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Minoranze valdesi fra Italia e Uruguay: ritratto di una somiglianza

da Nev

Intervista alla “Moderadora” della Mesa valdense del Rio de La Plata Carola Tron, giovane pastora della chiesa di San Salvador, ospite del Sinodo recentemente concluso a Torre Pellice

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“Professione” pastore

Durante l’ultimo Sinodo delle chiese metodiste e valdesi, pastori e pastore, diacone e diaconi hanno adottato un codice deontologico: gestione delle relazioni, comunicazione e formazione permanente i temi centrali

Che cos’hanno in comune una giornalista, una psicologa e un pastore? Tutti e tre fanno un “mestiere” che si basa sulla comunicazione e sulla relazione interpersonale, e tutti e tre hanno un ruolo che, se svolto in modo scorretto, può portare alla manipolazione dell’altra persona. Da qui l’importanza di avere un Codice deontologico: da oggi anche gli iscritti e le iscritte ai ruoli della Tavola valdese, pastori e pastore, diacone e diaconi, ce l’hanno.

Nel corso dell’ultimo Sinodo delle chiese metodiste e valdesi, infatti, conclusosi venerdì scorso a Torre Pellice, dopo circa tre decenni di discussioni è stato approvato il documento presentato nell’incontro degli iscritti al ruolo di mercoledì sera, dalla segreteria dell’assemblea degli iscritti e delle iscritte a ruolo. Il giorno seguente ne è stata data comunicazione all’assemblea sinodale, ma senza un’approvazione formale da parte di quest’ultima. Qual è il significato di questo, al di là degli aspetti tecnici? Come sottolineano alcuni membri della segreteria, composta da Hiltrud Stahlberger, Michel Charbonnier, Marco Fornerone (pastori), Karola Stobäus e Massimo Long (diaconi), si tratta di un documento di autoregolamentazione, non calato dall’alto, da una decisione delle autorità (Tavola o Sinodo) ma elaborato dagli stessi addetti ai lavori.

Il documento, che entrerà subito in vigore e sarà disponibile sul sito www.chiesavaldese.org, nasce, spiega Marco Fornerone, che ne ha curato la stesura, «da una riflessione ampia nella Chiesa, che risponde a un’accresciuta ed evoluta sensibilità su questi temi: abbiamo consapevolezze diverse, visioni diverse dei rapporti e delle relazioni e in qualche modo anche del ministero. Il codice deontologico è uno strumento utile per gli iscritti e le iscritte a ruolo, ma anche per tutta la Chiesa, che non tutela solamente i primi ma anche le persone affidate alla cura pastorale, in particolare i minori, e qui ci si ricollega a un documento già approvato dal Sinodo, le Linee guida per la tutela dei minori e la prevenzione degli abusi».

Oltre alla parte principale dedicata alle relazioni nell’esercizio del ministero, si approfondisce il tema della comunicazione, «vigilando sul linguaggio d’odio, sulla diffusione di notizie false e facendosi promotori di una comunicazione non violenta e costruttiva». Un’altra parte, spiega Fornerone, è dedicata al profilo del ministero, alla necessità, per esempio, «di una condotta coerente in tutti gli ambiti della vita, non solo negli spazi strettamente lavorativi», con indicazioni pratiche anche sugli aspetti amministrativi e sul «non facile ma necessario equilibrio tra vita privata e ministero». Infine, non meno importante, la formazione permanente. Assumendo una decisione adottata negli anni scorsi, l’obbligatorierà di una formazione “professionale” continua, questa viene formalizzata attraverso il sistema dei crediti (100 in 3 anni), supervisionato dalla segreteria dell’assemblea degli iscritti.

Per la redazione del Codice «il primo riferimento – spiega Fornerone –, oltre alle nostre Discipline, è stato il documento redatto dalla commissione del Corpo pastorale per la deontologia». Si è poi fatto riferimento «a codici di Chiese sorelle estere, ad esempio per la parte sulla comunicazione al recente documento della Chiesa protestante unita di Francia, o documenti simili delle chiese tedesche, della Chiesa presbiteriana di Scozia e delle chiese metodiste». Spunti utili sono emersi anche dai codici deontologici di altre professioni (giornalisti, psicologi) che «hanno aspetti confinanti con il ministero pastorale, quali la comunicazione e la relazione personale».

Comincia ora un anno di sperimentazione, si prevedono già modifiche e integrazioni, aspetti da approfondire, che emergeranno nel momento in cui ci si confronterà con casi concreti.

50 anni di Fgei : una bella storia

da Riforma

Un numero particolare della rivista, in occasione dell’anniversario della Federazione giovanile evangelica in Italia

La Federazione giovanile evangelica in Italia compie 50 anni e la rivista Gioventù evangelica ne racconta la storia: la Fgei fu costituita nell’aprile 1969, contemporaneamente allo scioglimento delle Federazioni denominazionali valdese, battista e metodista (Fuv, Mgb e Gem).

L’introduzione è di Ermanno Genre, allora studente alla Facoltà valdese di Teologia, che racconta la sua storia personale, vissuta cercando una sintesi tra impegno politico e confessione di fede. Proprio questo sarà il tema dominante agli inizi della Fgei, e anche nel rapporto con le chiese. I giovani fgeini facevano una scelta di campo netta: siamo contro il capitalismo. Ma come essere anche testimoni dell’Evangelo e come vivere l’essere chiesa con chi non la condivide?

A questa riflessione fanno seguito le interviste ad alcuni dei protagonisti. Roberta Peyrot e il sottoscritto parlano degli esperimenti interdenominazionali prima che ci fosse la Fgei, del clima vissuto al Congresso del 1969, dei conflitti con alcune chiese e della “rifondazione” della rivista.

Il decennio successivo, 1979-89, si caratterizza con l’impegno per la pace: ne parlano Bruno Gabrielli e Paola Robert; poi viene il decennio 1989-99 che porta nella Fgei il femminismo e le teologie “contestuali” (Daniela Di Carlo e Silvia Rostagno) sempre in modo dialettico e in alcuni casi critico; cambiano le immagini di Dio, si sperimenta il linguaggio inclusivo, ci sono i primi contatti con gli immigrati, la Fgei partecipa al lavoro per “essere chiesa insieme”.

Continuità ma anche forti cambiamenti avvengono nella Federazione degli anni 2000. Nel racconto di Alessandro Spanu emerge l’importanza della cura delle relazioni, della riflessione sul proprio rapporto con Dio. Non scompare la politica ma si affaccia un termine nuovo, relativamente poco usato in ambito protestante: spiritualità.

Gli anni più recenti sono raccontati da Claudio Paravati: nel tempo della globalizzazione, delle migrazioni massicce, chi siamo noi, chi è il nostro prossimo, che cosa vuol dire essere credenti? Nella Fgei si cercano risposte, grande importanza e impegno viene rivolto alla formazione. Il panorama sulla Fgei comprende infine una scheda di Gianna Urizio sulle “comuni”, il punto di vista di un giovane fgeino (Emanuele De Bettini) e uno sguardo al futuro della nuova segretaria Annapaola Carbonatto. Lo studio biblico è di Gabriele Bertin.

Gioventù evangelica n. 243, www.gioventuevangelica.it.

I nuovi corsi della Facoltà Valdese di Teologia

La Facoltà Valdese di Teologia opera con lo scopo primario della formazione accademica dei futuri/e pastori e pastore delle chiese valdesi, metodiste e battiste.

Lo fa attraverso un corso quinquennale di laurea specialistica in teologia, a frequenza obbligatoria, che vede un forte interscambio con studenti e studentesse provenienti dall’estero (progetti Erasmus; collaborazione con il centro ecumenico Melantone).

All’interno ed attorno a questo centro primario di attività, vengono attivate molteplici iniziative formative, sia a livello accademico sia a livello di alta divulgazione, che sempre di più incontrano l’interesse di un vasto pubblico di persone che vi aderiscono in qualità di “uditori”.

Questo catalogo dei corsi è proposto dalla Facoltà Valdese proprio a questo ampio pubblico, ed ha un duplice scopo.
Anzitutto quello di presentarvi in una prospettiva comples- siva le molteplici e diversificate attività di formazione offerte dal corpo docente presso la sede di via Pietro Cossa 42 a Roma.

Potete dunque con un solo colpo d’occhio verificare se fra le discipline teologiche e le aree tematiche disseminate fra tutti i vari corsi, ve ne è una o più di una di vostro personale interesse.

In secondo luogo, questo catalogo intende segnalarvi di- verse modalità di adesione alla nostra offerta formativa: mediante l’iscrizione ad un singolo corso, oppure usufruendo della promozione “all you can learn”, che vi permetterà per un intero anno accademico di usufruire di pressoché tutti i corsi elencati in questo catalogo. “All you can learn” è la novità di questi anni.

Qui trovate il catalogo dei corsi.

Master Intercultura 2020 – 2022

La Facoltà Valdese di Teologia ha presentato, durante il Sinodo 2019 a Torre Pellice, la seconda edizione del master di I° livello in Teologia Interculturale ” Teologia e diaconia in prospettiva interculturale”.

