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Lavoro, valdesi: sì al salario minimo, no allo sfruttamento di giovani e migranti

Il sinodo delle chiese metodiste e valdesi ha approvato questa mattina a larghissima maggioranza un documento sui temi del lavoro

Torre Pellice (TO), 26 agosto 2022 – Il Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi riunito in questi giorni a Torre Pellice, in provincia di Torino, ha approvato questa mattina a larghissima maggioranza un documento sui temi del lavoro.

Il testo esorta affinché non vi siano “lavoratori poveri”, chiede il riconoscimento di un salario minimo e sottolinea i diritti di chi lavora. Una presa di posizione contro le privatizzazioni e le diseguaglianze economiche, in nome della tutela del lavoro, dell’equità fiscale, delle garanzie sociali e ambientali, delle politiche migratorie e delle pari opportunità. Un paragrafo è inoltre dedicato alla sicurezza sul lavoro e alla lotta contro il lavoro nero e grigio.

“Il lavoro è, nella comprensione della fede evangelica, realtà fondamentale dell’esistenza umana in libertà e dignità – si legge nel documento – . E’ anche elemento fondante della partecipazione democratica, come riconosciuto dalla Costituzione italiana”.

QUI IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO: Sinodovaldese22_lavoro

La riconoscenza di tutta la chiesa

Da Riforma di Redazione

Dalle commemorazioni emergono ricche pagine di storia dell’evangelismo italiano

Un momento “alto”, spiritualmente forte per la vita delle chiese evangeliche; ma anche un momento che può parlare all’ambiente esterno. Queste le caratteristiche della “commemorazioni dei defunti” che anche in questo Sinodo valdese un po’ speciale, dai tempi di lavoro parzialmente “compressi”, hanno coinvolto ed emozionato i presenti. La moderatora Alessandra Trotta ha tratteggiato le figure di un certo numero di persone, fra cui pastori, operai della Chiesa, credenti che hanno avuto un ruolo particolare nella loro comunità oppure negli organismi elettivi (è il caso di Valdo Fornerone, un professionista che, come membro della Tavola valdese, operò, andando a trattativa con i sindacati, per redigere il primo contratto collettivo di lavoro per i dipendenti delle opere valdesi).

Nelle rievocazioni si esprime la riconoscenza della Chiesa verso donne e uomini che si sono messe al servizio della testimonianza cristiana, sia nei ruoli della Tavola valdese – come pastori e pastore e con altri incarichi – sia nell’ambito della vita generale delle singole comunità. Ma il discorso non è solo interno alle chiese evangeliche: molte di queste chiese infatti sono sorte in quel fervore evangelistico che, dopo il 1848, vide l’apertura di locali di culto nel nostro nascente Paese. E in molti casi, nelle grandi e medie città ma anche in località remote e di più piccole dimensioni, alle chiese si affiancavano le scuole. Ne derivava una crescita per tutta la comunità civile, che portò alcune figure di credenti a veder riconosciuto anche un ruolo sociale, come educatore, sindacalista, rappresentati nelle Istituzioni locali. Vi è stato, fra le persone rievocate nella mattina di mercoledì 24 agosto, anche chi aveva ancora subito pregiudizi e marginalizzazioni sociali a causa dell’Evangelo.

Per questo motivo le rievocazioni di fratelli e sorelle che ci hanno preceduto nella «grande schiera di testimoni» (Ebrei 12, 1) sono anche dei “pezzi di storia” dell’evangelismo italiano, e l’ascolto di queste commemorazioni, oltre a essere un segno di vicinanza e affetto ai congiunti e a chi è stato compagno di strada delle persone scomparse, sono un arricchimento per chi voglia ricostruire la vicenda appassionante della testimonianza evangelica in Italia. Quest’anno in particolare sono state poste alla nostra attenzione le vite e i percorsi di fede di quattro vedove di pastori: basta scorrere gli itinerari che hanno percorso nelle loro vite per rendersi conto della loro importanza nella fraternità e sororità delle chiese evangeliche.

