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«É la fine, per me l’inizio della vita»

Eutanasia e suicidio assistito: una prospettiva protestante

Incontro di formazione riflessione e confronto sul documento sul fine vita elaborato dalla Commissione Bioetica delle chiese battiste, metodiste e valdesi.
Ci aiuterà nella riflessione Silvia Rostain, membro della Commissione.

Domenica 18 febbraio 2018

Ore 14.30

Chiesa metodista di Roma

Via Firenze 38

La chiamata di Paolo

1 Corinzi 2,1-10

Care sorelle e cari fratelli nel Signore,
fra qualche giorno, dal 18 al 25 gennaio, noi cristiani, cattolici, protestanti e ortodossi, celebriamo la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Il tema scelto dalle chiese di Caraibi è tratto dal libro di Esodo cap. 15, 6: «Potente è la tua mano, Signore/Lord, Thy Right Hand is Powerful». Al Signore appartiene la mano potente che è capace di liberare un popolo da qualunque sfruttamento dell’uomo su uomo in ogni tempo.
Collegandomi alla prima lettera di Paolo ai corinzi per la predicazione di oggi, in parte, vediamo che la Parola è stata annunciata sin dal principio. Il mistero di Dio che è stato nascosto in Cristo Gesù crocifisso, risuona di nuovo alle orecchie dei credenti. Tale parola è ancora nascosta a molta gente ma è stata rivelata a quelli che sono amati da Dio.
La predicazione della croce, Gesù Cristo crocifisso è stato annunciato dall’apostolo Paolo e continua ancora a manifestare la sua potenza. Con il dialogo ecumenico, il dialogo dei cristiani e non solo, assistiamo al cambiamento a cui conduce la parola di Dio, che porta a unire i loro doni cioè la comunione dei doni spirituali. Lo Spirito di Dio si muove e mette in evidenza la sua capacità persuasiva per portare avanti il cammino cominciato. Lo spirito afferra, accompagna, soccorre e soprattutto salva l’intera creazione.
Quali sono le sue opere nella nostra epoca? La nostra comunione che è basata sulla parola del donarsi. Ci regala la vera sapienza della verità che solo con il dono dello Spirito, l’uomo credente può cogliere.

Gli esseri umani spiritualmente maturi nella nostra epoca, sono quelli che sono mossi dall’amore ed essi sono gli operatori di pace, che cercano di vincere le gelosie e i contrasti nelle comunità. Le chiese si ricordano che la maturità nella fede sta anche nella capacità d’ascolto di ciò che lo Spirito di Dio suggerisce per essere dei promotori di pace, e non per suscitare la gelosia e il contrasto.
L’autentica sapienza è qualificata da unità e umiltà e non da una conoscenza superiore e dalla retorica.
Il mondo di oggi è pieno di dominatori, di principati, dotato anche e soprattutto di sapienza umana. Il Dio vivente invece è entrato nel mondo per dimostrare la sua potenza e sapienza attraverso la persona di Gesù. In lui ha rivelato il suo mistero nel mondo stesso. Il suo Spirito continua a farsi conoscere dagli spirituali, dagli uomini maturi perché in loro si riconoscono l’unità e umiltà, ed è proprio nell’atteggiamento di umiltà che essi possono raggiungere l’unità , così, nell’insieme dei credenti si rivela e si manifesta pienamente la volontà di Dio.
Gli spirituali che hanno la mente di Cristo ossia la capacità di giudicare ciò che è vero da quello che è fasullo, fittizio devono fare opera di discernimento.

L’esempio di atteggiamento di umiltà di Gesù coincide con ciò che l’apostolo ha voluto essere davanti ai credenti e di conseguenza nella comunità dei credenti. Nella predicazione di Paolo si verifica la predicazione di Cristo crocifisso. Gesù Cristo e il predicatore hanno questo in comune, essi riconoscono la grandezza di Dio nel suo manifestare la sua volontà nelle situazioni concrete della vita dell’uomo. Lo Spirito è l’unico che attesta la veridicità del messaggio attraverso il frutto che è opera della sua azione nell’uomo.

