Culto del 17 maggio 2020

Culto per la giornata contro l’omofobia e la transfobia

domenica 17 maggio 2020

 

Brano Musicale “A Dio sia la gloria”

 

Invocazione:

Rallegratevi, fratelli e sorelle, rallegratevi nel Signore.

Egli è vicino  e ci accoglie, ci guarisce e ci rinnova.

Lo Spirito vi riempia di gioia e di speranza. Amen.

 

 

Saluto

Care e cari oggi domenica 17 maggio, celebriamo questo culto di lode al Signore in concomitanza con la giornata internazionale contro l’omo- e trans-fobia cui le nostre chiese sono chiamate a mantenere alta l’attenzione contro ogni atto di discriminazione atto 43 del sinodo 2015 (43/SI/2015).

 

La commissione fede e omosessualità della chiesa Battista, Metodista e Valdese (BMV) e dalla Rete Evangelica Fede e Omosessualità (REFO) ha preparato una liturgia apposita per questa occasione che ne seguiremo.

 

 

Apertura

L: All’inizio era Dio, all’inizio la sorgente di tutto ciò che è

A: All’inizio Dio desiderava, Dio gemeva, Dio era in travaglio, Dio dava alla luce, Dio si rallegrava

L: E Dio amò ciò che aveva fatto. E Dio disse “E’ buono!”

A: E Dio, sapendo che tutto ciò che è buono va condiviso tenne la terra teneramente nelle sue braccia

L: Dio desiderò fortemente la relazione. Dio volle condividere la buona terra con noi

A: E l’umanità nacque dal desiderio di Dio

L: Noi siamo nate, noi siamo nati per condividere la terra

A: E Dio disse: “Voi siete il mio popolo. Voi siete benedette/i”.

Noi siamo benedetti nel nome di Dio. Amen

 

Salmo 139, 1-5

1 SIGNORE, tu mi hai esaminato e mi conosci.

2 Tu sai quando mi siedo e quando mi alzo,

tu comprendi da lontano il mio pensiero.

3 Tu mi scruti quando cammino e quando riposo,

e conosci a fondo tutte le mie vie.

4 Poiché la parola non è ancora sulla mia lingua,

che tu, SIGNORE, già la conosci appieno.

5 Tu mi circondi, mi stai di fronte e alle spalle,

e poni la tua mano su di me.

 

Raccogliamoci in preghiera

Nostro Dio che sei padre e madre siamo riuniti nel tuo nome, ci trovi nelle nostre case, per ascoltare la tua Parola di vita.

Uomini e donne, trans, gay, lesbiche, bisessuali, persone non binarie, giovani e anziani, e tutte/i siamo la  Tua immagine. Benedici questo momento di culto, benedici le nostre vite a volte luminose ed altre buie.

Dio sei più grande della nostra immaginazione.

Dio eri prima di noi, Dio sei con noi,

Dio cammini davanti a noi, sopra e al di là di tutti i confini e i muri di separazione che l’umanità ha costruito.

Rimanici accanto ora e sempre in Gesù Cristo. Amen

 

Confessione di peccato

“Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio.” Efesini 2, 8

Brano Musicale “O Dolce ora di Pregar “

(Momenti di silenzio per la preghiera individuale )

 

Preghiamo

Nostro Dio tu ci conosci e ci chiami per nome

Vogliamo confessarti la nostra paura,

Perché non sempre abbiamo il coraggio di dire verità scomode,

Preferiamo affrontare le bugie anche su di noi;

Perdonaci e accoglici nel tuo abbraccio amorevole,

Insegnaci a non farci trattare con disprezzo, a partire da noi stesse/i,

Sollevaci, rendici forti e ricordaci che siamo parte della tua creazione

E che le nostre vite sono viste da te attraverso la tua grazia.

Ti diciamo tutto questo nel nome di Gesù Cristo nostro salvatore. Amen

 

Perdono

“Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, poiché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte”.

(Romani 8, 1-2)

 

Amiche e amici, ascoltate la buona notizia del Vangelo:

In Cristo, siamo perdonati!

In Cristo, abbiamo vita nuova!

Il passato è finito e tutto è diventato nuovo!

Attraverso il perdono possiamo vivere con coraggio e con gioia! Amen

 

Brano musicale “O dolce ora del pregar”

 

Confessione di fede(lettura alternata)

  1. Non credo al diritto dei più forti, al linguaggio delle armi

alla potenza dei potenti.

A.Credo nel diritto, nella mano aperta, nella solidarietà

nella potenza della non violenza.

  1. Non credo alla razza o alla ricchezza

ai privilegi legati al genere o all’orientamento.

A.Credo che tutti gli esseri umani

siano preziosi agli occhi del Signore e che l’ordine della forza

e dell’ingiustizia in realtà siano un disordine.

P.Non credo di potermi disinteressare

a ciò che accade lontano da qui.

A.Credo che il mondo intero è la mia casa

e che ogni donna e ogni uomo siano mia sorella e mio fratello.

P.Non credo di poter combattere altrove l’oppressione

se tollero l’ingiustizia qui.

A.Credo che la giustizia sia una, qui come altrove,

e che non sono libera/o finché un solo essere umano è schiavo.

P.Non credo che la guerra e l’ingiustizia siano inevitabili

e la pace irraggiungibile.

A.Credo all’azione umile, all’amore a mani nude,

alla pace sulla terra.

P.Non credo al valore della sofferenza

non credo che il sogno delle catene spezzate

e della libertà siano solo un sogno.

A.Credo invece, sempre e nonostante tutto ad una umanità nuova in Cristo.

P.Credo al sogno di Dio stesso: un cielo nuovo, una terra nuova, dove abiterà la giustizia. Amen

(Libera riscrittura della confessione di fede di Dorothee Soelle)

 

Sermone:  Galati 3,28

 

Il testo biblico scelto per la predicazione è tratto dalla lettera di Paolo ai Galati 3, 28 «Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù» preceduto da queste parole (Gal. 3, 26-27): “perché siete tutti figlioli di Dio, per la fede in Cristo Gesù. Infatti(poiché), voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo”.

L’apostolo Paolo ribalta il concetto del popolo di Dio nel dire che i giudei e i pagani, comunità costituita sulla base della fedeltà a Dio, sono insieme oggetti della Sua promessa.

L’Apostolo arriva al nucleo centrale del ragionamento “perché siete tutti figli e figlie di Dio per la fede in Cristo Gesù”. Non guarda più alla Legge come simbolo della propria identità, ma bensì a Cristo.

Ripete incessantemente: “In Cristo Gesù”, “rivestiti di Cristo”, “uno in Cristo Gesù”, “di Cristo”, proseguendo poi con: “non c’è qui né giudeo né greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù”. Questo rivestirsi di Cristo, questo essere uno in Cristo non solo permette di vedere e sognare una nuova realtà, ma permette anche di avere gli strumenti per costruire una nuova realtà, una nuova comunità.

Essere uno in Cristo non annulla le differenze, non appiattisce le diversità, essere uno in Cristo fa crollare i muri, abbattere le barriere, cancellare i confini, essere uno in Cristo esalta la ricchezza dell’essere diversi e diverse.

 

A voi tutti che credete il vangelo nel nome di Gesù Cristo, vi ha raggiunto la salvezza promessa da Dio. Chiunque di voi che crede nella parola predicata, proclamata e annunciata in Cristo Gesù è salvato.  <<Perché Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio affinché chiunque crede in lui non perisca ma abbia vita eterna>>. (Gv. 3,16)

 

Il testo della predicazione per questa mattina, ha ispirato l’iniziativa di promuovere la non discriminazione in vista alla giornata mondiale contro l’omofobia o alla giornata internazionale per il superamento dell’omofobia e transfobia. In memoria di tante sofferenze vissute da molte persone, il Signore ci invita a praticare le nostre preghiere e gli insegnamenti che abbiamo ascoltato per denunciare ogni violenza psicologica, verbale e fisica.

Questo passo biblico nella lettera di Paolo ai Galati riassume la catechesi della fede cristiana. Questa è il punto di arrivo del percorso dei credenti in Cristo Gesù poiché  si chiarisce il piano della salvezza nel patto nuovo di Dio all’umanità.

 

Prima che i metodisti di provenienza straniera arrivassero nelle chiese metodiste e valdesi in Italia, in particolare nella chiesa di via XX settembre, aveva forse meno pensieri, meno problemi di convivenza da risolvere; era costituita e compatta; una comunità metodista italiana consolidata frutto della missione americana e inglese.

La chiesa evangelica BMV con l’arrivo dei fratelli e delle sorelle di diverse nazionalità ha dovuto risvegliare le sue fondamenta, facendo un lavoro di confronto per aggiornarsi. La formazione teologica dei pastori e delle pastore, gli studi dei testi e le loro interpretazioni che sono stati ben definiti hanno dimostrato di aver bisogno di un processo continuo di evoluzione ed emancipazione.

 

L’affermazione dell’apostolo Paolo viene richiamata ai nostri tempi; non c’è qui né italiano, né filippino, né coreano, né cinese, né africano, ma un’unica identità in Cristo. Nonostante le diverse storie di vita, di cultura e di lingua, chiunque crede avrà una vita eterna, unita e in comunione con Cristo Gesù.

Non c’è qui né un collaboratore domestico filippino/una collaboratrice domestica filippina né datore di lavoro italiano, ma soltanto ambasciatori di Gesù nel mondo. Ricordiamoci della nostra unica missione come dice il nostro padre e fondatore del metodismo J. Wesley “Il mondo è la mia parrocchia”.

 

Se analizziamo in profondità questo passaggio biblico, tutto ciò che riguarda la categorizzazione della chiesa come nazione, identità etnica, lingua, cultura, genere può contribuire ad un arricchimento, ma nello stesso tempo discriminante se non tutti gli aspetti dell’identità di una persona e il suo rapporto con la fede è considerata. Un credente cristiano deve essere visto come una persona che fa parte di Uno, membro dello stesso corpo di Gesù Cristo.

Pertanto, da una parte a noi credenti importa quanto viviamo: praticando la nostra fede nel nostro vivere perché il regno di Dio si è avvicinato a noi tutti, è in mezzo a noi perché prevalga la giustizia per il coraggio di far fronte all’impegno di promuovere l’uguaglianza, il rispetto, e l’amore reciproco e con la grazia di Cristo Gesù siamo uniti a perseguire e perseverare senza perdere la speranza. Dall’altra parte siamo chiamati a formare una chiesa che deve far fronte alla sua realtà diversificata per poter crescere insieme, aiutandoci a superare le cause delle divisioni.

 

Il tema del superamento della discriminazione, causati dal genere, in questo caso l’essere trans, gay, lesbiche, bisessuali, persone non binarie,  è un fatto reale di rapporto tra persona a persona e su cui dobbiamo fare attenzione nel nostro modo di vivere. Ci riguarda oggi singolarmente e collettivamente essendo una comunità di credenti in Cristo Gesù. In questi anni, ho avuto delle esperienze personali importanti, che ritengo siano fondamentali nel mio lavoro di cura pastorale. Ho avuto modo di conoscere delle persone omossessuali e lesbiche credenti nelle nostre chiese che sono molto impegnati, dediti nel rendere il loro servizio e il talento per l’edificazione e il bene della chiesa.

Così, il ruolo che svolgo come pastora mi ha permesso di conoscere ancora di più il tema legato tra la fede e l’omosessualità. La mia partecipazione come membro di questa commissione fino all’anno scorso mi ha fatto crescere, ho imparato tante cose belle da loro come esprimere l’umanità, la misericordia verso il prossimo che si trovo nella parte svantaggiata. Nel 2007, un anno dopo che ho iniziato il mio ministero pastorale a Cremona, Mantova e Piacenza, lì ho accompagnato una coppia di fratelli omossessuali, ora è diventata una famiglia. Poi, qui a Roma, come sapete ci sono anche nelle nostre comunità.

Se dovessi mettermi a confronto con i credenti di Galazia la predicazione dell’apostolo Paolo mi permette di fare delle considerazioni su cui tengo a collegarmi con la nostra vita di chiesa oggi.  Prima di fare insieme una riflessione, facciamo una nostra propria personale. Tutti siamo in accordo nell’opera salvifica adempiuta da Cristo Gesù, ma la formazione, l’informazione giusta ci devono arrivare a noi attraverso l’esperienza nella scuola quotidiana di vita, soltanto così la chiesa saprà superare le barriere linguistiche, culturali, sociali.

È bello vedere una comunità multicolore(arcobaleno), rappresentata da persone di diverse nazionalità. Noi vediamo il tempio di via XX settembre, con la componente di metodisti italiani, quelli filippini, e coreani. Da più vent’anni, i filippini e coreani credenti erano arrivati qui ed erano perfettamente parte integrante della chiesa universale così come sono, ma devono praticare una reciproca accoglienza.Gesù nel vangelo di Matteo aveva chiarito ai suoi discepoli che era venuto per adempiere la legge e non per abolirla come egli disse:<< Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire, ma per portare a compimento>>. (Matteo 5,17)

Seguendo questa linea d’insegnamento ‘Cristo e la legge antica’ la venuta di Gesù nato uomo era nello stesso tempo venuto per mettere in pratica la legge di Mosè, la legge di Dio perché il popolo ebraico la seguisse per vivere bene la propria vita in Dio.  La legge dell’amore deve essere incisa nei cuori dei credenti nel nuovo patto, come Gesù l’ha incarnato praticandola. Le tavole di pietre(sono sostituiti di carne) sono i nostri cuori, lì si trova la sede di ogni nostra buona azione/nostro buon sentimento(animo), il frutto dello Spirito: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo, sempre scritto dall’apostolo ai Galati al cap. 5.   Bisogna che qui si insegni la legge dell’amore. Ama Dio e il tuo prossimo come te stesso.  La pratica di amore supera ogni divisione.

 

Come deve essere la chiesa? Ci stiamo impegnando per l’edificazione della chiesa? Qual è la nostra priorità? Siamo in linea con l’insegnamento dell’apostolo ma quando si tratta della nostra convivenza possiamo lavorare ed elaborare la nostra conoscenza reciproca per arricchirci reciprocamente? La nostra fede è nutrita e cresce dalle parole di nostro fratello e di nostra sorella di chiesa?

La parola di Dio è per tutti noi, ci riveste nel nome di Gesù Cristo, ma siccome abbiamo modi diversi di esprimerla siamo chiamati a darla testimonianza secondo il dono dello Spirito Santo. Amen.

Brano musicale “A Te vicin”

 

Preghiera di intercessione

 

Spirito di vita e di amore

Vogliamo pregare per tutte le persone gay, lesbiche, trans, bisessuali, non binarie.

Liberali da ogni paura che li arriva addosso attraverso le parole di odio che li rivolgono, liberali dal peso della violenza psicologica e fisica che cerca di annientarli.

 

Aiutaci a testimoniare la giustizia di genere e di orientamento per tutte le persone. Preghiamo per tutte e tutti coloro che sostengono le loro piccole o grandi conquiste.

Dacci la forza di appoggiarli alla luce della tua parola affinché possa guidarli verso la tua verità e la tua giustizia.

Offri riparo e speranza ai/alle giovani che non ricevono il sostegno dalle proprie famiglie. Fa che in noi ricevano amicizia e cura.

 

Nostro Cristo, che dai vita nuova

riconciliaci tra noi e con te e donaci una visione del mondo

piena di opportunità per tutte e tutti.

Ti preghiamo Dio di misericordia, permettici di vivere questo tempo come un’occasione proficua per riflettere sulla nostra vulnerabilità che si sviluppa attraverso la paura e lo scoramento dinanzi alle avversità; aiutaci, pur nelle difficoltà di questo frangente, a mantenerci solidali e aperti con il

prossimo, non dimenticando tutte le altre grandi tragedie che minano la pace nel mondo.

 

Ti preghiamo, Dio di salvezza, sostienici nel combattere le catene dello sfruttamento e dell’ingiustizia e aiutaci a mantenere salde le catene di solidarietà nell’Europa tutta; ti preghiamo di non abbandonarci alla paura del contagio, ma ancora più al contagio della paura.

 

Apri le nostre menti e nostri cuori. La tua Parola di salvezza guarisca le ferite

di quante e quanti hanno vissuto o stanno vivendo la perdita delle persone care. Dacci le parole per confortare, la sapienza per ascoltare, il coraggio di sentirci uniti.

Permettici di dirti ogni giorno della nostra vita:

Padre nostro

Padre nostro che sei nei cieli

Sia santificato il tuo nome

Venga il tuo regno

Sia fatta la tua volontà

Come in cielo anche in terra

Dacci oggi il nostro pane quotidiano

E rimetti a noi i nostri debiti

Come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori

E non esporci alla tentazione

Ma liberaci dal male

Tuo è il regno, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli. Amen

 

 

Accogliamo la benedizione di Dio, Padre Figlio e Spirito Santo:

Che il Signore apra i nostri cuori al mistero della sua presenza e della nostra chiamata, apra le nostre braccia per andare verso coloro che incontriamo,

ci dia l’intelligenza di prenderci cura di tutta la creazione,

ci dia la saggezza di discernere i segni dei tempi,

ci dia l’umiltà di metterci in discussione e di accogliere pienamente il suo amore.

Che la pace, e la verità dell’Evangelo sostengano la nostra vita e il nostro servizio. Amen

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  • Antoinette Harzo la mamma di Gioele Garone è mancata ieri mattina. Ai suoi figli vanno il nostro affetto e la nostra vicinanza in questo momento di dolorosa separazione dalla loro mamma. Per loro la nostra preghiera, forte della fede in Cristo: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà! (Giovanni 11,25)
  • Chica Vezzosi ci informa del miglioramento della salute di sua sorella Titti. I suoi reni funzionano ora. Speriamo nel Signore che prosegua.  Mandiamo un abbraccio a lei e a Titti da parte di tutti noi.
  • domenica 24 maggio Consultazione metodista online

 

Brano Musicale

Buona domenica a tutte e a tutti.

Culto 10 maggio 2020

 

Quarta domenica dopo Pasqua

 

Brano musicale “Seek ye first /Cercate prima il regno di Dio”

Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia:

le altre cose vi saran donate. Alleluia, alleluia.

 

Invocazione

Il nostro aiuto è nel nome di Dio che ci ha creati, che in Gesù Cristo ci ha salvati, che con il suo Spirito ci raccoglie nella fede e nella speranza e, ora, nell’ascolto e nella comunione. Amen.

Saluto

Care sorelle e cari fratelli nel Signore, buona domenica. Secondo l’anno liturgico oggi è la 4° domenica dopo Pasqua, dopo che Gesù Cristo fu risuscitato dalla morte.

Lunedì scorso è iniziata la seconda fase dell’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di coronavirus, COVID-19. Una parte della popolazione si è avviata a riprendere il lavoro. E per quanto riguarda la celebrazione del nostro culto in via XX settembre, dovremo ancora aspettare un pò.

Salmo 40,1-8

Ho pazientemente aspettato il SIGNORE,
ed egli si è chinato su di me e ha ascoltato il mio grido.
2 Mi ha tratto fuori da una fossa di perdizione,
dal pantano fangoso;
ha fatto posare i miei piedi sulla roccia,
ha reso sicuri i miei passi.
3 Egli ha messo nella mia bocca un nuovo cantico
a lode del nostro Dio.
Molti vedranno questo e temeranno,
e confideranno nel SIGNORE.
4 Beato l’uomo che ripone nel SIGNORE la sua fiducia,
e non si rivolge ai superbi né a chi segue la menzogna!
5 O SIGNORE, Dio mio, hai moltiplicato i tuoi prodigi e i tuoi disegni in nostro favore; nessuno è simile a te.
Vorrei raccontarli e proclamarli,
ma sono troppi per essere contati.
6 Tu non gradisci né sacrificio né offerta;
m’hai aperto gli orecchi.
Tu non domandi né olocausto né sacrificio per il peccato.
7 Allora ho detto: «Ecco, io vengo!
Sta scritto di me nel rotolo del libro.
8 Dio mio, desidero fare la tua volontà,
la tua legge è dentro il mio cuore».

Preghiera:

Signore Dio ti ringraziamo perché oggi ci hai convocati per riascoltare la tua parola di vita. Tu sei il Dio, il Padre di tutti noi, e tutti ci unisci nel tuo amore. Ti sei rivelato a noi, tu regni nella nostra vita, tu operi per farci crescere e che con la tua legge di misericordia trasformi ogni nostra volontà.

