“Come salvare il pianeta” è una breve guida realizzata dai giovani metodisti europei per il clima. Si rivolge ai fratelli e alle sorelle che vorrebbero aiutare le loro comunità a intraprendere azioni significative contro il cambiamento climatico.Il documento offre spunti per una riflessione sull’ecologia e la giustizia climatica, fornendo alcuni suggerimenti per favorire una discussione nelle chiese su un modello di vita ecosostenibile.
Il gruppo dei giovani metodisti europei per il clima fa capo al Consiglio metodista europeo.
https://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2023/02/guidaclimametodisti.jpg300400gestionehttps://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2017/11/Schermata-2017-11-13-alle-16.42.15-300x82.pnggestione2023-02-11 12:16:052023-02-11 12:17:46“Come salvare il pianeta”. La guida dei Giovani metodisti europei
Proseguono gli appuntamenti con la Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI). Questa settimana ascoltiamo un’intervista alla pastora metodista Mirella Manocchio che ci parla dell’esperienza storica e spirituale della Chiesa metodista, in particolare in rapporto alla “questione femminile”, e del Culto di Rinnovamento del Patto che caratterizza questa Chiesa evangelica all’inizio di ogni anno. Segue una sua riflessione sul brano biblico di Geremia 31,31-34.
La United Methodist Church nelle Filippine ha eletto un’importante attivista per i diritti umani come prima donna vescovo
L’avvocata per i diritti umani Ruby-Nell Estrella, 57 anni, è stata eletta prima donna vescovo il 26 novembre a scrutinio segreto dai delegati della United Methodist Church nelle Filippine riuniti nella cappella della Wesleyan University nella città di Cabanatuan, provincia di Nueva Ejica, a nord di Manila. È stato definito un «momento storico» per la Chiesa protestante.
Kababaihang Karapatan, un gruppo per i diritti delle donne, ha affermato che è stato un sogno diventato realtà avere una donna nell’episcopato metodista dominato principalmente da uomini. «È una preghiera esaudita per il clero femminile e altre persone che desiderano avere una donna vescovo nella Conferenza centrale delle Filippine», ha detto a UCA News la segretaria esecutiva del gruppo, April Apaya.
Apaya ha aggiunto che l’attivismo della vescova per i diritti umani e il suo impegno nell’azione sociale ha spinto molti gruppi metodisti a sostenerla.
Nell’aprile 2021, Estrella, insieme ai suoi colleghi, ha dato rifugio a oltre 4.000 agricoltori e indigeni dopo che una protesta per gli aiuti alimentari e la protezione delle loro terre ancestrali è diventata violenta a Manila.
Tre manifestanti sono stati uccisi mentre più di 100 sono rimasti feriti nella manifestazione davanti alla chiesa metodista centrale nella capitale dopo che le forze di polizia hanno aperto il fuoco contro i manifestanti.
«Sogno una chiesa che sia fedele nella sua amministrazione delle risorse, una chiesa che sostiene generosamente a tutti i livelli i rispettivi programmi per rafforzare i ministeri della chiesa», ha detto Estrella nel discorso di ringraziamento dopo l’elezione.
Estrella ha anche rivelato la sua visione di utilizzare Internet per diffondere la fede e attrarre giovani vocazioni al ministero.
«Sogno congregazioni che non siano solo segni fisici della presenza di Dio nelle comunità, ma che siano anche pronte a cogliere le possibilità tecnologiche nel world wide web per sostenere ministeri di discepolato, la crescita della chiesa e la missione», ha aggiunto.
La metodista Daisy San Jose ha affermato che la nomina di Estrella indica la sensibilità della chiesa metodista per i diritti delle donne e la loro capacità di leadership.
«Cattolici o protestanti, la leadership è sempre stata riservata agli uomini. La vescova Estrella dovrebbe ispirare tutti noi», ha detto a UCA News.
Le congratulazioni sono arrivate anche da parte della Conferenza episcopale delle Filippine (CBCP). Tuttavia, un funzionario della Commissione sulla dottrina della fede della CBCP ha ribadito che la Chiesa cattolica continua a seguire l’esempio di Gesù che ha scelto solo uomini come discepoli. «Sebbene la restrizione per l’ordinazione delle donne al sacerdozio sia una legge ecclesiastica, riteniamo che i sacramenti come l’ordinazione operino ex opera operato (“dal lavoro svolto”) come manifestazioni delle azioni e parole di Gesù durante la sua vita, e secondo il dogma, Gesù ha scelto solo alcuni uomini come apostoli», ha detto ai giornalisti padre Francis Gustilo, segretario della commissione.