A noi credenti in Dio dopo più di 2000 anni, rimane il fatto che non abbiamo ancora pienamente conosciuto tutto di Dio così non possiamo pretendere di sapere tutto, anche se siamo chiamati spirituali e considerati amati da Dio.
Quando professiamo che noi crediamo che Gesù è il figlio primogenito di Dio, che in lui è stato rivelato e nello stesso tempo in Gesù è nascosta la sua sapienza, il nostro vivere è come dice Bonhoeffer «nella storia di Dio siamo partecipi del suo progetto di salvare l’umanità».
Quando noi diciamo che Dio conosce tutto in anticipo, in realtà diciamo qualcosa che non è corretto, perché per Dio non c’è nessun prima e nessun dopo. Tutto il tempo o, meglio ancora, tutta l’eternità è presente per lui nello stesso momento. A ciascuno di noi, esseri umani, sono dati soltanto dei segmenti molto corti dell’eternità come tempo.(John Wesley).
Come il salmista conferma che l’uomo:
«Il suo fiato se ne va, ed egli ritorna alla sua terra; in quel giorno periscono i suoi progetti (Salmo 146,4)
E l’evangelista Matteo ci ricorda ora anche che: «nessuno di noi può con la nostra preoccupazione aggiungere un’ora solo alla durata della nostra vita» come lo leggiamo in Matteo cap. 6 verso 27: «Chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un’ora solo alla durata della sua vita?» (Matteo 6,27)

Lo Spirito istruttore, scrutatore, investigatore, che è la mente di Gesù, è in comunione con lui e lo stesso con il credente(l’uomo spirituale) per dare testimonianza della potenza della forza creatrice e generatrice di Dio che si manifesta nel momento opportuno nella storia dell’uomo.

L’apostolo dicendo «io» in prima persona, in questa epistola sceglie un modo di porsi davanti ad altri ossia a coloro che accettano e confessano di credere nella predicazione della croce. Egli ha scelto con l’aiuto dello Spirito dove collocarsi e ha scelto anche l’atteggiamento d’umiltà per rendere quel messaggio della croce più efficace .

Dunque, egli si sottomette, riconosce che questo messaggio che Dio gli ha rivelato è più grande e più forte di lui, è un mistero inafferrabile, che non può diventare di possesso di qualsiasi essere umano.
La sapienza di Dio è stata rivelata per mezzo di Gesù, il Cristo, consacrato, unto di Dio, colui che è stato crocifisso. Il messaggio della croce è stato annunciato dall’apostolo Paolo con umiltà: timore e tremore e la sapienza di Dio è stata rivelata perché Gesù ha dato risposta di piena adesione alla sua volontà, la risposta di amore che supera ogni limite umano.
Noi cristiani vediamo e esperimentiamo la nostra incapacità di unirci nella fede in Dio perché oscilliamo per la nostra stessa natura.
Mi vengono in mente queste diverse ipotesi:
Noi ci definiamo cristiani ma non siamo pienamente umili.
Ci piace essere in prima fila, ci piace essere considerati intelligenti.
Questa lettera di Paolo ai corinti ci serve ora per misurarci, per capire dove siamo arrivati , soprattutto noi ministri della parola, quale parola di Dio annunciamo, e quanto spendiamo di energie, forze, tempo, volontà per dedicarci ad essa stessa nell’ascolto per poi annunciarla e praticarla. Le comunità, i seguaci di Cristo Gesù si riconoscono attraverso la nostra predicazione?. Quanto tempo dedichiamo a questo messaggio?.
Noi pastore e pastori siamo capaci di rinunciare a noi stessi , a metterci a disposizione di questo vangelo di Dio?
Oppure attraverso questa parola ci siamo fatto grandi? o siamo diventati famosi scavalcando il messaggio d’umiltà che Gesù ha portato proprio sulla croce, e ha provato a dimostrare che cosa vuol dire essere umile davanti a Dio?
Il mistero di Dio, della sapienza di Dio si manifesta soltanto quando siamo in grado di fargli posto nel nostro cuore.
La Sapienza di Dio dà dimostrazione del suo amore. L’amore di Dio che è capace di giudicare chi vive spiritualmente, colui che è maturo nelle decisioni riguardo alla vita reale. Non si gonfia, non si vanta, ma ama conoscere il vero che non delude. Non si illude.