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Direttore del master è il prof. Eric Noffke, coordinatrice la pastora Anne Zell, mentre la segreteria è coordinata da Francesca Cozzi.

Le iscrizioni vanno effettuate entro il 15 dicembre 2019.

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Sinodo 2019 – Comunicati stampa diffusi dall’ufficio stampa

Qui trovate tutti i comunicati stampa diffusi, a cura dell’Agenzia stampa NEV – Notizie Evangeliche, dall’Ufficio stampa del Sinodo

Qui trovate l’indice dei comunicati alla fine i testi dei 18 cs diffusi.

COMUNICATO STAMPA N. 1 

AL VIA DOMANI IL SINODO DELLE CHIESE METODISTE E VALDESI 2019

COMUNICATO STAMPA N. 2

Responsabilità e fede al centro del culto di apertura del Sinodo

COMUNICATO STAMPA N. 3

SINODO 2019, IL MESSAGGIO DI SALUTO DI PAPA FRANCESCO PROMUOVERE INSIEME “LA GIUSTIZIA E LA PACE”

COMUNICATO STAMPA N. 4

Il Sinodo lavora al futuro della chiesa

COMUNICATO STAMPA N. 5

Mons. Spreafico (CEI) al sinodo: “ci avete aiutato a riscoprire la bellezza e la potenza della parola”

COMUNICATO STAMPA N. 6

Annette Kurschus, presidente della chiesa della Vestfalia, saluta il Sinodo valdese metodista e ringrazia per l’impegno umanitario “che non lascia indietro nessuno”.
Ora, corridoi umanitari delle chiese anche in Germania

COMUNICATO STAMPA N. 7

Tre nuovi pastori consacrati al Sinodo

COMUNICATO STAMPA N. 8

Serata pubblica del Sinodo su diritti e democrazia
“La verità non è una farfalla inchiodata in una teca di vetro”

COMUNICATO STAMPA N. 9

COMUNICATO STAMPA N. 10

 Carcere, giustizia, diritti. La conferenza stampa al Sinodo delle chiese metodiste e valdesi

COMUNICATO STAMPA N. 11

Il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi esprime preoccupazione per le conseguenze del Decreto sicurezza

COMUNICATO STAMPA N. 12

 Sinodo metodista e valdese. Un patrimonio culturale in crescita e sinergia con il territorio

COMUNICATO STAMPA N. 13

Peccato di genere 

COMUNICATO STAMPA N. 14

Il Sinodo valdese e metodista rinnova l’impegno dei corridoi umanitari

COMUNICATO STAMPA N. 15

Sinodo delle chiese metodiste e valdesi. Libertà religiosa e diritti civili

COMUNICATO STAMPA N. 16

Nuovo governo, Sinodo valdese e metodista:
“Umanesimo di oggi non può prescindere dai diritti di tutti e dall’uguaglianza”

COMUNICATO STAMPA N. 17

Otto Per Mille: approvati i progetti 2019

I fondi saranno utilizzati per finanziare 489 progetti all’estero e 946 progetti in Italia

COMUNICATO STAMPA N. 18

Ambiente, la preoccupazione del Sinodo valdese e metodista “Stop all’aggressività consumistica e alla mentalità predatoria”

 

 

COMUNICATO STAMPA N. 1

AL VIA DOMANI IL SINODO DELLE CHIESE METODISTE E VALDESI 2019

 

L’Assemblea sinodale, massimo organo decisionale dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi, si chiuderà venerdì 30 agosto con l’elezione delle cariche amministrative e del/la nuovo/a moderatore/a

 

Torre Pellice (Torino), 24 agosto 2019 (SSSMV/1) – Si apre domani a Torre Pellice (Torino) in Piemonte, il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi. 180 deputati – pastori e laici in numero uguale – convergeranno da tutta Italia nella “capitale delle Valli valdesi” per decidere della vita della chiesa.

Il Sinodo si aprirà alle 15.30 con un culto nel tempio di via Beckwith. La predicazione è stata affidata a Erica Sfredda, predicatrice locale, che aprirà il tradizionale corteo lungo la via Beckwith fin dentro il tempio.

La colletta raccolta durante il culto sarà devoluta al Centro ecumenico di ascolto di Pinerolo, che si occupa di accompagnare famiglie del territorio che vivono un disagio economico e sociale.

Dall’Italia per la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) sarà presente Monsignor Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (UNEDI).

La consueta serata pubblica del lunedì, in agenda il 26 agosto presso il tempio di Torre Pellice, avrà come tema “Diritto, diritti, verità, democrazia” con gli interventi di: Marco Tarquinio, direttore di AvvenireMaria Grazia Mazzola, giornalista, Marco Bouchard, magistrato; modera e introduce la serata Ilaria Valenzi, avvocata e responsabile legale della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).

Attesi al Sinodo anche numerosi ospiti che come ogni anno giungono da diversi continenti.

L’Assemblea sinodale, che è il massimo organo decisionale dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi, si chiuderà venerdì 30 agosto con l’elezione delle cariche esecutive ed amministrative. Con questo Sinodo si chiude il mandato del pastore Eugenio Bernardini (leggi qui l’intervista) e sarà eletto/a il/la nuovo/a moderatore/a.


COMUNICATO STAMPA N. 2
Responsabilità e fede al centro del culto di apertura del Sinodo

 

Torre Pellice (Torino), 25 agosto 2019 (SSSMV/02) – “Responsabilità” e “fede” sono le due parole chiave emerse dal culto di apertura del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi. Il culto è stato preceduto dal corteo dei membri del Sinodo (pastori, deputati, ospiti) partito dalla Casa valdese che ha percorso via Beckwith fino al tempio; è l’immagine di una chiesa che “cammina insieme”. Ad accogliere il corteo, il Coro nazionale ghanese in Italia che insieme alle Corali delle Valli e ai trombettisti della Val Pellice hanno condotto i momenti musicali del culto.

La predicazione, curata da Erica Sfredda, predicatrice locale, si è basata sul testo della I Lettera ai Corinzi, 15, 12-19, in cui si affrontano i temi della resurrezione, della predicazione e del rischio di una fede vana.

“Siamo parte di un ingranaggio di un mondo di morte – ha detto Sfredda -. Un mondo che permette che i bambini siano abbandonati, o abusati: costretti a lavorare, a fare i soldati, a prostituirsi, o a diventare organi di ricambio per i ricchi. Un mondo che quotidianamente registra il maltrattamento, se non addirittura l’assassinio, il femminicidio di donne comuni, che non vivono in Paesi in guerra, ma che sono le nostre vicine, le nostre amiche, le nostre sorelle, quelle che incontriamo al supermercato o negli uffici postali, o quelle che non vediamo più, perché sepolte in casa. La realtà è che spesso anche noi, membri di una Chiesa ‘impegnata’, viviamo, come direbbe Primo Levi, nelle nostre ‘tiepide case’, dimentichi, se non indifferenti, delle morti nel Mediterraneo, delle atrocità della Libia, delle crudeltà perpetrate nei tanti Paesi coinvolti in guerra, ma anche distratti rispetto alle morti sul lavoro, all’inquinamento crescente, alla distruzione della Terra in cui viviamo”.

Sfredda pone domande scomode, che interpellano il senso e la quotidianità di una comunità corresponsabile di ciò che avviene nel mondo e la fede in un Dio che è “con noi attraversando le frontiere”. La chiesa vive la sua testimonianza nella concretezza, ad esempio con l’impegno sociale per i diritti dei deboli, per l’ambiente, con i corridoi umanitari, con il programma rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) Mediterranean Hopee il percorso Essere chiesa insieme(ECI), con i credenti di diverse provenienze che radicano la loro vita e il loro servizio nel nostro Paese. Ma lo stesso apostolo Paolo “ci ammonisce e ci mette in guardia dal facile senso di appagamento che abbiamo sentito forse dentro di noi… Non è il nostro entusiasmo, o la nostra capacità di riempire le nostre chiese, e neppure la nostra carica umanitaria a fare la differenza. Tutto questo è importante, anzi vorrei dire fondamentale, ma nasce dallo Spirito Santo e si nutre di una fede che è radicata nella morte e resurrezione di Gesù”.

Nel corso del culto di apertura sono stati consacrati al ministero pastorale, con l’imposizione delle mani da parte del Corpo pastorale e di tutta la comunità riunita, Marco Casci, Sophie Langenecke Nicola Tedoldi, che hanno sostenuto e superato ieri l’esame di fede.