Dio nostro, guidaci con il tuo Spirito Santo perché riconosciamo le nostre mancanze e convertici per una prospettiva sempre positiva e migliore. Ogni giorno ti chiediamo la tua presenza. Facci vedere il tuo volto nelle tue opere di giustizia tramite i nostri cuori, le nostre menti, i nostri occhi e le mani.  Sia lodato il tuo nome tre volte santo. Amen.

 

Sermone:

Care sorelle e cari fratelli nel Signore, ancora un buongiorno!

Il capitolo 3 del vangelo di Matteo comincia con la predicazione di Giovanni il battista, egli ha battezzato molti GIUDEI nelle acque del fiume Giordano, compreso il Messia, il Cristo Gesù, portando l’annuncio che sarebbe stato uno più forte di lui.

Ora leggiamo dal vangelo di Matteo 4, 12-17 l’inizio dell’attività di Gesù a Capernaum e, queste parole sono anche scritte in Marco 1,14-15 e Luca 4,14-15.

“Gesù, udito che Giovanni era stato messo in prigione, si ritirò in Galilea.
E, lasciata Nazaret, venne ad abitare in Capernaum, città sul mare, ai confini di Zabulon e di Neftali, affinché si adempisse quello che era stato detto dal profeta Isaia.
: «Il paese di Zabulon e il paese di Neftali, sulla via del mare, di là dal Giordano, la Galilea dei pagani, il popolo che stava nelle tenebre, ha visto una gran luce; su quelli che erano nella contrada e nell’ombra della morte
una luce si è levata
». Da quel tempo Gesù cominciò a predicare e a dire: «Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino»”.

O Dio santificaci nella verità, la tua parola è verità. Amen.

 

Il testo della predicazione per questa mattina non è quello che ha proposto il nostro lezionario, ma l’ho scelto prendendo in considerazione il ricordo dell’inizio della attività di Gesù a Capernaum perché è interessante capirlo dal punto di vista di un lettore credente. Leggere questi versetti in questo tempo, dopo l’evento della resurrezione, dopo Pasqua permette al lettore di fare due considerazioni.

La prima risale all’inizio del ministero di Gesù nella città di Galilea, che dopo aver ricevuto il suo battesimo nel fiume Giordano da Giovanni, era stato messo in prova dalle tentazioni del diavolo.

La seconda è la rilettura dell’attività di Gesù insieme ai suoi discepoli dopo la sua risurrezione come disse nel vangelo di Marco 16, 5-7: “un giovane seduto a destra, vestito di una veste bianca,… Egli li disse: <<non vi spaventate! Voi cercate Gesù il Nazareno che è stato crocifisso; egli è risuscitato, non è qui; ecco il luogo dove l’avevano messo. Ma andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea; la lo vedrete, come vi ha detto>>”

La missione di Gesù nei pagani è andare in mezzo a loro. Questo popolo è senza Dio e non fa parte del quello eletto, i giudei, ma Dio ha voluto che il regno si avvicinasse anche a loro che non lo conoscono, e che attraverso Gesù possano essere illuminati e salvati dall’annuncio della Parola del Signore, acquisendo la vita eterna nella loro conversione.

Ravvedetevi significa convertitevi perché il regno dei cieli è vicino. La predicazione di Gesù sin dall’inizio nel contesto pagano è la salvezza estesa al mondo intero. Ciò è l’adempimento della profezia dal libro del profeta Isaia ai capitoli 8,23 e 9,1.

Il regno di Dio è vicino. Secondo il professore emerito Douglas R.A. Hare del Nuovo Testamento di Pittsburgh, commentando questo vangelo di Matteo con questa espressione: “E’ vicino” che spesso si riferisce a una vicinanza temporale più che spaziale; siamo giustificati se vediamo nel regno dei cieli un “allusione” della completa instaurazione del governo di Dio.

Pertanto, vorrei che oggi ci ricordassimo che nella predicazione di Gesù, il significato profondo del regno di Dio è legato al contesto in cui si compie la sua volontà nel credente. Nel regno di Dio del NT si compie la giustizia.

Per noi protestanti evangelici, questo è importante ricordare. Dio, attraverso Gesù si è avvicinato a noi e ha istituito sulla terra qualcosa di più grande del tempio: il suo regno. Il tempio, come nell’AT, e il regno di Dio non coincidono più. Dio lo ha abbandonato perché è diventato troppo piccolo e ha invece cominciato qualcosa di più grande, qualcosa che ha dato una grande svolta nella sua relazione con l’uomo. Questo è cuore della predicazione di Gesù.

“Il regno di Dio è vicino”: Gesù rammenta che è in mezzo a noi. Gli incontri tra Dio e l’uomo possono avvenire anche senza la mediazione del tempio. Certamente, non è affatto facile, al tempo di Gesù sfuggire al fascino del tempio, ma nemmeno ai nostri tempi. Il nostro tempio, per esempio, è grande e ha delle belle e preziose vetrate, lo si vede da lontano così imponente, e questo suscita in noi la percezione della presenza di Dio. “Dev’essere lì, Dio, dove sono tutti quei sacerdoti e pastori, quei colori, quelle preghiere, quei cantici  e offerte: sì, è lì che dev’essere Dio!”

Prima che ritorniamo a radunarci nel nostro tempio, chiediamoci: è davvero così?! Ci si può domandare seriamente se il tempio sia tornato al centro della visione di molti cristiani, non solo i cattolici ma anche noi protestanti evangelici, invece di concentrarci ad occuparci del regno di Dio. Il regno di Dio che ha predicato Gesù non è attraente. A prima vista non lo si nota affatto. Il regno è nascosto. Non si odono canti, forse soltanto gridi d’aiuto(suppliche) . Il regno è nascosto in seno alla storia. È piccolo, come il seme di senape, il più piccolo seme della terra.

Nel vivere compiendo la volontà del Signore stiamo lasciando che Egli regni nelle nostre vite. Il regno di Dio è da costruire ogni giorno con il continuo ravvedimento e conversione, ma con il nostro impegno di preservare l’edificazione del corpo di Cristo.

La profezia del profeta Isaia nei versetti 15 e 16 testimonia che Gesù era là nel <<la Galilea dei pagani>> ovvero la << Galilea delle nazioni>>. Ci sono ancora tante nazioni, dei luoghi tenebrosi, che tuttora hanno bisogno di essere illuminati attraverso la nostra testimonianza della Parola viva del risorto. Il prof. Fulvio Ferrario il decano della Facoltà valdese di Teologia nel suo intervento sul tema della diaconia ha detto: “<<dacci oggi il nostro pane quotidiano>> nonché la madre di ogni preghiera”.  A questo proposito Lutero ha commentato che non ci stanchiamo mai di fare questa richiesta al nostro Dio perché ogni giorno abbiamo bisogno il cibo, gli abiti, l’aver una buona salute, l’aver dei buoni vicini in casa e via di seguito.

In questi giorni, oltre al problema dell’emergenza sanitaria che il nostro governo sta affrontando, ha messo anche in rilievo la situazione drammatica dei lavoratori migranti che devono essere messi in regola. I braccianti della terra, i clandestini, ma non solo, ci sono anche le colf e badanti filippini come nella nostra comunità che, non vi nascondo, fanno parte della mia preoccupazione, oggetto della preghiera. Quando si parla del pane quotidiano, si tratta di tutto. A causa del pane, molti sono disposti a rinunciare la loro libertà, non importa la quantità del pagamento o la ricompensa al lavoro, viene messo in gioco prima come calmare il brontolio (crampo)dello stomaco, il desiderio di mangiare, insomma il bisogno di sentirsi(essere) saziato. Quando la fame scatta, l’uomo è in grado di fare qualsiasi cosa, deve subito agire anche a discapito di essere sfruttato e maltrattato da coloro che hanno il “potere”.

Lo scorso, 1° maggio, ho visto un film che si intitolava “pane e libertà” diretta da Alberto Negrin, (Pierfrancesco Favino interpreta il grande sindacalista, il primo a organizzare uno sciopero per i diritti dei contadini) e che mi ha fatto ripensare che in ogni epoca esistono sempre gli svantaggiati e gli sfortunati che per nessuna spiegazione si trovano lì, in quelle condizioni.

Noi, come credenti e cristiani possiamo lavorare, con la nostra volontà, nel dare voce a coloro che non ne hanno e praticare la giustizia. Come dice un canto: Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia: le altre cose vi saran donate. Alleluia, alleluia. Cerchiamo prima il regno di Dio e la sua giustizia : le altre cose ci saran donate. Sia lodato il Signore.

Il vangelo di Matteo mette in risalto l’aspetto del carattere identitario di Cristo Gesù venuto con autorità perché predichi il ravvedimento, la conversione per far abitare il regno di Dio.

L’identità autoritaria di Gesù è la dimostrazione della sua responsabilità assunta nel compiere la volontà del Dio Padre e nello stesso tempo non è potere di coercizione, ma manifestazione della misericordia di Dio. In questo tempo del corona virus, il paganesimo e l’idea della morte senza speranza è prevalsa, è prevalsa l’incredulità.

La morte di molta gente è stata un lutto per l’intero paese, ma dobbiamo rammentare che Dio, fonte della luce, ci aiuta a recuperare la nostra vita e salute per essere motivata con positività. Tutto ciò di positivo per noi dopo questa fase, riprendiamoli e lasciamoli essere guidati dallo splendore del volto di Dio.

Care e cari, In questa settimana ho avuto delle notizie di guarigione: un esempio che mi ha fatto sentire un’immensa gioia è che finalmente una mia cugina ha superato la malattia del COVID-19. Ora è a casa. Lei mi ha detto di aver visto in ospedale le persone che morivano e quella sua esperienza è una delle testimonianze di rinascita.

Ci sono i fratelli e le sorelle della nostra comunità che aspettano e sperano nel Signore per le guarigioni dei loro cari e ci uniamo a loro nella preghiera: Chica e Laura per la loro sorella Titti; Giovanni e Mireya per il loro figlio Brian; e altre situazioni ancora di malattia che voi conoscete più di me. So che non tutte le informazioni passano a me. Pertanto, siamo chiamati a invocare l’aiuto del sorgente della vita.  Possa il Signore aiutarci a diffondere nelle nostre parole e azioni la misericordia e non il sacrificio.  Amen.

Brano musicale  “I need thee every hour/La tua presenza brama

La tua presenza brama quest’alma o Salvator;

Te sol domanda e chiama il debole mio cuor.

 

Non sol giorno un’ora, vo’star lontan da Te;

Gesù, vieni e dimora ognor vicino a me.

Preghiera di intercessione

Dio nostro, prima di separarci, ti preghiamo per coloro che, fra noi, stentano a riconoscere i tuoi benefici, i segni del tuo amore: per quelli che sono e si sentono più soli; per quelli che non trovano un lavoro, o che ne hanno trovato e devono svolgerne uno nel quale non si sentono contenti e interessati; per i malati, e per quelli che sono in ansia per i loro malati. E ti preghiamo per coloro che attraversano un periodo sereno, forse soddisfatto, nei vari aspetti dell’esistenza: ti preghiamo perché non siano ciechi e sordi a coloro che sono inquieti, disperati, amari, dubbiosi, e hanno umanamente ogni ragione di esserlo. Tu sei il Dio, il Padre di tutti noi, e tutti ci unisci nel tuo amore: ci sia dato di viverlo nello scambio fecondo, dato che hai fatto di noi la tua famiglia. E dovunque, attorno a noi, si offrono occasioni di condividerlo, fa’ che sappiamo coglierle. Resta con noi, tienici con te: lo hai fatto in Gesù Cristo, continua a farlo.

Tutto questo riassumiamo con la preghiera che Gesù ci ha insegnato:

Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome venga il tuo regno sia fatta la tua volontà come in cielo anche in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non esporci alla tentazione ma liberaci dal male. Tuo è il Regno, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli. Amen

 

Benedizione

Quello che importa è l’essere una nuova creatura. Su quanti cammineranno secondo questa regola siano pace e misericordia. La grazia del nostro Signore Gesù Cristo sia con il vostro spirito.

(Galati 6, 16.18)

 

Saluti/annunci

– Tanti Auguri alle mamme!

Giulio Maisano saluta tutti voi. Nel mese di gennaio aveva fatto un suo tour nelle filippine mentre il Taal Volcano era attivo. Per questo fatto nessuno si lamentava, così si era stupita del comportamento silenzioso del popolo. Il Signore vi accompagna in questa settimana che verrà.

–  oggi domenica 10 maggio alle 15 per la Zoom Worship, in collaborazione con il Centro Studi Confronti. Sulla pagina Facebook  potete trovare tutte le informazioni per accedere all’incontro.

-Mercoledì  13 maggio alle ore 20,30  Studio biblico in italiano a cura della past. Hiltrud Stahlberger. Ancora, un grazie di cuore a Antonella Varcasia per averlo condotto egregiamente.

-sabato 16 maggio alle ore 16,00 studio biblico in tagalog al posto di giovedì perché gli altri possano partecipare.

CONTRIBUZIONI E COLLETTE DOMENICALE: potete tenere da parte ogni domenica la vostra colletta e la contribuzione mensile. Potrete poi darle tutte insieme quando ci sarà possibile ritrovarci o, se preferite, potete fare un bonifico bancario utilizzando questo

IBAN: IT24J0200805203000104384419

 

Brano musicale “He leadeth me/ Egli mi guida

 

Buona domenica a tutti/e.

 

 

 

Culto domenica 3 maggio 2020

Brano musicale “It is well”

Invocazione: Nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo. Amen.

Saluto:

Care e cari, anche in questa domenica il nostro Signore Gesù ci ha raccolti insieme virtualmente. In questo modo abbiamo mantenuto il nostro appuntamento d’ascolto e di riflessione della sua parola, fonte della nostra speranza.

Contando bene, oggi è già la nona domenica che facciamo il nostro culto a casa. Mi vedete, ma non vi vedo però sono sicura che la nostra comunione fraterna è confermata attraverso lo Spirito Santo del Signore. Così sia.

Preghiera

Signore Gesù, da chi ce ne andremo? Tu che hai parola di vita.

Vogliamo dimorare in te, noi abbiamo bisogno di vivere in comunione con te.

Voglia tu darci la volontà di rimanere in ascolto e innestato nella tua parola. Donaci la tua forza vitale, fa che la tua parola dia un buon frutto alla nostra vita, prodotto dalla fatica che tuo Padre ha investito per insegnarci come vivere in questa terra. Amen

 

Lettura biblica: Giovanni 15,1-8

 “Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo. Ogni tralcio che in me non dà frutto, lo toglie via; e ogni tralcio che dà frutto, lo pota affinché ne dia di più. Voi siete già puri a causa della parola che vi ho annunziata. Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me. Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano.  Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli”.

O Dio, santificaci nella verità: la tua parola è verità. Amen.

 

Sermone:

Gesù indica una vite ai suoi amici e dice:

<<Questo sono io!>>

la vite penetra profondamente nel terreno con le sue radici, intrecciate a quelle di altre piante.; si erge spandendo i suoi tralci carichi di grappoli di uva.

<<Mio padre- dice Gesù- è l’agricoltore>>

Questo termine significa, letteralmente: colui che lavora la terra.

La vite cresce dalla terra, e Dio è colui che ci lavora.

<<E voi – dice Gesù a chi l’ascolta -siete i tralci>>

Ossia, la parte della vite su cui pendono e maturano i grappoli: il risultato del lavoro compiuto da Dio sul terreno.

È per questo che devo lasciar passare la linfa che produrrà frutti. Non devo essere di ostacolo alla vite, nella quale sono innestato, e permettere invece che la linfa trasmetta la sua forza vitale perché la vite possa portare frutto.

Mio Padre è l’agricoltore. Queste parole non anelano a una spiritualizzazione della fede né esprimono il desiderio di una fuga dal mondo, ma sono piuttosto radicate in maniera forte, sana, e salda nella concretezza della vita. Esprimono la fiducia in quella forza che la vita ci dona e da questa fiducia proviene la certezza che la nostra fatica quotidiana porterà frutto.

Frutto che è opera di Dio. È una cosa buona, dunque, accettare la giornata con tutta la sua fatica.

Piano piano entro attraverso la mia immaginazione, di capire come avrebbe fatto il proprietario della vigna.  Di sicuro, come ci viene descritto sopra, è un lavoro faticoso. Un vignaiolo deve essere uno che possiede una qualità di dedizione, passione per la sua amata terra perché poi a suo tempo, frutto della sua fatica, ne raccoglierà in abbondanza.

Il paese della mia provenienza, le Filippine, è una terra d’agricoltura, dove però la coltivazione della vigna si pratica in maniera molto riduttiva, forse poco, quasi niente. In essa piantano riso, mais, arachidi, zucchero di canna che dopo aver fatto tutto quello necessario, non occorre più altro impegno se non dare l’acqua e fertilizzante fino all’arrivo della mietitura.

Qui in Italia ci sono, invece, tanti vigneti e così mi rendo conto per l’agricoltore che si dedica alla monocoltura della vite il lavoro è molto più faticoso perché  deve mantenere la potatura dei tralci, pulire e togliere quelli che non daranno frutti. Il vignaiolo deve avere l’abilità di saper riconoscere quali sono quelli da togliere per dare spazio agli altri nel crescere e avere dei frutti. Questo grande impegno, la necessità di avere un ampio terreno, e le condizioni climatiche condizionano, il fatto che nelle Filippine si mangiano le uve che sono spesso importate dagli altri paesi e sono molto costosi, motivo che spiega ulteriormente, l’utilizzo del succo di uva, al posto del vino durante la Santa Cena.

In Italia, ci sono tante vigne, di conseguenza ci sono tanti tipi di vino, e il problema dunque non si pone nel celebrare la Santa Cena. Se fossi rimasta solo nelle Filippine, non sarei riuscita a constatare questa diversità.  La nostra comunità è una fonte molto ricca di tante conoscenze per la presenza di diverse culture, cerchiamo di mettere a frutto questo vantaggio.

Invito i fratelli filippini e italiani di trovare un momento per uno scambio di conoscenza sulle proprie culture e tradizioni. Non dobbiamo fermarci solo su una cosa, impariamo ad essere curiosi su cose nuove e a confrontarci. Speriamo che il Signore ci conceda presto il nostro prossimo incontro di fraternità nella nostra amata comunità.

Care sorelle e cari fratelli, in questo brano viene anche sottolineato l’importanza del “dimorare” (stare, rimanere, abitare, viverci) attraverso l’illustrazione della relazione fra padre, figlio e discepolo in piena comunione. Il vignaiolo non è altro se non il Padre. La vite è il Figlio, mentre il tralcio è il discepolo.

Nella Sacra scrittura la parola ‘dimorare’ viene usata in diversi contesti, indicando un luogo ad es. Sion, oppure una sede ad es. il cuore, la mente, le persone.

Il credente e Dio dimorano insieme per mezzo della Parola. Dio è nel credente mentre egli legge la sua Parola. I credenti nel tempo e nello spazio dimorano insieme nel leggere la parola di Dio. Gesù ha insegnato ai suoi discepoli quanto è importante dimorare nell’amore e nella parola di suo Padre. Dio è con noi, in noi e per noi.

 

Care sorelle e cari fratelli nel Signore, oggi ci ricorda l’evangelista il lavoro del vignaiolo-agricoltore. Il dimorare ci ha fatto tanto riflettere nei giorni subito dopo il lockdown. Rimanere a casa, potrebbe essere all’inizio difficile per chi è abituato ad andare a lavorare, ma poi ci ha fatto riflettere quanto abbiamo bisogno di stare a casa per coltivare i nostri affetti personali, rapporto padre, madre, e figlio/a.

La vita del Figlio, la vite, così come del discepolo, il tralcio, sono nelle mani del padre vignaiolo. È necessario il controllo del vignaiolo perché lasci soltanto quelli che rimangono intatti alla vite, permettendo di vivere in sintonia, perciò la richiesta che il discepolo rivolge, parte dalla consapevolezza che tutto quello che chiede, avviene secondo la volontà del Padre.

