culto bilungue Seconda domenica dopo Pentecoste

 

Preludio

Invocazione

Dio ci ha fatti membri della sua famiglia, ha fatto di noi la casa di cui Gesù Cristo è la pietra angolare; egli viene a dimorare con noi per mezzo del suo Spirito. Amen.

Saluto

Care sorelle e cari fratelli, buongiorno e buona domenica a tutti voi che siete qui.

Saluto le sorelle e i fratelli che si sono collegati sul facebook della nostra chiesa.

Il nostro legame fraterno e amicizia è stato manifestato virtualmente (ma anche in qualche modo concretamente) attraverso la disposizione di questi strumenti tecnologici. Non lo possiamo dimenticare ed abbandonare quella esperienza.

Inno 163

Nel tempio del Signore,

o Figli suoi venite;

le vostre voci unite

Altissimo a lodar.

 

Signor ti siamo grati

di tutti i doni tuoi.

dimora in mezzo a noi

accresci noi la fe’.

Preghiera

Signore Dio nostro. Ti ringraziamo perché oggi è un giorno santificato da te per noi. Siamo venuti per lodare te insieme alle sorelle e ai fratelli che si trovano a casa.  E tutti noi siamo stati convocati e riuniti dall’opera del tuo Spirito Santo. Ti siamo grati per tutto quello che ci hai donato e ci hai fatto godere in questi giorni passati. I tuoi doni sono le dimostrazioni che tu vivi in mezzo a noi. Ti ringraziamo per il tempo in cui ci hai fatto capire che abbiamo vissuto nel male, e nella solitudine. Sono stati i momenti in cui, in silenzio, abbiamo sentito la tua presenza per accompagnarci, e per farci ritrovare la possibilità di risolvere i nostri problemi quotidiani. Ci siamo sentiti circondati del tuo amore. Ti ringraziamo per averci elargito i tuoi doni, per noi, per i nostri cari e per tutti. Ci hai fatto partecipare anche alla distribuzione di questi beni materiali.

Resta con noi, rimani con noi, perché in questo culto di lode possiamo sentirci riempiti della tua pace. Possa tu superare i nostri limiti di comprensione. Istruiscici la tua parola e la tua volontà. Ora parla tu e noi ti ascoltiamo. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.

Lettura biblica e sermone

Oggi è la seconda domenica dopo pentecoste. Seguendo il suggerimento del nostro lezionario ci porta ad ascoltare un messaggio di vita dal libro degli atti degli apostoli, si chiama anche i loro fatti. La potenza di Dio, si manifesta donando il suo spirito Santo agli apostoli.

Preghiamo: Signore, allontana da noi ogni pensiero che possa distrarci dall’ascolto della tua parola, rendici attenti perché possiamo coglierne la preziosità, la ricchezza e la forza, in modo da portare attorno a noi il tuo messaggio di vita. Amen.

Atti4,32-35
“La moltitudine di quelli che avevano creduto era d’un sol cuore e di un’anima sola; non vi era chi dicesse sua alcuna delle cose che possedeva ma tutto era in comune tra di loro. Gli apostoli, con grande potenza, rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù; e grande grazia era sopra tutti loro. Infatti non c’era nessun bisognoso tra di loro; perché tutti quelli che possedevano poderi o case li vendevano, portavano l’importo delle cose vendute, e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi, veniva distribuito a ciascuno, secondo il bisogno”.

Care sorelle e cari fratelli nel Signore, oggi, vorrei condividere con voi e lanciarvi qualche pensiero che ho potuto trarre dal brano proposto dal nostro lezionario “un giorno una parola”. Ciò nacque dalle esperienze dei primi credenti. Furono dei fatti eccezionali che fecero nella chiesa di Dio allora: gli atti degli apostoli e i fatti, erano le dimostrazioni dell’opera del dono dello Spirito del Signore in loro.

Innanzitutto, la chiesa, membri in costituzione, fu riunito con l’unanimità di anima e di cuore per esprimere, a vicenda, l’amore fraterno. È stata espressa il significato profondo della solidarietà come essi erano in pieno accordo di disporre quello che hanno, frutto del loro essere l’uno per l’altro. Sembrava una vera comunione, l’unità nel vero senso della parola.