I lavori del Sinodo proseguiranno fino al 30 agosto con due tappe di rilievo. L’incontro di domani, organizzato da Mediterranean Hope e Commissione sinodale per la Diaconia (lunedì 26 agosto, galleria Scroppo, via Roberto D’Azeglio 10, Torre Pellice, 12.30-14.45) dal titolo “Invece un samaritano lo vide e ne ebbe compassione”, con Riccardo Gatti, capomissione della Open Arms (in collegamento video), Giorgia Linardi, portavoce Italia della Sea-Watch e il pastore Randy Mayer della United Church of Christ, impegnato sulla frontiera tra Usa e Messico. Secondo appuntamento, la consueta serata pubblica, quest’anno sul tema “Diritto, diritti, verità, democrazia”, lunedì 26 agosto ore 20.45  presso il Tempio valdese di Torre Pellice, in via Beckwith, con Marco Tarquinio, direttore di Avvenire,Maria Grazia Mazzola, giornalista, Marco Bouchard, magistrato; modera e introduce la serata Ilaria Valenzi, avvocata e responsabile legale FCEI.

La colletta raccolta durante il culto sarà devoluta al Centro ecumenico di ascolto di Pinerolo, che si occupa di accompagnare famiglie del territorio che vivono un disagio economico e sociale.


COMUNICATO STAMPA N. 3

SINODO 2019, IL MESSAGGIO DI SALUTO DI PAPA FRANCESCO

PROMUOVERE INSIEME “LA GIUSTIZIA E LA PACE”

 

Torre Pellice (Torino), 25 agosto 2019 (SSSMV/03) – Papa Francesco ha inviato il suo personale saluto al Sinodo delle chiese metodiste e valdesi che si apre oggi, domenica 25 agosto, a Torre Pellice, esprimendo “la vicinanza fraterna” sua e a nome “della Chiesa cattolica”.

Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese, ha letto ai sinodali la missiva di papa Francesco, nella seduta di apertura dei lavori.

“Mi unisco alla vostra preghiera – ha scritto nel suo messaggio al Sinodo papa Francesco– anche per chiedere al Signore il consolidamento dello spirito ecumenico fra i cristiani, come pure una crescente comunione tra le nostre Chiese”.

Come discepoli di Cristo – ha continuato –possiamo offrire risposte comuni alle sofferenze che affliggono tante persone, specialmente i più poveri e i più deboli, promuovendo così la giustizia e la pace”.

Rivolgendo l’attenzione ai sinodali, il papa ha espresso l’augurio “affinchè in questi giorni di incontro, di preghiera e di riflessione possiate fare esperienza viva dello Spirito Santo, che anima e dà forza alla testimonianza cristiana”.

Qui di seguito il testo integrale del saluto di papa Francesco:

Cari fratelli e sorelle,

il Sinodo dell’Unione delle Chiese metodiste e valdesi è occasione propizia per rivolgervi il mio cordiale saluto, espressione della vicinanza fraterna mia e dell’intera Chiesa cattolica.

Prego per tutti voi, affinchè in questi giorni di incontro, di preghiera e di riflessione possiate fare esperienza viva dello Spirito Santo, che anima e dà forza alla testimonianza cristiana.

Mi unisco alla vostra preghiera anche per chiedere al Signore il consolidamento dello spirito ecumenico fra i cristiani, come pure una crescente comunione tra le nostre Chiese.

Siamo chiamati a proseguire il nostro impegno nel cammino di reciproca conoscenza, comprensione e collaborazione, per testimoniare Gesù e il suo Vangelo di carità.

Come discepoli di Cristo possiamo offrire risposte comuni alle sofferenze che affliggono tante persone, specialmente i più poveri e i più deboli, promuovendo così la giustizia e la pace.

Formulo alla vostra Assemblea sinodale i migliori auguri e, mentre invoco la benedizione del Signore, vi chiedo, per favore di pregare per me.

Fraternamente,

Francesco

Dal Vaticano, 22 agosto 2019

 (NEV/CS44)


COMUNICATO STAMPA N. 4

Il Sinodo lavora al futuro della chiesa

 Torre Pellice (Torino), 26 agosto 2019 (SSSMV/04) – Il Sinodo delle chiese metodiste e valdesientra nel vivo dei lavori, con la guida di Peter Ciaccioe Andreas Köhn, rispettivamente presidente e vice presidente del seggio, supportati dal segretario Ignazio Di Lecce.

Diversi i temi all’ordine del giorno, fra cui la libertà religiosa e i rapporti con lo Stato, l’impegno sociale e comunitario, la Diaconia “globale”, i diritti umani, il presente e il futuro della cosiddetta “generazione interculturale” e delle chiese locali, l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. È attesa questa mattina la visita nell’aula sinodale del presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (UNEDI) della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) Monsignor Ambrogio Spreafico.

Tutti i giorni dalle 9.30 alle 11 su Radio Beckwithva in onda in diretta la “rassegna stampa dal Sinodo” condotta da Matteo Scali, con ospite fissa l’Agenzia stampa NEV.

Alle 12.30 si terrà la conferenza stampa ufficiale della prima giornata, presso la biblioteca della Casa valdese di Torre Pellice.

Messaggi di saluto in occasione della giornata inaugurale sono giunti dal pastore Stefano Paris, presidente dell’Unione italiana delle chiese cristiane avventiste del settimo giorno (UICCA), dal presidente del Segretariato attività ecumeniche (SAE) Piero Stefani, da papa Francescoe dal vescovo emerito Pier Giorgio Debernardi.

 (NEV/CS45)


COMUNICATO STAMPA N. 5

Mons. Spreafico (CEI) al sinodo:
ci avete aiutato a riscoprire la bellezza e la potenza della parola

 

Torre Pellice (Torino), 26 agosto 2019 (SSSMV/05) – “Voi ci avete aiutato a riscoprire la bellezza e la potenza della Parola, che cambia i cuori e la storia. Mi auguro che essa sia sempre all’inizio e alla fine di ogni nostro impegno, perché senza questo spirito che soffia non ci sarà nessuna trasformazione della storia”. Così il presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (UNEDI) della Conferenza episcopale italiana (CEI) Monsignor Ambrogio Spreafico, intervenendo al Sinodovaldese e metodista in corso a Torre Pellice. Spreafico ha ringraziato il moderatore uscente Eugenio Bernardiniper l’amicizia e la condivisione che lega da molti anni cattolici e protestanti.

“Ci troviamo in un tempo difficile – ha continuato l’esponente cattolico -, davanti a donne e uomini a volte imprigionati dalla paura e di conseguenza da una rabbia e da un rancore che devono trovare ogni giorno qualcuno con cui sfogare il proprio risentimento, fossero gli stranieri, i rom, i poveracci, oppure persino il vicino o il parente che ti hanno infastidito con il loro comportamento”.

Il presidente dell’UNEDI ha anche ricordato l’esperienza “ecumenica” dei corridoi umanitari, realizzata dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) con la Tavola valdese e la Comunità di Sant’Egidio. “Non è solo un’azione benefica bensì profezia di un mondo, dove le migrazioni fanno parte di quelle tragiche conseguenze di ripetute azioni che stanno mettendo in discussione l’armonia del creato, dove le guerre, la povertà, la violenza e le ingiustizie non permettono a molti di continuare a vivere là dove sono nati e cresciuti”.

“Lasciatemi concludere – ha dichiarato infine Spreafico – sottolineando come alla base di tutto il nostro vivere come cristiani, che vogliono testimoniare l’Evangelo di Gesù, si deve sempre manifestare la forza della Fede, che nella Parola di Dio trova la sua sorgente”.

 

(NEV/CS46)


COMUNICATO STAMPA N. 6

Annette Kurschus, presidente della chiesa della Vestfalia, saluta il Sinodo valdese metodista e ringrazia per l’impegno umanitario “che non lascia indietro nessuno”.
Ora, corridoi umanitari delle chiese anche in Germania

 

Torre Pellice (Torino), 26 agosto 2019 (SSSMV/06) – “L’atmosfera che circonda questo Sinodo è speciale, qui ho sentito battere forte il cuore della vostra chiesa. Qui vive una chiesa che si assume dei rischi” ha detto la pastora Annette Kurschus, presidente della Chiesa della Vestfalia, in un messaggio rivolto ai delegati delle chiese metodiste e valdesi. “Molte chiese, anche in Germania, in questo momento si concentrano principalmente su loro stesse e sulle loro preoccupazioni a proposito della loro stessa sopravvivenza – ha continuato -.  Nel frattempo, i populisti di destra giocano in modo infame con le paure delle persone riguardo al futuro. Le minoranze, i migranti e i rifugiati non ricevono protezione né accoglienza. Il rispetto dell’innegabile dignità umana viene sacrificato di fronte a meschini interessi particolari nazionali”. Nel richiamare l’importanza di una chiesa che sia a fianco dei poveri, dei malati, delle persone che soffrono, Kurschus ha ricordato: “Su molti punti avete anticipato coraggiosamente ciò che ora è improrogabile. Il vostro impegno a nome dell’Europa intera ci indica il cammino da seguire. Mediterranean Hope,  una rete ecumenica della speranza nel Mar Mediterraneo che non lascia indietro nessuno. Le attività di ricerca e soccorso in mare, a favore delle persone nel Mediterraneo, una delle frontiere più pericolose al mondo. I corridoi umanitari: un’alternativa indispensabile, per la quale vi siete battuti a dispetto di ogni resistenza. Instancabili e tenaci, avete cercato nuove strade con amore fantasioso, le avete spianate e trasformate in passaggi sicuri per i rifugiati più vulnerabili”.

