Sipra Pua – Culto e sermone del 29 marzo 2020

Preludio “Great is thy faithfulness”

 Ci raccogliamo alla presenza del Signore

 Invocazione

 Tu, tu solo sei il Signore.

Tu hai fatto i cieli, i cieli dei cieli e tutto il loro esercito,

la terra e tutto ciò che è sopra di essa,

i mari e tutto ciò che è in essi. (Neemia 9,5)

 

Preghiera: Benedetto sii tu, Dio nostro, perché a te tutto appartiene, ma tu, piuttosto che prendere, dai; tu, prima di chiedere, di esigere, doni tutto, doni te stesso. Non lo vediamo sempre, non lo riconosciamo sempre, non sempre sappiamo rallegrarcene e cantare a te di gioia riconoscente.

Non sempre. Solo quando la tua parola ce lo ricorda, solo quando Gesù ci parla nell’Evangelo e si presenta a noi da parte tua, a nome tuo.

Tu hai fatto una cosa straordinaria, unica al mondo: in Cristo ci hai dato e ci dai la vita, la tua vita, e noi siamo nella gioia. A te la lode tre volte santo.  Amen

 

Inno 334

 

Care e cari, buongiorno e buona domenica.

Questa mattina, ho scelto di condividere la mia riflessione sul primo capitolo del libro dell’ Esodo

per ricordare e meditare l’atto straordinario delle due donne levatrici Sifra(Bellezza) e Pua(Splendore) e nello stesso tempo per invogliarvi a visitare il sito della nostra chiesa che in questo periodo potete trovare sia le mie meditazioni domenicali sia la registrazione sul tema dello Studio biblico sulle donne scelte nella Scrittura e non solo.

 

Esprimo dunque la mia riconoscenza e la mia gratitudine a Antonella che continua a dedicare il suo tempo per completare, come è stato  prestabilito, il programma  dello SB. previsto per questi mesi di marzo, aprile e maggio.

***

 

Da questa premessa vi invito ora a raccoglierci nell’ascolto del libro dell’Esodo dal capitolo 1 fino al  versetto 12 del cap. 2. (Prendete voi in mano la vostra Bibbia e seguitemi nella lettura).

 

ESODO cap. 1: 1-7. 8-22; 2,1-10

 

1 Questi sono i nomi dei figli d’Israele che vennero in Egitto. Essi ci vennero con Giacobbe, ciascuno con la sua famiglia: 2 Ruben, Simeone, Levi e Giuda; 3 Issacar, Zabulon e Beniamino; 4 Dan e Neftali, Gad e Ascer. 5 Tutte le persone discendenti da Giacobbe erano settanta. Giuseppe era già in Egitto. 6 Giuseppe morì, come morirono pure tutti i suoi fratelli e tutta quella generazione. 7 I figli d’Israele furono fecondi, si moltiplicarono abbondantemente, divennero numerosi, molto potenti, e il paese ne fu ripieno. 8 Sorse sopra l’Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. 9 Egli disse al suo popolo: «Ecco, il popolo dei figli d’Israele è più numeroso e più potente di noi. 10 Usiamo prudenza con esso, affinché non si moltiplichi e, in caso di guerra, non si unisca ai nostri nemici per combattere contro di noi e poi andarsene dal paese». 11 Stabilirono dunque sopra Israele dei sorveglianti ai lavori, per opprimerlo con le loro angherie. Israele costruì al faraone[1] le città che servivano da magazzini, Pitom e Ramses. 12 Ma quanto più lo opprimevano, tanto più il popolo si moltiplicava e si estendeva; e gli Egiziani nutrirono avversione per i figli d’Israele. 13 Così essi obbligarono i figli d’Israele a lavorare duramente. 14 Amareggiarono la loro vita con una rigida schiavitù, adoperandoli nei lavori d’argilla e di mattoni e in ogni sorta di lavori nei campi. Imponevano loro tutti questi lavori con asprezza. 15 Il re d’Egitto parlò anche alle levatrici ebree, delle quali una si chiamava Sifra e l’altra Pua, e disse: 16 «Quando assisterete le donne ebree al tempo del parto, quando sono sulla sedia, se è un maschio, fatelo morire; se è una femmina, lasciatela vivere». 17 Ma le levatrici temettero Dio, non fecero quello che il re d’Egitto aveva ordinato loro e lasciarono vivere anche i maschi. 18 Allora il re d’Egitto chiamò le levatrici e disse loro: «Perché avete fatto questo e avete lasciato vivere i maschi?» 19 Le levatrici risposero al faraone: «Le donne ebree non sono come le egiziane; esse sono vigorose, e prima che la levatrice arrivi da loro, hanno partorito». 20 Dio fece del bene a quelle levatrici. Il popolo si moltiplicò e divenne molto potente. 21 Poiché quelle levatrici avevano temuto Dio, egli fece prosperare le loro case. 22 Allora il faraone diede quest’ordine al suo popolo: «Ogni maschio che nasce, gettatelo nel Fiume, ma lasciate vivere tutte le femmine».