La United Methodist Church è nata nelle Filippine nel 1968. Oggi la chiesa conta 300.000 membri sparsi in tre aree episcopali di Manila, Davao e Baguio. Circa l’85% dei circa 110 milioni di abitanti delle Filippine sono cattolici.
https://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2022/11/check-filipino-methodists-elect-first-woman-bishop-63847b747ed90_600.jpeg4831024gestionehttps://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2017/11/Schermata-2017-11-13-alle-16.42.15-300x82.pnggestione2022-11-29 19:33:322022-11-29 19:33:32I metodisti filippini eleggono la prima donna vescovo
L’incontro autunnale del Consiglio metodista europeo (EMC) si è svolto dal 30 settembre al 4 ottobre ad Amburgo, in presenza
«I nostri fratelli e le nostre sorelle in Ucraina e Russia stanno soffrendo». Si è così espresso lo scorso 3 ottobre il Consiglio Metodista Europeo riunitosi ad Amburgo, per poi proseguire: «Abbiamo ascoltato il lamento delle nostre chiese che sono state fortemente colpite dalla guerra in Ucraina. Quando una parte del corpo di Cristo soffre, l’intero corpo soffre. Unite in Cristo, facciamo cordoglio e preghiamo insieme. (…) al di là di tutto quanto divide, rimaniamo sorelle e fratelli e insieme rinnoviamo la nostra determinazione ad essere operatori e operatrici di pace in Europa oggi. “Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt. 5.9)».
Una breve dichiarazione questa del Consiglio Metodista Europeo – cui partecipano rappresentanti e vertici di chiese metodiste, wesleyane e unite – scaturita dall’ascolto delle testimonianze provenienti da alcuni membri delle chiese metodiste di Polonia e Russia in merito al conflitto che sta squassando l’Europa. La presenza della chiesa metodista russa in questa occasione ha dato una dimensione particolare all’incontro, anche perché questa è stata l’unica chiesa che in Russia ha preso posizione pubblicamente contro il regime.
Il Consiglio, il primo in presenza dopo la pandemia, ha focalizzato i suoi lavori proprio sull’impatto che prima il Covid e ora la guerra stanno avendo sull’autocomprensione delle nostre chiese e sulla missione da portare avanti in un contesto fragile, polarizzato e secolarizzato come quello europeo.
Momenti plenari si sono alternati con discussioni in gruppo per poi sfociare di nuovo in una condivisione plenaria. Un incontro proiettato soprattutto verso il futuro: cosa fare, cosa cambiare? Come migliorare e approfondire le relazioni non solo tra i membri del Consiglio, ma in particolare tra le chiese membro? Come sono cambiate le nostre chiese con l’utilizzo massiccio degli incontri da remoto e come possiamo al meglio utilizzare gli strumenti tecnologici e i social media?
Per raggiungere tale risultato il comitato esecutivo del Consiglio, di cui fa parte anche la pastora Mirella Manocchio, ha ritenuto fosse necessario partire da un approfondimento sul consiglio stesso con la domanda: bisogna cambiare qualcosa nella costituzione o nel nostro modo di rapportarci?
In tutte le discussioni è emerso che il Consiglio è una comunità di chiese che vivono di un insieme di relazioni. Si è insieme per ascoltare, condividere in un ambiente sicuro. E le relazioni vanno vissute appieno. Si è, quindi, riflettuto su come sia possibile implementarle e su quali temi focalizzare l’azione del Consiglio. Immigrazione, giustizia climatica, il ruolo dei giovani e delle donne sono sembrati essere quelli che maggiormente attraversano il nostro vissuto di chiese europee e su questi si è deciso di investire tempo e risorse creando occasioni di scambio tra le chiese nazionali, dando vita a progetti ad hoc o approfondendo la collaborazione con organismi settoriali già esistenti.
Altra opportunità di condivisione e scambio, aggiuntasi durante il periodo di maggior impatto della pandemia e non era possibile incontrarsi se non da remoto, è l’online cafè: una volta al mese ci si trova per un incontro molto informale di un’oretta, per dirsi con cosa si è impegnati. Non solo una maggiore condivisione è stato il risultato, ma anche qualche azione concreta di collaborazione tra le chiese, in particolare per sostenere quelle che hanno affrontato l’arrivo di tanti profughi dall’Ucraina.