Sin dall’inizio, essi individuarono aspetti fondamentali che ha distinto la loro vita di essere credenti; dal loro modo di coinvolgimento, radunando nel nome del risorto Gesù Cristo, che non sembrava più di natura umana, ma frutto dell’opera divina. Non era più un tipo d’associazione o comune formazione di uomini per esprimere la loro solidarietà e per aiutare chi era in difficoltà nella società, ma un’esperienza di fraternità tra persone che con la loro fede in Dio hanno costruito una comunità che ha un obiettivo quello di donare, dare ciò che avevano guadagnato, tutto secondo la loro possibilità che negli anni avevano goduto. Con questo cambiamento di vita, frutto della fede che hanno afferrato dalle predicazioni degli apostoli, si erano disposti per raggiungere l’altro/a per assicurare anche il loro benessere.

Provo stupore a questo atteggiamento, eppure era veramente un frutto della grazia e bontà di Dio attraverso l’operato dello Spirito sulla terra. Il rapporto di amore fraterno si può definire in una frase come dice Giovanni Luzzi commentando il libro degli atti degli apostoli: ”Quello che è mio è tuo”. Atto che si raggiunge, soltanto, tramite l’intervento degli apostoli, gli uomini di Dio.

Dunque, nella chiesa in cui Gesù Cristo era il riconosciuto capo viene riconosciuto due aspetti caratterizzanti:

– Il compito degli apostoli di predicare la resurrezione di Gesù Cristo per la continua conversione degli uomini e delle donne chiamata come una comunità di fratelli.

– il compito dei credenti di risolvere il problema economico di ciascuno/a, segno concreto che dimostra l’amore fraterno in Cristo Gesù. Le evenienze e il bisogno manifestato dai fratelli, venivano risolti attraverso la straordinaria volontà di tutti di mettere insieme quello che avevano in termine di denaro; fatto che nella nostra epoca, raramente succede. Ad esempio il denaro ricavato dalla vendita di una proprietà, veniva messo a disposizione di tutti attraverso la distribuzione proporzionata degli apostoli. Tramite gli apostoli i bisogni erano soddisfatti e i donatori credenti, in questo modo, poterono rispondere alle cose essenziali per la loro vita comune di benessere e di pacifica convivenza nella vita di chiesa.

Guardando da lontano e nello stesso tempo da vicino per fare un confronto alla nostra vita di chiesa penso che la loro motivazione sia stata spinta per la potenza della predicazione degli apostoli. Il messaggio della risurrezione di Gesù Cristo era un impulso che li ha sospinti a pensare che i loro averi potevano essere una soluzione migliore per superare ogni tipo di povertà, concretizzando la salvezza che nella preghiera che Gesù aveva insegnato ai suoi discepoli tutte le richieste troveranno risposta.

Il mettere insieme gli averi dei credenti deponendoli ai piedi degli apostoli in modo tale che potessero servire alla chiesa. Da questo denaro ricavato, una chiesa di molti membri di classe, culture, lingue differenti sperimenterebbe in prima occasione la possibilità di uguaglianza. ”Quello che è mio è tuo”.

L’unione delle chiese metodiste e valdesi in Italia ha un servizio diaconale molto strutturato. È un’impresa seria perché si tratta di predisporre dei servizi diaconali per tutti, sia in Italia che nell’estero; Finanziato dalla cosiddetta l’Otto per Mille, la chiesa riceve indirettamente dai cittadini denari che ogni anno vengono messi da parte dalla detrazione fiscale. I ricavati servono per finanziare dei progetti culturali, delle emergenze umanitarie, delle ricerche, ma non penso che sia la stessa cosa di quello che intende dire il nostro brano, così come anche la diaconia comunitaria che la nostra chiesa ha, può essere soltanto un intermediario, perché i soldi non sono direttamente suoi.

Secondo voi, come si nota la potenza dello Spirito di Dio se non si dimostra la capacità di rialzare un fratello o una sorella che si trova in difficoltà? Come puoi tu dire sei risorto con Cristo se non si vede la dimostrazione della vita rinnovata in te? Come possiamo dire che siamo risorti in Cristo Gesù se continuiamo a dividerci anziché arricchirci dalle diversità dei doni dello Spirito di Dio? Dobbiamo fare mente locale e ricercare in noi i talenti che abbiamo ricevuto dal Signore: “un dono di sapienza, saggezza, dono di guarigione” (1 Corinzi 14). I doni spirituali sono fondamentali.