 

1 Un uomo della casa di Levi andò e prese in moglie una figlia di Levi. 2 Questa donna concepì, partorì un figlio e, vedendo quanto era bello, lo tenne nascosto tre mesi. 3 Quando non potè più tenerlo nascosto, prese un canestro fatto di giunchi, lo spalmò di bitume e di pece, vi pose dentro il bambino, e lo mise nel canneto sulla riva del Fiume. 4 La sorella del bambino se ne stava a una certa distanza, per vedere quello che gli sarebbe successo.
5 La figlia del faraone scese al Fiume per fare il bagno, e le sue ancelle passeggiavano lungo la riva del Fiume. Vide il canestro nel canneto e mandò la sua cameriera a prenderlo. 6 Lo aprì e vide il bambino: ed ecco, il piccino piangeva; ne ebbe compassione e disse: «Questo è uno dei figli degli Ebrei». 7 Allora la sorella del bambino disse alla figlia del faraone: «Devo andare a chiamarti una balia tra le donne ebree che allatti questo bambino?» 8 La figlia del faraone le rispose: «Va’». E la fanciulla andò a chiamare la madre del bambino. 9 La figlia del faraone le disse: «Porta con te questo bambino, allattalo e io ti darò un salario». Quella donna prese il bambino e lo allattò. 10 Quando il bambino fu cresciuto, lo portò dalla figlia del faraone; egli fu per lei come un figlio ed ella lo chiamò Mosè; «perché», disse: «io l’ho tirato fuori dalle acque».

 

 

Inno 334.  2 e 4 

 

Preghiera

<<Siano  gradite le parole della mia bocca e la meditazione del mio cuore in tua presenza, o  Signore, mia rocca e mio redentore>!> Salmo 19,14

 

Sermone

 

SIFRA(vuol dire bellezza) e PUA(vuol dire splendere) : CORAGGIO DI DONNE ; ecco quale titolo potremmo dare a  questa meditazione.

Ci troviamo all’inizio del libro dell’ESODO, ossia del racconto  che narra la nascita del popolo di ISRAELE, attraverso la sua liberazione dalla schiavitù in terra d’Egitto. Il testo incomincia con la genealogia di Giacobbe poi, viene spiegato la dura condizione degli Israeliti sotto un nuovo  faraone, di cui non ci viene rivelata l’identità o il nome: al potente re fa paura la crescita  costante della popolazione degli stranieri-schiavi. Non è tanto il pericolo che la  “purezza della razza” sia contaminata o che nella cultura nazionale avvenga una penetrazione di elementi estranei; ciò che lo preoccupa è che questi sudditi, diventando sempre più numerosi, possano ribellarsi e in caso di guerra allearsi coi nemici dell’Egitto.

Il piano maligno del faraone è quello di sfruttare al massimo la forza lavoro degli ebrei e nello stesso tempo di indebolirne le energie e lo spirito, facendoli maltrattare da crudeli soprintendenti  ai lavori. Ma il suo piano non riesce perché, come abbiamo letto, più gli Israeliti sono oppressi e più si moltiplicano; allora il faraone escogita uno stratagemma diabolico: invece di cacciarli, progetta di esaurire la loro forza guerriera eliminando i maschi! Il sovrano egizio è un abile politico e non vuole sporcarsi le mani: un intervento di grandi proporzioni sarebbe rischioso per l’immagine regale e potrebbe scatenare l’insurrezione(la ribellione) di questi ebrei. Molto meglio assumere due levatrici(ostetriche), sotto la propria diretti  responsabilità per risolvere la  “questione ebraica” : i neonati maschi verranno soppressi!  Cosa meglio dell’arruolare delle donne, le levatrici appunto: chi sospetterebbe mai  di loro?

