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La seconda assise della Fcei

COMUNICATO STAMPA

Si è conclusa la II Assise della Federazione delle chiese evangeliche in Italia.

Approvato all’unanimità un messaggio finale che riafferma l’urgenza di lavorare per i diritti, per i principi democratici e umani, per l’accoglienza e la comunione, per la giustizia e la pace.

L’Assise ha aderito alla manifestazione nazionale per la pace del 5 novembre. Lanciata anche la proposta di una Carta deontologica per un corretto uso della terminologia religiosa nei media.

Roma (NEV/CS31), 2 novembre 2022 – Si è chiusa ieri a Sassone (Roma) la II Assise della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).

Intitolata “Sentinella, a che punto è la notte …?” (Isaia 21,11) Cosa vediamo, cosa dobbiamo dire? Libertà e democrazia; lavoro e ambiente; globalizzazione e pace”, l’Assise ha radunato oltre 100 delegate e delegati del protestantesimo in Italia.

L’Assise triennale rappresenta una novità nel percorso della FCEI. Istituita nell’Assemblea del 2015, si presenta come una sorta di “stati generali” del protestantesimo, con lo scopo di promuovere l’incontro e il dibattito, al fine di suggerire indirizzi e raccomandazioni all’Assemblea e al Consiglio della FCEI. Quest’ultimo avrà poi il mandato operativo di realizzare gli obiettivi e i progetti delineati democraticamente.

La II Assise ha approvato all’unanimità un messaggio finale che traccia le linee programmatiche e spirituali per il lavoro dei prossimi anni. Il documento, che si apre indicando i diversi motivi per cui “Camminiamo nella notte”, una notte per i diritti, per la fiducia, per i principi democratici e umani, dichiara poi l’urgenza di guardare in avanti. Indicando la strada nel “senso profondo della fede in Cristo che annunciamo: quando le tenebre sono più scure, immaginare la luce; dove regna lo sconforto, testimoniare la speranza; quando vincono la chiusura e gli egoismi, affermare l’accoglienza e la comunione; nel tempo dell’oppressione e della guerra, costruire la giustizia e la pace. ‘La notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce’ (Romani 13,12)”.

Approvate anche diverse mozioni, fra cui una di adesione alla manifestazione nazionale per la pace del 5 novembre. Adesione che si accompagna a una specificità dell’Assise, la quale ha dichiarato di non volersi posizionare in modo polarizzato rispetto al tema delicato e complesso delle guerre in corso. Approvate anche: una mozione su integrazione e migrazioni; una mozione su lavoratori e lavoratrici, che invita a continuare fra l’altro la riflessione teologica sul tema; una mozione su formazione ed educazione; la mozione che denuncia la persecuzione delle chiese e delle comunità di fede; una mozione che invita a riempire di contenuti il dialogo cristiano-islamico, attraverso iniziative di approfondimento in linea con lo spirito che portò 21 anni fa a inaugurare la Giornata del dialogo cristiano-islamico; una mozione sulla comunicazione. Infine, è stato approvato un atto che accoglie l’articolato documento dal titolo: “Di fronte a vecchie e nuove sfide. Gli evangelici nell’Italia di oggi”, predisposto dalla Commissione studi dialogo integrazione (COSDI) e rielaborato successivamente da uno specifico gruppo di lavoro. Il documento sarà portato alle chiese per approfondire la riflessione e il dibattito intorno ai grandi temi epocali che riguardano il presente della società e della politica, non solo nazionale. Il documento parla di impegno ecumenico, di pluralismo religioso e laicità, ma anche di educazione contro gli atteggiamenti e le propagande xenofobe e razziste, anche alla luce della persistenza di pregiudizi antisemiti e islamofobici. Mette inoltre le mani avanti di fronte ai paventati “blocchi navali” invitando, invece, ad aprire la porta a chi bussa, come insegna Cristo. E di soccorrere lo straniero, chiunque sia, come fece il Samaritano.

L’Assise si è caratterizzata come un grande laboratorio di idee e di pratiche per un futuro sostenibile, basato su solidarietà, giustizia, cooperazione, libertà. Con uno sguardo fisso al valore della Costituzione, alla dignità del lavoro, insieme alle nuove generazioni, alle donne, a tutte le persone.

Fra le proposte emerse, a cui la prossima Assemblea FCEI è chiamata a lavorare concretamente, anche il Forum della comunicazione protestante, progetto di cui si parla da tempo anche in altre sedi deliberative, quali il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi. Poi, l’invito a elaborare, come FCEI e in collaborazione interreligiosa, una Carta deontologica per un corretto uso della terminologia religiosa nei media.