Da un lato, il fatto economico è un problema di tutte le società fino ad ora, molto più accentuato in questi tempi dal COVID-19.

In ogni comunità di credenti ci sono i ricchi e i poveri. Perciò il lavoro di predicazione e di servizio diaconale sono strettamente connessi. Ci rendiamo conto l’intensità e la debolezza della nostra testimonianza se uno di questi due aspetti viene tralasciato.

Gli apostoli hanno predicato la resurrezione del Signore Gesù. È necessario e primario questo impegno per dare la testimonianza del popolo nascente di Dio in Cristo Gesù sulla terra e poiché la chiesa è nata dalla resurrezione di Cristo dai morti, i popoli nati da questa fede devono vivere e comprendere sempre di Dio, la rivelazione della volontà suprema di Colui che è Il Signore del cielo e della terra.

Per quanto mi riguarda, il mio ruolo come pastora di questa comunità. Ho avuto l’opportunità e la possibilità di disporre i soldi affidati a me da fratelli o da sorelle che volevano aiutare chi si trova in difficoltà. Così, per la fiducia che si è creata tra me e il fratello o la sorella che ha la possibilità di dare una mano, ho potuto conoscere come essere un intermediario in questo momento di emergenza sanitaria dal coronavirus.

Un membro della comunità che affida una somma di denaro al pastore o alla pastora è un segno di fiducia. La fiducia non ha prezzo. Non la si può comprare ma si conquista nel tempo. Se i membri e il pastore o la pastora della comunità costruiscono un rapporto di fiducia, raggiungono l’intento del Signore di far vivere l’amore fraterno e la pratica della giustizia nella solidarietà. Apprezzo, possiamo apprezzare l’intreccio della predicazione e la gestione di denaro nella comunità che il pastore, nella situazione in cui conosce meglio i membri della comunità, potrà gestire perché ne è consapevole del bisogno di ciascuno o ciascuna. Il testo biblico di questa mattina mi ha fatto sentire una gioia immensa di essere stata pastora delle diverse comunità che ancora oggi è in grado di sperimentare questo comportamento divino di solidarietà e di amore fraterno. Però, per essere sempre più trasparente abbiamo anche preferito eleggere nelle nostre comunità un cassiere perché sia lui o lei a raccogliere i denari che servono per l’impegno dell’annuncio della parola e per l’adempimento della missione che si svolge in Italia dai pastori e dalle pastore che ha un costo notevole per la chiesa membri. L’apostolo Paolo esortava la comunità di Corinti con queste parole:

“Nessuno cerchi il proprio vantaggio, ma ciascuno cerchi quello degli altri” (1 Corinzi 10,24)

Popolo del Signore eleva il tuo cuore, apri le tue orecchie.

“Ecco il tuo Signore parla! E si rivolge a te, Egli ti ha scelto per osservare il suo santo comandamento. Non devi rubare il bene dell’altro. Io lo dono a lui, il suo bene è mio. A te non mancherà il necessario, se sarai giusto e benigno”. (Ambrosius Lobwasser)

Voglia il Signore benedire il nostro lavoro missionario in Italia. Amen.

Preludio: strumento musicale

Ang mensahe sa buhay: Gawa 4,32-35 (Ang Pagtutulungan ng mga Mananampalataya)

32 Nagkaisa ang damdamin at isipan ng lahat ng mananampalataya, at di itinuring ninuman na sarili niya ang kanyang mga ari-arian, kundi para sa lahat. 33 Taglay ang dakilang kapangyarihan, ang mga apostol ay patuloy na nagpapatotoo tungkol sa muling pagkabuhay ng Panginoong Jesus.[a] At ang masaganang pagpapala ay tinaglay nilang lahat. 34 Walang kinakapos sa kanila sapagkat ipinagbibili nila ang kani-kanilang lupa o bahay, at ang pinagbilhan 35 ay ipinagkakatiwala nila sa mga apostol. Ipinamamahagi naman iyon ayon sa pangangailangan ng bawat isa.