La pastora ha continuato: “Fin dall’inizio abbiamo potuto partecipare a questi processi. Ve ne siamo grati”. Finalmente è stato istituito un corridoio umanitario anche verso la Germania, dal nome “Neustartim Team” (Ripartire in squadra), abbreviato NesT, che in tedesco significa “nido”.  “Lavoriamo insieme a voi per far sì che questo programma apra nuove prospettive di vita a tante persone che fuggono dai loro paesi – ha concluso Kurschus -. La luce nello stemma della vostra chiesa è la luce di Cristo, che non fa sparire magicamente la paura, ma è più forte. Una promessa che, da secoli e fino a oggi, dà al battito di cuore della vostra chiesa la sua forza e la sua costanza a dispetto dei rapporti di potere e delle apparenze”.

La presidente ha poi rivolto un ringraziamento al moderatore uscente, Eugenio Bernardini, con il dono della croce di bronzo della Chiesa evangelica della Vestfali, in segno di rispetto e di unione fraterna.

(NEV/CS47)


COMUNICATO STAMPA N. 7

 

Tre nuovi pastori consacrati al Sinodo

 

Torre Pellice (Torino), 26 agosto 2019 (SSSMV/07) –  I tre nuovi pastori consacrati durante il culto di apertura del Sinodo valdese e metodista, Marco Casci, Sophie Langenecke Nicola Tedoldi, provenienti da un contesto e da esperienze di vita molto differenti, porteranno nel loro ministero le proprie specificità. Questo è quanto emerso nella consueta conferenza stampa delle 12.30, oggi guidata dal Decano della Facoltà valdese di teologia Fulvio Ferrario. Ferrario ha presentato i tre nuovi ministri di culto a partire dalle loro biografie: Casci con un percorso che viene dal mondo evangelicale, Langeneck cresciuta in una famiglia di pastori e nell’ambiente della Federazione dei giovani evangelici in Italia (FGEI) e Tedoldi, di origine cattolica.

Dalle biografie e dalle dichiarazioni di questi tre nuovi pastori sono emerse alcune parole e temi che caratterizzeranno il loro ministero: confronto con l’attualità, centralità della Parola biblica, volontà di annunciare l’evangelo fuori e dentro le chiese, ecumenismo, ricerca di Dio in contesti e persone differenti, passione nelle relazioni e nella scoperta dell’altro.

Marco Casci ha sottolineato l’importanza degli studi e delle esperienze nella facoltà di teologia e di co   me questi gli abbiano permesso di confrontarsi con la contemporaneità e di uscire dalla mura delle chiese per incontrare il mondo.

Langeneck ha parlato dell’entusiasmo che ha suscitato in lei l’incontro con la parola di Dio e con le teologie proprie del Novecento, che nascono fuori dall’Europa.

Tedoldi ha detto che il suo avvicinamento al protestantesimo è nato da una vocazione profonda  e dalla possibilità di trovare delle risposte che altrove non aveva trovato.

In conclusione, il prof. Ferrario ha fatto proprie le parole di un esponente cattolico di una grande diocesi in Germania, che si è espresso in questi termini: “Quest’anno abbiamo avuto cinque candidature al sacerdozio (pochissime, ndr). Abbiamo potuto accettarne solo due, perché essendo così pochi, possiamo permetterci solo i migliori”.

 

(NEV/CS48)


 

COMUNICATO STAMPA N. 8

 

Serata pubblica del Sinodo su diritti e democrazia
“La verità non è una farfalla inchiodata in una teca di vetro”

 

Torre Pellice (Torino), 27 agosto 2019 (SSSMV/08) –  “Diritto, diritti, verità, democrazia”, questo il tema della serata pubblica del Sinodo delle chiese metodiste e valdesiche si è tenuta ieri presso il Tempio valdese. Presenti all’evento Marco Tarquinio, direttore di Avvenire,Maria Grazia Mazzola, giornalista d’inchiesta della RAI e Marco Bouchard, magistrato, moderati da Ilaria Valenzi, avvocata e responsabile legale della Federazione delle chiese evangeliche in Italia(FCEI).

 

“Manipolazione, complicità, propaganda, sono nemici della verità, dunque servono coraggio e forza etica”, ha detto Maria Grazia Mazzola. Se non ci si riappropria della dignità professionale giornalistica il rischio è quello di proporre solo “melasse e fiumi di parole inutili, contenuti spesso subliminali. L’informazione corretta appartiene a tutti noi. Non stiamo vivendo una democrazia vera e piena, ma viviamo in un sistema mistificato in cui la ricerca della verità è percepita come sovversiva. Per questo sono stati assassinati Ján Kuciak, Martina Kušnírová e Daphne Caruana Galizia,che indagavano anche per noi su riciclaggio, corruzione, politica e mafia. Il giornalismo investigativo è il sale della democrazia” ha concluso la giornalista.

 

“Ogni opinione è importante, ma esiste il bene ed esiste il male, come esistono il falso e il vero. Non c’è equilibrio se sei equidistante fra bene e male” ha dichiarato Marco Tarquinio, ricordando che “l’impegno civile è responsabilità anche dei lettori. I giornali sono come i lettori li vogliono”. Dobbiamo “pretendere dalla politica uno sguardo sul futuro –  ha concluso -.  Non dobbiamo seguire i mandriani della violenza verbale, ma dobbiamo costruire piazze e città. L’Italia è un mosaico che può mettere in armonia tutte le differenze”.

 

“Esiste solo una verità: quella esperienziale, dialogica e polifonica. La verità non può essere catturata; la verità non è una farfalla inchiodata in una teca di vetro. La verità, come una farfalla, deve poter volare” ha affermato il magistrato Marco Bouchard. “Come costruire un rapporto virtuoso tra verità e democrazia? Il punto di incontro è dato dai diritti. Fra cui il diritto di avere informazioni corrette, di poter distinguere il vero dal falso. Una politica che negli atti istituzionali ricorre ai social è la morte della democrazia” ha concluso, richiamando all’importanza della separazione dei poteri a garanzia dei diritti e dei cittadini.

La serata si è conclusa con l’intervento del moderatore uscente, pastore Eugenio Bernardini: “Crediamo nel potere della verità, del dialogo e del confronto – ha detto -. Grazie ai nostri ospiti, che ci hanno dato, con la loro tenacia, la speranza che ci siano persone coraggiose, con una visione chiara contro la menzogna, che è un veleno per la società – e, citando il vangelo di Giovanni, ha concluso -. La verità vi farà liberi”.

Qui il video integraledella serata pubblica, curato da Radio Beckwith evangelica (RBE).

 

(NEV/CS49)


COMUNICATO STAMPA N. 9

 

Torre Pellice (Torino), 27 agosto 2019 (SSSMV/09) – Il Sinodo delle chiese metodiste e valdesiha fatto proprio il documento del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) “Dichiarazione sulla violenza sessuale e di genere e sul Premio Nobel per la Pace del novembre 2018“, Nobel assegnato a Denis Mukwegee a Nadia Muradcome “incoraggiamento per tutte e tutti coloro che lavorano per porre fine all’uso della violenza sessuale come arma di guerra”. Il Sinodo ha anche chiesto alle chiese di aderire alla campagna mondiale “Giovedì in Nero” e di promuovere e testimoniare il sostegno al movimento globale che si oppone alla cultura dello stupro, dell’ingiustizia di genere, dell’abuso, e di darne pubblicità sul territorio di pertinenza.

I due documenti del CEC sono espressione del comitato esecutivo di questo organismo che si è svolto a Uppsala, in Svezia, lo scorso novembre e tracciano le strategie per costruire giustizia e per fermare stupri, abusi e matrimoni forzati. Oltre alla creazione di “politiche concrete e misurabili che sostengano l’equità di genere nelle strutture del CEC e delle chiese membro, in riferimento a stipendi, posizioni di leadership, e a codici di condotta su molestie e aggressioni sessuali”, si parla anche di responsabilizzazione nel contrasto alla violenza, di sostegno a donne, ragazze e persone vulnerabili, alla creazione e sviluppo di “reti capaci di agire subito per fermare assalti, abusi, incarcerazioni, uccisioni di donne, ragazze e altre persone vulnerabili”. Fra le proposte concrete, anche quella di coinvolgere organizzazioni maschili affinché diventino “spazi per la resistenza al patriarcato e per l’affermazione di mascolinità non tossiche e nonviolente”.

Qui il PDF integrale della dichiarazione adottata dal CEC sulle violenze sessuali e di genere.

 

#ThursdaysinBlackè una campagna che nasce dal Decennio delle Chiese in solidarietà con le donne (1988-1998), per rendere visibili le storie sullo stupro come arma di guerra, sull’ingiustizia di genere, sull’abuso, sulla violenza e per rendere visibile la capacità di recupero e gli sforzi delle donne.

