi e con tutti gli esseri viventi che sono con voi: uccelli, bestiame e tutti gli animali della terra con voi; da tutti quelli che sono usciti dall’arca, a tutti gli animali della terra>>. Dopo il diluvio universale Dio parlò con Noè, stabilì con lui in prima persona un’alleanza e ratificò il suo ruolo nel vivere insieme con altri esseri viventi e con la sua discendenza. Il patto di alleanza era legato alla conservazione di ogni specie.
Noè insieme ad altri vivranno. Il creato, gli esseri viventi nel loro insieme, e l’uomo compreso devono essere tale da poter conservare le proprie specie.

Il dominio sin dall’inizio aveva anche avuto un lato negativo, era diventato uno strumento dell’uomo stesso che con le sue azioni prepotenti aveva manifestato lo sfruttamento, considerando uomini, donne e altri esseri viventi come proprietà, possesso, e oggetto del proprio interesse e piacimento. Con ciò siamo consapevoli, che per secoli, una lettura volutamente superficiale del testo del primo capitolo della Genesi verso 26 fu stato utilizzato e strumentalizzato proprio dal cristianesimo, ma più in generale dalle tre religioni abramitiche. La chiave di lettura errata di tutto questo sta nella parola dominio. Il dominio, invece di essere contestualizzato nella Genesi come la creazione e la vita, fu stato semplicemente interpretato come “una condizione di supremazia, di superiorità e di padronanza” dell’uomo sulla vita, mentre questa dovrebbe soltanto appartenere a Dio. Forse ci viene in mente ora o ci ricordiamo di diversi periodi nella storia in cui non tutti gli uomini furono stati considerati degli essere umani, uno di questi ad esempio fu quando i coloni bianchi furono andati a conquistare le Americhe, dove i nativi americani erano considerati quasi alla stregua di animali, e quindi da abbattere perché selvaggi, o come più tardi con gli schiavi provenienti dall’Africa i quali a causa del colore scuro della loro pelle erano stati considerati esseri inferiori. La funzione il ruolo dell’uomo era di dover costudire tutto il creato perché continui a sussistere ma in questa faccenda abbiamo assistito la dimostrazione dell’ingiustizia e la disuguaglianza. Allora, la discendenza del popolo e di tutti gli esseri viventi d’allora siamo noi. La nostra preghiera di confessione di peccato ci chiama e ci chiede in prima persona. <<Uomo, tu “dove sei; cos’hai fatto?>>” <<Dov’è tuo fratello, tua sorella?>>
Ecco perché a mio avviso, trattare il tema della creazione è un’impresa. E’ un argomento difficile da affrontare per la sua complessità. Perché si tratta di tornare indietro ad un’epoca remota. E’ tornare daccapo, ritornando all’origine di una esistenza, facendo mente locale e seriamente questo compito di avere “dominio” nel senso voluto da Dio.
Penso che i due testi che abbiamo letto del racconto della creazione narrato dal libro della Genesi siano urgenti per noi da meditare, da riflettere e da attuare nel loro vero senso olistico della generazione umana. Li dobbiamo scrivere e conservare nei nostri cuori. L’apostolo Paolo scrisse a Timoteo nella sua seconda lettera al cap. 3 versi 16-17: << 16 Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, 17 perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona>>. 2 Timoteo 3,16-17