Si legge nella Bibbia: «La sapienza di Dio è rivelata nell’umiltà nei suoi confronti. Lui è il primo e ultimo, l’Alfa e L’omega. E’ così veramente nel nostro agire?

La forza creatrice di Dio si rivela nell’atteggiamento di umiltà dell’uomo. Lo Spirito di Dio ne è testimone. Nessuno dei credenti è in grado di dare un giudizio su di lui ma proprio per questo motivo questo fa parte ancora del mistero di Dio perché è lui che scruta, lui che conosce i cuori di ognuno e di ognuna di noi.

I giudei chiedono i miracoli, i greci cercano sapienza ma chiediamo a Dio di aiutarci a predicare il suo Vangelo: il Gesù Cristo crocifisso. Cristo potenza di Dio, sapienza di Dio, in lui è il sì di Dio.

Quando le chiese sono e saranno capaci di parlare di quale messaggio e predicare , con il comune intento di testimoniare il Cristo Crocifisso possono e potranno sentire il suono, la voce dello Spirito che attesta ciò che è di Dio.
La priorità dell’annuncio della sapienza di Dio è lo scopo della rivelazione di Dio che è comunione, unione e umiltà nei suoi confronti.

Trattando questo brano bisognerebbe distinguere l’intellettuale dal sapiente, e l’uomo spirituale da quello naturale. La forza del messaggio dell’ evangelo è stata manifestata in Paolo perché lui ha scelto ciò che proviene dello Spirito Istruttore : un linguaggio che svela le cose che sono di Dio, non retorico, non filosofico, e non per gli intellettuali del mondo che intendono solo dominare.
Non confondiamo anche in questo brano, il pensiero di Paolo con ciò che è l’intento dello scienziato, colui che ama la ricerca per spiegare meglio il mondo e per illuminare e superare l’ignoranza dell’uomo.
La conoscenza dell’uomo scienziato, progredisce proseguendo la sua ricerca, amando ciò che egli stesso può arrivare a capire della sua esistenza. Il progresso ottenuto è ciò che lo porta avanti a scoprire quello che non è ancora conosciuto. I ricercatori sono i primi ad aiutarci a capire a che punto siamo ma solo per ciò che riguarda il mondo naturale e non quello spirituale . L’uomo che cerca lo spirito di Dio è colui che con la sua fede è capace di giudicare ciò che è vero, autentico dal fasullo nella realtà del mondo.
La nostra salvezza nel mondo in parte è nelle mani di chi fa un lavoro di ricercatore per farci capire dove non possiamo andare per evitare il pericolo e ciò che possiamo fare per tenerci in piedi.
Ma ricordiamo che le cose di Dio sono svelate nel tempo, in un arco di tempo che continua finché il mondo esiste. Il ritorno dell’uomo ad essere consapevole di se stesso, può avvenire con un passaggio per lui molto doloroso perché spesse volte si sente umiliato davanti ad un fallimento, e si auto definisce perdente o incapace, però accettando il proprio limite e non negandolo può trasformare ciò in motivo di crescita e di miglioramento.
Riconoscersi dunque creatura di Dio significa vivere la sua realtà vera. È un dato di fatto. L’uomo nella sua vita, fa esperienza di ciò che gli darà poi la saggezza, la sapienza che nel conoscere Dio avrà più possibilità di capirsi e capire il mondo in cui vive.