La campagna è stata ispirata dalle Madri de Plaza de Mayo di Buenos Aires, dalle Donne in nero in Israele e in Palestina, dalle donne in Ruanda e in Bosnia.

(NEV/CS50)


COMUNICATO STAMPA N. 10

 

Carcere, giustizia, diritti. La conferenza stampa al Sinodo delle chiese metodiste e valdesi

 

Torre Pellice (Torino), 27 agosto 2019 (SSSMV/10) – Da una parte chi vuole “Buttare via la chiave”, chi augura alle persone di “marcire in galera”, dall’altra la Costituzionee il rispetto dei diritti umanitari. Il tema dei diritti, appunto, delle carceri e quindi in senso più ampio della giustizia, è stato oggi al centro della conferenza stampa del Sinodo valdese e metodista in corso a Torre Pellice, moderata dal giornalista Roberto Davide Papini, ealla quale hanno preso parte la giurista Ilaria Valenzi e il pastore Francesco Sciotto.

“Il tema delle carceri è sempre urgente – ha esordito Valenzi – ed è necessario ripensare la pena perchè sui diritti stentiamo a riconoscere la dignità come principio fondamentale dell’azione dello Stato”.

Francesco Sciotto attraverso la sua esperienza pastorale di visita ai detenuti esorta “chi ci vede, chi sta seguendo la conferenza stampa, forse detenuti o loro cari, invitaci a visitarli”.

Una presenza evangelica nelle carceri italiane punta a spezzare le catene dell’odio. Per fare questo, come ha spiegato Sciotto, il mondo valdese finanzia numerosi progetti: dagli interventi della Diaconia alle attività finanziate dall’Otto per mille, come il contributo all’osservatorio di Antigone, al fine di rafforzare esperienze di incontro con la società civile, perché “incontrarsi in carcere è più facile e dietro le sbarre c’è più ecumenismo di quanto si immagini”.

Inoltre, Sciotto sostiene che un investimento per accompagnare le persone in percorsi di inclusione occupazionale sarebbe la migliore azione politica.

“Penso ad esempio all’esperienza della pasticceria ‘Cotti in fragranza‘ a Palermo, un’esperienza che come tante si nutre soprattutto di creatività. Iniziativa che costa poco, diversamente da sbarre, confini e frontiere che costano tanti soldi e non risolvono nulla”.

E su questa strada valdesi e metodisti vogliono proseguire.

 

Qui il video integrale della conferenza stampasu carceri e diritti, trasmessa in diretta da Radio Beckwith.

 

(NEV/CS51)


COMUNICATO STAMPA N. 11

 

Il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi esprime preoccupazione

per le conseguenze del Decreto sicurezza

 

Le chiese si attiveranno nei territori per evitare che gli ‘ultimi’ perdano i diritti fondamentali

 

Torre Pellice (Torino), 28 agosto 2019 (SSSMV/11) – Nella seduta di ieri, martedì 27 agosto, il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi, riunito a Torre Pellice dal 25 al 30 agosto per decidere le linee di indirizzo della chiesa, ha preso in esame le prospettive di lavoro con migranti e nuove povertà alla luce del Decreto Sicurezza (Legge 132/2018; Legge 77/2019).

L’Assemblea ha chiesto alla Diaconia, organismo che si occupa dell’azione sociale per conto della Tavola valdese, di  “predisporre e proporre, a seguito dei tagli ai servizi introdotti dal Decreto Sicurezza, progetti di integrazione e accompagnamento”, di “modulare il proprio lavoro di accoglienza tenendo conto delle concrete situazioni sociali e politiche dei territori e sviluppare, nel medio periodo, interventi per l’inclusione, rivolti in modo trasversale agli ‘ultimi’, sia italiani che stranieri”.

Il Sinodo è anche intervenuto sulle possibili situazioni relative alle iscrizioni anagrafiche e concessioni della residenza a persone italiane e straniere in situazioni di marginalità (titolari di protezione umanitaria e sussidiaria, richiedenti asilo e persone sottoposte a procedimenti penali e amministrativi per determinati reati per i quali si prefigurano limiti all’accesso ai diritti fondamentali quali il diritto alla salute e all’assistenza sociale e sanitaria, il diritto alla casa e al lavoro) e ha invitato le Chiese “a chiedere che nei Comuni dei propri territori i sindaci autorizzino il rilascio della residenza, come già avvenuto in alcuni Comuni o a seguito di talune ordinanze giudiziali”.

Nel corso del dibattito è emersa la preoccupazione delle chiese per la perdita di diritti civili e sociali a cui, in seguito al Decreto sicurezza, le persone in situazione più marginale sono state esposte; ha chiesto alle chiese di attivarsi nei territori di appartenenza per l’inclusione di tutti e tutte con azioni di sensibilizzazione e pressione nei confronti delle istituzioni locali per il rilascio delle residenze.

(NEV/CS52)


COMUNICATO STAMPA N. 12

 

Sinodo metodista e valdese. Un patrimonio culturale in crescita e sinergia con il territorio

Torre Pellice (Torino), 28 agosto 2019 (SSSMV/12) – Il Sinodo delle chiese metodiste e valdesiha espresso la propria approvazione per il consolidamento dei progetti culturali legati al patrimonio metodista e valdese che nel corso dell’ultimo anno si sono ampliati e hanno vissuto importanti momenti di crescente collaborazione e partenariato con altre istituzioni del territorio.

L’Archivio storico della Tavola valdese ha progettato il riordino e l’inventariazione dei fondi per un migliore accesso e fruizione online per studiosi e ricercatori, e ha stipulato un accordo di collaborazione scientifica con l’Archivio di Stato di Torino avente per oggetto l’approfondimento delle descrizioni dell’inventario delle carte riguardanti i valdesi (1395-1854).

Sempre in questo ambito la  Tavola valdese ha ricevuto dalla  Regione Piemonte un finanziamento per il progetto “Valdesi e metodisti in Piemonte: spazi di cultura e di fede attraverso i secoli”, che “mira a dare vita ad attività integrate in grado di sviluppare ulteriormente il Sistema archivistico, bibliotecario e del Patrimonio culturale metodista e valdese”.

Atro tema che il Sinodo ha preso in esame è quello del rilancio delle attività del Collegio valdese di Torre Pellice, che ha portato all’istituzione dell’articolazione sportiva del Liceo scientifico. Il liceo scientifico sportivo, che si somma ai già esistenti classico, linguistico e scientifico tradizionale, ha consentito di ampliare l’offerta formativa e, conseguentemente, aumentare il numero di iscritti.

(NEV/CS53)


COMUNICATO STAMPA N. 13

 

Peccato di genere

 

Torre Pellice (Torino), 28 agosto 2019 (SSSMV/13) – Anche quest’anno il Sinodo delle chiese metodiste e valdesisi è pronunciato sul tema delle violenza contro le donne. “Serve un segno visibile” ha detto la pastoraDaniela Di Carlo,durante la conferenza stampa del Sinodo, e ha spiegato l’importanza di aderire alla campagna dei “Giovedì in Nero”(#ThursdaysinBlack) del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC). “Nel mondo ci sono ancora spose bambine, lo stupro è ancora usato come arma di guerra, come chiese dobbiamo quindi schierarci contro ogni tipo di violenza. Ci sono donne vittime di una visione così patriarcale da essere sempre invisibili, magari per dare luce e potenza ai loro figli maschi. C’è un peccato di tipo teologico, un peccato di genere che riguarda gli uomini che hanno estromesso le donne dalla chiesa, dalla spiritualità, impedendo loro di diventare teologhe, ministri, ovvero hanno impedito di assumere i ruoli guida nelle comunità e nelle religioni. Le chiese cristiane sono state promotrici di questo peccato di genere perché sono portatrici di  stili di vita, oltre che di progetti teologici. Serve fare autocritica” ha proseguito Di Carlo, affermando anche che bisogna opporsi all’immaginario della “donna-vittima” e cambiare lo sguardo verso le donne che subiscono violenza e stigmatizzarle. Quelle donne non sono “vittime”, ma “superstiti, e come tali devono essere riconosciute quali testimoni, affinché possano dire il dolore, che scuote la persona, ma testimoniare contro il silenzio che regna anche nelle chiese e dare la spinta che serve”.

Il pastore Daniele Bouchard ha parlato di come la violenza maschile debba interpellare gli uomini e sia un aspetto dell’identità maschile. “Identificare la violenza maschile con alcuni uomini violenti è fuorviante – ha detto Bouchard -. Ovviamente esistono quegli uomini e vanno messi in condizione di non nuocere, ma parliamo di violenza maschile perché ha a che fare con l’identità maschile. L’identità maschile è parte costitutiva della violenza. Le donne ci hanno interpellati per prenderne coscienza. Dobbiamo metterci in discussione e riconoscere che la violenza fa parte del sistema patriarcale che ha dominato il mondo per millenni, quel sistema che adesso è in crisi ma la cui storia non si è conclusa. In quanto uomini, abbiamo il dovere di riconoscere che siamo parte del problema, non solo abbiamo bisogno di liberarci di questa eredità, per trovare spazi di identità maschili nuove, positive e non violente”.