L’Assise, cha ha lavorato sia per gruppi tematici sia in sessioni plenarie, ha approfondito moltissimi argomenti, in linea con i binomi espressi nello stesso titolo. Ha, inoltre, ripercorso le attività e i progetti della Federazione, esprimendo loro il sostegno e l’apprezzamento, in continuità con quanto svolto finora. Fra questi, il programma rifugiati e migranti della FCEI Mediterranean Hope (MH). I servizi e le commissioni FCEI, come la Commissione studi dialogo integrazione (COSDI), Essere chiesa insieme (ECI), Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM), Servizio istruzione ed educazione (SIE), il recente Sportello Scuola Laicità Pluralismo.


Galleria fotografica online:

https://www.nev.it/nev/2022/11/02/conclusa-lassise-generale-protestante-allinsegna-di-pace-e-diritti/

Ciclo di incontri on line per i monitori e le monitrici delle scuole domenicali

Il primo incontro si terrà sabato 25 settembre dalle 10 alle 12.30 e sarà aperto da una meditazione del pastore e presidente FCEI Luca Maria Negro

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Mediterranean Hope e Medu lanciano crowdfunding solidale

Proponiamo una iniziativa di Mediterranean Hope (FCEI) per un crowdfunding solidale per uno screening gratuito per le persone più vulnerabili, braccianti, lavoratori, migranti e no del territorio di Rosarno.

Da Nev

Oggi, 10 dicembre, Giornata internazionale dei diritti umani, l’iniziativa per implementare lo screening, gratuito, delle persone più vulnerabili, braccianti, lavoratori, migranti e non. Paolo Naso: “Oggi è la Giornata mondiale per Diritti umani: la salute è uno di questi, e dovrebbe essere garantito a tutte e tutti. A Rosarno purtroppo, invece, così non è: migliaia di persone sono costrette a lavorare e vivere in condizioni difficilissime e troppo spesso irregolari, aggravate dall’emergenza sanitaria”.

Roma (NEV), 10 dicembre 2020 – Si chiama “TamponiAmo Rosarno” la nuova campagna di raccolta fondi lanciata da Medici per i Diritti Umani (MEDU) con Mediterranean Hope, il programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia.

Obiettivo del crowdfunding, avviato sulla piattaforma buonacausa.org, è quello di poter acquistare un numero sufficiente di tamponi per uno screening il più possibile completo della popolazione di Rosarno, a partire dalle persone più vulnerabili.

Le due organizzazioni hanno infatti già avviato da pochi giorni un intervento straordinario di medicina territoriale nella Piana di Gioia Tauro contro il Covid-19, realizzato con il Comune di Rosarno.

L’equipe della clinica mobile di MEDU sta realizzando un’attività di screening con tamponi rapidi rivolta a tutta la cittadinanza. Fino ad ora sono già stati effettuati oltre cento tamponi sui mille già acquistati, grazie a un primo finanziamento di 10mila euro da parte della Federazione delle chiese evangeliche.

“Oggi è la Giornata mondiale per Diritti umani: la salute è uno di questi, e dovrebbe essere garantito a tutte e tutti. A Rosarno purtroppo, invece, così non è: migliaia di persone sono costrette a lavorare e vivere in condizioni difficilissime e troppo spesso irregolari, aggravate dall’emergenza sanitaria – dichiara Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia – . Per questo crediamo sia importante, in un territorio in cui la criminalità organizzata è riuscita a infiltrarsi ovunque, costruire un progetto che mette insieme un Comune e alcune componenti della società civile, per un’azione di cui beneficeranno sia gli immigrati che i residenti della Piana. Come chiese protestanti abbiamo già stanziato 10.000 euro circa coi quali stiamo già facendo un migliaio di test. Ma non basta: servono altri fondi, per questo abbiamo deciso di lanciare la campagna di crowdfunding. Ogni contributo anche minimo è benvenuto, useremo i fondi raccolti per comprare ed effettuare tamponi, e per altri interventi sanitari, soprattutto nei luoghi dove i dispositivi di sicurezza sono impossibili e inefficaci, come i “ghetti” dove purtroppo ancora vivono i braccianti. Grazie a chiunque avrà modo di supportare la nostra causa”.

Per Alberto Barbieri, coordinatore generale di MEDU, “In occasione della Giornata mondiale dei Diritti umani, vogliamo sottolineare il nostro impegno per garantire l’accesso alle cure per tutta la popolazione, ed in particolare per i più vulnerabili. Grazie alla collaborazione con le chiese protestanti, abbiamo messo a disposizione il nostro personale sanitario per iniziare uno screening con i test rapidi ai gruppi individuati dall’amministrazione comunale di Rosarno con l’obiettivo di limitare e prevenire il contagio. Dobbiamo tenere alta la guardia per poter uscire da questa pandemia attuando delle azioni di prevenzione che possano essere di supporto al sistema sanitario calabrese in un momento così difficile. Ci auguriamo che questa raccolta fondi permetta il proseguimento dello screening avviato in queste settimane anche per i prossimi mesi”.