32At ang karamihan ng mga nagsisampalataya ay nangagkakaisa ang puso at kaluluwa: at sinoma’y walang nagsabing kaniyang sarili ang anoman sa mga bagay na kaniyang inaari: kundi lahat nilang pag-aari ay sa kalahatan. 33At pinatotohanan ng mga apostol na may dakilang kapangyarihan, ang pagkabuhay na maguli ng Panginoong Jesus: at dakilang biyaya ang sumasa kanilang lahat. 34Sapagka’t walang sinomang nasasalat(nangangailangan) sa kanila: palibnasa’y ipinagbili ng lahat ng may mga lupa o mga bahay ang mga ito, at dinala ang mga halaga ng mga bagay na ipinagbili, 35At ang mga ito’y inilagay sa mga paanan ng mga apostol: at ipinamamahagi sa bawa’t isa, ayon sa kinakailangan ng sinoman.

Mga kapatid, ang mga tinalakay ng banal na kasulatan sa aklat ng mga  gawa ng mga apostol, ayon sa muli na naman nating pag-aaral nito, ay napakahalaga dahil sa bunga ng makapangyarihang lakas ng Espiritung banal ng Diyos.

  • Una ang mga tungkulin ng mga apostol(alagad ni Jesu Cristo)  ay upang ipahayag ang mensahe ng muling pagkabuhay ni Jesu Cristo at pagsilbihan ang iglesya sa paraan na ibahagi ang mga salapi na siyang inialay ng mga kapatid sa iglesya upang matulungan ang mga may pangangailangan , pagkatapos na maipagbinta ang kanilang lupain at bahay .  Ang unang kanilang inisip ay ang mga kapatid na nasa situwasyung paghihirap.  Samakatuwid, ang mga nanampalataya ay nag-kaisa pusot isipan upang isagawa ang pagtulong bilang tungkulin pangunahin. Kayat ang mga apostol ay siyang ginamit upang tigapamagitan ng mga mananampalataya : mayaman at mahirap. Sa tungkulin bilang tigapamagitan sila ang naghahati-hati sa mga perang inialay sa kanila para magamit na tulong sa mga mahihirap. Anuman ang nalikom na salapi sa pinagbintahan ay wala na ring silang karapatan pa na hatiin o magtira, sapagkat ito ay sa iglesya na at pwede natin sabihin na gagamitin na ito para sa bahay panalanginan at sa mga tauhan ng Diyos. Kayat sa bahay ng Diyos ang mga taong nanampalataya sa kanya ay tinawag na mga magkakapatid kay Jesu Cristo.
  • Ang Espiritung banal ang siyang nagbigay inspirasyun sa mga may kakayahan na mga kapatid upang tulungan ang mga mahihirap. Ang mga bagong mananampalataya ay tinawag na mga kapatid kay Jesu Cristo kayat napakaganda ang naging turing nila sa bawat-isa. Sila ay tinawag na mga magkakapatid , sila ay membro ng katawan o iglesya ni Jesu Cristo at si Gesù Cristo ay ang pangulo nito.  Ang bawat isang nanampalataya ay nagkaroon ng bagong buhay at anuman ang kalagayan nito, bilang nag-kaisang katawan sila ay tinawag na ring isang pamilya ng Diyos. Kayat napakaganda ang naging uri o anyo ng kanilang pagsasama at  samahan at sila ay nakaramdam ng pagkakatulad o pare-perehong kalagayan at katayuan sa harapan ng mga tao. Ang ibig sabihin ng kanilang relasyon ay tulad ng mga salitang ito : “Ang akin ay iyo na rin/ang iyo ay sa akin”. Ang mga salitang ito ay puspos ng magandang kahulugan sapagkat ipinapakita, na anuman ang pangangailang ng bawat isa ay nabibigyan ng lutas sa kanilang samahan. Sa ganitong intensiyun magkakaroon sila ng kapayapaan, panatag na  samahan at pamumuhay sapagkat sinuman sa kanila ay hindi na matataguriang mahirap o mayaman dahil sila ay iisa na. Mawawala narin ang inggitan sapagkat wala ng nagsasabi na ito ay akin lamang, kundi, ang lahat ay para sa kanila, sa loob ng bahay ng Diyos. May isang bagong pamilya ang mga nananalig sa Amang lumalang sa mundong ito.  Sila ay pinakaisa sa pangalan ni Jesu- Cristo.

Mga kapatid, ang aral sa aklat  ng gawa ng mga apostol ay parang  napakalayo na sa ating mga gawain at damdamin bilang isang iglesya ni Cristo Jesus. Tayoy nagkakaisa sa pagpuri sa amang Diyos na nagbigay o nagkaloob ng lahat sa atin, ngunit parang laging naiisip lamang natin ang ating pansariling kapakanan.