Sia ringraziato Dio che dona dei doni spirituali perché sappiamo farli fruttare con sapienza e poi donarli ad altri perché ama far guadagnare per il bene di tutti. Noi evitiamo di sprecarli tenendoli solo per noi stessi.

Questa è la volontà di Dio nostro Padre. Amen.

 

Dopo il brano musicale farò un breve sermone in tagalog sullo stesso testo.

Brano musicale “You raise me up/ Tu mi porti in alto”

Ang magandang balita  na ating pagbulaybulayan sa oras na ito ay matatagpuan sa evanghelyo ni Juan kabanata labin-lima talata mula  isa hanggang walo.

Naway basbasan ng Diyos ang ating pandinig upang maunawaan natin ang sinasabi at pinatutunayan ni Jesus na siya ang tunay na ubas.

Juan 15,1-8  Ako ang tunay na Puno ng Ubas

1 “Ako ang tunay na puno ng ubas at ang aking Ama ang tagapag-alaga. Inaalis niya ang bawat sangang hindi nagbubunga, at kanya namang pinuputulan at nililinis ang bawat sangang nagbubunga upang magbunga pa nang lalong sagana. Nalinis na kayo sa pamamagitan ng salitang sinabi ko sa inyo. Manatili kayo sa akin at mananatili din ako sa inyo. Hindi magbubunga ang sangang hindi nananatili sa puno. Gayundin naman, hindi kayo magbubunga kung hindi kayo mananatili sa akin. “Ako ang puno ng ubas at kayo ang mga sanga. Ang nananatili sa akin, at ako sa kanya, ang siyang nagbubunga nang sagana, sapagkat wala kayong magagawa kung kayo’y hiwalay sa akin. Ang hindi nananatili sa akin, gaya ng sanga ay itinatapon at natutuyo. Ang ganoong mga sanga ay tinitipon, inihahagis sa apoy at nasusunog. Kung nananatili kayo sa akin at nananatili sa inyo ang aking mga salita, hingin ninyo ang anumang nais ninyo at matutupad iyon para sa inyo. Napaparangalan ang aking Ama kung kayo’y masaganang nagbubunga at sa gayon kayo’y magiging mga alagad ko.

Mga kapatid noong nakaraang lingo ating pinagbulay-bulayan kung ano ang ginawa ni Jesus bilang isang mabuting pastol. Ang kanyang katangi-tanging ginawa ay inialay ang kanyang buhay sa kanyang mga tupa, ang mga alagad.

Ngayon sa linggong ito ating narinig muli kung sino siya, at tinawag niya ang kanyang sarili na isang tunay na puno ng ubas.

Ang kanyang ama ay isang parang magsasaka na siyang nag-aalaga sa kanya at sa kanyang mga sanga. Tayong mga alagad ay mga tulad ng mga sangang ito na pinuputulan, nililinis niya at ito ay nararapat na gawin  upang tayo ay magbunga pa ng mas marami. Tayo ay nakadipende sa puno ng ubas at higit sa lahat sa amang nagbibigay ng masustansyang pagkain na galing sa matabang  inang lupa.

Ang ubas ay napakasarap para sa atin at alam natin na dito lamang sa Italya natin ito nakakaing katulad ng mga pangkaraniwang pagkain. Hindi siya special dito kundi pagkaing normal lamang tulad ng mga pagkaing ibat-ibang klase. Salamat sa Diyos sapagkat isa sa mga katutuhanan na dito sa Italya ating natikman ang mga mas masarap na pagkain. Dito natin nanamnam ang pagkaing mas malasa. Kayat napakapalad natin, kahit tayo’y naghihirap at napapagod, nagtitiyaga upang makapaghanap buhay at may ibili ng pagkain para tayo ay mabuhay na mabuti, maayos at may lakas ang ating mga katawan, kayat sa dahilang ito  tayo ay hindi  magkakasakit at hindi nagkakasakit. Kung tayo ay kumakain ng mabuti ang ating kawatan ay makakalaban sa anumang sakit dahil ang Diyos ama ay kanyang ibinigay lahat ang pagkain para sa ating kalusugan at ikabubuti.

Kayat sa pamamagitan ng sinabi ni Jesus na siya ang puno ng ubas, tayo ang kanyang mga sanga, at ang kanyang ama ang siyang tagapag-alaga ay iisa lamang. Ang ibig ipakahulugan nito ay siya rin ang garansya(tumitiyak) na hindi tayo magugutom, hindi tayo pababayaan dahil tayo ay nakaugnay sa kanilang dalawa.

Ang ating pagkain ay lubos na sagana sapagkat mayroong tagapag-alaga sa atin. Tayo’y napakapalad dahil sa katulad ng ubas na ito ating nakakain hanggang  gusto natin. Itoy may kahulugang napakalalim, ang ating pagkaing materyal at spiritual ay ramdam natin na ito ang bumubusog sa atin. Tayo ay ganap na busog.

Ngunit tulad ng sinabi ko sa sermon ng italyano mahirap ang trabaho ng isang magsasaka, bilang may-ari ng isang ubasan tungkulin  niya ay walang tigil na pagsubaybay sa kanyang pinakamamahal na lupain at kaisaisang anak, ang tinaguriang puno ng ubas.

Kung tayo ay mga inihalintulad bilang kanyang  mga sanga, mayroon tayong mga dapat na tanggapin, na itoy makatutuhanan, na tayo ay nabigyan ng sapat na pangaral tungkol sa buhay, ng isang cristiyano, ngunit kailangan pa rin na ang Diyos ama ang siyang magpatuloy na magpalaki sa atin sa pamamagitan ng ating patuloy na nakasanib sa kanyang anak. Nakasalalay sa kanyang mga kamay ang ating kabutihan at ikaliligtas.

Dahil ang Diyos ama ay tinukoy, inihambing  na isang magsasaka nakikilala nating lubos kung gaano niya ipinakita sa atin ang kanyang pasensiya, paghihintay ng tamang oras upang tayo ay magbunga at ito ay dahil siya ay may tiwala na sa pagdating ng panahon siya ay makakatikim ng bunga ng kanyang ginawang kabutihan para sa lahat ng mga naniwala.

 

Ang ating comunyon at  pagiging isa sa pangoon at isang regalo at ang   alagad na nananatili sa puno ng ubas ay hindi kailanman nawawalan ng pagkain. Ang kanyang buhay at kapakanan ay laging nasa puso ng ama bilang isang may-ari sa lupang mataba na nagbibigay bungang sagana para sa kanyang kaluwalhatian  at sa marami pang mga tao. Hawak ng ama ang buhay ng anak kayat pati rin ang buhay ng isang alagad.

 

Pag hindi natin panghawakang mabuti  at  seryusuhin  ang ating pananampalataya, tayoy mabibilang sa mga puputuling sanga  dahil wala tayong maibubunga,  itatapon, at susunugin sapagkat wala tayong kabuluhan, tayoy tiwalag, walang kaugnayan ayun sa kanyang paningin. Ang Diyos ang mabuting magsasaka na  nakamasid at nakakaalam ng lahat ng bagay para sa ating kapakanan.

Wala siyang katulad dahil siya ay matapat  sa kanyang mga pangako.

Naway magsilbi ang mga salitang ito upang ating mapagbulaybulayan na kung wala tayo kay Jesus, wala rin tayong saysay. Amen

 

 

Santa Cena/Comunione

<<Ecco, Io sto alla porta e busso, se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui(lei) e cenerò con lui(lei) ed egli(ella) con me>> (Apoc. 3,20). Marana tha!<<Signore nostro, vieni(Apoc. 22,20).

 

Sì, vieni Signore tu sei il nostro ospite gradito.

 

Ascoltiamo ora l’istituzione della Cena del Signore secondo l’apostolo Paolo:

Istituzione:

Poiché ho ricevuto dal Signore quello che vi ho anche trasmesso; cioè, che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane, e dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me».

Nello stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne berrete, in memoria di me».

Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.

(1 Corinzi 11,23-26)

Attraverso la parola che abbiamo ascoltato, vogliamo rinnovare la nostra consapevolezza di essere in comunione con Cristo Gesù. Dimoriamo in lui con la sua parola perché è ciò che ci salva. Come la scorsa volta, ognuno ha preparato il pane e il vino per servire i membri della famiglia, ricordando queste parole mentre li diamo: Gesù è risorto per noi.

 

 

 

Frazione

IL PANE CHE SPEZZIAMO

È LA COMUNIONE CON IL CORPO DI CRISTO

CHE È STATO DATO PER NOI

 

Ang tinapay na ating pinaghati-hatian

ay tanda ng ating pagkakaisa sa katawan ni Cristo.

(Nome …Gesù è risorto per noi)

 

IL CALICE DELLA BENEDIZIONE

PER IL QUALE RENDIAMO GRAZIE

È LA COMUNIONE CON IL SANGUE DI CRISTO

CHE È STATO VERSATO PER NOI

 Ang kopa ng basbas

dahilan  ng  ating pagpapasalamat

ay tanda ng ating pagkakaisa sa dugong ibihos ni Cristo sa krus.

(Nome…Gesù è risorto per noi)

 

Rendiamo grazie a Dio per Gesù Cristo nostro Signore benedetto:

Colui che non ha conosciuto peccato è stato fatto peccato per noi.

 

Ti ringraziamo, Signore, di esserti donato al mondo in Gesù Cristo,

di averci uniti fra noi spiritualmente  con il legame del tuo amore,

di renderci testimoni verso tutti della tua opera di salvezza. Amen.

 

 

Signore, vogliamo vivere la tua comunione. Lascia che la nostra visione si allarghi, di modo che possiamo riconoscere sempre nuove sfide, nuovi spazi dove ci chiami a operare. Amen.

 

***

Beato è colui che rimane saldo ascoltando nel proprio cuore le tue parole di promessa per un nuovo giorno, per una vita rinnovata.

Felici sono coloro che lavorano con pazienza, che si curvano per lavorare la terra, e non si spaventano per la sporcizia.

Felici sono quelli che sperano, e che sanno aspettare finché il frutto maturi.

Beati coloro che lottano per tutti i diritti umani.

Preghiera di intercessione

Signore Dio, Gesù tuo figlio ci ha ricordato oggi il tuo lavoro paragonato ad un agricoltore. Tu aspetti da noi il frutto del tuo lavoro che dalla tua mano abbiamo ricevuto un sostentamento per la nostra vita che poi a suo tempo ne darà dei buoni frutti anche per gli altri.

Signore ti chiediamo di benedire coloro che si faticano a lavorare per procurarci da mangiare.

Ti preghiamo per i/le lavoratori/trici e collaboratori/trici della terra che non vengano sfruttati dai proprietari della terra sulle quali coltivano.

Possano ricordare che per la tua grazia che ne traggono abbondanti.

Questa terra è ricca perché l’hai generata feconda, dacci la gioia di riconoscere che tutto quello che possediamo, lo abbiamo ricevuto da te, Dio nostro.

Il primo maggio è un giorno fondamentale per la lotta dei diritti dei lavoratori.

Ti preghiamo per quelli che lavorano in Italia che non hanno i permessi di soggiorno e quindi sono privati dal diritto di lavorare e di essere pagati come dice la legge per il bene comune. Ti preghiamo per quelli che hanno perso il lavoro. Tu vedi e sai come darli di nuove possibilità per investire i loro talenti.

In questo tempo dell’emergenza sanitaria mondiale abbiamo tante cose da cambiare, aiutaci a iniziare proprio da noi stessi questo cambiamento. Noi attendiamo da te Signore la guarigione dei nostri cari, perché guariscano dalle loro malattie. Ti preghiamo per tutti i malati sia fisici che spirituali.

Tutto affidiamo a te, nel nome di Gesù tuo figlio che ci ha insegnato a pregare con queste parole Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome venga il tuo regno sia fatta la tua volontà come in cielo anche in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non esporci alla tentazione ma liberaci dal male. Tuo è il Regno, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli. Amen

 

 

Benedizione

Il Dio della pazienza e della consolazione vi conceda di aver tra di voi un medesimo sentimento secondo Cristo Gesù, affinché di un solo animo e d’una stessa bocca glorifichiate Dio, il Padre del nostro Signore Gesù Cristo. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con voi.

(Romani 15,5-6; 16,20)

 

Brano musicale  “You are my all in all”/Tu sei tutto il mio

Annunci

-Un caro saluto a tutte e a tutti. Speriamo che ci vedremo presto.

Vi salutano Elio Guarnera, Giovanni Castelli, Lia Fanfani, Alba Rocca,  Ornella Florio, Giuliana Galante.

– consiglio di chiesa alle ore 16,15

–  oggi domenica 3 maggio alle 15 per la Zoom Worship con la Fgei, in collaborazione con il Centro Studi Confronti. Sulla pagina Facebook  potete trovare tutte le informazioni per accedere all’incontro.

-Mercoledì 6 maggio alle ore 18,00 l’ultimo Studio biblico in italiano che cura Antonella Varcasia sempre sulla nostra pagina Facebook e sul canale YouTube. Gli altri saranno a cura della past. Hiltrud Stahlberger.

-Giovedì 7 maggio alle ore 16,00 studio biblico in tagalog.

CONTRIBUZIONI E COLLETTE DOMENICALE: potete tenere da parte ogni domenica la vostra colletta e la contribuzione mensile. Potrete poi darle tutte insieme quando ci sarà possibile ritrovarci o, se preferite, potete fare un bonifico bancario utilizzando questo

IBAN: IT24J0200805203000104384419

Beneficiario: CHIESA EVANGELICA METODISTA DI VIA XX SETTEMBRE-ROMA                               

 

 

Culto del 26 aprile 2020

Terza domenica dopo Pasqua

 

Brano musicale dell’ Inno 192  Santo, Santo, santo

 

Santo, santo, l’Eterno degli eserciti, tutta la terra è piena della sua gloria!

Santo, santo, l’Iddio onnipotente, a Lui la gloria per l’eternità.

 

Invocazione

 

La Bontà del Signore è eterna (Salmo 136, 1-6.25-26)

1 Celebrate il SIGNORE, perché egli è buono,
perché la sua bontà dura in eterno
2 Celebrate il Dio degli dèi,
perché la sua bontà dura in eterno.
3 Celebrate il Signor dei signori,
perché la sua bontà dura in eterno.
4 Colui che solo opera grandi prodigi,
perché la sua bontà dura in eterno.
5 Colui che ha fatto con sapienza i cieli,
perché la sua bontà dura in eterno.
6 Colui che ha steso la terra sopra le acque,
perché la sua bontà dura in eterno.

25 Colui che dà il cibo a ogni creatura,
perché la sua bontà dura in eterno.
26 Celebrate il Dio del cielo,
perché la sua bontà dura in eterno.

 

Care sorelle e cari fratelli, celebriamo  il Signore, perché egli è buono perché la sua bontà dura in eterno.

 

Preghiamo

Signore Dio, con le parole del salmista, Ti ringraziamo per la tua bontà.

Ti ringraziamo per le opere stupende che ogni giorno compi per noi.

Aiuta ognuno e ognuna di noi a esprimere, in una voce gioiosa,  il dono della salute che abbiamo goduto e ti chiediamo umilmente di concederlo anche ai nostri cari e a tutti coloro che ne mancano a causa di malattia.

Ti celebriamo Signore, in questo giorno in cui è giunta nuovamente l’ora che,

insieme facciamo risuonare la nostra gratitudine per tutto quello che abbiamo ricevuto da te.

 

Vogliamo ringraziarti insieme ai fratelli e alle sorelle  che ti lodano in questo mondo che hai creato, la grande casa che hai dato a tutti gli abitanti della terra.

 

Nello stesso tempo, veniamo a te con le nostre miserie e i nostri timori.

Tu ci guardi, ti chini su di noi e ci risollevi.

Nella nostra solitudine ci doni la tua presenza, il tuo Spirito.

Allora possiamo esultare e giubilare davanti a te.

Resta con noi, Buon pastore, guardiano delle nostre anime, donaci la tua pace. Amen.

 

Sermone: Giovanni 10,11.27-28 Il Buon pastore

 

Care sorelle e cari fratelli nel Signore, il testo della predicazione è uno dei testi biblici che ha proposto dal nostro lezionario ed è uno dei più conosciuti passi biblici.  L’evangelista Giovanni ci parla di nuovo oggi:  Il buon pastore. Leggiamo dal capitolo 10, i versetti 11, poi 27 e 28.

 

Signore, la tua parola è verità. Aiutaci a comprenderla con tutto il nostro cuore e la nostra mente. Amen.

 

 “Gesù dice: Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore. […] Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna e non periranno mai e nessuno le rapirà dalla mia mano.”

 

 

Chi è il Pastore? Che qualità ha? Quello che riconosciamo e lo definiamo con la P maiuscola?

Care sorelle e cari fratelli nel Signore, la nostra attenzione viene richiamata dall’evangelista Giovanni sull’unico Pastore, colui che è buono. A questo proposito, senza dubbio si riferiva a Gesù, colui che ha trascorso la vita terrena per predicare il regno di Dio, per guarire i malati, per perdonare i peccati. Egli conosce le sue pecore, sono tutte presi per mano e nessuno è in grado di toglierli dalla sua mano. Per loro Egli ha donato la Sua vita per concederli la vita eterna.

 

Gesù ha paragonato sé stesso a un buon pastore e i suoi discepoli sono come le pecore che lo seguono.

Come mai? In questa illustrazione sappiamo che, il pastore e le pecore sono strettamente in relazione fra di loro, perché ovunque siano si trovano sempre insieme. Non ci sarebbe un buon pastore senza queste pecore e lo stesso vale per le pecore. Se manca uno anche l’altro manca. Devono esserci tutti e due. Insomma, il legame è forte quando si tratta della vita, promessa e guadagnata. Gesù è pronto per dare la sua vita alle sue pecore, al suo gregge,  le prende cura, le ammaestra, le porta a pascolare, le dà da mangiare e da bere, assumendo il ruolo e la propria responsabilità.

 

Gesù all’inizio ha scelto i suoi dodici discepoli, dandoli l’impronta e gli esempi di vita, per avere dei compagni nello svolgimento del suo compito di annunciare il regno di Dio. Le sue parabole iniziavano così “Il regno di Dio è simile ad un padrone di casa…”. Questa era il suo modo di raccontare l’identità di Dio, rivelandolo chi e che cosa faceva, alla folla che lo seguiva, che lo ascoltava.

Diversamente da ciò veniva testimoniato su di lui nel vangelo di Giovanni. Gesù, per farsi capire ai suoi discepoli diceva, direttamente, di sé stesso: “Io sono la via, la verità, e la vita”. Con questa affermazione così forte aveva potuto parlare di che cosa riusciva a fare o che cosa avrebbe potuto fare in relazione con i suoi discepoli. Gesù diceva io sono il buon pastore perché do la mia vita a quelli che mi seguiranno e mi ascolteranno. Possiamo comprendere il dono di questa vita in due maniere: Una era dedicata al tempo nell’insegnarli come dovevano vivere. I discepoli avevano risposto al suo invito “seguimi” e durante il tempo che hanno trascorso insieme li aveva dato tutto il nutrimento materiale e spirituale, senza sprecare nulla, ma sempre con un senso di arricchimento e ringraziamento per essere vissuto grazie a Dio. Non gli mancavano nulla. Ad esempio, per quanto riguarda l’esperienza di vita di Pietro, quando era ancora solo un pescatore, e la sua vita materiale si concentrava su come poteva avere un buon guadagno per vivere e mantenere la sua famiglia, il suo mestiere era tutto su come poter avere una ricca pesca: il tempo o la stagione deve essere favorevole, ma dal momento che rispose alla chiamata di Gesù di diventare “pescatore degli uomini” la sua vita spirituale doveva imparare ad affidare, ad ascoltare e a comprendere bene l’insegnamento del suo buon Pastore. Gesù voleva insegnare a lui e agli altri suoi discepoli che non dovevano stancarsi, non dovevano perdere la speranza, ma dovevano andare avanti perché quella  chiamata che hanno ricevuto è un impegno indeterminato, si doveva svolgere in una vita.

 

Leggiamo nel vangelo di Luca 5:4 -7 “Gesù disse a Simone: «Prendi il largo, e gettate le reti per pescare». Simone gli rispose: «Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati, e non abbiamo preso nulla; però, secondo la tua parola, getterò le reti». Simone aveva obbedito Gesù e dimostrato infondo come il suo Maestro.” Simon Pietro capì l’insegnamento del perseverare.