L’apostolo Paolo con la sua chiamata ad essere predicatore del Cristo crocifisso ha potuto trarre dei benefici. Dunque ha scoperto e conosciuto Dio per mezzo di Gesù Cristo crocifisso.
Egli ha creduto alla parola della croce. «Io»come egli dice. La predicazione della croce è per lui convincente a partire dalla sua esperienza di vita e dal cambiamento della sua vita stessa. Questo fatto ha reso il suo messaggio e lui che lo annuncia credibili. Egli ha sperimentato la conversione e questo è per opera dello spirito santo. Credere in Dio attraverso la lettura delle Sacre Scritture, significa aprirsi al mondo, dove si muovono tutti. Un credente può essere definito un bambino nella fede o maturo perciò questa lettera di Paolo ai Corinti è fondamentale per capire il percorso che bisogna fare, il percorso della vita.
L’io di Paolo è molto importante per noi oggi. perché? Perché a partire dalla sua testimonianza , egli ha sperimentato una vera conversione personale. In lui possiamo misurarci, soprattutto, noi predicatori e predicatrici(noi che assumiamo il compito della predicazione del Vangelo, la Parola di Dio. Possiamo esaminare il nostro lavoro di predicazione dell’annuncio della Parola in cui esponiamo la parola di Dio e non per far vedere quanto siamo bravi nell’ esporre con intelligenza o perché siamo diventati esperti nel parlare della parola di Dio.
Le chiese spendono denaro per mantenere i pastori e le pastore ma proprio perché credono che loro annunciano la parola di vita. E’ innanzitutto , una priorità che annuncino la Parola di consolazione e di salvezza. Quella che fa crescere noi e non ci permette di rimanere le stesse persone di prima. Attraverso la predicazione arriva a noi la Parola che salva, che propone delle soluzioni, che dà degli spunti o dei rimedi ai problemi del mondo intero , che si preoccupa di come la fame, l’ingiustizia, la disuguaglianza vadano affrontate. Credo a questo punto che ogni credente ha bisogno di ascoltare la parola della croce per essere illuminato, alimentato e poi perché cresca.
Con questa Parola, l’apostolo Paolo riusciva ad annunciare efficacemente, quello che è stato riservato agli amati da Dio. Egli capì sin dal principio della sua vocazione che poteva essere lui il tramite di Dio e i credenti per arrivare a capire la sapienza, cose misteriose di Dio. «la profondità di Dio, ma nello stesso tempo ammettere che la sapienza di Dio è insormontabile(insuperabile) ».
Con il suo atteggiamento di umiltà e non con parole umane retoriche, ha potuto anche convertire i pagani, gli stranieri, coloro che non sono stati chiamati nella chiesa ma sono diventati e riconosciuti come eredi della salvezza perché Dio ha esteso la promessa della salvezza all’umanità intera.
L’evangelo di Dio che Paolo annunciava è quella parola che conosce lo Spirito, il linguaggio dello Spirito di Dio stesso che nell’uomo credente riesce a farsi capire. Lo Spirito e gli spirituali maturi sono in comunione. Il linguaggio dello Spirito si incarna negli spirituali in questo mondo affinché annunzino, proclamino l’evangelo della croce, sapienza del Dio vivente.
Che il Signore ci aiuti a svolgere la nostra missione. A voi fratelli e sorelle pregate per noi che esercitiamo il ministero della parola così potremo annunciare fedelmente la parola che è stata rivelata in Cristo Gesù sulla croce, segno della comunione d’ amore di Dio padre, figlio e spirito santo. Amen.

Rinnovamento del patto

Care sorelle e cari fratelli nel Signore, Buon Anno del 2018.

Oggi avete avuto il foglio dell’ordine del culto e anche un segnalibro.

La parola  segnalibro dice già tutto.  Questo serve proprio per segnare  dove ci siamo fermati  quando leggiamo un libro ed è  utilissimo per trovare la pagina da cui riprendere la lettura.

Come vediamo,  penso che questo cartoncino rigido sia  anche utile per noi, oggi, per il messaggio(la promessa che dichiareremo insieme fra un istante)  che vi è da  un lato e l’immagine  dall’altro.   Ci ricorda in quel giorno preciso, l’impegno  che siamo chiamati a compiere e svolgere tutta la nostra vita come credenti cristiani in Dio.