Oltre le chiese metodiste britannica e irlandese, a quella portoghese che, come la nostra, sono chiese ‘indipendenti’, sono chiese membro di questo organismo la Chiesa metodista unita (United Methodist Church), presente in molti paesi europei, ma anche altre chiese della tradizione metodista, come la Chiesa del Nazareno, la Chiesa wesleyana o chiese ecumeniche come, per esempio, la Uniting Church of Sweden che ha unito le chiese battiste, metodiste e riformate di Svezia. Nel 2016 alla costituzione del Consiglio è stato aggiunto un accordo che entra maggiormente nel dettaglio di cosa implichi essere una ‘comunità’ aperta ed inclusiva di chiese che si rifanno alla tradizione metodista, un patto in pieno stile metodista di accetarsi l’una con l’altra con le proprie differenze. Una dimensione che sta diventando più attuale con le probabili uscite di alcune chiese membro dalla UMC, causa le differenti posizioni sulla questione sessuale, ma non solo. Nel prossimo futuro sarà importante capire come relazionarsi con queste chiese, ma si è ribadita la volontà di mantenere il Consiglio quale organismo aperto ed inclusivo, pronto a recepire le differenti istanze delle chiese membro come pure ad accogliere nuove realtà ecclesiastiche che vogliano, con lo stesso rispetto ed apertura, divenire parte di questa ampia comunità.
Naturalmente anche altre tematiche hanno chiesto l’attenzione. Come il cambiamento climatico. Da un paio di anni il consiglio si confronta in modo particolare con questa problematica che influisce già sulle nostre vite. Era presente Irene Abra, l’ambasciatrice per il cambiamento climatico del Consiglio, che ha avuto l’opportunità di intervenire e di relazionarsi con le varie realtà metodiste in Europa.
Vi è poi una sorta di braccio operativo nel sociale e nella missione dell’EMC che è il Fondo per le Missioni in Europa (FMiE): non solo un modo di raccogliere e distrubuire denaro dove serve, ma che vuole vivere la solidarietà e portare le persone insieme, un modello di interazione fruttuosa per tutte le due parti.
È stato trasmesso un forte incentivo a fare il prossimo passo anche in tempi difficili, anche quando ci si sente bloccati in una rete che è appesa fra due realtà. I tanti momenti spirituali dell’incontro hanno incoraggiato a muoversi un passo dopo l’altro con fiducia nel Signore. Partendo da un ambiente sicuro si ha la possibilità di fare un passo dopo l’altro, non da soli o sole, ma insieme, guardando avanti.
Lettera della pastora Mirella Manocchio: «Preghiamo per i pastori, i leader e le congregazioni della Chiesa Metodista Unita in Ucraina e in Russia»
La pastora Mirella Manocchio, presidente del Comitato permanente dell’Opera per le chiese evangeliche in Italia (Opcemi) ha inviato una lettera al vescovo Eduard Khegay, referente per l’area nord europee e euroasiatica centrale della Chiesa metodista unita, in relazione alla situazione ucraina.
“Egli giudicherà tra nazione e nazione e sarà l’arbitro fra molti popoli; ed essi trasformeranno le loro spade in vomeri d’aratro, e le loro lance, in falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra, e non impareranno più la guerra.” (Isaia 2,4)
Caro vescovo Eduard Khegay,
Siamo addolorati e sconcertati da quanto sta accadendo in Europa tra Russia e Ucraina.
Dio chiama i popoli e le nazioni alla pace e all’amore, e il messaggio del Vangelo indica la via della riconciliazione e mai della guerra e della violenza, come soluzione ai conflitti.
I governi europei hanno tentato la via della diplomazia e del dialogo per evitare che il rumore delle armi e delle bombe risuonasse ancora nel nostro continente, facendo riemergere in tutti le tragiche memorie delle guerre passate. Purtroppo così non è stato.
Il governo russo ha deciso l’invasione dell’Ucraina, una nazione democratica e sovrana, e ora due popoli vicini rischiano di diventare unicamente nemici. Non è questo che avremmo voluto vedere nel 2022. La guerra è sempre il male e ha sempre costi considerevoli.
Le chiese metodiste in Italia sono molto preoccupate per le nostre chiese sorelle di Ucraina e Russia, sono preoccupate per le sofferenze e le morti che ancora una volta i due popoli dovranno sopportare per la ferocia, il calcolo politico ed economico di un governo scellerato come quello russo.
Sappiamo che, al pari delle chiese metodiste ucraina e russa, in questi due paesi vi sono tanti uomini e donne che vogliono solo la pace e noi preghiamo con voi e con loro che le ragioni del dialogo prevalgano e si torni alla pace, una pace giusta e reale.
Preghiamo per i pastori, i leader e le congregazioni della Chiesa Metodista Unita in Ucraina e in Russia; possa Dio concedere che la loro testimonianza di riconciliazione e di pace porti forza e speranza al popolo ucraino.