Con questo esempio ha voluto dare la sua vita, impiegandosi del tempo con i suoi discepoli per essere una guida, così a sua volta Pietro possa essere in grado di compiere ciò che sarà chiamato a fare.

 

“Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono” Gv 10,27. Gesù ha impiegato la sua vita, il suo tempo parlando e spiegando con pazienza ai suoi discepoli tutte le cose che possono essere utili per la loro vita. Questo tempo che Gesù ha dedicato è molto prezioso, e i suoi insegnamenti sono dei precetti di vita.  Possiamo interpretare  la voce di Gesù è risuonata in quelle volte che ha parlato sempre per dire sul regno di Dio, su come dovevano comportarsi, su cosa dovevano fare quel giusto da fare nella vita terrena, e anche che insegnamento dovevano ascoltare. La scuola di Gesù è costituita in relazione all’impegno di amare Dio, il prossimo e se stessi.

La scuola di Gesù è il luogo d’ascolto al comandamento del vero amore al Padre.  Gesù amava il Padre è l’aveva esercitato il suo  ascolto compiendo la sua volontà essendo sempre pronto a farla. Così Gesù disse: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui»
(Giovanni 14, 23)

Cosa vuol dire ascoltare? Non vuol dire semplicemente udire. Ascoltare è fermarsi: la voce del Signore è profonda. E parla al profondo. Parla nel silenzio dell’interiorità, e solo così, con l’animo sgombro da altri pensieri, col cuore aperto ai sentimenti, con la mente in grado di accogliere nuove sollecitazioni, potremo intravedere la strada da fare, il cammino da percorrere per sperare di essere popolo del Signore.

Cosa vuol dire ascoltare? Non vuol dire semplicemente udire. Si può udire un chiacchiericcio in treno, e intanto pensare ad altro; si possono fare i lavori domestici, e intanto avere la tv come sottofondo…

 

È fondamentale ascoltare bene la voce di Gesù, ma a volte, in una fase di maturità, è difficile ascoltarla poiché si mescola l’impulsività dell’essere umano, come ciò che aveva segnato l’azione di debolezza fino al tradimento di Giuda e il rinnegamento di Pietro. Volevano ascoltare il loro maestro, ma spesso l’incapacità di dominare il senso di superiorità emergeva e sommergeva l’umiltà. In Matteo 23,11 e  in Luca 22,26-27: “Gesù li disse:”Il maggiore tra voi sia vostro servitore””. Infatti, la disputa nacque tra i discepoli sul loro stato nello svolgere il servizio. Colui che adatto per il regno di Dio deve servire, come una persona di fiducia che ha ricevuto il mandato di servire la comunità di fede.

 

Come apostoli, come pastori dobbiamo renderci alla predisposizione di servire per l’edificazione della comunità di Cristo.  E’ necessario, però, distinguere il ruolo del buon Pastore nella testimonianza di Giovanni sul ministero svolto da Gesù e quello che ora, come me, viene svolto come pastore di una Chiesa. Non possiamo confondere i due ruoli, sono ben distinti, tra Gesù e il ministro di culto.

Nella lettera di Paolo agli Efesini 4:7-15 leggiamo: “Io dunque, il prigioniero del Signore, vi esorto a comportarvi in modo degno della vocazione che vi è stata rivolta, con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri con amore, sforzandovi di conservare l’unità dello Spirito con il vincolo della pace.

Il Cristo risorto  salito al padre: “È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi in vista dell’opera del ministero e dell’edificazione del corpo di Cristo, fino a che tutti giungiamo all’unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all’altezza della statura perfetta di Cristo; affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore; ma, seguendo la verità nell’amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo. Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l’aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare sé stesso nell’amore.”

 

Il ruolo di un pastore come ministro di culto, è fondamentale, poiché ha il compito di insegnare, di predicare la parola del Padre, che Gesù aveva in quel tempo insegnato ai suoi discepoli, impegnandosi ad annunciare lo stesso regno di Dio, quel regno per cui ha dato la sua vita per la salvezza dei suoi discepoli e di tutti quelli che crederanno in Lui. Il pastore, al servizio di Dio e del figlio tramite l’annuncio della Parola nelle comunità, ha il compito di prendere cura tutti i membri della chiesa di Cristo Gesù.

 

Per noi che vogliamo sapere chi è il nostro vi leggo una testimonianza dall’AT, tratto dal Salmo 23:

 

“Il SIGNORE è il mio pastore: nulla mi manca.

Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli, mi guida lungo le acque calme.

Egli mi ristora l’anima, mi conduce per sentieri di giustizia, per amore del suo nome. Quand’anche camminassi nella valle dell’ombra della morte, io non temerei alcunmale, perché tu sei con me; il tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza.

Per me tu imbandisci la tavola, sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il miocapo; la mia coppa trabocca.

Certo, beni e bontà m’accompagneranno tutti i giorni della mia vita e

io abiterò nella casa del SIGNORE per lunghi giorni.”

 

Cari fratelli e care sorelle, queste sono le parole che il Salmista Davide ha scritto e testimoniato nel suo Salmo 23. Quando una cara persona ci lascia, scegliamo spesso questo testo  perché crediamo che fino alla fine il buon Pastore ci consola, ci accompagna e siamo assicurati che fino alla morte ci da questa certezza dell’essere sempre accompagnato dal Signore pastore.

In questa situazione in cui ci troviamo, le difficoltà che stiamo affrontando: di salute, economiche, e emotive, anche quando sembra che Egli è in silenzio, restiamo saldi a queste parole, certi che il Signore non ci ha abbandonati, e non ci ha lasciati.

 

Questa è la nostra consolazione anche oggi. La pace del Signore sia con voi tutti.

Amen

 

Inno 306 Io T’ amo ineffabile

1.

Io T’amo, ineffabile Gesù Redentor, e tutto dell’anima consacro l’ardor.

Speranza non fondo sui beni del mondo: qual bene supremo, or T’amo, Gesù.

2.

L’Agnello purissimo Tu sei che per me in croce olocausto Divino si diè;

Tu, primo, mi amasti e a Te mi chiamasti: col cuore redento or T’amo Gesù!

3.

Fin quando di vita un alito avrò, l’eterna tua gloria ovunque dirò;

la vita rimetto al Figlio diletto: più morte non temo, s’io T’amo, Gesù.

 

 

Ieri è la festa della liberazione in Italia e l’ abbiamo festeggiata tutti.  Una delle sorelle cinesi  ha scritto al whatsapp queste parole“ Nel 1945 l’Italia veniva liberata dalla dittatura nazifascista(esattamente 75 anni fa). Da quando ho conosciuto ogni giorno in questo giorno vi penso e prego Dio che anche la Cina un giorno venga liberata e che noi finalmente possiamo tornare a casa. 

 

Preghiera di intercessione

Signore ti ringraziamo perché possiamo sperare che un giorno tutti possano ottenere la libertà. Ti chiediamo dunque di aiutarci a perseguire perché  questo è uno dei compiti importanti che dobbiamo fare come  cittadini e credenti di questo mondo. Dacci la voce coraggiosa per farla risuonare.

 

Signore Pastore, guardiano delle nostre anime, grazie perché ci circondi, ci prende per mano.

Signore Dio, ti ringraziamo per la tua voce che ascoltiamo, e che contiene gli insegnamenti che risuonano nelle nostre orecchie. Una voce calma, e che ci da la pace.

Una voce incoraggiante, che ci rende coraggiosi.

Una voce richiamante che ci ricordi la via del ritorno a te, quella via giusta da seguire.

 

Ti chiediamo di rimanere con noi perché continuiamo a compiere la tua volontà.

Nel nome di Gesù che ci ha insegnati come pregare con queste parole  Padre nostroche sei nei cieli sia santificato il tuo nome venga il tuo regno sia fatta la tua volontà come in cielo anche in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non esporci alla tentazione ma liberaci dal male. Tuo è il Regno, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli. Amen

 

Benedizione:

Che il Signore ci accompagni, ci custodisca e ci guardi lungo le nostre strade.
Che la sua luce scaldi, illumini e guidi i nostri passi ora e sempre
. Amen

 

 

Inno 305 Quale amico in Cristo

1.

Quale amico in Cristo abbiamo, qual rifugio nel dolor! Nella prece a lui portiamo tutto quel che turba il cuor! Oh la pace che perdiamo, oh! gli inutili dolor, perché tutto non portiamo in preghiera al salvator.

2.

Se ci assalla tentazione, se il peccato insidia il cor, di temer non v’è ragione, portiam tutto al Salvator. un amico sì verace dove mai potremo trovar? Ci comprende, ci dà la pace, ogni peso. Ei vuol portar.

3.

Quando stanchi e travagliati nella prova ci troviam, il Signor non ci ha lasciati: tutto, tutto a lui portiam. Ci abbandonino altri amici, ma Gesù ci accoglierà, e con Lui sarem felici, Ei riposo ci darà.

Annunci

-mercoledì 29 aprile alle ore 18,00 studio biblico in italiano

-giovedi 30 aprile alle ore 16,00 studio biblico in tagalog

– domenica 3 culto bilingue italofilippino con Santa Cena \ alle ore 11,00 in diretta collegandovi alla nostra pagina facebook www.facebook.com/metodistiroma/ o sul canale Youtube della chiesa (clicca qui);

– domenica 3 alle ore 16,00 Consiglio di Chiesa per approvare la relazione morale dell’anno ecclesiastico 2019-2020

 

 

BUONA DOMENICA

culto e sermone del 19 aprile 2019

Invocazione 

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo,

che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti(1 Pietro 1,3)

 

Preludio(Brano musicale)

1.

My hope is built on nothing less than Jesus blood and righteousness.

I dare not trust the sweetest frame, but wholly lean on Jesus name.

 

On Christ the solid rock I stand,

all other ground is sinking sand;

all other ground is sinking sand.

1.

La mia speranza è costruita su nient’altro che sul sangue e sulla giustizia di Gesù.

Non oso fidarmi della struttura più dolce, ma mi affido completamente al nome di Gesù.

 

Su Cristo, la solida roccia, io sto,

tutta l’altra terra è sabbia che si affonda;

tutta l’altra terra è sabbia che si affonda.

 

 

Preghiamo:

Signore, noi veniamo a te assetati di vita vera

in mezzo alle nostre ansie quotidiane:

rinfrescaci con la tua presenza,

rinnovaci con la tua energia,

purificaci da tutto ciò che distorce la tua immagine in noi,

facci rivivere,

dissetaci alla fonte del tuo amore.

Apri i nostri orecchi al gemito di rinnovamento che viene dal creato,

apri i nostri occhi perché contemplino la bellezza del creato,

apri i nostri cuori alle onde del tuo Spirito vivificante,

che è presente in tutto l’universo.

(da una liturgia ecumenica finlandese; in “Sinfonia Oecumenica”)

 

Signore, ti ringrazio per questa domenica, in cui ci trovi, ci incontri nelle nostre dimore. Noi attendiamo presto del nostro prossimo incontro nel tempio di via XX settembre perché riascoltiamo insieme la tua parola. Ti ringraziamo perché abbiamo udito la parola di salvezza che ci rivolgi in Gesù Cristo. Bontà, verità, giustizia e pace sono venute meno fin troppo spesso nella vita degli esseri umani, sino a trasformarsi in parole vuote.

In Cristo, nella sua morte e risurrezione, tu ci hai mostrato come la bontà, la verità, la giustizia e la pace ti appartengano, e non si limitino a essere solo parole, ma diventino doni dello Spirito che devono guidare la nostra esistenza.

Tu sei il nostro unico Dio, la nostra sola speranza, la nostra intera vita.

A te va la nostra lode e in te riponiamo la nostra fede per Gesù Cristo nostro Signore. Amen.

 

Sermone: Isaia 40,26-31

 

Care e cari,

Il testo della predicazione proposto dal nostro lezionario per oggi è tratto dal libro del profeta Isaia 40,26-31, e dice:  Levate in alto i vostri occhi e guardate: chi ha creato quegli astri? Egli fa uscire in numero preciso il loro esercito e li chiama tutti per nome; per la sua onnipotenza e il vigore della sua forza non ne manca alcuno. Perché dici, Giacobbe, e tu, Israele, ripeti:  «La mia sorte è nascosta al Signore e il mio diritto è trascurato dal mio Dio?». Non lo sai forse? Non lo hai udito?  Dio eterno è il Signore, creatore di tutta la terra. Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile. Egli dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato. Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi.”

 

 

<<Siano  gradite le parole della mia bocca e la meditazione del mio cuore in tua presenza, o  Signore, mia rocca e mio redentore>!> Salmo 19,14

 

Care sorelle e cari fratelli,

Il profeta Isaia ha portato questo messaggio di speranza al popolo di Israele, la stessa speranza che i discepoli hanno ricevuto dalla resurrezione del Signore Gesù, dallo Spirito Santo. Dio, elevando Gesù dalla morte, ha donato una nuova forza inimmaginabile, quel soffio di vita che non muore mai, che si rinnova di giorno in giorno, e che ci accompagna nelle nostre quotidianità. Secondo le diverse testimonianze nei vangeli, i discepoli con questa speranza nel loro cuore, erano stati inviati alla missione, e a battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, in vista alla remissione dei peccati per tutti coloro che hanno creduto: “Ricevete lo Spirito Santo. A chi perdonerete i peccati saranno perdonati;(Gv.20,23a).  “Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; (Mc.16,16a).

L’uomo peccatore è giustificato per grazia del Dio Padre per mezzo di Gesù Cristo. Così come l’apostolo Paolo dice agli Efesini: “Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; è ciò non viene da voi: è il dono di Dio”. Ef.2,8

 

“Io spero in Dio, in Lui spero”, quando diciamo queste parole, dichiariamo che siamo consapevoli che nessun altro al mondo, se non Dio possa dare quella forza di cui ne abbiamo bisogno per poter proseguire il cammino.  La domanda del profeta Isaia seguita da una risposta ben precisa è proprio per ricordare allora e a noi oggi che solo in Lui ci affidiamo completamente, evitando gli idoli che promettono false soddisfazioni, soluzioni immediate e temporanee o cure magiche. Cerchiamo di non perdere la nostra bussola, ma con la nostra speranza e fede in Lui. Con la fede possiamo, invece, andare avanti con una forza rinnovata, riacquisita, invocando sempre la sua presenza, riconoscendo come punto di riferimento colui che ha creato le stelle, i segni dei suoi prodigi.

 

“Il Signore dà la forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato. Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono.” (v.29-30).  Ogni giorno ci alziamo la mattina con lo scopo di guadagnare il nostro pane. Lavoriamo per avere da mangiare e per coprire ogni nostri bisogni materiali, la giornata dunque si conclude risentendo tutta la fatica e la stanchezza. Qual è il senso del nostro vivere, faticandosi? Il nostro faticarsi quotidianamente  è considerato un lavoro normale per ogni uomo come dice l’evangelista Matteo 6,34, “basta a ciascun giorno il suo affanno”, ma che cosa ci manca per completare il nostro vivere?

Sappiamo che l’orientamento naturale dell’uomo, giovani e adulti, ha un limite, ma quelli che sanno di avere Dio all’opera non smettono di sperare in Lui per la sussistenza, per il sostentamento e il mantenimento di questo mondo in cui tutti gli esseri viventi si muovono, crescono, e si riproducono, per la tutela e la conservazione della vita.

 

Nella situazione in cui ci troviamo a dover fronteggiare, notiamo l’argomentazione di un uomo non spirituale che fa delle previsioni improvabili, arrivando soltanto alle definizioni relativi di un fatto. Gli scienziati e gli esperti, per esempio,  non possono determinare quando sarebbero riusciti a trovare un vaccino o una soluzione per poter trovare un rimedio contro questo virus che suscita un pericolo di vita, annientando la vita dell’uomo, e per poter convivere con questo nemico invisibile. Devono affidarsi alle loro conoscenze e alle forze fisiche, che ha un limite, come è il tempo che possiamo prevedere quando possiamo ricominciare e ripartire con le nostre normali attività.

 

Il Profeta ci rammenta che la nostra speranza in Dio deve essere sempre rinnovata poiché questo non ha un limite, ma rimane per un tempo indeterminato. L’uomo è come l’erba e le nazioni come una goccia da un secchio.

Le nazioni raccolte in un contenitore, le isole come del granello di polvere(Is.40,15), ecco quale sarebbe la condizione dell’essere umano, così piccolo rispetto ad altri viventi.

 

“Allora si rivelerà la gloria del Signore e ogni uomo la vedrà, poiché la bocca del Signore ha parlato». Una voce dice: «Grida» e io rispondo: «Che dovrò gridare?». Ogni uomo è come l’erba e tutta la sua gloria è come un fiore del campo. Secca l’erba, il fiore appassisce quando il soffio del Signore spira su di essi. […] Secca l’erba, appassisce il fiore, ma la parola del nostro Dio dura sempre. […] Ecco, le nazioni son come una goccia da un secchio, contano come il pulviscolo(polvere) sulla bilancia; ecco, le isole(territorio isolate) pesano quanto un granello di polvere. […] Tutte le nazioni sono come un nulla davanti a lui, come niente e vanità sono da lui ritenute.”(Isaia 40,5-8)

 

Care sorelle e cari fratelli, le nostre giornate devono cominciare con la speranza della presenza di Dio nella nostra vita, in ringraziamento per quello che si ha.  Alzarsi la mattina, guardando al cielo, rivolgendosi al Dio colui che ridona la forza. Oggigiorno, sentiamo di avere più preoccupazioni poiché ci siamo costruiti dei falsi idoli, affidandoci alle cose materiali che non possiamo permetterci. La torre di Babele è solo per il popolo che si crede di essere potente. L’intervento di Dio ci ha permesso di poter vedere per non lasciarsi far ingannare.  L’uomo ha avuto una parte della sapienza di Dio che gli serve per essere creativo, per dare un contributo, per apprezzare il bene comune, così  ogni popolo è chiamato a impegnarsi in qualcosa per fronteggiare la pandemia del Coronavirus.

 

Il cielo e la terra  passeranno, ma le parole del nostro Signore non passeranno. Dobbiamo riconoscere che siamo le creature viventi di Dio, e ogni credente deve compiere la sua parte nel proclamare le parole nelle Sacre Scritture ai popoli del mondo. Dobbiamo trovare la forza per alzarci e uscirne da questa crisi e malattia.  Che serve aver Dio se ci sentiamo tutti stanchi, e perdiamo la nostra speranza? Non è questo il messaggio che abbiamo ricevuto il giorno della risurrezione. Egli ci aveva promesso che mai più ci sarà un diluvio. Ci saranno baci e abbracci di pace.

 

Prima di concludere, vorrei condividere con voi una traccia di vita di una sopravvissuta dell’Aushwitz,  Edith Bruck, citando, in un’intervista intitolata “La speranza nonostante tutto in vista alla ricorrenza del Giorno della Memoria” della Riforma del 27 gennaio 2020, quelle esperienze che ogni giorno le hanno dato forza, quel vissuto che le aveva accompagnato per essere ai più giovani una speranza per un futuro migliore.

 

“Cinque episodi positivi di soldati tedeschi avvenuti durante un anno di prigionia: una mano tesa con una patata calda; una mano che le ha donato un guanto bucato; una che le lanciò addosso una gavetta con un po’ di marmellata dentro; e una bocca, che aveva chiesto il suo nome, un vero miracolo, un gesto di luce immensa e impossibile in quel luogo di morte. Un soldato che doveva ucciderla, e che ha deciso un secondo prima di premere quel grilletto della pistola appoggiata alla sua nuca, di non farlo: un secondo miracolo. Gesti che le hanno fatto capire che c’era ancora un po’ di umanità e che, in fondo, forse, valeva la pena non lasciarsi andare, che c’era ancora un po’ di luce in fondo al buio, come lo era quella marmellata lasciata nella gavetta”.

 

Questo suo intervento mi ha fatto riflettere soprattutto sul  comportamento di un credente e sul tema della speranza. Dalla sofferenza uno trae un insegnamento che fa sperare, che poi porta a riconoscer di aver avuto qualcosa grazie ad altri che erano intervenuti come Dio che salva mandando altre persone. Edith Bruck ha detto di non credere in Dio, ma ha creduto a questi interventi per essersi sopravvissuta fino ad ora, per aver avuto la vita grazie ad altri.

