Culto della domenica delle palme

Culto della Domenica delle Palme 5 aprile 2020

 

Preludio(breve intervento musicale)

 

Ci raccogliamo alla presenza del Signore

 Il nostro aiuto è in Dio, fonte di ogni vita, che in Gesù Cristo ci rivela il suo amore di Padre e nello Spirito Santo ci fortifica e ci libera. Amen.

Questo è il giorno che il Signore ci ha preparato;

festeggiamo e rallegriamoci in esso.

O Signore, dacci la salvezza!

O Signore, facci prosperare!

Benedetto colui che viene nel nome del Signore. (Salmo 118, 24-26a)

 

Preghiamo:

Dio di grazia, tu ci hai dato la mente per conoscerti,

il cuore per amarti e la voce per cantare le tue lodi.

Riempici del tuo Spirito così che possiamo veramente amarti e amandoti

possiamo vivere pienamente nel tuo servizio, che è perfetta libertà,

Aiutaci a dirti, oggi e in ogni giorno, l’antico canto della gioia, della speranza,

della fiducia «Benedetto il Re che viene nel tuo nome,

Osanna nei luoghi altissimi». Amen.

 

Inno 48 .1 e 4 “Immensa Grazia”

 

Breve introduzione e saluto:

Oggi, i cristiani si radunano per il culto della domenica delle palme a casa o nei luoghi limitati a poche persone.

Oggi i membri della chiesa metodista di via XX settembre non si sono riuniti nel tempio per celebrare il culto della domenica delle palme. Oggi non ci sono i rami di olivo davanti al tavolo per la santa cena.

Care e cari membri della comunità metodista di via XX settembre, care amiche e cari amici partecipanti in questo culto di lode, di preghiera e di ascolto, vi saluto con il santo bacio e la pace del Signore sia con tutti noi.

Preghiamo:

Guidaci, o Dio, attraverso il tuo Spirito affinché nella tua Parola possiamo trovare la presenza viva del tuo Figlio, il Re e il Messia che nella fedeltà a te si è fatto carico del nostro peccato per la nostra salvezza e per il rinnovamento della creazione. Amen.

<<Siano gradite le parole della mia bocca e la meditazione del mio cuore in tua presenza, o Signore, mia rocca e mio redentore>!> Salmo 19,14

Sermone: Matteo 21,10-11

Care sorelle e cari fratelli nel Signore, tra il racconto degli evangelisti ho scelto per oggi i due versetti, 10 e 11 nel vangelo di Matteo al cap. 21.

“Quando fu entrato in Gerusalemme, tutta la citta fu scossa si diceva: <<chi è costui?>> e le folle dicevano: << Questi è Gesù, il profeta che viene da Nazaret di Galilea>>”.

L’uomo tanto atteso, acclamato come il profeta è finalmente arrivato nella città di Gerusalemme. Sin dall’inizio Egli sapeva il suo destino nei confronti dell’uomo a cui darà una vita migliore.

Immaginiamo la scena presso la porta di Gerusalemme dove tutto il popolo è presente. Immaginiamo la presenza del centurione che chiese a Gesù di guarire il suo servo paralitico. (cfr. Mt. 8,5-13), dei ciechi che acquisirono la vista potendo riconoscere Gesù che li ha guariti (cfr. Mt. 20,29-34; Lc.18,35-43), della donna cananea che gli pregò di guarire la figlia, tormentata da un demonio (cfr. Mt. 15, 21-28), di Zaccheo che si convertì nel suo cuore e decise, in un momento di convivialità con Gesù, di restituire il quadruplo dei beni sottratti agli altri (cfr. Lc. 19,1-10), di Lazzaro che fu resuscitato dalla morte (cfr. Gv. 11,12ss).

Certamente! Tutti che erano stati guariti erano lì presenti per dargli onore e per acclamare il suo nome, il re dei giudei.

Tutti misero per terra i loro mantelli e i rami come segno di gioia e di riconoscenza a Gesù. Così leggiamo nel versetto 9: “Le folle che precedevano e quelle che seguivano, gridavano: «Osanna al Figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nei luoghi altissimi!»”