Il pastore Daniele Bouchard ha concluso spiegando come il potere maschile sia efficace anche in quanto riesce a far collaborare al suo perpetuarsi le persone che sottomette, rimarcando che le chiese dovrebbero diventare luoghi sicuri per le donne.

Durante la conferenza stampa, moderata dalla giornalista nonché deputata al Sinodo della chiesa di MessinaElisabetta Raffa, si è fatto riferimento anche alla campagna del “Posto Occupato” che prevede nei locali delle chiese, in occasione di culti o eventi, di posizionare degli oggetti rossi su una sedia a significare la donna che avrebbe potuto esserci se non fosse stata uccisa; alla firma dei rappresentanti di dieci denominazioni cristiane in Senato dell’Appello ecumenico contro la violenza sulle donne, il 9 marzo 2015; alla recente costituzione dell’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne”.

La conferenza stampa in versione integrale può essere rivista su Radio Beckwith Evangelica (RBE)

Ieri il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi ha fatto proprio il documento del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) “Dichiarazione sulla violenza sessuale e di genere e sul Premio Nobel per la Pace del novembre 2018” e chiesto alle chiese di aderire alla campagna mondiale “Giovedì in Nero”/#ThursdaysinBlack in sostegno al movimento globale che si oppone alla cultura dello stupro, dell’ingiustizia di genere e dell’abuso.

https://youtu.be/Cjdncrq2M2o

 

(NEV/CS54)


COMUNICATO STAMPA N. 14

Il Sinodo valdese e metodista rinnova l’impegno dei corridoi umanitari

Torre Pellice (Torino), 29 agosto 2019 (SSSMV/14) –  Prosegue l’impegno dei valdesi e metodisti per una via di accesso legale e sicura al diritto d’asilo. Il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi ha approvato ieri, 28 agosto, all’unanimità, un ordine del giorno nel quale dà mandato a Tavola e alla Commissione Sinodale per la Diaconia (CSD) di proseguire, in collaborazione con la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), il progetto dei corridoi umanitariper un altro biennio. Dall’assemblea sinodale anche il sostegno alla proposta del corridoio umanitario europeo per le decine di migliaia di profughi concentrati in Libia.

Dal 2016 a oggi, grazie ai corridoi umanitari, progetto ecumenico realizzato da Tavola valdese e FCEI insieme alla Comunità di Sant’Egidio, sono arrivate in Italia oltre 1600 persone, per lo più siriane, provenienti dal Libano. Corridoi umanitari sono attivi anche in Francia, Belgio e Andorra e hanno portato finora oltre 2500 persone in Europa, offrendo sicurezza e integrazione.

I corridoi umanitari sono regolati da un Protocollo d’intesa sottoscritto dalle realtà promotrici con i Ministeri degli Affari esteri e dell’Interno.

(NEV/CS55)


COMUNICATO STAMPA N. 15

 

Sinodo delle chiese metodiste e valdesi. Libertà religiosa e diritti civili

I valdesi e i metodisti mettono a disposizione le loro sale per le comunità islamiche e le altre confessioni religiose che ancora vedono limitato in molte regioni italiane
il diritto alla preghiera in locali adeguati

 

Torre Pellice (Torino), 29 agosto 2019 (SSSMV/15)  – Libertà religiosa e diritti civili. Questo è il tema dominante della seduta del 28 agosto del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi, riunito a Torre Pellice.

Riflettendo sul tema del dialogo interreligioso, il Sinodo ha invitato “le chiese locali a considerare la possibilità di mettere le proprie sale a disposizione delle comunità islamiche e di altre confessioni religiose che ancora vedono limitato in molte regioni italiane il diritto alla preghiera in adeguati locali”.

Al centro del dibattito anche l’istituzione di una Giornata nazionale della libertà di coscienza, di religione e di pensiero. Tale richiesta risponde alla necessità di dare “piena e concreta attuazione al dettato costituzionale che prevede e garantisce la libertà religiosa quale diritto fondamentale”. Il mandato del Sinodo alla Tavola Valdese e al Comitato permanente dell’Opera delle chiese evangeliche metodiste in Italia (OPCEMI) è stato quello di proseguire su “iniziative presso l’opinione pubblica per sensibilizzarla sul tema e rinnovino, in tutte le sedi opportune secondo le rispettive competenze, la richiesta che il 17 febbraio sia dichiarato Giornata nazionale della libertà di coscienza, di religione e di pensiero”.

Il Sinodo si è espresso anche sul tema del testamento biologico: “lamentando il ritardo e l’inerzia di molti Comuni nell’aprire gli sportelli dedicati a ricevere le Dichiarazioni Anticipate di Trattamento – DAT” e chiedendo alle chiese di attivarsi presso “le amministrazioni comunali affinché in ogni paese e in ogni città sia consentito l’esercizio di questo diritto”. èstato anche suggerito alle chiese di continuare a “discutere il documento ‘È la fine, per me l’inizio della vita. Eutanasia e suicidio assistito: una prospettiva protestante’, redatto dalla Commissione Bioetica delle chiese battiste, metodiste e valdesi”.

(NEV/CS56)


COMUNICATO STAMPA N. 16

Nuovo governo, Sinodo valdese e metodista:
“Umanesimo di oggi non può prescindere dai diritti di tutti e dall’uguaglianza”

Torre Pellice (Torino), 29 agosto 2019 (SSSMV/16) –  Diritti per tutte e tutti e lavoro sono i temi al centro dell’agenda politica del Sinodo metodista e valdese in corso nelle Valli Valdesi. Il Sinodo delle chiese metodiste e valdesiinvita le chiese a essere “sempre più impegnate e presenti a favore delle fasce più deboli ed emarginate”, come ha anticipato la giornalista Emmanuela Banfo, moderatrice della odierna conferenza stampa a Torre Pellice alla quale hanno partecipato come relatori il presidente del Sinodo, pastore Peter Ciaccioed Erica Sfredda, predicatrice locale veronese che aveva presieduto il culto di aperturadello scorso 25 agosto.

Con riferimento al clamore suscitato dalla presa di posizione sul decreto sicurezza, il pastore Ciaccio ha chiarito: “Negli ultimi tempi si è ribaltata la prospettiva: noi non chiediamo di disobbedire alla legge, ma chiediamo che si applichino le regole del diritto internazionale, secondo quanto previsto dalla Costituzione”.

“Come credenti – ha aggiunto Erica Sfredda – siamo chiamati a intervenire nella realtà concreta con coerenza in obbedienza alla vocazione che ci ha data Gesù di andare dagli ultimi. Non bisogna avere paura di fare politica. Per questo svolgiamo attività di advocacy per tutte le confessioni religiose (anche quelle non riconosciute dallo Stato) affinché abbiano il loro luogo di culto, in nome di una fraternità non limitata all’interno della chiesa cristiana, ma aperta a tutti gli esseri umani”.

E se il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conteha parlato oggi di “nuovo umanesimo” come “orizzonte ideale del Paese”, il pastore Ciaccio ha commentato: “Come cristiani siamo chiamati a pregare per chi ha responsabilità. Pensiamo che l’umanesimo di oggi non possa prescindere dai diritti di uguaglianza. Perché amore e diritti si moltiplichino, come accade in una famiglia quando nasce un secondo figlio, così estendere i diritti ad altri, non significa ridurli a una parte della popolazione.

Non è nostro uso chiedere alla politica alcunché – ha aggiunto Ciaccio – ma la cultura dei diritti e della dignità del lavoro sono per noi temi importanti e sono scritti nella Costituzione. Le chiese parlano della società perché sono un osservatorio particolare a contatto con le persone e con comunità anche non rappresentative. Inoltre, non essendo soggetti alla pratica legittima della rielezione quinquennale, abbiamo uno sguardo di più lungo periodo e quindi una certa serenità di analisi”.

(NEV/CS57)


COMUNICATO STAMPA N. 17

Otto Per Mille: approvati i progetti 2019

I fondi saranno utilizzati per finanziare 489 progetti all’estero e 946 progetti in Italia

Domani la chiusura dei lavori con le elezioni del/la nuovo/a moderatore/a, delle cariche amministrative e il discorso ufficiale. Conferenza stampa alle ore 15.30 in diretta su Radio Beckwith

 

Torre Pellice (Torino), 29 agosto 2019 (SSSMV/17) – Il  Sinodo delle chiese metodiste e valdesiha approvato il lavoro svolto con i fondi Otto Per Mille e ha espresso il proprio ringraziamento a Susanna Pietra, responsabile uscente dell’Ufficio Otto Per Mille della Chiesa valdese e metodista.