Le commemorazioni tenute nel corso del Sinodo 2021 (che si svolse in formula mista, parte in presenza e parte in collegamento da remoto), che dovevano ricuperare anche quelle che avrebbero dovuto tenersi nel 2020 (allorché il Sinodo dovette essere annullato), erano state messe online; e anche quest’anno, benché la sessione sia in corso di svolgimento in presenza, di fronte all’attesa da parte di tanti membri di chiesa, la Tavola valdese ha deciso di mettere a disposizione di chiunque sia interessato il relativo filmato: lo si trova qui.

Una fede che parla e agisce nel mondo”

Otto per mille valdese, crescono le firme e i progetti

L’approvazione oggi da parte del Sinodo valdese e metodista in corso a Torre Pellice: assegnati circa 45 milioni di euro, grazie alle firme di 570 mila contribuenti. 1557 progetti finanziati in Italia e nel mondo.

Sono 1557 gli interventi umanitari, educativi, culturali e di aiuto allo sviluppo che saranno finanziati quest’anno dalle Chiese Valdesi e Metodiste con i fondi dell’Otto per Mille: il 34% in più rispetto a quelli sostenuti nel 2021 (1161). Un incremento dovuto principalmente al maggior numero di contribuenti (570mila, erano 547mila l’anno precedente) che ha firmato in favore dell’Otto per Mille valdese e metodista e quindi alla maggiore disponibilità finanziaria (45 milioni di euro nel 2022, 43 nel 2021) ma anche alla scelta di ampliare lo spettro delle iniziative alle quali garantire supporto economico. È dunque aumentata anche la percentuale dei progetti approvati rispetto a quelli sottoposti alla valutazione: 23,2% nel 2021, 35,2% nel 2022.

La destinazione dei fondi è stata approvata oggi dal Sinodo, l’Assemblea che costituisce la massima autorità delle chiese valdesi e metodiste, riunito in questi giorni a Torre Pellice, in provincia di Torino. “Anche la gestione di una risorsa tanto ingente che oltre mezzo milione di italiani ci ha dato la responsabilità di utilizzare – spiega Alessandra Trotta, Moderatora della Tavola Valdese – è per noi un modo di testimoniare la nostra fede cristiana, supportando azioni di aiuto agli ultimi e di impegno a fare il bene comune senza pregiudizi di carattere ideologico, sociale o religioso.”

I numeri dei progetti

Rispetto al 2021, i progetti italiani aumentano (1107 nel 2022, 730 nel 2021: +51,6%) rispetto a quelli internazionali (450 nel 2022, 431 nel 2021: +4,4%). Per l’Italia, le risorse sono state così distribuite: miglioramento condizioni di vita dei soggetti affetti da disabilità (21%), promozione del benessere e della crescita di bambini e ragazzi (17%), attività culturali (16%), contrasto a povertà, disagio sociale e precarietà lavorativa (9%), tutela della salute (8%), accoglienza rifugiati e migranti (7%), prevenzione e contrasto alla violenza di genere (7%), recupero detenuti ed ex detenuti (4%), educazione alla cittadinanza (4%), tutela dell’ambiente (4%), anziani (3%).

I progetti internazionali sono così ripartiti: interventi sanitari e di tutela della salute (19%), educazione (19%), protezione dell’infanzia (12%), formazione professionale e attività generatrici di reddito (11%), diritti umani (9%), sviluppo rurale e sicurezza alimentare (9%), promozione ruolo delle donne e uguaglianza di genere (9%), aiuti umanitari in emergenza (5%), accesso all’acqua e all’igiene (3%), lotta alla malnutrizione (3%), tutela dell’ambiente (1%).

L’elenco completo dei progetti approvati per il 2022 sarà pubblicato, entro metà settembre, sul sito www.ottopermillevaldese.org.