 

Dio ci riporta oggi il vero senso dell’umanità. Un modo di vivere sobrio, attenti allo spreco, dove ognuno presta attenzione vero l’un l’altro, e i deboli acquistano la loro dignità dovuta. Dio ci ha lasciato il messaggio della resurrezione di non avere paura poiché Egli si trova ovunque noi andremo, Egli è l’Alfa e l’Omega.

Il Cristo vivente è con noi e con tutta l’umanità, tutti i giorni fino alla fine dell’età presente.  Amen

 

Brano musicale dell’ inno 48 “Immensa Grazia”

Immensa Grazia del Signor!

fu lei mi trovò;

da lui lontano, a me guardò,

perduto, mi salvò.

 

Preziosa grazia del Signor!

Mi chiama a libertà,

da mille insidie mi scapò

e in salvo mi portò.

 

Mirabil grazia del Signor!

Mi guida nel cammin,

conforto certo nel dolor,

è sempre a me vicin.

 

Perfetta grazia del Signor!

sostegni mio fedel,

che viene il male a cancellar

-e il mondo a rinnovar.

 

Il Credo Della Speranza

(La confessione di fede della Chiesa Valdese di Rio de La Plata)

Credo in Dio,

il Dio delle confessioni di fede e di tutte le loro verità. Ma soprattutto credo in un Dio che risuscita dalla lettera morta, per diventare parte della mia vita.

Credo in un Dio che accompagna da vicino ogni passo del mio cammino su questa terra: dietro di me, spesso vede i miei errori e ne soffre; ogni tanto accanto a me, mi parla e mi ammaestra; altre volte davanti a me, mi guida e scandisce per me il ritmo del mio procedere.

Credo in un Dio in carne e ossa, Gesù Cristo, un Dio che è vissuto nella mia pelle e che ha usato le mie scarpe. Un Dio che ha mangiato e che ha patito la fame, che ha conosciuto una casa e che ha sofferto la solitudine, che è stato acclamato e che è stato condannato, abbracciato e picchiato, amato  e tradito.

Un Dio che andava alla festa ed anche ai funerali. Un Dio che ha riso e che ha pianto. Credo in un Dio che oggi segue con attenzione quanto succedono nel mondo, che vede l’odio che respinge e che divide, che marginalizza, che ferisce e che uccide: che vede la mano infilarsi nelle tasche o nelle borse, per rubare ciò di cui l’altro ha bisogno per vivere; che vede il giudice decidere a favore del più influente, coprendo di ipocrisia la verità e la giustizia; che vede le acque avvelenate e la moria di pesci, l’inquinamento che distrugge la terra e buca il cielo; che vede ipotecarsi l’avvenire e crescere il debito degli uomini.

Credo in un Dio che vede tutto questo…e ne piange, ma credo anche in un Dio che vede una madre partorire, ed è una nuova vita che nasce dal dolore; che vede due fanciulli giocare, ed è un seme di solidarietà che germoglia; che vede il fiore crescere sulle rovine, ed è l’inizio di qualche cosa di nuovo; che vede, in maggio, tre pazze chiedere giustizia, e questa illusione non morirà; che vede il sole alzarsi ogni mattina, ed è un tempo aperto al possibile.

Credo in un Dio che vede tutto questo… e sorride, perché malgrado tutto c’è speranza.

(tratto dalla Spalanca la finestra p.47, Raccolta di testi di fede della chiesa universale )   

 

Preghiera di intercessione

Signore accogli la nostra preghiera di confessione di fede.

Ti chiediamo di avere pietà del nostro mondo.

Ti chiediamo di accompagnarci in questa settimana che verrà.

Ti preghiamo di donarci la tua forza per andare avanti.

Rinnova in noi la consapevolezza che tu precedi il nostro cammino.

 

Con la morte di Tuo Figlio ci hai regalato la Grazia.

Ed è questo che ci regala riposo nei giorni di ansia.

Che a Te possiede il Potere.

E che noi possiamo trovare rifugio sotto le Tue ali.

Signore, ti siamo grati per la forza invincibile della fede.

Rinnova in noi questo dono mediante il tuo Spirito.

Sii con coloro che, a causa della fede, sono minacciati.

Consola coloro che soffrono a causa dei loro errori, o a causa degli errori degli altri.

Dona ai malati la forza per sopportare il male e tendere alla guarigione.

Ai morenti fa sentire la consolazione che proviene dalla risurrezione di Cristo e dalla speranza nella vita eterna alla quale chiami ciascuno e ciascuna di noi.

A tutti dona la fede vittoriosa che supera i dubbi e i tentennamenti, sia che nascano dalla nostra debolezza, sia che provengano dalle difficoltà e dai mali che incontriamo.

Accogli la nostra preghiera nel nome di Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Insieme ti preghiamo, come egli ci ha insegnato:

 

Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome venga il tuo regno sia fatta la tua volontà come in cielo anche in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non esporci alla tentazione ma liberaci dal male. Tuo è il Regno, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli. Amen

 

Benedizione:

Che il Signore ci accompagni, ci custodisca e ci guardi lungo le nostre strade.
Che la sua luce scaldi, illumini e guidi i nostri passi ora e sempre
. Amen

 

 

Brano musicale

Praise God, from whom all blessings flow;

praise him all creatures here below;

praise him above, ye heavenly host, praise Father, Son and Holy Ghost.

 

Lodate Dio, dal quale scaturiscono tutte le benedizioni;

lodatelo voi tutte creature qui sotto;

lodatelo sopra, voi ospiti celesti, lodate Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen.

 

 

 

– Mercoledì alle ore 18,00 Studio biblico in italiano cliccate il sito della nostra chiesa

– Giovedì alle ore 16,00 Studio biblico in tagalog via skype

 

Buona domenica e alla prossima.

 

 

 

Culto di Pasqua

 

Preludio(A Dio sia la gloria/Papurihan ang Dios)

 

 

Invocazione

Invochiamo la presenza del Signore in mezzo a noi perché ci guidi nell’ascolto e nella comprensione della Sua Parola e ci dia la forza per metterla in pratica.

Il nostro aiuto è nel nome di Dio Padre, che ci ha creati,

del Signore Gesù Cristo, che ha dato la sua vita per noi,

dello Spirito Santo, che ci comunica l’amore del Padre

e la grazia di Cristo.

Il Signore è veramente risorto. Egli dice anche a noi oggi: «Non temere, io sono il primo e l’ultimo e il vivente. Io ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli». Amen.                                         (Apocalisse 1,17)

 

 Preghiamo

Ti ringraziamo, O Cristo; in Te abbiamo tutto:

un amore che sorpassa ogni intelligenza,

una pace perfetta per il tuo sangue sparso sulla croce,

una vita che dura per l’eternità,

una forza capace di vincere ogni male,

una gioia che nulla può inquinare,

un riposo sicuro quaggiù e poi lassù,

una speranza viva, per la tua resurrezione.

Te ne rendiamo grazie con tutto il cuore. Col. 1,20)

(Margherita Houriet)

 

Introduzione e saluto

Care e cari, avete deciso come fare la Santa Cena con i vostri cari?

Avete preparato un  pezzo di  pane da condividere con la vostra famiglia?

Avete preparato un bicchiere di vino /dei bicchierini da passare uno dopo l’altro a ciascuno/a membro? Non sentitivi soli in casa, siamo tutti insieme in Cristo nel condividere la sua Cena.

Questo gesto che faremo sarà memorabile, siamo fiduciosi che usciremo vivi da questa emergenza coronavirus, sopravvivremo  e così compiremo di nuovo questo gesto in comunità, in comunione con le nostre sorelle e i nostri fratelli di chiesa.

Non dimentichiamolo perché è un insegnamento per noi da ricordare nella nostra vita insieme alle persone care o caro/a nella nostra famiglia.

Care sorelle e cari fratelli, che cosa avete sul vostro tavolo oltre il pane e il vino?  Rowena ed io abbiamo  2 uova di pasqua, una corona di fiori, una pianta che fiorisce, una fotografia di una comunità di credenti che celebravano la Santa Cena, 2 Bibbie tagalog e italiano, tre bicchierini di vino e tre pezzi di pane da condividere per la santa cena oggi. Noi aspettiamo veramente un ospite molto speciale come voi. Ora è arrivato.

 

<<Ecco, Io sto alla porta e busso, se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui(lei) e cenerò con lui(lei) ed egli(ella) con me>> (Apoc. 3,20). Maranatha!<<Signore nostro, vieni(Apoc. 22,20).

Sì, vieni Signore tu sei il nostro ospite gradito. Grazie per la tua visita.

  

 

Sermone

Care e cari, buona Pasqua. Il Signore Gesù è veramente risorto.

Oggi, il nostro lezionario ‘un giorno una parola’ ha proposto per la predicazione il racconto dell’episodio della resurrezione di Gesù nel vangelo di Giovanni, al cap. 20, versetti da 11 a 18.

Ascoltiamolo così come  era avvenuto in questa maniera.

Giovanni 20:11-18

11 Maria, invece, se ne stava fuori vicino al sepolcro a piangere. Mentre piangeva, si chinò a guardare dentro il sepolcro, 12 ed ecco, vide due angeli, vestiti di bianco, seduti uno a capo e l’altro ai piedi, lì dov’era stato il corpo di Gesù. 13 Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?» Ella rispose loro: «Perché hanno tolto il mio Signore e non so dove l’abbiano deposto».14 Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù.  15 Gesù le disse: «Donna, perché piangi? Ella, pensando che fosse l’ortolano, gli disse: «Signore, se tu l’hai portato via, dimmi dove l’hai deposto, e io lo prenderò».

16 Gesù le disse: «Maria!»  Ella, voltatasi, gli disse in ebraico: «Rabbunì!» che vuol dire: «Maestro!»

17 Gesù le disse: «Non trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli, e di’ loro: “Io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro”». 18 Maria Maddalena andò ad annunciare ai discepoli che aveva visto il Signore, e che egli le aveva detto queste cose.

 

<<Siano  gradite le parole della mia bocca e la meditazione del mio cuore in tua presenza, o  Signore, mia rocca e mio redentore>!> Salmo 19,14

 

Sermone

Maria piangeva. Era andata al sepolcro, alla tomba di Gesù piangendo di rotto, e non voleva rassegnarsi sul fatto di non poter più vedere una persona a lei cara.

Ella piangeva perché non avrebbe più potuto parlare con lui delle belle cose che a lei insegnava. Piangeva per il passato che non tornerà più.

Qualcosa però non le era del tutto chiaro. Era rimasta in guardia alla tomba per sapere chi aveva portato via il corpo di Gesù, ma nello stesso tempo era scioccata, intimorita e stupita sull’assenza del Suo corpo. Quando i due angeli le dissero:  «Donna, perché piangi?»

Ella rispose. «Perché hanno tolto il mio Signore e non so dove l’abbiano deposto»

 

Per la seconda volta, per chiarire piano piano la situazione, proviamo ora a osservare ciò che stava accadendo quando Gesù era intervenuto con la stessa  domanda. «Donna, perché piangi?»

Ella, pensando che fosse l’ortolano, lei disse: «Signore, se tu l’hai portato via, dimmi dove l’hai deposto, e io lo prenderò».

 

Questa domanda  <<perché piangi?>>, riflette molto il nostro stato d’animo, quando ci troviamo a delle situazioni, come la morte, che non hanno una spiegazione precisa di quando, come e per quale motivo succedono, e

<<Chi cerchi?>>è un’altra domanda che richiede  l’atteggiamento di pazienza, di ricerca e di accettazione, che il Signore ci dona nel trovare le risposte veritieri.

Umanamente, possiamo comprendere la situazione in cui Maria si era trovata.

 

Se finora non siamo in grado di dare spiegazioni alle cose di Dio, al significato della sua identità, del suo nome YWHW: IO SONO, Alfa e Omega, Principio e Fine,  immagino quanto sia difficile credere con i propri il miracolo dell’evento della resurrezione di Gesù. Noi abbiamo un limite e su questo nostro limite che Dio interviene, per aiutarci a capire il Suo disegno.

 

In questo momento in cui celebriamo la Domenica di Pasqua, ricordiamo allora che il giorno della resurrezione di Gesù, ha dato a Maria un’istruzione: Non trattenermi(non fermarmi), perché non sono ancora salito al Padre(perché dovrò ancora andare dal mio padre); ma va’ dai miei fratelli(tu devi andare dai miei fratelli), e di’ loro: “Io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro”»(e li dirai così: Il maestro sale dal suo Padre e anche dal vostro padre, dal mio Signore e anche dal vostro Signore) .

18 Maria Maddalena andò ad annunciare ai discepoli che aveva visto il Signore, e che egli le aveva detto queste cose.(Maria obbedì il comando di andare da loro e dire che aveva visto il Signore che gli aveva detto che non doveva fermarlo perché doveva salire al Padre).”

L’incontro di Maria e di Gesù è uno dei passaggi molto importanti della Bibbia, per molti studiosi/teologi (aveva contribuito alla ricerca dell’identità) ed era anche l’inizio della rivisitazione del ruolo della donna nella società, nel lavoro, e nella famiglia. Questo episodio in cui Maria era stata chiamata per nome, aveva rivoluzionato l’aspetto ermeneutico della Bibbia decisamente in relazione alla nuova vita che Gesù aveva inaugurato nel giorno della risurrezione  (la rinascita intesa come il rinnovamento della comprensione della vita, del suo valore) prima che Lui fosse stato salito al Padre.

 

La risurrezione di Gesù segna  una nuova partenza, un nuovo inizio, un ricominciare daccapo, dal principio mantenendo, però i ricordi del passato, la profezia che si era avverata.  L’episodio della risurrezione nella storia di Maria, una donna, mandata ad annunciare ai discepoli che Gesù è risuscitato, è vivo, è un racconto del Dio vivente.

 

Dunque, nel condividere il pane e il vino con i nostri cari e care a casa, ricordiamoci che lo facciamo perché c’è necessità dovuto alla situazione di blocco in cui ora tutti ci troviamo. Compiere questo gesto non è desacralizzare il sacramento, ma riscoprire il suo significato più profondo, più intimo che ci abbia mai capitati fino ad ora, quel: <<ogni volta che mangiate e berrete, fate questo in memoria di me>>  …significa compierlo stando proprio con Lui vivendo il privilegio di essere partecipe. La vera realtà di questo gesto è di servire la nostra famiglia in questo momento.

Il nostro mandato nelle nostre famiglie è di continuare a servire questo pane perché viviamo in pace, perché possiamo condividere la nostra gioia di stare insieme.

Non sprechiamo questo pane che ci ha dato di vivere oggi nelle nostre case, nelle nostre famiglie. Se siamo chiamati i credenti è perché siamo stati istruiti a seguire l’insegnamento del nostro maestro di vita.

Noi oggi si riconferma che siamo risorto in e con Cristo.

Io credo che Maria abbia avuto un ruolo molto importante nella storia di  Gesù risorto perché d’allora  erano risorte molte MARIA/E. Amen.

 

 

Brano musicale “Perch’Egli Vive/Dahil siya’y buhay”

 

 

Mensahe ng buhay sa tagalog

Juan 20,11-18 (Nagpakita si Jesus kay Maria Magdalena)

11 Si Maria ay nakatayong umiiyak sa labas ng libingan. Habang umiiyak ay yumuko siya at sumilip sa loob. 12 May nakita siyang dalawang anghel na nakadamit ng puti at nakaupo sa pinaglagyan ng bangkay ni Jesus, ang isa’y sa gawing ulunan at ang isa nama’y sa paanan. 13 Tinanong nila si Maria, “Babae, bakit ka umiiyak?” Sumagot siya, “Kinuha nila ang aking Panginoon at hindi ko alam kung saan siya inilagay.”

14 Pagkasabi nito’y napalingon siya at nakita niya si Jesus na nakatayo roon, ngunit hindi niya nakilalang si Jesus iyon. 15 Tinanong siya ni Jesus, “Babae, bakit ka umiiyak? Sino ang hinahanap mo?”

Akala ni Maria, ang kausap niya’y ang hardinero kaya’t sinabi niya, “Ginoo, kung kayo po ang kumuha sa kanya, pakituro nga po ninyo sa akin kung saan ninyo siya inilagay at kukunin ko.”

16 “Maria!” sabi ni Jesus. Humarap siya at kanyang sinabi sa wikang Hebreo, “Raboni!” na ang ibig sabihi’y “Guro.” 17 Sabi ni Jesus, “Huwag mo akong hawakan sapagkat hindi pa ako nakakapunta sa Ama. Sa halip, pumunta ka sa aking mga kapatid at sabihin mo sa kanila na aakyat ako sa aking Ama at inyong Ama, sa aking Diyos at inyong Diyos.”18 kaya’t si Maria Magdalena pumunta sa mga alagad at sinabi, “Nakita ko ang Panginoon!” at tuloy sinabi sa kanila ang bilin ni Jesus.

Mga kapatid sa Panginoong JesuCristo.

Maligayang pagbubunyi sa inyong lahat sa muling pagkabuhay ni JesuCristo.

Sa wakas ay natupad narin ang kanyang tungkulin bilang isang anak ng Dios, na sa lupa siya ay magdaranas ng paghihirap bilang isang tao hanggang sa kamatayan upang ang lahat ng kasalanan ay mapatawad at magkamit ng patawad ang bawat taong magsisisi sa kanyang mga nagawang kasalanan .

Ngayon ay araw ng linggo, unang araw sa ating Kalendariong cristiano, sa panahon ng  muling pagkabuhay ng nagngangalang  JesuCristo. Ito ay simula ng bagong buhay din ng mga nananalig sa kanya, at nagbigay kabuluhan kung anong ibig sabihin ang muling pagkabuhay ni Jesus na iginawad sa pamamagitan ng makapangyarihang gawa ng Dios.

Ang araw  na ito ay  naghatid  muli sa atin ng galak sapagkat ang kanyang pagkabuhay na muli, pagkatapos na siya ay namatay, ay upang isakatuparan lamang ang kalooban ng Dios at gustuhan, na bigyan ang lahat ng mga tao ng panibagong buhay. Ang magandang balita na ating natanggap sa pamamagitan ng muling pagkikita ni Jesus at Maria ay napakahalaga.

Una sa lahat upang ipabatid sa atin na ang hikbi, ang pagluha ni Maria ay sanhi ng kanyang pagdurusa at kalungkutan dahil nawalan siya ng isang tunay na kaibigan at mabuting guro sa buhay. Kayat ang Dios na bumangon, at nagbigay muli ng buhay kay Jesus ang siyang magbibigay ng consolasyon sa pagluluksa at paghihinagpis ng isang taong nasa gitna ng pagdurusa.

Si Maria ay isa sa mga halimbawa lamang ng isang taong nasa gitna ng mga problema sa buhay, ngunit ang araw ng pagdurusa ay lilipas/lumilipas, ang pangako ay matutupad, at may bagong araw na darating, at sisibol ang buhay at ilaw ng isang umaga. May bagong bukas pa na darating.(Naalala ba ninyo ang awit na may bukas pa ang…sa daigdig ay buhay ay ganyan..)

Sa pamamagitan ng istoryang ito ni Maria at Jesus ating mapapatunayan na ang isang suliranin ay magkakaroon ng kalutasan o kasagutan. Si Maria  ay isang babae rin na magbibigay ng halimbawa upang bigyan ng boses ang katarungan pangkalahatan. (Human Rights, equal rights among men and women, and human being).

Gunitain natin mga kapatid na bilang mga nanampalataya o nananalig sa Dios ang mga dalawang mga utos na mahalin natin ang Diyos ng buong puso, buong isip, buong sarili natin, at  ang ating kapwa tulad sa ating mga sarili.

Ating isapuso at isaisip na ang tamang pakikipagkapwa tao o pakikihalubilo, pakikisama sa ating kapwa ay dapat pare-pareho at walang pagtatangi.

Ang utos ni Jesus kay Maria na ihatid o ipabatid sa mga alagad na siya ay buhay at babalik siya sa ama, ito ay isang patotoo na sa harapan ng Dios tayo ay pare-pareho, maaring ibat-iba lamang ang ating mga tungkulin. Ang bawat –isa ay may magagawa para sa ikabubuti ng lahat dito sa mundo at sa iglesya.