 

L’intesa che ha stipulato l’avvio della distribuzione dei fondi OPM è stata siglata il 25 gennaio del 1993. Dal 1994 i contribuenti hanno potuto scegliere di destinare la propria quota di Otto Per Mille alla Chiesa valdese – Unione delle  chiese metodiste e valdesi. Dal 2013 anche le quote non espresse sono gestite e ripartite e ciò ha reso ancora più significativa la cifra totale.

“In questi sette anni del mio incarico la chiesa valdese-metodista si è accreditata sempre di più come uno dei maggiori donatori del sociale in Italia –   ha dichiarato Pietra – e ha dovuto rispondere alle sfide di innovazione richieste dalla realtà del Terzo Settore, in continuo cambiamento. Abbiamo lavorato per garantire la trasparenza nell’amministrazione dei fondi e per analisi e selezioni sempre più accurate dei progetti. In questo senso la piattaforma informatica, che servirà anche per la valutazione e il monitoraggio, è stato uno dei risultati più visibili ed efficaci”.

I fondi OPM del 2019 (che si riferiscono alla dichiarazione dei redditi 2016 e quindi ai redditi 2015) parlano di circa 43 milioni di euro percepiti e ridistribuiti dall’Unione delle chiese metodiste e valdesi, corrispondenti al 3.22% del totale delle scelte espresse dai contribuenti. I fondi saranno utilizzati per finanziare 489 progetti all’estero e 946 progetti in Italia in ambito educativo, sanitario e culturale. Ogni anno l’ufficio OPM esamina circa 4500 domande.

Il Sinodo terminerà domani con l’elezione del/la nuovo/a moderatore/a della Tavola valdese e degli organi esecutivi e amministrativi. Nel pomeriggio sono previsti il discorso del/la nuovo/a moderatore/a (ore 15) e la conferenza stampa finale (ore 15.30), entrambi in diretta su Radio Beckwith Evangelica (RBE).

(NEV/CS58)


COMUNICATO STAMPA N. 18

Ambiente, la preoccupazione del Sinodo valdese e metodista

“Stop all’aggressività consumistica e alla mentalità predatoria”

 Nel 2020 serata pubblica dedicata a migrazioni climatiche e cura del Creato

Torre Pellice (Torino), 30 agosto 2019 (SSSMV/18) – Il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi ha riflettuto nella giornata di ieri, giovedì 29 agosto, sui temi ambientali. Il documento presentato dalla Commissione d’Esame ha proposto un’analisi della relazione tra ambiente e umanità sottolineando la necessità di promuovere comportamenti volti a ridurre “l’aggressività consumistica e la mentalità predatoria” messe in atto nei confronti dell’ambiente.

Il Sinodo, “consapevole dell’urgenza di prendere provvedimenti seri in merito al riscaldamento globale e alle sue conseguenze e all’alterazione della biodiversità”, ha esortato “le chiese e la Diaconia valdese a promuovere azioni e comportamenti che riguardano la difesa dell’ambiente”. Ha invitato le chiese a prestare attenzione alle proposte formulate dalla Commissione Globalizzazione e ambientedella Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e dal Gallo Verdeper iniziare il processo per diventare “chiese verdi”; ha invitato le chiese ad aderire alle iniziative ecumeniche intraprese durante “Il tempo del Creato” ed ha deciso di dedicare la serata pubblica del Sinodo 2020 ai temi delle migrazioni climatiche e della cura del Creato.

 

SCHEDA Chiese metodiste e valdesi in Italia
Per tutti i comunicati stampa: https://www.nev.it/nev/category/comunicati-stampa/

Sinodo delle chiese metodiste e valdesi

(NEV/CS59)

 

Prendersi cura

Esodo 16: 1-5

1Tutta la comunità dei figli d’Israele partì da Elim e giunse al deserto di Sin, che è tra Elim e il Sinai, il quindicesimo giorno del secondo mese dopo la loro partenza dal paese d’Egitto. 2Tutta la comunità dei figli d’Israele mormorò contro Mosè e contro Aaronne nel deserto. 3I figli d’Israele dissero loro: «Fossimo pur morti per mano del SIGNORE nel paese d’Egitto, quando sedevamo intorno a pentole piene di carne e mangiavamo pane a sazietà! Voi ci avete condotti in questo deserto perché tutta questa assemblea morisse di fame!» 4Allora il SIGNORE disse a Mosè: «Ecco, io farò piovere pane dal cielo per voi; il popolo uscirà e ne raccoglierà ogni giorno il necessario per la giornata; così lo metterò alla prova e vedrò se cammina o no secondo la mia legge. 5Ma il sesto giorno, quando prepareranno quello che hanno portato a casa, dovrà essere il doppio di quello che raccolgono ogni altro giorno»

 

Neemia 9: 9-17

9Tu hai visto l’afflizione dei nostri padri in Egitto e hai udito il loro grido presso il mar Rosso. 10 Hai operato miracoli e prodigi contro il faraone, contro tutti i suoi servi, contro tutto il popolo del suo paese, perché sapevi che essi avevano trattato i nostri padri con prepotenza. Così ti sei fatto un nome come quello che hai in questo giorno.11Hai aperto il mare davanti a loro, ed essi sono passati in mezzo al mare all’asciutto; tu hai gettato nell’abisso quelli che li inseguivano, come una pietra in fondo ad acque vorticose. 12Di giorno li guidavi con una colonna di fuoco per illuminare loro il cammino da percorrere. 13 Sei sceso sul monte Sinai e hai parlato con loro dal cielo dando loro prescrizioni giuste e leggi di verità, buoni precetti e buoni comandamenti. 14Hai fatto loro conoscere il tuo santo sabato, e hai dato loro comandamenti, precetti e una legge per mezzo di Mosè, tuo servo. 15Davi loro pane dal cielo quand’erano affamati, e facevi scaturire acqua dalla roccia quand’erano assetati, e hai detto loro che andassero a prendere possesso del paese che avevi giurato di dar loro. 16Ma i nostri padri si sono comportati con superbia, irrigidendo i loro colli, e non ubbidendo ai tuoi comandamenti. 17 Hanno rifiutato di ubbidire, e non si sono ricordati delle meraviglie da te fatte in loro favore; e hanno irrigidito i loro colli e, nella loro ribellione, si sono voluti dare un capo per tornare alla loro schiavitù. Ma tu sei un Dio pronto a perdonare, misericordioso, pieno di compassione, lento all’ira e di gran bontà, e non li hai abbandonati.

 

Care sorelle, cari fratelli, vi sarà certamente capitato di trovarvi alla posta in una fila che non scorre, o alla fermata di un autobus che non arriva, o in un ufficio pubblico dove nessuno sa darvi le informazioni che cercate. Esperienze di esasperante quotidianità, già spiacevoli di per sé che però possono diventare ancora peggiori se in quella fila immobile, o tra quei viaggiatori che scrutano l’orizzonte in attesa dell’889 o dell’892, o nel rimpallo tra uno sportello e l’altro, c’è chi allieta tutti i malcapitati presenti mugugnando. Peggio di una fila interminabile c’è chi di quella fila si lamenta.

Oh, intendiamoci, si parte sempre da cose serie e verissime: da luoghi pubblici non pensati per il cittadino, dalla burocrazia ottusa, dalle aziende pubbliche gestite per il bene di pochi; per finire però agli impiegati lavativi, ai politici che rubano all’onesta gente comune, ai migranti che mettono a rischio il nostro welfare, fino alle mezze stagioni che non ci sono più, però forse anche il cambiamento climatico è una bufala dei “professoroni” e degli “scienziatoni” (si dirà così…?).

Insomma, tra chi si lamenta per esasperazione, c’è invece chi indulge nel mugugno, si compiace, nell’alzare la voce per chiedere soluzioni a cui non intende minimamente contribuire.

Vi si sembrerà strano ma questo atteggiamento c’è anche nella Bibbia ed è definito con un termine tecnico: mormorio. Anzi, mormorazione. Un rumore di fondo che agita il popolo d’Israele nell’Esodo, nella traversata del deserto, si gonfia e si sgonfia come un’onda, raccoglie indifferentemente bisogni e rancori, minaccia di trasformarsi in aperta rivolta.

Anche in questo caso, i mormorii partono da preoccupazioni più che fondate. Il deserto – dove gli israeliti si trovano dopo aver attraversato il mar Rosso, essersi lasciati alle spalle la schiavitù d’Egitto e in marcia verso la terra promessa – è un luogo capace di mettere a rischio la sopravvivenza umana. Che cosa berremo? Che cosa mangeremo? Sopravvivremo a questa marcia verso la libertà?

Queste sono le domande, legittime, degli israeliti che però, proseguono: ne vale la pena? Non dovremmo forse tornare indietro? Mosè e Aronne che ci guidano vogliono davvero il nostro bene? Questo Dio che ci ha liberato, c’è o non c’è?

La malevolenza in cui scivolano i mormorii del popolo è evidenziata dal modo distorto in cui viene ricordato il passato. Era meglio rimanere in Egitto – dicono gli israeliti – dove la schiavitù ci garantiva pentole piene di carne e mangiavamo pane a sazietà! Voi invece ci avete portato fin qui per farci morire; Dio ci ha liberati perché ci odia (Deuteronomio 1:27).