L’Otto per Mille può essere destinato da tutti/e coloro che fanno una dichiarazione dei redditi a uno degli enti religiosi con cui lo Stato italiano ha un’Intesa o allo Stato stesso per le finalità previste di legge. Altri fondi sono il 5×1000, destinabile alla ricerca scientifica o ad associazioni e onlus, e il 2×1000, destinabile solo ai partiti politici. Solo l’8×1000 viene comunque allocato ogni anno dal Ministero della Finanze (in quanto è già “compreso” nella tassazione), e funziona di fatto come un voto, in cui chi si astiene contribuisce al valore del voto della maggioranza. L’otto per mille di tutti i redditi dichiarati viene suddiviso comunque tra Stato e tutti gli enti religiosi preposti a riceverlo, in proporzione alle scelte effettivamente ricevute da ogni ente.

Opere valdesi e metodiste, sempre più importanti per i loro territori

Da Riforma di Claudio Geymonat

Pomeriggio di lavori sinodali dedicato all’analisi dello stato di salute delle opere sociali delle chiese valdesi e metodiste. Tanta voglia di ripartire e programmare

Il pomeriggio dei lavori del Sinodo valdese e metodista, in corso a Torre Pellice (To) fino al 26 agosto, è stato in larga parte dedicato all’analisi dello stato di salute delle opere che rispondono del loro operato proprio al Sinodo. Strutture che nei reciproci territori continuano a svolgere ruoli fondamentali di fornitrici di servizi, di stimoli, di formazione. Alcuni tratti sono comuni, nel bene e nel male: un forte desiderio di ripartenza, di programmazione, dopo due anni complicati soprattutto dalla pandemia e ora da un forte aumento dei costi vivi che incidono in maniera sempre più significativa sui bilanci (che vedono importanti quote dell’otto per mille valdese investiti), e una generale capacità di ripensarsi, di accettare nuove sfide, di rilanciare piuttosto che lavorare per difetto.

Ecco quindi che il Liceo Valdese di Torre Pellice (To), a seguito di anni di riflessioni e lanci di nuove proposte formative, potrà contare il prossimo anno su un significativo aumento di studenti iscritti. Ecco Ecumene a Velletri (Rm) che a seguito di importanti lavori di ristrutturazione, si propone al pubblico nazionale e estero con rinnovate capacità di accoglienza e acuta attenzione ai temi della sostenibilità ambientale.  Il Centro diaconale La Noce di Palermo si rivela un punto di riferimento sempre più importante per la città siciliana, grazie ad un continuo rinnovo dei servizi sociali offerti, proposti grazie alla capacità di individuare nuove strade di accreditamento, di partecipazione a bandi, finanziamenti. Il Centro ecumenico Agape di Prali (To) guarda al domani con nuove idee, nuove proposte formative, forte anche del grande apporto che i volontari apportano alla vita del centro in termini di sostegno alle attività e partecipazione alla vita comunitaria (quest’anno almeno 50 volontari giunti dall’estero, anche dal Giappone). Anche il Servizio Cristiano di Riesi (Cl) si è rivelato in questi anni sempre più un luogo di riferimento formativo ed educativo per il territorio della provincia di Caltanissetta. Il Sinodo ha salutato la conclusione della lunga e importante direzione di Gianluca Fiusco al Servizio Cristiano. In attesa di una nuova direzione è la moderatora Alessandra Trotta ad assumere l’interim dell’istituto riesino

Dopo la sessione congiunta con le chiese battiste, proseguono i lavori del Sinodo metodista e valdese

Il saluto del pastore Marcelo Nicolau, Moderador della Mesa valdense del Rio de la Plata, ramo sudamericano della chiesa valdese

Il pastore Marcelo Nicolau, Moderador della Mesa valdense del Rio de la Plata, ramo sudamericano della chiesa valdese. Foto di Daniele Vola

Torre Pellice (TO), 24 agosto 2022 – Il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste prosegue i suoi lavori, dopo la sessione congiunta con l’Assemblea straordinaria dell’Unione cristiana evangelica battista in Italia (UCEBI) la così detta “Assemblea-Sinodo”, conclusasi ieri.

Sul tavolo della discussione, oltre alla vita della chiesa e al lavoro degli istituti, delle opere e degli enti diaconali, i rapporti ecumenici e internazionali, la cultura, i progetti in corso e le questioni amministrative e di bilancio.