Care sorelle e cari fratelli nel Signore,
è reso noto a tutti in Italia che la città di Roma è il luogo in cui la gente è meno disciplinato per quanto riguarda la raccolta differenziata. Osserviamo infatti che dappertutto si trova l’immondizia. E sappiamo anche che solo da poco, i condomini hanno avuto più contenitori per poter fare di più la raccolta differenziata.
Quante di noi ha già fatto rigorosamente l’impegno di separare l’umido/il prodotto organico, la plastica, la carta, le bottiglie. ecc? A volte, per stanchezza, però, veniamo tentati di mischiare tutto, generando più rifiuti nei sacchi di indifferenziati. Personalmente, cerco di impegnarmi a mettere le cose alla giusta raccolta, ma mi rendo conto che non è facile, sorgono dei dubbi e quindi non è automatico buttare la roba nel cassonetto. Allora abbiamo bisogno di essere istruiti anche per come buttare i nostri rifiuti. Che cosa pensiamo di Dio creatore? Ci guarda e ci osserva? Che cosa dobbiamo fare? Dobbiamo impegnarci a farci istruire. In questo tempo dedicato alla festa del creato siamo chiamati a ripensare della nostra esistenza e quale percorso di crescita abbiamo voluto intraprendere e che purtroppo ci stiamo accorgendo che le azioni negative sul creato, li stiamo pagando con degli effetti avversi.
Da un po’ di anni noi cristiani stiamo dedicando un tempo per riflettere sul creato e che tutto ciò ci riguarda da vicino, su noi stessi, come degli esseri viventi. Nel racconto della creazione che abbiamo letto e ascoltato l’uomo creatura come soggetto ha connaturato in sé un intento o progetto. Egli era una creatura simile a tutti, ma che domini a tutti gli altri creature. Così abbiamo oggi una parola su cui bisogna dare attenzione. La parola dominio ci chiama l’attenzione. E’ sottoposto al nostro giudizio, ciascuno o ciascuna che è compreso in una relazione: vive per l’uso – la pratica di essa. Noi svolgiamo il nostro impegno quotidiano con la nostra capacità di affrontarlo. Come ci rapportiamo con l’ambiente è anche una parte che riguarda la gestione delle cose che facciamo. L’ambiente è importante da considerare. La terra, gli animali, i cibi che ci alimentiamo, riguarda tutto il nostro essere come una singola persona. Ora, non possiamo trascurare questi che contribuiscono alla nostra esistenza perché siamo responsabili. Il cambiamento climatico è causato, in parte, dal nostro eccessivo accumulazione dei nostri rifiuti non smantellati. Per ridurre i nostri rifiuti dobbiamo imparare bene a fare la raccolta differenziata e ridurre l’utilizzo dei materiali non riciclabili, come le plastiche. L’impegno che ci richiede è fare attenzione al nostro stile di vita.
Nelle filippine siamo molto ricchi di terra, mare, alberi, pesci e animali domestici.
La nostra terra, però, viene continuamente sfruttata da molti agricoltori per avere più guadagno, utilizzando eccessivamente fertilizzanti, senza rendersene conto che va di scapito la salute di tutti. L’intento dell’uomo a guadagnare di più (un guadagno sproporzionale) porta alla catena di sfruttamento: sfruttamento della terra e degli altri piccoli organismi, ma soprattutto di se stesso attraverso lo sviluppo delle gravi malattie, questa è la conseguenza negativa dell’uomo malvagio.
In Italia sicuramente c’è più attenzione, più cura dell’ambiente ma ci vuole ancora di più. Mercoledì scorso, sono stata dalla sorella nostra Giuliana Galante e il mio solito giro di visita alle nostre sorelle che non riescono più a venire in chiesa. E sono molto contenta di incontrarla a casa sua. Ci siamo sedute nella sua terrazza bellissima piena di piante ornamentali e quelle che fioriscono. Mi dice che non essendo più in grado di stare a lungo fuori per fare una passeggiata vive e gode di questa sua terrazza. Le parla con loro. So che non solo lei che vive questo tipo di ambiente perché conosco molti di voi che avete il giardino o la terrazza pieno di piante e avete anche gli animali domestici. Questo è un buon segno che ci prendiamo cura dei nostri simili. <<I care>> in inglese, <<io curo>> in italiano. Care e curo sono parole che hanno la stessa radice, perché così penso che con l’attenzione, la cura che diamo ad altri possiamo compiere quell’atto positivo che proprio il significato del dominio verso gli altri esseri viventi. Care e cari, assumiamo le nostre responsabilità, innanzitutto personale e poi collettivo. Il nostro impegno come comunità di credenti è serio. Il Signore nostro ci ha affidato questo compito per il bene di tutti. Amen.

Past. Joylin Galapon

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