Sa makatuwid ang mensahe ng buhay sa pagpapakita ni Jesus kay Maria ay naglalahad lamang ng katutuhanan na ang babae ay may kalayaan at nakalaang lugar  sa buhay ng mga tao at ito ay ang pagiging isang tagapagpahayag ng magandang balita. Siya ay mapapagkatiwalaan sapagkat inihahatid niya ang mabuting balita nagmula sa muling pagkabuhay ni JesuCristo.

Kung gayun ang mga babae ay may karapatan magsiwalat ng magandang balita at hindi lamang para sa  mga alagad na lalaki.

Ang mga babae ay may tungkulin sa lipunan, sa paghubog sa mga bata, eduksyon ng mga mag-aaral, at sa mga pamilya. Sa panahong ito, ang ating mga tungkulin bilang mga babae ay siyang nagpapatunay na hindi lamang tayo tigapag-alaga sa mga anak kundi may ibat-iba tayo tungkulin sa lipunan, sa iglesya, at sa tahanan.

Hindi lamang iisa ang ating magagawa kundi maraming bagay(multitasking).Tayo’y magalak dahil dumating na ang panahon na ating nalaman na ang tao ay may pagbabago at yaon ay aral para sa ating lahat. Ang paanyaya ni JesuCristo na imulat natin ang ating mga mata sa katutuhanan na tayo ay parang mga butil na pagnaitanim, tayo ay may oras na mabuhay  at mamatay, ngunit tayoy  patuloy na mabubuhay sa pamamagitan ng ating mga supling. Ang buhay na galing sa Diyos ay may taglay na kapangyarihan na kailanman hindi mamamatay pag itoy itinatanim sa matabang  lupa o pusong matapat.

Sumainyo nawa ang pagpapala ng poong Maykapal.

Maligayang pagkabuhay na muli kay JesuCristo na ating panginoon!

Praise the Lord halleluah! Purihin ang Panginoon. Amen

 

Ascoltiamo ora l’istituzione della Cena del Signore secondo l’apostolo Paolo:

Istituzione:

Poiché ho ricevuto dal Signore quello che vi ho anche trasmesso; cioè, che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane, e dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me».

Nello stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne berrete, in memoria di me».

Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.

(1 Corinzi 11,23-26)

 

Rendiamo grazie a Dio per Gesù Cristo nostro Signore benedetto:

Colui che non ha conosciuto peccato è stato fatto peccato per noi.

 

 

Frazione

IL PANE CHE SPEZZIAMO

È LA COMUNIONE CON IL CORPO DI CRISTO

CHE È STATO DATO PER NOI

 

Ang tinapay na ating pinaghati-hatian

ay tanda ng ating pagkakaisa sa katawan ni Cristo.

(Nome …Gesù è risorto per te e per me)

 

IL CALICE DELLA BENEDIZIONE

PER IL QUALE RENDIAMO GRAZIE

È LA COMUNIONE CON IL SANGUE DI CRISTO

CHE È STATO VERSATO PER NOI

 Ang kopa ng basbas

dahilan  ng  ating pagpapasalamat

ay tanda ng ating pagkakaisa sa dugong ibihos ni Cristo sa krus.

(Nome…Gesù è risorto per te e per me)

 

 

Brano musicale “Prech’Egli vive/ Because he lives”

 

Care e cari, il messaggio della resurrezione  di Gesù per me in questo tempo dell’emergenza di corona virus COVID- 19 che mi lascia come un richiamo per noi esseri umani sono i seguenti:

– Che possiamo riconoscere e rinnovare per noi stessi il valore della nostra propria vita, che comincia con la dichiarazione di prendersi cura di noi stessi, ma anche degli altri.

– Che veramente i ricchi possano donare i loro soldi per la ricerca corrisposto alla  cura per questa malattia che porta alla distruzione della vita.

– che noi cristiani potremo rinascere, e che portiamo noi stessi al servizio dell’annuncio della parola di vita che Dio si era impegnato a farci capire .

 

Preghiera di intercessione:

 

Dio nostro, ti ringraziamo, perché tuo Figlio Gesù è stato il nostro ospite.

Ti ringraziamo, del perdono e della  pace nel suo nome.

Ti ringraziamo, perché tu dai ai nostri pensieri un’altra direzione.

Ti ringraziamo, perché tu ci dimostri cosa è veramente importante nella nostra vita.

Vorremmo poter comunicare la pace e la calma di questo momento al nostro mondo afflitto ed irrequieto.

Vorremmo poter trasmettere la nostra comunione con te ogni giorno, anche quando siamo immersi nei nostri problemi quotidiani.

Sappiamo che in questi tentativi tu sei con noi; per questo, Signore, ti ringraziamo.

Dio nostro, in Gesù hai dato speranza a questo mondo scosso da guerre, violenze e ingiustizia. In Gesù hai dato una guida che conduce il mondo verso il tuo regno, dove tutte le ferite saranno risanate, dove tutte le malattie saranno guarite. Fa’ che il nostro modo di vivere sia una testimonianza credibile e convincente di questa speranza e di questa guida. Il tuo Spirito ci spinga a costruire la comunità del tuo amore solidale, dove il sofferente può ritrovare forza, l’oppresso può essere liberato, il disperato può rialzare il suo volto.

Confidando in questo ti preghiamo ora tutti insieme come Gesù ci ha insegnato:

Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome venga il tuo regno sia fatta la tua volontà come in cielo anche in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non esporci alla tentazione ma liberaci dal male. Tuo è il Regno, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli. Amen

 

 

Benedizione

La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre, e la comunione dello Spirito Santo restino a tutti noi, ora e sempre.

 

 

 

Brano musicale “I surrender all/Voglio tutto abbandonare”

 

Il Cristo vivente è con noi e con tutta l’umanità, tutti i giorni fino alla fine dell’età presente. Amen.

 

Buona Pasqua!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Liturgia del venerdì santo

Preludio (strumento musicale)

 

Invochiamo la presenza del Signore in mezzo a noi perché ci guidi nell’ascolto e nella comprensione della Sua Parola e ci dia la forza per metterla in pratica.

 

Invocazione:

Il nostro aiuto è nel nome di Dio Padre, che ci ha creati,

del Signore Gesù Cristo, che ha dato la sua vita per noi,

dello Spirito Santo, che ci rinnova. Amen.

 

Parole di introduzione  e saluto

Care sorelle e cari fratelli nel Signore, buonasera.

Quest’anno, il 10 aprile 2020,  alle ore 18.00 siamo riuniti attraverso il sito del nostra chiesa un canale virtuale per celebrare il Venerdì Santo.

Anche in questa occasione non possiamo essere nel tempio a condividere una mia breve riflessione insieme ai fratelli delle chiese Battiste, Metodiste e Valdesi di Roma e con il gruppo del coro, che solitamente prepara i brani da cantare.

Ricordiamoci che siamo tutti a casa perché ognuno e ognuna di noi ha il compito di tutelare la propria vita e quella degli altri.

La nostra vita e la comunione fraterna in Gesù Cristo devono essere conservate bene, ora, per concedere un tempo di rinascita.

Chiediamo al Signore Dio di darci la pazienza per aspettare il momento opportuno e giusto.

 

 

Preghiamo:

Signore, nostro  Dio!

Noi siamo riuniti in questo giorno, nelle nostre case/dimore, per ricordare che hai realizzato la tua volontà forte e piena di benevolenza verso il mondo e verso noi tutti, permettendo che il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio amato, sia imprigionato perché noi possiamo essere liberi, che sia dichiarato colpevole, perché noi siamo resi innocenti, che soffra perché  noi conosciamo la gioia, che sia consegnato alla morte, perché noi viviamo in eterno.

Con le nostre sole forze, non potevamo che essere perduti.

Nessuno di noi ha meritato una simile liberazione.

Ma tu, nella tua misericordia immensa e incomprensibile,

hai condiviso il nostro peccato e la nostra miseria per compiere questa grande liberazione a nostro favore.

Come potremmo ringraziarti se non sforzandoci a capire a fondo, di afferrare questa grande realtà e di applicarla a noi?

Ma ciò è possibile solo a condizione che quello stesso Salvatore che ha sofferto per noi, che è stato crocifisso, che è morto, che è stato sepolto, ma che è risuscitato, entri ora in mezzo a noi e parli al nostro cuore;

solo se ci rende permeabili al tuo amore e ci conduce a confidare interamente in esso e a non vivere d’altro.

Che sia così per la potenza del tuo Spirito santo, è quanto ti chiediamo con grande umiltà ma e anche con grande fiducia. Amen.

 

Istrumento musicale dell’inno 40 “C’eri tu? We’re you there?”

 

 

 

Sermone sui passi in comune tra le testimonianze degli evangelisti:

Matteo 27, 38 

Marco 15,27 -28

Luca 23,39-43  

Giovanni 19,17-18

 

 

Care e cari, stasera vorrei condividere con voi la mia riflessione sui pochi versetti che troviamo nei vangeli di: Matteo, Marco, Luca e Giovanni.

Leggo tutti i passi in ordine come li troviamo nel Nuovo Testamento a partire dal vangelo di Matteo 27:38 <<Allora furono crocifissi con lui due ladroni, uno a destra e l’altro a sinistra>>. 

Poi dal vangelo di Marco 15:27-28  <<Con lui crocifissero due ladroni, uno alla sua destra e l’altro alla sua sinistra. [E si adempì la Scrittura che dice: «Egli è stato contato fra i malfattori».]

Poi dal vangelo di Luca 23:39-43  Uno dei malfattori appesi lo insultava, dicendo: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!»  Ma l’altro lo rimproverava, dicendo: «Non hai nemmeno timor di Dio, tu che ti trovi nel medesimo supplizio?  Per noi è giusto, perché riceviamo la pena che ci meritiamo per le nostre azioni; ma questi non ha fatto nulla di male».  E diceva: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno!» Ed egli gli disse: «Io ti dico in verità, oggi tu sarai con me in paradiso».”

E l’ultimo dal vangelo di Giovanni 19,17-18  “Presero dunque Gesù; ed egli, portando la sua croce, giunse al luogo detto del Teschio, che in ebraico si chiama Golgota, dove lo crocifissero, assieme ad altri due, uno di qua, l’altro di là, e Gesù nel mezzo.”

 

<<Siano  gradite le parole della mia bocca e la meditazione del mio cuore in tua presenza, o  Signore, mia rocca e mio redentore>!> Salmo 19,14

 

Domenica scorsa abbiamo iniziato a percorrere l’episodio dell’ultimo passaggio(l’ultima tappa) della vita di Gesù nella città di Gerusalemme. Vi ho condiviso la mia riflessione sottolineando la presa di posizione di Gesù, dei suoi discepoli e della folla. Poi l’ intervento di Caiafa, il  capo dei sacerdoti, poi Pilato il governatore dei romani, e i soldati.

In questi giorni che ho letto il racconto della passione di Gesù fino al suo ultimo respiro da UOMO, la mia l’attenzione è stata sempre richiamata sulla presa di posizione di tutti: Dio dall’alto, Gesù uomo disceso, inviato da Dio per salvare l’uomo facendo conoscere sé stesso, in parole e in fatti.

Questo potrei illustrarlo o riassumerlo in un quadro triangolare in cui Dio è in alto e uomo Gesù e uomo in basso (intesa umanità) sono nello stesso livello, nel vivere sulla terra(il tempo in cui aveva svolto il suo ministero per il regno di Dio). Ripeto Dio in alto, Gesù e uomo in basso .

Mentre sulla situazione della sua morte, Gesù era stato crocifisso con i due ladri, entrambi, situati a livello orizzontale rispetto al suo. Due raffigurazioni diverse, che si compiono nella testimonianza della crocifissione.

Gesù era lì insieme ai due ladri, nel luogo chiamato Teschio in ebraico Golgota, dove venivano giudicati i malfattori dai capi sacerdoti e dagli scribi, dove venivano condannati a morte tutti coloro che hanno commesso un peccato, per aver assunto diverse posizioni, come siamo stati istruiti nell’economia della salvezza.

 

Abbiamo appreso che il disegno di Dio di salvare l’umanità era nell’opera salvifica di Gesù, morendo sulla croce per donare la sua vita: uno muore per tutti. Non c’era meglio che poteva scegliere il Dio d’amore dice nel vangelo di Giovanni : <<Perché Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.>> (Gv.3,16)

Gesù lo ha obbedito  fino in fondo dice anche l’apostolo Paolo : Cristo Gesù, pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò sé stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte, e alla morte di croce(cfr.Fil.2,1-10  ).

Che cosa potevano fare Dio e Gesù per far tornare l’uomo al suo Creatore? La testimonianza dei due ladri era e tutt’ora esempio di ciò che la scelta rende possibile per la nostra salvezza.

 

I due ladri insieme a Gesù, avevano assunto due diverse posizioni. Uno si era pentito e per di più aveva riconosciuto l’innocenza di Gesù, mentre l’altro era rimasto un peccatore, sottointeso ha negato il peccato da lui commesso, ommettendo la confessione di aver rubato e dunque non ha ricevuto la giustizia. La crocifissione di Gesù in mezzo a questi due ladroni testimonia che fino alla fine della Sua vita era stato accompagnato da un uomo che, sa riconoscere il suo sbaglio, pentendosi e da uno che fino alla fine non riconosce di essere un peccatore.

La buona novella che penso possa farci rallegrare stasera e che dobbiamo conservare fino al nostro ultimo respiro, è (l’annuncio del perdono) l’annuncio della remissione dei nostri peccati ad ogni atto di confessione, riconoscendo da una parte la nostra condizione di essere un peccatore, e da una parte giustificati perché ogni confessione del peccato è perdonato, come nella testimonianza dell’evangelista Luca quando il ladro, ammettendo di essere colpevole, disse a Gesù: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno!» 43 Ed egli gli disse: «Io ti dico in verità, oggi tu sarai con me in paradiso».

La crocifissione di Gesù era un giudizio sbagliato, scelto per invidia. La croce è un segno di dolore e sofferenza che è entrato in profondità del nostro essere credente, un peso da sopportare.

 

Questi tre uomini avevano espresso la loro scelta: guadagnare oppure rinunciare la loro vita. Chi è il discepolo amato e obbediente?

Gesù aveva insegnato ai suoi discepoli il prezzo del discepolato. Sta a noi la scelta, decidiamo ora nel nostro cuore e mente perché possiamo essere partecipe al Suo regno.

Care e cari,

fa che queste parole possano aiutarci a riprendere il nostro cammino da credenti.

La Domenica delle palme è passata, per coloro che avevano osannato Gesù, il nazareno di Galilea. Il tempo di lutto è ora giunto, Il Venerdì Santo è un giorno di tristezza per i popoli radunati a Gerusalemme. Nei nostri giorni, oggi, siamo in lutto non soltanto per l’agire ottuso dell’uomo di fronte alla chiamata di Dio a convertirsi, ma anche a causa della morte dei popoli del mondo colpiti dal corona virus. In questo momento di grande difficolta e sofferenza che l’emergenza sanitaria ci sta portando, facciamo tutti delle considerazioni, ciò che il bene e il male che ha fatto per noi il COVID 19. Qualcuno si era già espresso che il Covid 19 è un soggetto democratico, decide di colpire l’uomo senza distinzione.  L’abbiamo visto e osservato non sceglie a chi colpire, ricco o povero, uomo credente o non. L’uomo è la sua preda. Ascoltiamo l’evangelo della vita promessa in Gesù Cristo.

Convertiamoci prima che sia troppo tardi.

Vogliamo cantare la scelta della croce che portiamo insieme a Gesù?

 

Per concludere leggo le parole del canto Sulla CROCE che i membri del coro avevano cantato negli anni passati. Li ringraziamo ancora per il tempo dedicatosi a fare delle prove ogni lunedì in chiesa. Noi preghiamo il Signore che li dia sempre la gioia di servirlo con la loro voce.

A tutti e alla loro maestra Anais Lee Chiesa, alla pianista Emilja Pinto e Kristina Petric,  un grazie di cuore.

 

Sulla croce mio Gesù, sulla croce con te salirò, sulla croce, sulla croce salirò con te mio Gesù

Nella tomba mio Gesù, nella tomba con te scenderò nella tomba, nella tomba scenderò con te mio Gesù.

Su nel cielo mio Gesù, su nel cielo con te salirò, su nel cielo, sul nel cielo salirò con te mio Gesù.

 

Dolore atroce mi spezzar il cuor se mi lasci o mio Signor, se io resto senza di te. Amen.

 

Intervento musicale dell’inno “The old rugged cross/Una croce lassù su d’un colle lontan”

1

On a hill far away stood an old rugged cross,

the emblem of suffering and shame; and I love that old cross

Where the dearest and best for a world of lost sinners was slain,

Refrain

So I’ll cherish the old rugged cross, till my trophies at last I lay down;

I will cling to the old rugged cross, and exchange it someday for a crown.

 

Una croce lassu su d’un colle lontan

è l’emblema del più gran dolor: ivi Cristo morì

ci donò libertà, ed il regno fondò dell’amor!

 

Celebriamo la croce d’amor, ove Cristo per tutti morì,

sulla croce il divin Redentor _il suo cielo per tutti riaprì.

 

2

O that old rugged cross, so despised by the world,

has a wondrous attraction for me; _ for the dear Lamb of God

left his glory above to _bear it to dark Calvary.

 

Quanti vanno lontan dalla croce d’amor,

disprezzando l’eterna bontà.. nessun mai troverà

altro ver Salvator fuor di Lui che ci dà libertà!

 

Giobbe 42,1-6

1 Allora Giobbe rispose al SIGNORE e disse:
2 «Io riconosco che tu puoi tutto
e che nulla può impedirti di eseguire un tuo disegno.

3 Chi è colui che senza intelligenza offusca il tuo disegno?
Sì, ne ho parlato; ma non lo capivo;
sono cose per me troppo meravigliose e io non le conosco.

4 Ti prego, ascoltami, e io parlerò;
ti farò delle domande e tu insegnami!

5 Il mio orecchio aveva sentito parlare di te
ma ora l’occhio mio ti ha visto.

6 Perciò mi ravvedo, mi pento
sulla polvere e sulla cenere».

 

 

Preghiera di intercessione

Signore, ti chiediamo di accompagnarci e aiutarci a riconoscerti al nostro ravvedimento e pentimento come Giobbe.

Ti   preghiamo per le persone e i popoli che sono vittime di ogni tipo di violenza, ti preghiamo ancora di intervenire per la guarigione di ogni malattia che è contro la vita che hai donato in Cristo Gesù, nostro salvatore.

Hai fatto conoscere il tuo amore attraverso la Sua opera perciò aiutaci a non vanificarla.

Guarisci questo mondo dal Corona Virus che infligge ogni uomo.

Siamo tutti in lutto, siamo tutti oppressi, tutti impauriti, salvaci da questa tempesta.

Signore, metti un limite alle azioni disumane e fa’ che noi cristiani impariamo a riconoscere le nostre responsabilità e a contribuire alla salvaguardia dell’umanità e del creato.

Nel nome di Gesù, che ci chiama a una nuova umanità.

Noi riassumiamo le nostre  richieste con queste parole che Gesù tuo figlio ci ha insegnato Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome venga il tuo regno sia fatta la tua volontà come in cielo anche in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non esporci alla tentazione ma liberaci dal male. Tuo è il Regno, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli. Amen

 

 

Benedizione

Il Dio di ogni grazia, che vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, dopo che avrete sofferto per breve tempo, vi perfezionerà egli stesso, vi renderà fermi, vi fortificherà stabilmente.

A lui sia la potenza, nei secoli dei secoli. Amen.

(1 Pietro 5,10-11).

 

 

 

 

Alla prossima.

Domenica di Pasqua alle ore 11,00 con Santa Cena preparata in casa.

Culto della domenica delle palme

Culto della Domenica delle Palme 5 aprile 2020

 

Preludio(breve intervento musicale)

 

Ci raccogliamo alla presenza del Signore

 Il nostro aiuto è in Dio, fonte di ogni vita, che in Gesù Cristo ci rivela il suo amore di Padre e nello Spirito Santo ci fortifica e ci libera. Amen.