Per contribuire alla campagna “TamponiAmo Rosarno” è possibile versare una somma collegandosi a questo indirizzo https://buonacausa.org/cause/tamponiamorosarno(tutte le informazioni sui pagamenti a questo stesso link).

«NON ABBIATE PAURA»

MESSAGGIO ECUMENICO DI PASQUA 2020: «NON ABBIATE PAURA» (Matteo 28,5.10)

Care sorelle, cari fratelli,

una volta l’anno ci rivolgiamo a voi per presentare insieme il tema della “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”, che da oltre cinquant’anni viene preparata e celebrata congiuntamente dalle diverse Chiese, dal 18 al 25 gennaio.

In prossimità della Pasqua di Resurrezione, che le nostre Chiese celebreranno in date diverse (il 12 aprile nella tradizione occidentale, e il 19 in quella orientale), sulla base della fraternità che deriva dal confessare lo stesso Signore, abbiamo sentito il bisogno di tornare ad esprimerci insieme pronunciando una parola comune di fronte alla pandemia che ha colpito il nostro Paese e il mondo intero. Una pandemia mondiale, dunque, che non sta risparmiando nessuna regione del mondo e che, oltre a causare disagio, sofferenza e morte, condizionerà pesantemente le celebrazioni pasquali delle Chiese cristiane, con il rischio di offuscare quel sentimento di gioia che è tipico del tempo pasquale.

Nel Vangelo secondo Matteo la resurrezione di Gesù viene annunciata prima da un terremoto e subito dopo dall’angelo del Signore che fa rotolare la grossa pietra del sepolcro, provocando in tutti i presenti – guardie e “pie donne” – un grande spavento:

«Le guardie ebbero tanta paura di lui che cominciarono a tremare e rimasero come morte. L’angelo parlò e disse alle donne: “Non abbiate paura, voi. So che cercate Gesù, quello che hanno crocifisso. Non è qui, perché è risuscitato proprio come aveva detto. Venite a vedere dov’era il suo corpo. Ora andate, presto! Andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti e vi aspetta in Galilea. Là lo vedrete. Ecco, io vi ho avvisato”. Le donne partirono subito spaventate, ma piene di gioia e andarono di corsa a portare la notizia ai discepoli» (Matteo 28,4-8, Traduzione interconfessionale in lingua corrente).

In questo testo sembra dominare un senso di paura: sia le guardie che le donne sono spaventate. Ma si tratta di una paura di segno ben diverso. Paura che rende tremebondi e che paralizza, quella delle guardie; paura unita a una grande gioia, grazie all’annuncio dell’angelo, quella delle donne. Un misto di timore e di gioia che le mette in movimento e fa di loro le prime annunciatrici della resurrezione.

Per questo, anche in questo tempo di contagio, vogliamo raccogliere l’invito dell’angelo (e poi di Gesù stesso, al v. 10): “Non abbiate paura”. Nel rispetto delle norme di prudenza a cui dovremo continuare a sottostare per impedire la diffusione della pandemia, come Chiese ci sentiamo chiamate ad essere, come le pie donne, annunciatrici della risurrezione, del fatto che la morte non ha l’ultima parola: “O morte, dov’è la tua vittoria?” (I Corinzi 15,55), accogliendo il dono del Cristo morto e risorto: la trasformazione, il rinnovamento e la rinascita.

Questa pandemia rafforza altresì in noi la vocazione ad essere insieme, in questo mondo diviso e al contempo unito nella sofferenza, testimoni dell’umanità e dell’ospitalità, attenti alle necessità di tutti e particolarmente degli ultimi, dei poveri, degli emarginati. Con un sentimento di gratitudine speciale a Dio per i tanti che si prodigano senza sosta a fianco di chi soffre.

Anche se l’incontro tra le diverse Chiese in queste settimane è diventato per forza di cose virtuale, vogliamo raccogliere l’invito di Papa Francesco, del Patriarca Ecumenico

Bartolomeo, del Consiglio Ecumenico delle Chiese e della Conferenza delle Chiese Europee a unirci nella preghiera con le parole che Gesù ci ha insegnato: “Padre nostro che sei nei cieli… liberaci dal Male”.

+ Ambrogio Spreafico
Vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino
Presidente della Commissione Episcopale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della Conferenza Episcopale Italiana (CEI)

+ Metropolita Gennadios
Arcivescovo Ortodosso d’Italia e di Malta ed Esarca per l’Europa Meridionale, Patriarcato Ecumenico

Luca Maria Negro
Pastore battista, Presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI)

Frosinone – Venezia – Roma, 8 aprile 2020