Grande attenzione anche al tema della solidarietà, dell’accoglienza e dell’inclusione delle persone migranti, con le esperienze come quella dei corridoi umanitari da Libano, Libia e Afghanistan, realizzati da Tavola valdese, Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e Diaconia valdese e costruiti in modo ecumenico con realtà del mondo cattolico come la Comunità di S.Egidio e della società civile.

Domani, in particolare, si parlerà dei fondi dell’Otto per mille delle chiese metodiste e valdesi e dei numerosi progetti umanitari sostenuti.

Questa mattina il pastore Marcelo Nicolau (nella foto con la maglietta “Todos somos familiares” dei desaparecidos) nuovo moderador della Mesa valdense che rappresenta l’organo esecutivo dellIglesia valdense del Rio de la Plata – ramo sudamericano della Chiesa valdese -, ha portato il suo saluto.

Nicolau ha rimarcato l’importanza della cooperazione fra le chiese. Inoltre ha espresso il suo apprezzamento per il percorso unitario delle chiese battiste, metodiste e valdesi e il lavoro congiunto degli scorsi giorni con l‘Assemblea-Sinodo, percorso che rappresenta un unicum a livello internazionale e che potrebbe essere replicato anche altrove. L’Iglesia valdense del Rio de la Plata si compone di 24 chiese fra Argentina e Uruguay, con 9 pastori che coprono 9.500 chilometri da nord a sud e circa 1.000 da est a ovest.

I lavori sinodali proseguiranno fino al 26 agosto. L’elezione dei 7 membri della Tavola valdese con il discorso finale del moderatore/a è prevista per venerdì.

Costruire la giustizia per prevenire la guerra

Collaborazioni territoriali fra chiese, non più “Noi e loro”

di Claudio Geymonat da Riforma.it

Intensa discussione sulle relazioni fra le chiese valdesi, battiste e metodiste: rilanciare collaborazioni, viversi come un corpo solo

Intenso lunedì mattina di lavori all’Assemblea – Sinodo che a Torre Pellice (To) sta riunendo le chiese battiste, metodiste e valdesi per la prima volta da 15 anni in qua e a 32 anni dal reciproco riconoscimento, suggello di un percorso comune che era già nei fatti e che è proseguito fino ad oggi.

È stata proprio la collaborazione territoriale fra chiese di diverse denominazioni l’argomento oggetto di dibattito nella sessione mattutina. Il pastore, nell’ introdurre le due mozioni (che sono poi diventate tre a seguito della discussione) legate al tema, ha ricordato i rapporti costruiti negli anni, sostanziatosi soprattutto con la cura pastorale di una chiesa anche di una denominazione differente dalla propria (ad esempio un pastore o una pastora valdese responsabile anche di una chiesa battista, o viceversa).

L’invito generale emerso da buona parte degli interventi degli oltre 200 delegati presenti in loco o per via virtuale dalle proprie abitazioni è di arricchire tali scambi, allargarli ad altri membri di chiesa, prevedere scambi intensificati, partecipazione reciproca alle riunioni, alle assemblee delle altre chiese nell’ambito battista, metodista e valdese, rafforzare le iniziative comunitarie. Insomma vivere ancor più nel profondo la fraternità di questi anni.

Tutto ciò senza tacere le difficoltà che tale integrazione reca, sia di stampo puramente giuridico (celebrazioni di matrimoni ad esempio) che di rischio manifestato di una riconoscibilità meno semplice di fronte a coloro che decidono di approcciare le chiese magari in età adulta.

Insomma rilanciare la collaborazione, sentirsi “noi” più che “noi e loro”, non solo per necessità, ma perché sentito profondamente dalle comunità.

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Opere resilienti, come i rami d’ulivo

L’emergenza sanitaria ha colpito anche le Opere «che “rispondono” al Sinodo» delle chiese metodiste e valdesi

L’emergenza sanitaria ha colpito anche le Opere «che “rispondono” al Sinodo» delle chiese metodiste e valdesi e che stamane 23 agosto sono state chiamate a informare (alla presenza della moderatora della Tavola valdese, Alessandra Trotta) l’Unione delle chiese metodiste e valdesi, in assise in questi giorni con il suo Sinodo (il massimo organo decisionale dell’Unione delle chiese) sull’anno appena trascorso.