Questo è il giorno che il Signore ci ha preparato;

festeggiamo e rallegriamoci in esso.

O Signore, dacci la salvezza!

O Signore, facci prosperare!

Benedetto colui che viene nel nome del Signore. (Salmo 118, 24-26a)

 

Preghiamo:

Dio di grazia, tu ci hai dato la mente per conoscerti,

il cuore per amarti e la voce per cantare le tue lodi.

Riempici del tuo Spirito così che possiamo veramente amarti e amandoti

possiamo vivere pienamente nel tuo servizio, che è perfetta libertà,

Aiutaci a dirti, oggi e in ogni giorno, l’antico canto della gioia, della speranza,

della fiducia «Benedetto il Re che viene nel tuo nome,

Osanna nei luoghi altissimi». Amen.

 

Inno 48 .1 e 4 “Immensa Grazia”

 

Breve introduzione e saluto:

Oggi, i cristiani si radunano per il culto della domenica delle palme a casa o nei luoghi limitati a poche persone.

Oggi i membri della chiesa metodista di via XX settembre non si sono riuniti nel tempio per celebrare il culto della domenica delle palme. Oggi non ci sono i rami di olivo davanti al tavolo per la santa cena.

Care e cari membri della comunità metodista di via XX settembre, care amiche e cari amici partecipanti in questo culto di lode, di preghiera e di ascolto, vi saluto con il santo bacio e la pace del Signore sia con tutti noi.

Preghiamo:

Guidaci, o Dio, attraverso il tuo Spirito affinché nella tua Parola possiamo trovare la presenza viva del tuo Figlio, il Re e il Messia che nella fedeltà a te si è fatto carico del nostro peccato per la nostra salvezza e per il rinnovamento della creazione. Amen.

<<Siano gradite le parole della mia bocca e la meditazione del mio cuore in tua presenza, o Signore, mia rocca e mio redentore>!> Salmo 19,14

Sermone: Matteo 21,10-11

Care sorelle e cari fratelli nel Signore, tra il racconto degli evangelisti ho scelto per oggi i due versetti, 10 e 11 nel vangelo di Matteo al cap. 21.

“Quando fu entrato in Gerusalemme, tutta la citta fu scossa si diceva: <<chi è costui?>> e le folle dicevano: << Questi è Gesù, il profeta che viene da Nazaret di Galilea>>”.

L’uomo tanto atteso, acclamato come il profeta è finalmente arrivato nella città di Gerusalemme. Sin dall’inizio Egli sapeva il suo destino nei confronti dell’uomo a cui darà una vita migliore.

Immaginiamo la scena presso la porta di Gerusalemme dove tutto il popolo è presente. Immaginiamo la presenza del centurione che chiese a Gesù di guarire il suo servo paralitico. (cfr. Mt. 8,5-13), dei ciechi che acquisirono la vista potendo riconoscere Gesù che li ha guariti (cfr. Mt. 20,29-34; Lc.18,35-43), della donna cananea che gli pregò di guarire la figlia, tormentata da un demonio (cfr. Mt. 15, 21-28), di Zaccheo che si convertì nel suo cuore e decise, in un momento di convivialità con Gesù, di restituire il quadruplo dei beni sottratti agli altri (cfr. Lc. 19,1-10), di Lazzaro che fu resuscitato dalla morte (cfr. Gv. 11,12ss).

Certamente! Tutti che erano stati guariti erano lì presenti per dargli onore e per acclamare il suo nome, il re dei giudei.

Tutti misero per terra i loro mantelli e i rami come segno di gioia e di riconoscenza a Gesù. Così leggiamo nel versetto 9: “Le folle che precedevano e quelle che seguivano, gridavano: «Osanna al Figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nei luoghi altissimi!»”

Che cosa vuol dire? <<Quando fu entrato in Gerusalemme, tutta la citta fu scossa>>.

L’ingresso di Gesù a Gerusalemme, per quanto esistessero divergenze di opinioni sul suo vero significato, fu senza dubbio inteso a rappresentare simbolicamente un avvenimento atteso da Gesù e dai suoi discepoli.

L’avvenimento grandioso era per celebrare con tutta l’umanità la conquista del regno, della Città Santa e del Tempio da colui che era stato eletto da Dio, il figliolo amato e affermare dinnanzi agli uomini la Sua sovranità.

La sua entrata a Gerusalemme era chiaramente per redimere la Città Santa, e dinanzi a Ponzio Pilato di farsi riconoscere ed affermare che Egli è l’unico Re: “<<Sei tu il re dei Giudei? Gesù gli rispose: <<TU LO DICI>>” (cfr. Mc. 15,2)

È molto interessante il fatto che come Egli ha preso una posizione, anche i suoi discepoli avevano assunto una posizione.

Per che cosa? Per essere dalla sua parte? Per difendere la sua causa di essere il Re, il figlio di Dio?

Sì e no, perché alla fine dei conti, si erano trovati dall’altra parte. La prova era così grande che nessuno di loro era in grado difendere il loro maestro, il profeta. Potevano soltanto assistere insieme alla folla, abbandonandolo da solo per portare il peso del peccato dell’incredulità.

La presa di posizione dei suoi discepoli era riferita nell’aiutarlo a prendere in possesso della Città santa, ma quando furono messi alla prova, quando accaddero degli avvenimenti negativi e degli insuccessi erano rimasti scoraggiati e impauriti. Gesù che era così tanto potente da guarire i malati, da rendere possibile l’impossibile, non poteva salvare sé stesso. La presa di posizione di Dio era diversa da quello dei suoi discepoli, egli intendeva il suo sacrificio, dare il re dei giudei nella mano di Pilato il governatore romano della giudea, per il mondo incredulo per compiere le parole profetiche, pronunciate dai profeti dell’AT e del NT per conto suo.

I discepoli erano tutti chiaramente in contrario a ciò che doveva accadere, ma poi il tradimento assoluto è stato manifestato da tutti. “Gli dissero <<Sono forse io?>> ; e Pietro gli disse: <<quando anche dovessi morire con te io non ti rinnegherò>>” – (cfr. Mt. 26,33; Mc.14,66-72)

Nella nostra generazione, quale impressione Egli ci trasmette?

Chi è costui? Quale sarebbe la nostra risposta?

Le risposte di tutti gli “spettatori” che hanno assistito l’evento sono varie, e sono anche per noi. “Che cosa me ne importa? Ho ben altro da pensare”.

Non per nulla, diceva il profeta dell’Apocalisse, il Signore che non sa che aveva a che fare con dei tiepidi e con coloro che non sanno prendere la loro responsabilità. (cfr. Ap.3,14-22)

Chi è costui?

È la domanda che attraverso i secoli è stata lanciata come una sfida.

Chi è costui ai quali il vento e il mare obbediscono?

Chi è costui che si proclama il Re degli uomini?

Chi è costui che ancora oggi in questo mondo straziato (lacerato, tormentato), ma sempre risorgente si presenta come la sola vera risposta, la sola fonte perfetta ed eterna alla quale possiamo dissetarsi?

Fratelli e sorelle, dite vuoi chi è costui.

Se non avete ancora preso una posizione, chi è allora costui nella vostra vita?

Se lo pensate, potete rispondere ed affermare come Pietro disse una volta: “Tu sei il figlio di Dio, A chi ce ne andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna” (cfr. Gv.6,68) – e Tommaso disse: “Mio Signore, Mio Dio”.(cfr. Gv. 20,28)

Care e cari,

oggi è la domenica delle palme. Lo scorso 28 marzo un nostro fratello di chiesa mi ha scritto queste parole su whatsapp:

“Noi stiamo fortunati di vivere in campagna e la quarantena non ci pesa troppo. Quando abbiamo potato gli ulivi avevamo lasciato uno per portare le fronde(rami) per la domenica delle palme. Immagino che per la domenica delle palme la chiesa resterà ancora chiusa. Allora posso portare? Un abbraccio.”

Penso che abbiate già indovinato chi è il nostro fratello di chiesa che mi ha scritto questo messaggio. Italo Grassi che per anni aveva preparato (portato) per tutti un mucchio di rami dell’olivo, gli tagliava per tutta la comunità e che, poi, dopo alla fine del culto ognuno e ognuna ne prende un po’ a casa per tutto l’anno e ciò si ripeteva anno dopo anno. Purtroppo, in questo momento non è stato così. Per l’ennesima volta tutto è cambiato per vigilare la vita dell’intera umanità. Credete che per conservare la vita dell’intera umanità? Ci è stato dato il tempo per un’attesa feconda che a breve porterà una rinascita della vita.

Adesso, non dobbiamo solo abituarci all’idea che il tempo del passato non ci tornerà più, come era prima fino agli ultimi mesi di gennaio e di febbraio, ma è fondamentale ricordare bene anche chi erano quelli che hanno preparato la via verso il Signore, che hanno apprestato i loro servizi per far andare avanti e mantenere il buon andamento della nostra comunità, delle comunità cristiane in generale.

Ognuno di noi dovrà contribuire per rinnovare la chiesa, rimodellandola, ridefinendola rispetto alle sue attività.

Che cosa avete voi preparato per questo culto oltre le vostre presenze? Un ramo sulla porta di casa? Un tappetto davanti alla vostra porta? Un fiore o una pianta per accogliere il profeta che aveva preannunciato ciò che doveva accadere? Rowena ed io abbiamo una pianta con il fiore.

In un’intervista durante la notte ho sentito uno affermare: dobbiamo per ora pensare alla nostra salute e ai nostri affetti personali. Le previsioni di ritorno alla normalità sono poco attendibili.

Dobbiamo riprendere l’insegnamento di vita (più nobile e autentico) che nessuno di noi ha la facoltà di controllare ciò che accade nel mondo, per di più in nessuno modo, anche tra i più potenti, Donald Trump o Boris Johnson, potranno dare una ricetta per eguagliare gli scambi di abbracci e baci, segni di un augurio di riconciliazione e di pace.

l’Italia è messa in ginocchio e sta attraversando un’esperienza di grande lutto dei suoi cittadini, ogni famiglia che ha perso una persona cara senza aver salutato dopo essersi portato via dalla propria casa per non aver superato la malattia, una famiglia che si trova in difficoltà perché nessuno è mai più andato a lavorare.

Un paese è messo in ginocchio. L’emergenza sanitaria del Coronavirus ci prende per i cappelli per guadagnare la vita eterna.

Ieri forse stavamo vivendo una vita spensierata (un vivere meno faticoso), ma oggi, soprattutto, i cristiani non dovrebbero più delegare a qualcuno/a la loro responsabilità nell’assumersi una scelta di posizione che ha origine da quella testimonianza del vangelo in Cristo Gesù, il profeta, il nazareno di Galilea.

Ci sono dei momenti nella vita dell’uomo ed in quella di un credente nei quali non si tratta più di discutere, ma di decidere; non vuol dire che non possa seguire un tempo lungo, anzi infinito, di ricerca, di lotta, e di progresso eterno perché la meta suprema della vita eterna, è Dio stesso, e dei momenti nei quali bisogna sentirsi afferrati come i popolani di Gerusalemme dall’entusiasmo dell’ora, il bisogno di un sì, come dice Gesù, pesare il pro e il contro col senso profondo del valore eterno della vita.

I meschini, gli egoisti, i materialisti, che arretrano dinanzi alle decisioni supreme sono sempre degli uomini con una visione limitata ai quali sono incapaci di sacrificare il presente per l’avvenire, perché non ci credono e non vedono l’avvenire; per questo diceva Gesù che le cose del regno, cioè le cose vere ed eterne, sono nascoste ai savi ed agli intelligenti di questo mondo.(cfr. Mt.11,25)

Che cosa vuol dire per noi oggi sacrificare il presente per l’avvenire(il futuro)?

Ciò che consideriamo che ha un valore nel nostro vivere in quanto ci permette di interessarsi anche ad altri, come il tuo bene è anche il mio.

Credete in Lui? Chi è costui? << Questo è Gesù, il profeta che viene da Nazaret di Galilea>>. Amen.

Confermiamo la nostra fede cantando l’inno 311.1 “Lieta certezza”

 

 Promemoria /informazione

-lunedi 6 aprile dalle ore 17,00 riunione del Consiglio di chiesa via skype

– Culto del Venerdì Santo alle ore 18,00

– Culto di Pasqua con Santa Cena alle ore 11:00. (Se siete d’accordo, vi vorrei suggerire che ciascuno/a prepari un bicchiere di vino, e un pezzo di pane da condividere con i membri della vostra famiglia. Se siete d’accordo subito dopo la frazione del pane e il ringraziamento, possiamo passarli e condividerli insieme sempre con i membri della vostra famiglia. Siete liberi di decidere.

Vi salutano Elio Guarnera, Giovanni Castelli. Loro non hanno l’internet quindi non riescono a seguire il culto in diretta sul sito della nostra chiesa, facebook, e youtube. Elio mi ha ricordato anche del nostro dovere di fare la colletta che potremo sicuramente e tranquillamente compiere tramite un bonifico.

Le coordinate bancarie della chiesa presso Unicredit

Beneficiario: CHIESA EVANGELICA METODISTA DI VIA XX SETTEMBRE-ROMA

IBAN: IT24J0200805203000104384419

Preghiera di intercessione

Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri. (Giovanni 15,16-17)

Signore, spesso ci dimentichiamo che tu ci hai scelti,

come se la tua chiamata potesse lasciarci indifferenti.

Abbiamo poco coraggio e poca iniziativa.

Signore, noi ci riconsacriamo a te come strumenti nelle tue mani. Nulla abbiamo da offrirti se non il nostro desiderio di essere operai nella tua messe, e poiché tu hai scelto le cose deboli di questo mondo, le cose che non sono, hai scelto anche noi che siamo deboli e fragili.

Dacci la passione per l’evangelo di Gesù Cristo, insegnaci ad osare vie nuove e ad essere creativi, perché le persone che tu poni sul nostro cammino giungano a conoscerti e ad amarti.

Dacci il coraggio di confessare il nome di Gesù Cristo con ogni franchezza, sapendo andare anche contro corrente quando è necessario.

Ti preghiamo per tutte le creature umane che faticano per la giustizia, la pace, la riconciliazione tra i popoli, tra le religioni, tra gli stati.

Signore ti preghiamo per tutti i malati, alcuni sono membri delle nostre famiglie, concedili la forza mancata e guariscili. Ti chiediamo di stendere la tua mano e rialzali dal letto in cui giacciono. Non tardare di porre il rimedio per questa malattia di covid 19 che sta colpendo l’intera umanità. Colpiscila perché tu sei il Dio della vita.

Ti chiediamo di darci solidarietà e maggiore comprensione tra i nostri dirigenti che stanno guidando ogni paese.

Ti ringraziamo per tutti quelli che ci aiutano e ci procurano i cibi quotidiano. Resta con loro e con noi.

Tutto questo te lo chiediamo nel nome di Gesù Cristo che ci ha insegnato a rivolgerti con queste parole Padre Nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome venga il tuo regno sia fatta la tua volontà come in cielo anche in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non esporci alla tentazione ma liberaci dal male. Tuo è il Regno, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli. Amen

Inno 311,2.3 “Lieta certezza”

 

Benedizione

Il Signore ci benedica e ci guardi. Il Signore faccia risplendere su di noi il suo volto e ci sia propizio. Alzi il Signore il suo volto su di noi e ci dia la pace. Il Dio della pace sia con tutti noi. Amen. (Numeri 6,24-26)

Buona domenica e alla prossima

Riflessione per i fratelli e sorelle cinesi

Pubblichiamo la riflessione in italiano  che la nostra pastora ha preparato per i fratelli e le sorelle cinesi della nostra comunità.

mentre qui trovate il video della traduzione fatta da Francesca.

 

Riflessione: 2Corinzi 1:3-7

3 Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, 4 il quale ci consola in ogni nostra afflizione, affinché, mediante la consolazione con la quale siamo noi stessi da Dio consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione; 5 perché, come abbondano in noi le sofferenze di Cristo, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione.

6 Perciò se siamo afflitti, è per la vostra consolazione e salvezza; se siamo consolati, è per la vostra consolazione, la quale opera efficacemente nel farvi capaci di sopportare le stesse sofferenze che anche noi sopportiamo. 7 La nostra speranza nei vostri riguardi è salda, sapendo che, come siete partecipi delle sofferenze, siete anche partecipi della consolazione.

 

Care sorelle e cari fratelli nel Signore,

È da un po’ che non ci vediamo. Vi penso e prego al Signore che vi troviate in buona salute. Sia ringraziato il Signore perché nonostante siano dei giorni così difficili penso che tutti noi abbiamo avuto tanti modi per sentire i nostri amici, e conoscenti, e con le informazioni da noi arrivati, ognuno ha avuto modo di rifletterci su, nel bene e nel male.

Sono molto felice per l’intervento del nostro Signore in Cina, è una dimostrazione al mondo che Egli non ci ha abbandonati, ma anzi, ha potentemente manifestato tramite il suo agire che Lui è l’unico Dio salvatore e liberatore che professiamo. Le mani del Signore hanno operato tramite i ricercatori, i medici, gli infermieri e di tutti coloro che hanno soccorso i malati di coronavirus COVID 19 in Cina. La potenza di Dio ha superato ogni intelligenza umana, senza favoritismo, afferrando chiunque con il suo Spirito per mettere davanti a tutti la testimonianza della grandezza del suo amore di misericordia e di guarigione. Ha scelto di agire nel paese che ha causato la vostra sofferenza. Vi siete sentiti perseguitati a causa della vostra fede, ma Egli vi ha fatto regnare con la vostra fede. Così si è avverata la parola dell’apostolo Giovanni nella sua prima lettera dicendo: << Questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede>>. 1 Giovanni 5,4

 

Cina è un paese che a me sta a cuore e che mi è così vicino perché ci siete voi.

Siete arrivati a noi perché la vostra strada vi aveva diretto verso l’Italia, confermato dal vostro profondo desiderio di cercare la parola del Signore tra noi, è il nostro mandato come pastori e predicatori. Quante volte nella Bibbia troviamo i passi che attraverso l’incontro con l’altro, Dio ha fatto chiarezza della sua presenza in mezzo a loro(cfr. Dove due o tre sono riuniti nel mio nome lì sono io in mezzo a loro>> Matteo 18,20. Noi, il pastore Fiume ed io, con l’aiuto di Francesca per la traduzione nella vostra lingua e la collaborazione di Giulia per il coordinamento, siamo stati messi insieme per testimoniare a voi  in comunità per l’edificazione di essa, ci sono dei doni spirituali che il Signore stesso l’aveva conferito ai suoi discepoli e le sue discepole.

Il mondo è uno e siccome tale diciamo che siamo nella stessa barca.

Il mondo però è diviso in diverse nazioni e quello che conosco di più è il paese delle Filippine in cui sono nata e Italia dove io vivo. Mentre assisto in Italia il bene che cerca il governo di fare per salvare la vita dei suoi cittadini con la massima attenzione degli scienziati, ricercatori, medici, infermieri e tutti gli altri mi viene in mente parallelamente la condizione sanitaria nel paese della mia provenienza.

Lì hanno anche fatto le restrizioni per non essere contagiati ma la sovrappopolazione non impedisce la diffusione del coronavirus COVID-19.

So che qui, in Italia, il cibo è garantito per sfamare tutti, il popolo nelle filippine non ha questa garanzia. Lo shock per il cambiamento della vita di un filippino collaboratore domestico è doppio. Perché? Perché molti sanno che se un filippino rimane in casa e quindi non lavora non avrà la paga quindi non potrà più mandare i soldi per mantenere i suoi famigliari laggiù(comunque questo fatto è vero solo a una parte).

Il benessere di un italiano non può essere uguale per un filippino, per un cinese, per ognuno di noi. Che cosa si dovrebbe fare in una chiesa come la nostra? Pregare per tutti i popoli.

Gesù disse: <<Tutte le cose che voi domanderete pregando, credete che le avete ricevute e voi le otterrete >> Marco 11,24.  Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico che chi dirà a questo monte: “togliti di là e gettati nel mare, se non dubita nel cuor suo ma crede che quel che dice avverrà gli sarà fatto” Mc. 11,23.