Troviamo qui un ritratto quasi perfetto del ruolo delle donne negli schemi di chi detiene il potere: infatti il sovrano è sicuro che le levatrici gli obbediranno, non  solo perché sono sue suddite, ma anche perché, in quanto donne, sono abituate ad obbedire in una società in cui è l’uomo a decidere in tutte le questioni importanti. C’è inoltre un altro particolare: SIFRA e PUA  aiutano le donne ebree a partorire, ma non sono esse stesse ebree: sono egiziane e in quanto tali, chiamate ad obbedire al loro faraone, che poi era una sorta di “dio in terra”.

Tanto più coraggioso,  perciò, il loro gesto di disubbidienza: SIFRA e PUA non si  piegano all’ordine del re e lasciano in vita i neonati. Esse si rifiutano di collaborare  con il potere, per non diventare complici del maligno.  Le levatrici conoscono i rischi  a cui vanno incontro, disubbidendo agli ordini ricevuti  ed allora lo fanno con astuzia. Quando il faraone se ne accorge sono chiamate a  presentarsi davanti a lui e alla sua domanda“ perché avete agito così e avete lasciato vivere anche i maschi? ”, esse fingono ingenuità e spiegano che non  possono fare  altrimenti “Le donne ebree non sono come le egiziane. Sono più robuste e,  quando arriva la levatrice, hanno già partorito”.

CHI e CHE COSA dà loro così tanto coraggio? Al versetto  17 abbiamo letto che  esse hanno “ il timor di DIO ” un’espressione biblica che significa non solo un atteggiamento di estremo rispetto religioso davanti al mistero, ma anche attenzione  nell’interpretare la volontà di DIO, facendo scelte che sono volte al BENE collettivo. Le due donne allora, con finta arrendevolezza, si prendono gioco del faraone: in quanto maschio egli non sa niente del parto, della nascita e dei misteri della creazione. Il faraone sa soltanto comandare la morte… La sapienza delle donne sconfigge l’ignorante faraone e ciò favorisce il piano di DIO: è DIO stesso che  si rivela in questa opera femminile di salvezza ed agisce in questa disubbidienza civile delle donne che è insieme scaltrezza(avveduta) e coraggio; coraggio  perché le  levatrici sanno che, sfidando lo strapotere di un uomo, si espongono al pericolo delle sue ritorsioni(vendetti). DIO si mette dalla parte di quella sapienza femminile che da sempre gestisce i misteri della vita e mette al mondo bambini e bambine; una sapienza che crea un  legame così profondo e intenso da annullare la distanza etnica, così come la differenza sociale. SIFRA e PUA  saranno premiate, perché  DIO concederà loro di farsi una propria famiglia.

L’atto di disubbidienza e resistenza delle due levatrici è l’inizio della storia dei salvati attraverso la collaborazione degli esseri umani con DIO ed anticipa la storia di MOSE’, come ci viene raccontata nel capitolo 2 dell’ESODO: infatti, il faraone non desiste dai suoi progetti infanticidi ed ordina, questa volta al popolo, di gettare nel fiume tutti i neonati maschi.

Anche per MOSE’ ( il cui nome significa salvato dalle acque ) sarà ancora la solidarietà femminile ad essere strumento di salvezza, perché la madre, la sorella del piccolo MOSE’ e la figlia del faraone, con tenerezza ed astuzia, daranno una mano al progetto di DIO: La figlia del faraone, ha compassione del piccolo MOSE’, e in quanto donna sente  la sua vocazione di madre più forte del suo dovere di figlia; anch’essa disobbedisce al faraone, poiché in cuor suo e nella sua coscienza sa che l’ordine del padre è totalmente disumano!

Oggi i moderni faraoni si chiamano: guerra, fame, inquinamento, mafia ingiustizia del sistema economico mondiale, l’ultima è più forte  la corona virus Covid 19 è una piaga mondiale che tutti devono superare con l’obbedienza essendo rinchiusi in casa; sì, tante manifestazioni del male continuano ad opprimere l’umanità come in passato: l’esempio di SIFRA e PUA, umili donne, ci insegna che il SIGNORE ha bisogno dell’ impegno fattivo e solidale di tutti noi, suoi figli, per contrastare le trame del maligno e condurci sulla strada della liberazione.

Prima di concludere la mia riflessione vorrei leggere ancora i tre versetti del vangelo di Marco al capitolo 14 versetti 3.8-9 <<3 Gesù era a Betania, in casa di Simone il lebbroso; mentre egli era a tavola entrò una donna che aveva un vaso di alabastro pieno d’olio profumato, di nardo puro, di gran valore; rotto l’alabastro, gli versò l’olio sul capo. (Gesù disse ai suoi discepoli indignati al gesto compiuto): 8 Lei ha fatto ciò che poteva; ha anticipato l’unzione del mio corpo per la sepoltura. 9 In verità vi dico che in tutto il mondo, dovunque sarà predicato il vangelo, anche quello che costei ha fatto sarà raccontato, in memoria di lei».