«Un anno difficile» è stato detto più volte dalle direttrici e dai direttori dei Centri. Opere – tra queste il Centro Agape di Prali (To), il Centro Ecumene di Velletri (Rm), il Centro diaconale La Noce di Palermo, il Servizio Cristiano di Riesi, il Collegio valdese di Torre Pellice -, che hanno «saputo reagire con efficacia alle limitazioni imposte dalla pandemia» e affrontare «i disagi le e le emergenze».

Opere resilienti, dunque, che hanno saputo «vincere le paure aprendo le loro porte e accogliendo le persone più bisognose con la consapevolezza che il Signore non ci lascia e non ci abbandona», ha ricordato il direttore del centro di Riesi, Gianluca Fiusco, presentando contestualmente un video sul Centro nel quale emerge la forza fisica, emotiva della raccolta delle olive, recepita dai delegati come una metafora della raccolta di anime; immagini che hanno  dato forza all’impegno dei Centri diaconali gestiti dalle chiese metodiste e valdesi.

L’apprezzamento del Sinodo è stato corale ed è passato attraverso le votazioni degli ordini del giorno presentati e approvati dal Sinodo. Dove il linguaggio inclusivo «dev’essere certamente dirimente» ha fatto notare la pastora valdese, Letizia Tomassone.

Opere, si è detto stamane «che hanno saputo sviluppare nuove modalità di aggregazione e di incontro in tempo di pandemia di covid; che hanno saputo sanare stabili con adeguamenti strutturali, con particolare attenzione alle accessibilità per tutti».

La prima parte della mattinata, dunque, è stata importante per rispondere e senza esitazioni a una domanda fondamentale che preoccupava la Commissione d’esame.

Per questi Centri – recita in sintesi il quesito – l’essere riconosciuti come centri di eccellenza, punti di riferimento per il territorio potrebbe offuscare in qualche modo «la loro evangelicità»?

Preoccupazione certo legittima.

Le testimonianze di oggi hanno dato risposte rassicuranti.

Il Centro ecumenico di Agape in questi giorni celebra i suoi settant’anni di attività ed è una testimonianza evangelica riconosciuta che va ben oltre i confini territoriali. Come ha evidenziato la direttora Lucia Leonardi.

Come «sempre più internazionale» è il Centro di Ecumene di Velletri (Rm): un’apertura verso l’estero che «è una bella sfida che segue il segno dei tempi» ha ricordato – dopo l’intervento della direttora Elvira Migliaccio – la presidente dell’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (Opcemi), Mirella Manocchio; ribadendo altresì l’esigenza di capire «alla luce dell’oggi, come poter esprimere nel migliore dei modi la testimonianza evangelica».

«Un anno che è stato difficile dal punto di vista psichico e fisico per tutti – ha ricordato anche Anna Ponente, direttora del Centro diaconale la Noce -. La Sicilia inizia questo nuovo anno di attività coni i dati covid non proprio rassicuranti. Strategie rigorose, quest’anno, hanno però permesso risultati importanti in ambito sociale, avvicinandosi ancor più di prima ai nuovi disagi, la marginalità, la povertà, la vulnerabilità di molte persone. Spesso amplificate dall’emergenza sanitaria».

Per parte sua, il Collegio valdese «ha recuperato con impegno il tempo perso, imposto dalle chiusure forzate in occasione del primo e secondo lockdown. Oggi – ha ricordato il preside Marco Fraschia – la presenza degli studenti è regolare grazie alle misure di prevenzione messe in campo». Attività in presenza che sono fondamentali e «prontamente ripristinate con iniziative che caratterizzano il nostro istituto», ha concluso Fraschia.

Il presidente del comitato del Collegio valdese Roberto Canu, ha ricordato quanto la “tempesta” causata dal covid sia stata pesante per gli studenti e che dunque si sta predisponendo «l’apertura di uno sportello per il sostegno psicologico».