E’ davvero difficile solidarizzare con questo popolo, eppure … eppure dovremmo! Eppure, Dio lo fa, vede il bisogno prima della malevolenza; vede la preghiera prima della mancanza di fede; ascolta il lamento – che nella Bibbia è una forma di orazione – prima del mugugno.

Questa gente ha bisogno di acqua, di cibo, di beni di primissima necessità; ed ha anche bisogno di sapere chi è Dio. E il Signore non si sottrae, vuole mostrarsi per quello che è: colui che ha cura del suo popolo. Ha risposto al grido d’Israele schiavo in Egitto, risponde anche adesso al grido d’Israele nel deserto.

Dio decide di considerare questa prima mormorazione d’Israele come una preghiera, perché in fondo, la disperazione, l’ansia, il non vedere una via d’uscita, il non sapere in questo frangente Dio dov’è, sono tutti ingredienti della preghiera.

E decide di rispondere sul pane quotidiano: “Ecco, io farò piovere pane dal cielo per voi; il popolo uscirà e ne raccoglierà ogni giorno il necessario per la giornata”. E qualche versetto più in giù: “Io ho udito i mormorii dei figli d’Israele; parla loro così: Al tramonto mangerete carne e domattina sarete saziati di pane; e conoscerete che io sono il Signore, il vostro Dio“.

Dio risponde con la manna, il pane che scende dal cielo e, anche se la cosa non è quasi mai ricordata, anche con le quaglie – la razione quotidiana di proteine. Dio cammina con il suo popolo, ma il popolo cammina con il suo Dio? Il testo biblico ci dice, infatti, che la discesa della manna non è solo un dono, ma anche una prova per verificare se gli israeliti camminano con il loro Signore. E qui è tutta un’altra storia.

E’ perché abbiamo urlato forte che siamo stati ascoltati! -, devono aver pensato i mormoranti. E’ perché abbiamo messo in questione Mosè e Dio stesso, che l’uno e l’altro si sono curati di noi! E così hanno ogni volta rilanciano fino a trasformare il loro bisogno in mancanza di fede, la preghiera in sfida, il mormorio in rivolta armata che rischierà di far finire nella desolazione del deserto la storia di Israele.

L’infedeltà del popolo sta nel suo mormorio, nella malevolenza delle sue rivendicazioni, nell’incapacità di leggere la realtà con strumenti diversi dalla propria pancia, dalle proprie paure, dalle esigenze di corto respiro.

La gloria del Signore invece si manifesta nel prendersi cura; nell’udire la voce del suo popolo, ripulendola della malevolenza che vi rimane appicciata; nel rispondere ai bisogni; nel camminare insieme al suo popolo; nel guidarlo nel deserto. E’ di questa benevolenza e di questo progetto di futuro e di salvezza – e non dei nostri mugugni e mormorii – che anche noi possiamo vivere. Amen.

Past. Luca Baratto

 

 

Exodus 16: 1-5 (NRSVA)

The whole congregation of the Israelites set out from Elim; and Israel came to the wilderness of Sin, which is between Elim and Sinai, on the fifteenth day of the second month after they had departed from the land of Egypt. The whole congregation of the Israelites complained against Moses and Aaron in the wilderness. The Israelites said to them, ‘If only we had died by the hand of the Lord in the land of Egypt, when we sat by the fleshpots and ate our fill of bread; for you have brought us out into this wilderness to kill this whole assembly with hunger.’4 Then the Lord said to Moses, ‘I am going to rain bread from heaven for you, and each day the people shall go out and gather enough for that day. In that way I will test them, whether they will follow my instruction or not. 5 On the sixth day, when they prepare what they bring in, it will be twice as much as they gather on other days.’

 

Nehemiah 9:9-17 (NRSVA)

9 ‘And you saw the distress of our ancestors in Egypt and heard their cry at the Red Sea.[a] 10 You performed signs and wonders against Pharaoh and all his servants and all the people of his land, for you knew that they acted insolently against our ancestors. You made a name for yourself, which remains to this day. 11 And you divided the sea before them, so that they passed through the sea on dry land, but you threw their pursuers into the depths, like a stone into mighty waters. 12 Moreover, you led them by day with a pillar of cloud, and by night with a pillar of fire, to give them light on the way in which they should go. 13 You came down also upon Mount Sinai, and spoke with them from heaven, and gave them right ordinances and true laws, good statutes and commandments, 14 and you made known your holy sabbath to them and gave them commandments and statutes and a law through your servant Moses. 15 For their hunger you gave them bread from heaven, and for their thirst you brought water for them out of the rock, and you told them to go in to possess the land that you swore to give them.

16 ‘But they and our ancestors acted presumptuously and stiffened their necks and did not obey your commandments; 17 they refused to obey, and were not mindful of the wonders that you performed among them; but they stiffened their necks and determined to return to their slavery in Egypt. But you are a God ready to forgive, gracious and merciful, slow to anger and abounding in steadfast love, and you did not forsake them.

 

Dear sisters, dear brothers,

you will certainly have found yourself at the post office in a queue that is not moving, or at a bus waiting for a bus that does not arrive, or in a public office where no one can give you the information you are looking for. Exasperating daily life experiences, already unpleasant in themselves but which can become even worse if in that motionless queue, or among those travellers who search the horizon waiting for the 889 or 892, or in the back and forth between an office and the other, you get someone cheering up all the unfortunate bystanders by  complaining. Worse than an endless queue, are those who complain about that queue.

Oh, mind you, we always start with serious and very true statements: public offices not respectful of citizen’s needs, dull bureaucracy, public companiesrun for the good of the few; to end up, however, with comments on “public officers are all slackers”, “politicians steal from the honest common people”, “migrants put our welfare at risk”, up to “traditional seasons no longer exist”, but perhaps also “climate change is a hoax invented by phony scientists and big brains”.

In short, among those who complain in exasperation, there are those who indulge in grumbling, who are pleased to raise their voices to ask for solutions that they do not intend to contribute in the least.

It will seem strange to you but this attitude is also present in the Bible and is defined by a technical term: complaint, murmur, better: murmuring. A background noise that stirs the people of Israel in the Exodus, during the crossing of the desert, swells and deflates like a wave, collects indifferently needs and rancour, threatens to turn into open revolt.

In this case too, murmurs start with more than founded concerns. The desert – where the Israelites find themselves after having crossed the Red Sea, having left behind the slavery of Egypt and marching towards the promised land – is a place capable of endangering human survival. What will we drink? What will we eat? Will we survive this march towards freedom?

These are the legitimate questions of the Israelites who, however, go on: is it worth it? Should we not go back? Do our guides Moses and Aaron really want our good? This God who has freed us, is he or is he not?The malevolence in which the murmurs of the people slip is highlighted by the distorted way in which the past is remembered. It would have been better to stay in Egypt – say the Israelites – where slavery guaranteed us pots full of meat and we ate bread to satiety! But you brought us here to die; God has delivered us because he hates us (Deuteronomy 1:27). It is really difficult to show solidarity with this people, yet … yet we should! And yet, God does, He sees its need instead of its ill will; He sees its prayer instead of its lack of faith; He listens to its lamentations – which in the Bible is a form of prayer – instead of its grumbling.These people need water, food, first necessity goods; and they also needs to know who God is. And the Lord does not withdraw, he wants to show himself for what he is: He who takes care of his people. He responded to the cry of enslaved Israel in Egypt, he also responds now to the cry of Israel in the desert.God decides to consider this first murmur of Israel as a prayer, because in the end, despair, anxiety, not seeing a way out, not knowing where God is in this situation, are all ingredients of prayer.And he decides to answer on the daily bread: Behold, “I am going to rain bread from heaven for you, and each day the people shall go out and gather enough for that day”. And some verses further down: “I have heard the complaining of the Israelites; say to them: At twilight you shall eat meat, and in the morning you shall have your fill of bread; then you shall know that I am the Lord your God.”God responds with manna, the bread that comes down from heaven and, even if it is hardly ever remembered, even with quails – the daily protein ration. God walks with His people, but does the people walk with its God? The biblical text tells us, in fact, that the descent of the manna is not only a gift, but also a test to see if the Israelites walk with their Lord. And here we come to a whole different story.It’s because we screamed loudly that we were heard! -, the murmuring people must have thought. It is because we have questioned Moses and God himself, that both of them took care of us! And so they have each time raised the bar and transformed need in absence of faith, prayer in defiance, complaint in armed revolt that will risk ending the history of Israel in the desolation of the desert.The infidelity of the people lies in its murmur, in the malevolence of its claims, in the inability to read reality with tools different from its basic instincts, from its fears, from short-term needs.The glory of the Lord manifests itself in caring; in listening to the voice of His people, depurating it of its malevolence; in responding to needs; in walking together with his people; in driving it into the desert. It is of this benevolence and this project of future and salvation – and not of our complaints and murmurs – that we too can live. Amen.

Past. Luca Baratto