 

Care e cari la vostra storia di persecuzione è una ferita che vi lascerà un segno di ricordo. È una memoria del passato, del presente e del futuro. Ma ricordatevi che ciascuno/a di noi ne ha per una motivazione. Vi esorto a ricordare l’apostolo Paolo che aveva fatto soffrire gli altri non solo a causa della sua tradizione ebraica, e era anche per la non conoscenza del vangelo, ma successivamente aveva sofferto  a causa del vangelo in Gesù Cristo che aveva cambiato tutta la sua vita. La rivelazione e l’incontro del Signore sulla via di Damasco aveva convertito il suo cuore e quindi la sua vita. Le esperienze di sofferenza sono innumerevoli nella nostra vita di credenti, ma proprio per questo motivo che l’apostolo ci ricorda che Dio ci dona ogni volta la consolazione. Ogni sofferenza umana conta nel cuore di Dio e a suo tempo corrisponde una giusta consolazione.

 

Pietro Lombardo nel suo libro che ha intitolato “365 pensieri, per conoscersi, amare, capirsi” dice: “L’esperienza è forse la strada maestra dell’apprendimento, in grado d’insegnarci ciò che parole o prediche non riescono a fare?”.  “Credo che questo sia vero solo in parte, perché altrimenti non si spiega come mai certe persone continuano a ripetere le stesse esperienze negative e a ritrovarsi, puntualmente, nel medesimo labirinto da cui erano appena uscite.

In realtà, è l’atto della riflessione sull’esperienza compiuta che ci permette di apprendere da essa.  Riflettere, significa volgere lo sguardo su di sé, per conoscersi e comprendersi meglio, al fine di costruire la bussola della saggezza. (4 febbraio. 365 Pietro Lombardo)”

Io condivido questo pensiero che in ogni esperienza dolorosa e con la riflessione ricavata da essa ci sia un gran dono per andare avanti perché abbiamo il coraggio e la speranza di ogni giorno.

Leggete le Sacre Scritture. Non rinunciate a credere nella parola del Signore Gesù Cristo.  Osate a invocare il suo nome poiché viene a salvare l’umanità intera. È in mezzo a noi e tra noi. La gioia si rechi in voi. Siate in pace con Dio nostro liberatore.

Abbiate cura di voi.

 

Preghiamo:

Dio donatore della nostra vita ti preghiamo di rimanere con noi e di sostenere la vita che hai donato con la tua parola. Tu sei il nostro principio e la nostra fine. Questo tempo in cui le notizie sul coronavirus occupano  in prima pagina dei quotidiani nel mondo, è tale in cui siamo chiamati a dover scavare ancora di più in noi stessi le nostre riflessioni. Rimani con noi con le tue mani benedicenti. Amen.

 

Benedizione:

La grazia del Signore Gesù cristo e l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. amen.(2 Corinzi 13,13)

 

A risentirci care e cari.

La vostra sorella in Cristo,

Pastora Joylin

 

 

Sipra Pua – Culto e sermone del 29 marzo 2020

Preludio “Great is thy faithfulness”

 Ci raccogliamo alla presenza del Signore

 Invocazione

 Tu, tu solo sei il Signore.

Tu hai fatto i cieli, i cieli dei cieli e tutto il loro esercito,

la terra e tutto ciò che è sopra di essa,

i mari e tutto ciò che è in essi. (Neemia 9,5)

 

Preghiera: Benedetto sii tu, Dio nostro, perché a te tutto appartiene, ma tu, piuttosto che prendere, dai; tu, prima di chiedere, di esigere, doni tutto, doni te stesso. Non lo vediamo sempre, non lo riconosciamo sempre, non sempre sappiamo rallegrarcene e cantare a te di gioia riconoscente.

Non sempre. Solo quando la tua parola ce lo ricorda, solo quando Gesù ci parla nell’Evangelo e si presenta a noi da parte tua, a nome tuo.

Tu hai fatto una cosa straordinaria, unica al mondo: in Cristo ci hai dato e ci dai la vita, la tua vita, e noi siamo nella gioia. A te la lode tre volte santo.  Amen

 

Inno 334

 

Care e cari, buongiorno e buona domenica.

Questa mattina, ho scelto di condividere la mia riflessione sul primo capitolo del libro dell’ Esodo

per ricordare e meditare l’atto straordinario delle due donne levatrici Sifra(Bellezza) e Pua(Splendore) e nello stesso tempo per invogliarvi a visitare il sito della nostra chiesa che in questo periodo potete trovare sia le mie meditazioni domenicali sia la registrazione sul tema dello Studio biblico sulle donne scelte nella Scrittura e non solo.

 

Esprimo dunque la mia riconoscenza e la mia gratitudine a Antonella che continua a dedicare il suo tempo per completare, come è stato  prestabilito, il programma  dello SB. previsto per questi mesi di marzo, aprile e maggio.

***

 

Da questa premessa vi invito ora a raccoglierci nell’ascolto del libro dell’Esodo dal capitolo 1 fino al  versetto 12 del cap. 2. (Prendete voi in mano la vostra Bibbia e seguitemi nella lettura).

 

ESODO cap. 1: 1-7. 8-22; 2,1-10

 

1 Questi sono i nomi dei figli d’Israele che vennero in Egitto. Essi ci vennero con Giacobbe, ciascuno con la sua famiglia: 2 Ruben, Simeone, Levi e Giuda; 3 Issacar, Zabulon e Beniamino; 4 Dan e Neftali, Gad e Ascer. 5 Tutte le persone discendenti da Giacobbe erano settanta. Giuseppe era già in Egitto. 6 Giuseppe morì, come morirono pure tutti i suoi fratelli e tutta quella generazione. 7 I figli d’Israele furono fecondi, si moltiplicarono abbondantemente, divennero numerosi, molto potenti, e il paese ne fu ripieno. 8 Sorse sopra l’Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. 9 Egli disse al suo popolo: «Ecco, il popolo dei figli d’Israele è più numeroso e più potente di noi. 10 Usiamo prudenza con esso, affinché non si moltiplichi e, in caso di guerra, non si unisca ai nostri nemici per combattere contro di noi e poi andarsene dal paese». 11 Stabilirono dunque sopra Israele dei sorveglianti ai lavori, per opprimerlo con le loro angherie. Israele costruì al faraone[1] le città che servivano da magazzini, Pitom e Ramses. 12 Ma quanto più lo opprimevano, tanto più il popolo si moltiplicava e si estendeva; e gli Egiziani nutrirono avversione per i figli d’Israele. 13 Così essi obbligarono i figli d’Israele a lavorare duramente. 14 Amareggiarono la loro vita con una rigida schiavitù, adoperandoli nei lavori d’argilla e di mattoni e in ogni sorta di lavori nei campi. Imponevano loro tutti questi lavori con asprezza. 15 Il re d’Egitto parlò anche alle levatrici ebree, delle quali una si chiamava Sifra e l’altra Pua, e disse: 16 «Quando assisterete le donne ebree al tempo del parto, quando sono sulla sedia, se è un maschio, fatelo morire; se è una femmina, lasciatela vivere». 17 Ma le levatrici temettero Dio, non fecero quello che il re d’Egitto aveva ordinato loro e lasciarono vivere anche i maschi. 18 Allora il re d’Egitto chiamò le levatrici e disse loro: «Perché avete fatto questo e avete lasciato vivere i maschi?» 19 Le levatrici risposero al faraone: «Le donne ebree non sono come le egiziane; esse sono vigorose, e prima che la levatrice arrivi da loro, hanno partorito». 20 Dio fece del bene a quelle levatrici. Il popolo si moltiplicò e divenne molto potente. 21 Poiché quelle levatrici avevano temuto Dio, egli fece prosperare le loro case. 22 Allora il faraone diede quest’ordine al suo popolo: «Ogni maschio che nasce, gettatelo nel Fiume, ma lasciate vivere tutte le femmine».

 

1 Un uomo della casa di Levi andò e prese in moglie una figlia di Levi. 2 Questa donna concepì, partorì un figlio e, vedendo quanto era bello, lo tenne nascosto tre mesi. 3 Quando non potè più tenerlo nascosto, prese un canestro fatto di giunchi, lo spalmò di bitume e di pece, vi pose dentro il bambino, e lo mise nel canneto sulla riva del Fiume. 4 La sorella del bambino se ne stava a una certa distanza, per vedere quello che gli sarebbe successo.
5 La figlia del faraone scese al Fiume per fare il bagno, e le sue ancelle passeggiavano lungo la riva del Fiume. Vide il canestro nel canneto e mandò la sua cameriera a prenderlo. 6 Lo aprì e vide il bambino: ed ecco, il piccino piangeva; ne ebbe compassione e disse: «Questo è uno dei figli degli Ebrei». 7 Allora la sorella del bambino disse alla figlia del faraone: «Devo andare a chiamarti una balia tra le donne ebree che allatti questo bambino?» 8 La figlia del faraone le rispose: «Va’». E la fanciulla andò a chiamare la madre del bambino. 9 La figlia del faraone le disse: «Porta con te questo bambino, allattalo e io ti darò un salario». Quella donna prese il bambino e lo allattò. 10 Quando il bambino fu cresciuto, lo portò dalla figlia del faraone; egli fu per lei come un figlio ed ella lo chiamò Mosè; «perché», disse: «io l’ho tirato fuori dalle acque».

 

 

Inno 334.  2 e 4 

 

Preghiera

<<Siano  gradite le parole della mia bocca e la meditazione del mio cuore in tua presenza, o  Signore, mia rocca e mio redentore>!> Salmo 19,14

 

Sermone

 

SIFRA(vuol dire bellezza) e PUA(vuol dire splendere) : CORAGGIO DI DONNE ; ecco quale titolo potremmo dare a  questa meditazione.

Ci troviamo all’inizio del libro dell’ESODO, ossia del racconto  che narra la nascita del popolo di ISRAELE, attraverso la sua liberazione dalla schiavitù in terra d’Egitto. Il testo incomincia con la genealogia di Giacobbe poi, viene spiegato la dura condizione degli Israeliti sotto un nuovo  faraone, di cui non ci viene rivelata l’identità o il nome: al potente re fa paura la crescita  costante della popolazione degli stranieri-schiavi. Non è tanto il pericolo che la  “purezza della razza” sia contaminata o che nella cultura nazionale avvenga una penetrazione di elementi estranei; ciò che lo preoccupa è che questi sudditi, diventando sempre più numerosi, possano ribellarsi e in caso di guerra allearsi coi nemici dell’Egitto.

Il piano maligno del faraone è quello di sfruttare al massimo la forza lavoro degli ebrei e nello stesso tempo di indebolirne le energie e lo spirito, facendoli maltrattare da crudeli soprintendenti  ai lavori. Ma il suo piano non riesce perché, come abbiamo letto, più gli Israeliti sono oppressi e più si moltiplicano; allora il faraone escogita uno stratagemma diabolico: invece di cacciarli, progetta di esaurire la loro forza guerriera eliminando i maschi! Il sovrano egizio è un abile politico e non vuole sporcarsi le mani: un intervento di grandi proporzioni sarebbe rischioso per l’immagine regale e potrebbe scatenare l’insurrezione(la ribellione) di questi ebrei. Molto meglio assumere due levatrici(ostetriche), sotto la propria diretti  responsabilità per risolvere la  “questione ebraica” : i neonati maschi verranno soppressi!  Cosa meglio dell’arruolare delle donne, le levatrici appunto: chi sospetterebbe mai  di loro?

Troviamo qui un ritratto quasi perfetto del ruolo delle donne negli schemi di chi detiene il potere: infatti il sovrano è sicuro che le levatrici gli obbediranno, non  solo perché sono sue suddite, ma anche perché, in quanto donne, sono abituate ad obbedire in una società in cui è l’uomo a decidere in tutte le questioni importanti. C’è inoltre un altro particolare: SIFRA e PUA  aiutano le donne ebree a partorire, ma non sono esse stesse ebree: sono egiziane e in quanto tali, chiamate ad obbedire al loro faraone, che poi era una sorta di “dio in terra”.

Tanto più coraggioso,  perciò, il loro gesto di disubbidienza: SIFRA e PUA non si  piegano all’ordine del re e lasciano in vita i neonati. Esse si rifiutano di collaborare  con il potere, per non diventare complici del maligno.  Le levatrici conoscono i rischi  a cui vanno incontro, disubbidendo agli ordini ricevuti  ed allora lo fanno con astuzia. Quando il faraone se ne accorge sono chiamate a  presentarsi davanti a lui e alla sua domanda“ perché avete agito così e avete lasciato vivere anche i maschi? ”, esse fingono ingenuità e spiegano che non  possono fare  altrimenti “Le donne ebree non sono come le egiziane. Sono più robuste e,  quando arriva la levatrice, hanno già partorito”.

CHI e CHE COSA dà loro così tanto coraggio? Al versetto  17 abbiamo letto che  esse hanno “ il timor di DIO ” un’espressione biblica che significa non solo un atteggiamento di estremo rispetto religioso davanti al mistero, ma anche attenzione  nell’interpretare la volontà di DIO, facendo scelte che sono volte al BENE collettivo. Le due donne allora, con finta arrendevolezza, si prendono gioco del faraone: in quanto maschio egli non sa niente del parto, della nascita e dei misteri della creazione. Il faraone sa soltanto comandare la morte… La sapienza delle donne sconfigge l’ignorante faraone e ciò favorisce il piano di DIO: è DIO stesso che  si rivela in questa opera femminile di salvezza ed agisce in questa disubbidienza civile delle donne che è insieme scaltrezza(avveduta) e coraggio; coraggio  perché le  levatrici sanno che, sfidando lo strapotere di un uomo, si espongono al pericolo delle sue ritorsioni(vendetti). DIO si mette dalla parte di quella sapienza femminile che da sempre gestisce i misteri della vita e mette al mondo bambini e bambine; una sapienza che crea un  legame così profondo e intenso da annullare la distanza etnica, così come la differenza sociale. SIFRA e PUA  saranno premiate, perché  DIO concederà loro di farsi una propria famiglia.

L’atto di disubbidienza e resistenza delle due levatrici è l’inizio della storia dei salvati attraverso la collaborazione degli esseri umani con DIO ed anticipa la storia di MOSE’, come ci viene raccontata nel capitolo 2 dell’ESODO: infatti, il faraone non desiste dai suoi progetti infanticidi ed ordina, questa volta al popolo, di gettare nel fiume tutti i neonati maschi.

Anche per MOSE’ ( il cui nome significa salvato dalle acque ) sarà ancora la solidarietà femminile ad essere strumento di salvezza, perché la madre, la sorella del piccolo MOSE’ e la figlia del faraone, con tenerezza ed astuzia, daranno una mano al progetto di DIO: La figlia del faraone, ha compassione del piccolo MOSE’, e in quanto donna sente  la sua vocazione di madre più forte del suo dovere di figlia; anch’essa disobbedisce al faraone, poiché in cuor suo e nella sua coscienza sa che l’ordine del padre è totalmente disumano!

Oggi i moderni faraoni si chiamano: guerra, fame, inquinamento, mafia ingiustizia del sistema economico mondiale, l’ultima è più forte  la corona virus Covid 19 è una piaga mondiale che tutti devono superare con l’obbedienza essendo rinchiusi in casa; sì, tante manifestazioni del male continuano ad opprimere l’umanità come in passato: l’esempio di SIFRA e PUA, umili donne, ci insegna che il SIGNORE ha bisogno dell’ impegno fattivo e solidale di tutti noi, suoi figli, per contrastare le trame del maligno e condurci sulla strada della liberazione.

Prima di concludere la mia riflessione vorrei leggere ancora i tre versetti del vangelo di Marco al capitolo 14 versetti 3.8-9 <<3 Gesù era a Betania, in casa di Simone il lebbroso; mentre egli era a tavola entrò una donna che aveva un vaso di alabastro pieno d’olio profumato, di nardo puro, di gran valore; rotto l’alabastro, gli versò l’olio sul capo. (Gesù disse ai suoi discepoli indignati al gesto compiuto): 8 Lei ha fatto ciò che poteva; ha anticipato l’unzione del mio corpo per la sepoltura. 9 In verità vi dico che in tutto il mondo, dovunque sarà predicato il vangelo, anche quello che costei ha fatto sarà raccontato, in memoria di lei».

Oggi è la quinta domenica del tempo della passione e la quella prossima sarà la domenica delle palme e con il gesto di quella donna vogliamo ricordare insieme quanto è stato prezioso il profumo d’amore che ha versato a Gesù e a Lei, un amore incommensurabile. Gesù ha donato la sua vita ai suoi discepoli chiamati suoi amici e anche alle sue discepole cui qualsiasi donna potrebbe sentire. Non possiamo dimenticare quella ‘donna’ per tutto quello che ha fatto, raffigurando l’identità di multitasking: madre, sorella, amica.

  • Cari, voglio salutare le donne(le sorelle e amiche del gruppo chat delle wonderwomen di via XX settembre) che con il loro servizio di dedizione in questi anni hanno testimoniato la loro fede e amore nel Signore.
  • voglio ringraziare le donne che si affiancano tra di loro in questo momento di isolamento. Un caro saluto in particolare a Chica e Anna, sua cugina di Firenze, che si fanno compagnia mentre aspettano il ritorno a casa di Titti. Cara Titti ti vogliamo bene, siamo felici di sapere che le medicine funzionano  e soprattutto i medici e gli infermieri ti hanno  presso cura e ti stanno prendendo cura in questo tempo. Perciò ti chiediamo di resistere e di non perdere la speranza che hai riposto nel Signore. Coraggio sorella nostra.
  • Ricordiamo Lia Fanfani che è diventata nonna perché la moglie di Joseph suo badante ha partorito una bambina che si chiama Sabrina Lia Furto. Loro sono diventati una famiglia.
  • Ricambiamo il saluto anche di Alba Rocco

Possa essere la nostra riconoscenza e gratitudine ricevuta e donata per proseguire il nostro compito di essere una portavoce della società di uomini e donne capaci di cambiare le mentalità distruttive.

 

Inno 334. 1  “Noi trionferemo” 

 

Rivolgiamo al Signore la nostra preghiera di intercessione con queste parole di Waimalo Wapotro-Nuova Calendonia, p 26, dalla Spalanca la Finestra, raccolta dei testi di fede della Chiesa Universale)

GRAZIE DI AVERCI CREATE DONNE

Signore,

grazie di averci create donne,

madri di figli, madri di padri, madri di nonni, madri di chi parte, madri di chi arriva, e di chi verrà.

Signore,

grazie di averci create donne,

madri di generatrici di vita, madri di creatrici del presente, madri di costruttrici di Avvenire,

madri di custode di vita, madri Legami, madri Alleanza, madri Incontro, madri Incroci, Madri Solidarietà.

Signore, l’una l’altra, siamo create ad immagine di Dio, fa che sempre insieme, camminiamo a fianco a fianco nella tua volontà.

Signore, grazie di averci create donne, custodi di ogni vita, ad immagine del nostro Padre.

Signore ti preghiamo per il mondo che hai tanto amato, ti preghiamo per i membri della nostra comunità che sono malati. Ti chiediamo di avere pietà di loro, di concederli la forza mancata e di guarirli. Ti chiediamo di stendere la tua mano e rialzali dal letto in cui giacciono. Non tardare di porre il rimedio per questa malattia che sta colpendo l’intera umanità. Ti supplichiamo di salvare la vita della mia cugina Remy Ancheta colpita dalla corona virus covid 19 e tutti gli altri che si trovano nella stessa condizione.

Ti chiediamo di darci solidarietà e maggiore comprensione tra i nostri dirigenti che stanno guidando ogni paese.

Perdonaci e aiutaci a cambiare la nostra mentalità che ci porta alla distruzione. Ti ringraziamo per tutti quelli che ci aiutano e ci procurano i cibi quotidiano.  Resta con loro e con noi.

Tutto questo te lo chiediamo nel nome di Gesù Cristo che ci ha insegnato a rivolgerti con queste parole Padre Nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome venga il tuo regno sia fatta la tua volontà come in cielo anche in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non esporci alla tentazione ma liberaci dal male. Tuo è il Regno, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli. Amen

 

Benedizione:

La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre, e la comunione dello Spirito Santo restino a tutti noi, ora e sempre.

 

Vi invito ancora a rimanere in meditazione mentre ascoltiamo la musica dell’inno  294.1 e 4

 

Buona domenica e alla prossima.