Tayo nakafocus lagi sa ating mga pangangailan at hindi natin napapansin ang mga pangangailangan ng ating mga kapatiran. Kayat angmensahe sa ating buhay ngayon ay napakahalaga dahil    tayo ay tinawag ng Diyos upang ibahagi ang kanyang iginawad na kayamanan, makibahagi tayo at pahagian natin  ng bunga ng ating mga paghahanap-buhay lalo na sa ating mga kapatid.   Ang panahon ngayon ay hindi katulad noon ngunit bilang mga anak ng Diyos huwag nating kalimutan ang gawaing matulungin at pagtutulungan.

Ipadama natin ang pag-ibig at mahabaging loob  ng Diyos sa atin.

 

Kamangha-mangha ang pangyayari ito tungkol sa buhay ng mga unang nanampalatayang mga cristiyano ang kanilang pagiging maalalahanin sa pangangailan ng kanilang mga kapatid.  Pag maitanim sa atin ang kabutihang ito marami ang hindi magdaranas ng kahirapan.

Ang pagtutulungan ng mga magkakapatid kay Cristo Jesus ay nakakaiba sa gawaing panlipunan sapagkat may relasyon na nabuo, nag-kaisa, nabuklod sa pangalan ni Jesu Cristong binuhay muli ng makapangyarihang Diyos.

Ang mga patoto ng mga membro sa iglesya ditto ay nakikita o naipapakita sa pamamagitan ng mga kapatid na italyanong may kakayahan upang tulungan ang mga kapatid na Pilipino para matugunan ang mga pangangailangan ng mga pamilya na nasa Pilipinas: asawa, matustusan ang pag-aaral ng mga  anak na nasa Pilipinas, makabili ng lupa at makapagtayo ng bahay.

Ang gawa ng ispiritung banal ay ibalik sa ating kaiisipan, muwang sa tunay na pakay ng Diyos sa ating mga buhay. Amen.

 

Inno 48: Voglio tutto abbandonare/Ang lahat ko’y inihahandog (Ib)

 

Voglio tutto abbandonare in Tue mani o mio Signor.

Fa di me quel che ti pare, prendi tutto in me Signor.

Prendimi, Signor, prendimi Signor,

a Te voglio consacrare mente, spirto e cor.

 

Ang lahat ko’y inihahandog na may kagalakan

O Jesus, ang puso’t buhay ko ay iniaalay.

Napasasakop, O Panginoon

sa banal Mong kalooban at nilalayon.

 

Raccolta delle offerte

Servire il Signore significa impegnarsi con le proprie capacità, il proprio tempo e denaro. La nostra offerta è un segno di consacrazione: ricordiamoci che Dio ama un donatore allegro.

Come domenica scorsa, trovate due cestini appositi per la colletta, prima dell’uscita di via Firenze 38.

Preghiamo

Nostro Dio e Padre, ti siamo riconoscenti per tutti i tuoi doni e perché ci permetti di dare le nostre offerte, nella consapevolezza che anch’esse fanno parte del servizio al quale ci hai chiamato. Amen.

Annunci

  • 20 giugno alle ore 16,00 culto dell’XI° circuito

 

Lettera della sovrintendente

Care sorelle e cari fratelli,  impossibilitati ad organizzare la consueta Festa delle Chiese dell’XI Circuito, ritenendola anche non consona all’attuale momento, abbiamo però deciso come Consiglio di Circuito di posticiparla come data e di trasferirla sulla piattaforma online Zoom, al seguente indirizzo: https://us02web.zoom.us/j/84236154410

Saremo ospiti della Rivista Confronti, che ringraziamo.

L’appuntamento è per

sabato 20 giugno, alle ore 16, 00

 

sperando nel frattempo di essere usciti dal periodo di emergenza.

Sarà quindi sufficiente “cliccare” sull’indirizzo per entrare, senza password.

Seguirà il programma dettagliato della manifestazione, che avrà la durata di circa un’ora.

Vi abbraccio, fraternamente

Francesca Marini – Sovrintendente

 

  • 21 giugno alle 7,00 Breakfast time
  • 21 giugno alle ore 11,00 Cultobilingue a cura della past. J. Galapon
  • 21 giugno gruppo italocinese si incontrerà a Villa borghese
  • Avete ricevuto la circolare via email. Ci sono i fratelli che hanno scritto delle riflessioni su come hanno vissuto i tempi dell’emergenza sanitaria. Se volete scrivere ancora mandatemela perché sia pubblicata nel mese di agosto e settembre.