Che cosa vuol dire? <<Quando fu entrato in Gerusalemme, tutta la citta fu scossa>>.

L’ingresso di Gesù a Gerusalemme, per quanto esistessero divergenze di opinioni sul suo vero significato, fu senza dubbio inteso a rappresentare simbolicamente un avvenimento atteso da Gesù e dai suoi discepoli.

L’avvenimento grandioso era per celebrare con tutta l’umanità la conquista del regno, della Città Santa e del Tempio da colui che era stato eletto da Dio, il figliolo amato e affermare dinnanzi agli uomini la Sua sovranità.

La sua entrata a Gerusalemme era chiaramente per redimere la Città Santa, e dinanzi a Ponzio Pilato di farsi riconoscere ed affermare che Egli è l’unico Re: “<<Sei tu il re dei Giudei? Gesù gli rispose: <<TU LO DICI>>” (cfr. Mc. 15,2)

È molto interessante il fatto che come Egli ha preso una posizione, anche i suoi discepoli avevano assunto una posizione.

Per che cosa? Per essere dalla sua parte? Per difendere la sua causa di essere il Re, il figlio di Dio?

Sì e no, perché alla fine dei conti, si erano trovati dall’altra parte. La prova era così grande che nessuno di loro era in grado difendere il loro maestro, il profeta. Potevano soltanto assistere insieme alla folla, abbandonandolo da solo per portare il peso del peccato dell’incredulità.

La presa di posizione dei suoi discepoli era riferita nell’aiutarlo a prendere in possesso della Città santa, ma quando furono messi alla prova, quando accaddero degli avvenimenti negativi e degli insuccessi erano rimasti scoraggiati e impauriti. Gesù che era così tanto potente da guarire i malati, da rendere possibile l’impossibile, non poteva salvare sé stesso. La presa di posizione di Dio era diversa da quello dei suoi discepoli, egli intendeva il suo sacrificio, dare il re dei giudei nella mano di Pilato il governatore romano della giudea, per il mondo incredulo per compiere le parole profetiche, pronunciate dai profeti dell’AT e del NT per conto suo.

I discepoli erano tutti chiaramente in contrario a ciò che doveva accadere, ma poi il tradimento assoluto è stato manifestato da tutti. “Gli dissero <<Sono forse io?>> ; e Pietro gli disse: <<quando anche dovessi morire con te io non ti rinnegherò>>” – (cfr. Mt. 26,33; Mc.14,66-72)

Nella nostra generazione, quale impressione Egli ci trasmette?

Chi è costui? Quale sarebbe la nostra risposta?

Le risposte di tutti gli “spettatori” che hanno assistito l’evento sono varie, e sono anche per noi. “Che cosa me ne importa? Ho ben altro da pensare”.

Non per nulla, diceva il profeta dell’Apocalisse, il Signore che non sa che aveva a che fare con dei tiepidi e con coloro che non sanno prendere la loro responsabilità. (cfr. Ap.3,14-22)

Chi è costui?

È la domanda che attraverso i secoli è stata lanciata come una sfida.

Chi è costui ai quali il vento e il mare obbediscono?

Chi è costui che si proclama il Re degli uomini?

Chi è costui che ancora oggi in questo mondo straziato (lacerato, tormentato), ma sempre risorgente si presenta come la sola vera risposta, la sola fonte perfetta ed eterna alla quale possiamo dissetarsi?

Fratelli e sorelle, dite vuoi chi è costui.

Se non avete ancora preso una posizione, chi è allora costui nella vostra vita?

Se lo pensate, potete rispondere ed affermare come Pietro disse una volta: “Tu sei il figlio di Dio, A chi ce ne andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna” (cfr. Gv.6,68) – e Tommaso disse: “Mio Signore, Mio Dio”.(cfr. Gv. 20,28)

Care e cari,

oggi è la domenica delle palme. Lo scorso 28 marzo un nostro fratello di chiesa mi ha scritto queste parole su whatsapp:

“Noi stiamo fortunati di vivere in campagna e la quarantena non ci pesa troppo. Quando abbiamo potato gli ulivi avevamo lasciato uno per portare le fronde(rami) per la domenica delle palme. Immagino che per la domenica delle palme la chiesa resterà ancora chiusa. Allora posso portare? Un abbraccio.”