Oggi è la quinta domenica del tempo della passione e la quella prossima sarà la domenica delle palme e con il gesto di quella donna vogliamo ricordare insieme quanto è stato prezioso il profumo d’amore che ha versato a Gesù e a Lei, un amore incommensurabile. Gesù ha donato la sua vita ai suoi discepoli chiamati suoi amici e anche alle sue discepole cui qualsiasi donna potrebbe sentire. Non possiamo dimenticare quella ‘donna’ per tutto quello che ha fatto, raffigurando l’identità di multitasking: madre, sorella, amica.

  • Cari, voglio salutare le donne(le sorelle e amiche del gruppo chat delle wonderwomen di via XX settembre) che con il loro servizio di dedizione in questi anni hanno testimoniato la loro fede e amore nel Signore.
  • voglio ringraziare le donne che si affiancano tra di loro in questo momento di isolamento. Un caro saluto in particolare a Chica e Anna, sua cugina di Firenze, che si fanno compagnia mentre aspettano il ritorno a casa di Titti. Cara Titti ti vogliamo bene, siamo felici di sapere che le medicine funzionano  e soprattutto i medici e gli infermieri ti hanno  presso cura e ti stanno prendendo cura in questo tempo. Perciò ti chiediamo di resistere e di non perdere la speranza che hai riposto nel Signore. Coraggio sorella nostra.
  • Ricordiamo Lia Fanfani che è diventata nonna perché la moglie di Joseph suo badante ha partorito una bambina che si chiama Sabrina Lia Furto. Loro sono diventati una famiglia.
  • Ricambiamo il saluto anche di Alba Rocco

Possa essere la nostra riconoscenza e gratitudine ricevuta e donata per proseguire il nostro compito di essere una portavoce della società di uomini e donne capaci di cambiare le mentalità distruttive.

 

Inno 334. 1  “Noi trionferemo” 

 

Rivolgiamo al Signore la nostra preghiera di intercessione con queste parole di Waimalo Wapotro-Nuova Calendonia, p 26, dalla Spalanca la Finestra, raccolta dei testi di fede della Chiesa Universale)

GRAZIE DI AVERCI CREATE DONNE

Signore,

grazie di averci create donne,

madri di figli, madri di padri, madri di nonni, madri di chi parte, madri di chi arriva, e di chi verrà.

Signore,

grazie di averci create donne,

madri di generatrici di vita, madri di creatrici del presente, madri di costruttrici di Avvenire,

madri di custode di vita, madri Legami, madri Alleanza, madri Incontro, madri Incroci, Madri Solidarietà.

Signore, l’una l’altra, siamo create ad immagine di Dio, fa che sempre insieme, camminiamo a fianco a fianco nella tua volontà.

Signore, grazie di averci create donne, custodi di ogni vita, ad immagine del nostro Padre.

Signore ti preghiamo per il mondo che hai tanto amato, ti preghiamo per i membri della nostra comunità che sono malati. Ti chiediamo di avere pietà di loro, di concederli la forza mancata e di guarirli. Ti chiediamo di stendere la tua mano e rialzali dal letto in cui giacciono. Non tardare di porre il rimedio per questa malattia che sta colpendo l’intera umanità. Ti supplichiamo di salvare la vita della mia cugina Remy Ancheta colpita dalla corona virus covid 19 e tutti gli altri che si trovano nella stessa condizione.

Ti chiediamo di darci solidarietà e maggiore comprensione tra i nostri dirigenti che stanno guidando ogni paese.

Perdonaci e aiutaci a cambiare la nostra mentalità che ci porta alla distruzione. Ti ringraziamo per tutti quelli che ci aiutano e ci procurano i cibi quotidiano.  Resta con loro e con noi.

Tutto questo te lo chiediamo nel nome di Gesù Cristo che ci ha insegnato a rivolgerti con queste parole Padre Nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome venga il tuo regno sia fatta la tua volontà come in cielo anche in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non esporci alla tentazione ma liberaci dal male. Tuo è il Regno, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli. Amen

 

Benedizione:

La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre, e la comunione dello Spirito Santo restino a tutti noi, ora e sempre.

 

Vi invito ancora a rimanere in meditazione mentre ascoltiamo la musica dell’inno  294.1 e 4

 

Buona domenica e alla prossima.

 

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