Oggi, per questo nuovo anno,  la comunità metodista di via XX settembre, che è la nostra, ha voluto regalarvi questo oggetto per marcare questo primo giorno in cui rinnoviamo il patto nostro con Dio. L’immagine della vite e dei suoi frutti è fondamentale. Le radici, la vite, i tralci e i frutti di questa pianta possiamo paragonarli alle persone. La vite e i suoi  frutti sono ben visibili, ma se guardate nella parte bassa  vedete le radici che sono sparse per ricevere l’alimentazione necessaria. La vite deve essere allora radicata bene, piantata bene così da poter crescere e dare i suoi frutti.  Ribadisco ancora, questa immagine con le radici, la vite, i tralci e i frutti  è fondamentale.  Tutte  e quattro queste parti   testimoniano l’amore di Dio per noi credenti in lui.  Gesù è come  la vite,  è una, è unica,  e noi siamo suoi tralci se dimoriamo in lui, e a sua volta daremo anche frutti. A noi questa immagine è ben nota  perché nel vangelo di Giovanni, ciò che abbiamo letto poco fa, Gesù  è descritto come la vite e questo  versetto/brano  ci è molto familiare.

Giovanni  ha testimoniato che Gesù ha detto <<Io sono la vite voi siete i tralci…Gesù è la vite e noi siamo i suoi tralci>> Ci sono altre possibilità di interpretazione, ma oggi vorrei che noi ci  ricordassimo del nostro impegno comune.

Rinnovare il patto nostro con Dio, con le parole che leggiamo dietro a questo segnalibro significa che abbiamo un comune impegno di sostenerci gli uni gli altri. Proseguiamo quindi, questo impegno  perché come si legge  nel Vangelo di Matteo  nel giorno del giudizio saremo giudicati per quello che abbiamo fatto. 31 «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, prenderà posto sul suo trono glorioso. 32 E tutte le genti saranno riunite davanti a lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri; 33 e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.

 

34 Allora il re dirà a quelli della sua destra: “Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v’è stato preparato fin dalla fondazione del mondo. 35 Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; 36 fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi”.

37 Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto? O nudo e ti abbiamo vestito? 39 Quando mai ti abbiamo visto ammalato o in prigione e siamo venuti a trovarti?” 40 E il re risponderà loro: “In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”. (Matteo 25,31-40)

La teologia del fare è il frutto dell’amore che abbiamo ricevuto. Dio, la radice, ci darà molto frutti che saranno  le nostre opere di bene.

 

Inoltre, è  bello rinnovare oggi questo impegno con i nostri fratelli e sorelle valdesi di piazza Cavour e di via IV novembre  e con tutti  gli ospiti nostri di altre denominazioni. Insieme abbiamo questi  impegni comuni da rinnovare, insieme dichiareremo  la  nostra promessa a Dio affinché Lui sia fedele e ci aiuti a compierla ancora in questi prossimi giorni.

 

 

Così anche oggi, questo nuovo anno è da vivere per poi essere raccontato. Io credo (noi crediamo) che un libro basato su fatti realmente  vissuti ha  impatto più forte per chi lo legge, come diciamo <<true to life>>/ tratto da una storia vera /tratto da una vita vissuta>>. Così, un nuovo capitolo ci aspetta. Che cosa  verrà scritto dipenderà  tutto da te, da me, da noi tutti.

 

 

Ricordiamo dunque in questa mattina questo segnalibro che quando è inserito in un libro divide e separa, il capitolo che è finito da quello successivo, come  l’anno passato del 2017 e il nuovo anno del 2018 che comincia.

Con questo messaggio, vi invito allora a rinnovare il nostro patto con il Signore da concretizzare nel nostro impegno quotidiano dovunque siamo.

Voglia il Signore rafforzare  la nostra volontà di impegnarci.

Ci alziamo in piedi.

 

Promessa d’ Impegno

Signore, io non appartengo più a me stesso, ma a te. Impegnami in ciò che vuoi, mettimi a fianco di chi vuoi; che io sia sempre tuo testimone, sia nella pienezza delle forze, sia quando le forze vengono meno, sia che io mi trovi nella gioia, sia che io mi trovi nel dolore. Liberamente e di pieno cuore mi sottopongo alla tua volontà e metto ogni cosa al tuo servizio. Tu sei il nostro Dio e noi siamo il tuo popolo. Amen