Preghiera di intercessione

Care e cari,

prima che rivolgiamo al Signore la nostra preghiera di intercessione, vi leggo ancora qualche versetto dopo il testo della predicazione che ho commentato, per accompagnarci in questa settimana che verrà.

36 Or Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Barnaba (che tradotto vuol dire: Figlio di consolazione), Levita, cipriota di nascita, 37 avendo un campo, lo vendette, e ne consegnò il ricavato deponendolo ai piedi degli apostoli.

5:1 Ma un uomo di nome Anania, con Saffira sua moglie, vendette una proprietà, 2 e tenne per sé parte del prezzo, essendone consapevole anche la moglie; e, un’altra parte, la consegnò, deponendola ai piedi degli apostoli. 3 Ma Pietro disse: «Anania, perché Satana ha così riempito il tuo cuore da farti mentire allo Spirito Santo e trattenere parte del prezzo del podere? 4 Se questo non si vendeva, non restava tuo? E una volta venduto, il ricavato non era a tua disposizione? Perché ti sei messo in cuore questa cosa? Tu non hai mentito agli uomini ma a Dio». 5 Anania, udendo queste parole, cadde e spirò.

Signore Dio nostro, scopriamo che hai tanto da rimproverarci nel nostro modo di vivere come cristiani che sin dall’ora della nascita della chiesa, è una comunità cristiana perché porta il nome di Cristo.

Oggi ci ricordi non solo di questo episodio che tutto ci hai donato e così siamo diventati anche tuo.

Non permettere che continuiamo a mentire noi stessi e soprattutto a te che tu sai tutto di noi.

Chiediamo il tuo Spirito santo che guidi in profondità la nostra vita per scoprire che siamo tuoi, viviamo per te e per essere il prossimo vicino all’altro.

Grazie per le tue parole che ci fanno d’istruzione e d’insegnamento per il nostro cammino di fede verso la scoperta del nostro proprio autentico “Se”.

Essere i tuoi collaboratori di giustizia è un percorso che dobbiamo attraversare, scoprire ogni giorno perché tutti noi possiamo arrivare a raggiungere quella vera solidarietà, fraternità frutto dell’insegnamento di Gesù risorto.

Tienici per mano in questa nuova settimana. Aiutaci ad affrontare la fatica di vivere e di lavorare con un senso e una dignità. Nutrici del tuo amore così ci possiamo amare.

Disponici il tempo e lo spazio per accogliere ogni essere umano come noi per essere di sostegno. E che scopriamo insieme un sostegno reciproco non soltanto quando siamo nella situazione di difficoltà, ma nei momenti di benessere.

Ti chiediamo di donare la forza mancata di chi si trova in malattia fra noi.

In particolare ti preghiamo per nostra sorella Titti Vezzosi che porta il peso della sua malattia fisica. Guariscila. Tu che sei il Signore della nostra vita.

Tutto quello che siamo e quello che abbiamo sono tuo. Perciò facci vivere nella gioia di condivisione come allora che hai chiamato la chiesa ad essere testimone della tua bontà.

Ti chiediamo di benedire il mondo che hai creato e tutti gli esseri viventi perché dia frutto per nutrirci.

Guida i nostri dirigenti perché sappiano disporre i beni materiali che ci sono per il fatto che sei generoso nei nostri confronti.

Tutto questo ti chiediamo per amore e nel nome di Gesù Cristo.

Inno 217: Padre Nostro

Padre Nostro che in cielo dimori,

del tuo Nome esaltiamo la virtù.

Su noi regna, e sia fatto, Signore,

come in ciel tuo volere quaggiù.

 

Oggi il pan cotidiano ci dona,

e le offese rimettici ancor,

come ognuno di noi le perdona

al fratello che gli è debitor.

 

Ci preserva amorevo, paterno

dalle insidie del gran tentator;

Tu sol regni potente ed eterno,

Tu, fedele e glorioso Signor.

 

 

Benedizione

Rimanete in comunione gli uni con gli altri nel nome di Cristo; andate in pace, e lo Spirito diriga i vostri passi perché possiate vivere nella verità.

“La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con tutti voi”.

(2 Tessalonicesi 3,18)

 

 

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