Penso che abbiate già indovinato chi è il nostro fratello di chiesa che mi ha scritto questo messaggio. Italo Grassi che per anni aveva preparato (portato) per tutti un mucchio di rami dell’olivo, gli tagliava per tutta la comunità e che, poi, dopo alla fine del culto ognuno e ognuna ne prende un po’ a casa per tutto l’anno e ciò si ripeteva anno dopo anno. Purtroppo, in questo momento non è stato così. Per l’ennesima volta tutto è cambiato per vigilare la vita dell’intera umanità. Credete che per conservare la vita dell’intera umanità? Ci è stato dato il tempo per un’attesa feconda che a breve porterà una rinascita della vita.

Adesso, non dobbiamo solo abituarci all’idea che il tempo del passato non ci tornerà più, come era prima fino agli ultimi mesi di gennaio e di febbraio, ma è fondamentale ricordare bene anche chi erano quelli che hanno preparato la via verso il Signore, che hanno apprestato i loro servizi per far andare avanti e mantenere il buon andamento della nostra comunità, delle comunità cristiane in generale.

Ognuno di noi dovrà contribuire per rinnovare la chiesa, rimodellandola, ridefinendola rispetto alle sue attività.

Che cosa avete voi preparato per questo culto oltre le vostre presenze? Un ramo sulla porta di casa? Un tappetto davanti alla vostra porta? Un fiore o una pianta per accogliere il profeta che aveva preannunciato ciò che doveva accadere? Rowena ed io abbiamo una pianta con il fiore.

In un’intervista durante la notte ho sentito uno affermare: dobbiamo per ora pensare alla nostra salute e ai nostri affetti personali. Le previsioni di ritorno alla normalità sono poco attendibili.

Dobbiamo riprendere l’insegnamento di vita (più nobile e autentico) che nessuno di noi ha la facoltà di controllare ciò che accade nel mondo, per di più in nessuno modo, anche tra i più potenti, Donald Trump o Boris Johnson, potranno dare una ricetta per eguagliare gli scambi di abbracci e baci, segni di un augurio di riconciliazione e di pace.

l’Italia è messa in ginocchio e sta attraversando un’esperienza di grande lutto dei suoi cittadini, ogni famiglia che ha perso una persona cara senza aver salutato dopo essersi portato via dalla propria casa per non aver superato la malattia, una famiglia che si trova in difficoltà perché nessuno è mai più andato a lavorare.

Un paese è messo in ginocchio. L’emergenza sanitaria del Coronavirus ci prende per i cappelli per guadagnare la vita eterna.

Ieri forse stavamo vivendo una vita spensierata (un vivere meno faticoso), ma oggi, soprattutto, i cristiani non dovrebbero più delegare a qualcuno/a la loro responsabilità nell’assumersi una scelta di posizione che ha origine da quella testimonianza del vangelo in Cristo Gesù, il profeta, il nazareno di Galilea.

Ci sono dei momenti nella vita dell’uomo ed in quella di un credente nei quali non si tratta più di discutere, ma di decidere; non vuol dire che non possa seguire un tempo lungo, anzi infinito, di ricerca, di lotta, e di progresso eterno perché la meta suprema della vita eterna, è Dio stesso, e dei momenti nei quali bisogna sentirsi afferrati come i popolani di Gerusalemme dall’entusiasmo dell’ora, il bisogno di un sì, come dice Gesù, pesare il pro e il contro col senso profondo del valore eterno della vita.

I meschini, gli egoisti, i materialisti, che arretrano dinanzi alle decisioni supreme sono sempre degli uomini con una visione limitata ai quali sono incapaci di sacrificare il presente per l’avvenire, perché non ci credono e non vedono l’avvenire; per questo diceva Gesù che le cose del regno, cioè le cose vere ed eterne, sono nascoste ai savi ed agli intelligenti di questo mondo.(cfr. Mt.11,25)

Che cosa vuol dire per noi oggi sacrificare il presente per l’avvenire(il futuro)?

Ciò che consideriamo che ha un valore nel nostro vivere in quanto ci permette di interessarsi anche ad altri, come il tuo bene è anche il mio.

Credete in Lui? Chi è costui? << Questo è Gesù, il profeta che viene da Nazaret di Galilea>>. Amen.

Confermiamo la nostra fede cantando l’inno 311.1 “Lieta certezza”

 

 Promemoria /informazione

-lunedi 6 aprile dalle ore 17,00 riunione del Consiglio di chiesa via skype

– Culto del Venerdì Santo alle ore 18,00

– Culto di Pasqua con Santa Cena alle ore 11:00. (Se siete d’accordo, vi vorrei suggerire che ciascuno/a prepari un bicchiere di vino, e un pezzo di pane da condividere con i membri della vostra famiglia. Se siete d’accordo subito dopo la frazione del pane e il ringraziamento, possiamo passarli e condividerli insieme sempre con i membri della vostra famiglia. Siete liberi di decidere.

Vi salutano Elio Guarnera, Giovanni Castelli. Loro non hanno l’internet quindi non riescono a seguire il culto in diretta sul sito della nostra chiesa, facebook, e youtube. Elio mi ha ricordato anche del nostro dovere di fare la colletta che potremo sicuramente e tranquillamente compiere tramite un bonifico.

Le coordinate bancarie della chiesa presso Unicredit

Beneficiario: CHIESA EVANGELICA METODISTA DI VIA XX SETTEMBRE-ROMA

IBAN: IT24J0200805203000104384419

Preghiera di intercessione

Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri. (Giovanni 15,16-17)

Signore, spesso ci dimentichiamo che tu ci hai scelti,

come se la tua chiamata potesse lasciarci indifferenti.

Abbiamo poco coraggio e poca iniziativa.

Signore, noi ci riconsacriamo a te come strumenti nelle tue mani. Nulla abbiamo da offrirti se non il nostro desiderio di essere operai nella tua messe, e poiché tu hai scelto le cose deboli di questo mondo, le cose che non sono, hai scelto anche noi che siamo deboli e fragili.

Dacci la passione per l’evangelo di Gesù Cristo, insegnaci ad osare vie nuove e ad essere creativi, perché le persone che tu poni sul nostro cammino giungano a conoscerti e ad amarti.

Dacci il coraggio di confessare il nome di Gesù Cristo con ogni franchezza, sapendo andare anche contro corrente quando è necessario.

Ti preghiamo per tutte le creature umane che faticano per la giustizia, la pace, la riconciliazione tra i popoli, tra le religioni, tra gli stati.

Signore ti preghiamo per tutti i malati, alcuni sono membri delle nostre famiglie, concedili la forza mancata e guariscili. Ti chiediamo di stendere la tua mano e rialzali dal letto in cui giacciono. Non tardare di porre il rimedio per questa malattia di covid 19 che sta colpendo l’intera umanità. Colpiscila perché tu sei il Dio della vita.

Ti chiediamo di darci solidarietà e maggiore comprensione tra i nostri dirigenti che stanno guidando ogni paese.

Ti ringraziamo per tutti quelli che ci aiutano e ci procurano i cibi quotidiano. Resta con loro e con noi.

Tutto questo te lo chiediamo nel nome di Gesù Cristo che ci ha insegnato a rivolgerti con queste parole Padre Nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome venga il tuo regno sia fatta la tua volontà come in cielo anche in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non esporci alla tentazione ma liberaci dal male. Tuo è il Regno, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli. Amen

Inno 311,2.3 “Lieta certezza”

 

Benedizione

Il Signore ci benedica e ci guardi. Il Signore faccia risplendere su di noi il suo volto e ci sia propizio. Alzi il Signore il suo volto su di noi e ci dia la pace. Il Dio della pace sia con tutti noi. Amen. (Numeri 6,24-26)

Buona domenica e alla prossima

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