Preghiamo per te, vescovo sia della Russia che dell’Ucraina, e per il sovrintendente distrettuale della Umc in Ucraina, possa Dio darvi la saggezza, la pazienza e l’amore di cui avete bisogno nel vostro ministero e nella vostra leadership in queste difficili circostanze.
Il Comitato Permanente dell’Opcemi invita tutte le nostre congregazioni a pregare e a partecipare alle veglie per la pace del Mercoledì delle Ceneri, 2 marzo, insieme alle chiese protestanti di tutto il mondo. Se le circostanze lo richiederanno, le nostre chiese si prodigheranno ad accogliere e sostenere i profughi che a causa della guerra inevitabilmente fuggiranno dalla Ucraina. Ma noi ancora speriamo che le armi si fermino e si possa tornare al dialogo.
Che Dio ci protegga tutti dall’escalation e dal diffondersi della guerra, e che noi possiamo seguirlo sul Suo cammino di verità e di pace attenendoci al suo richiamo che una nazione non alzi più la spada contro un’altra e che non impariamo più la guerra, ma – come si esprime il teologo Dietrich Bonhoeffer – continuiamo a “osare la pace per fede”.
https://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2017/11/IMG_0222.jpg13652048gestionehttps://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2017/11/Schermata-2017-11-13-alle-16.42.15-300x82.pnggestione2022-02-28 18:16:442022-02-28 18:17:20I metodisti italiani in preghiera per l'Ucraina
Antonella Varcasia ricostruisce una storia di famiglia nella Palermo delle seconda metà dell’Ottocento
Nel corso dell’estate scorsa è uscito presso la casa editrice Aracne un libro significativo sull’evangelismo risorgimentale, Don Antonino Tagliarini. Un evangelico a Palermo dopo l’Unità d’Italia*. Antonella Varcasiadescrive le vicende del suo trisnonno Antonino Tagliarini (1835-1907). Da giovane avvocato e seguace di Giuseppe Garibaldi, nel 1861 compare già come membro della chiesa valdese di Palermo. Nel registro figura al terzo posto, immediatamente dopo Giorgio Appia, primo pastore di questa chiesa, e dopo la moglie di quest’ultimo.
L’appartenenza di Tagliarini e di sua moglie Carolina, figlia di un alto funzionario borbonico, dotò la neonata comunità di un importante appoggio anche in termini di reputazione sociale. Successivamente Antonio Tagliarini esercitò, assieme a suo fratello, la professione di fotografo, motivo per cui questo libro ha potuto essere arricchito da numerose foto ottocentesche di famiglia, che costituiscono un patrimonio prezioso.
Particolarmente stretti furono i suoi rapporti tra Tagliarini e il successore di Appia, lo scozzese John Simpson Kay, importante nella storia della nostra chiesa anche per le donazioni di libri a favore della biblioteca di Torre Pellice. Negli anni ’80, però, si acuì il conflitto tra la chiesa di Palermo e il Comitato di evangelizzazione, che in quella fase governava le comunità della diaspora valdese in maniera abbastanza autonoma. Nel 1884, il dissidio sull’autonomia della congregazione locale portò a una rottura: Antonino Tagliarini si ritirò dal Consiglio di chiesa e passò ai metodisti wesleyani, che dal 1874 erano rappresentati a Palermo con una loro comunità, retta da Saverio Fera, famoso anche come rappresentante di spicco della massoneria in Italia. Due anni dopo Tagliarini, anche Kay lasciò la chiesa valdese, servendo per il resto della sua vita una chiesa libera. In queste circostanze conflittuali si costituì dunque l’identità metodista della famiglia formata dai suoi discendenti.
Il libro di Antonella Varcasia racconta, appunto, una storia di famiglia, contestualizzata però nel quadro di riferimento più ampio dell’Italia risorgimentale. In tal modo è nata una narrazione ricca di affetto, ma al tempo stesso rigorosa nell’esposizione dei fatti. I conflitti tra la chiesa valdese di Palermo e il Comitato di evangelizzazione, a esempio, sono descritti in una maniera tale da fornire informazioni preziose a chiunque intenderà studiare l’evangelizzazione valdese del periodo. In qualche modo, questa nuova pubblicazione ha valore paradigmatico, perché ci consente di osservare concretamente l’importanza del fattore familiare per lo sviluppo delle chiese evangeliche in Italia. Al tempo stesso, il significato di questa storia oltrepassa di molto quello della memoria dei propri (tris-)nonni; si tratta, invece, di un paradigma per il divenire dell’evangelismo italiano odierno. Per questo motivo è importante che il libro, molto piacevole nella lettura, sia stato pubblicato in stampa.
* A. Varcasia, Don Antonino Tagliarini. Un evangelico a Palermo dopo l’Unità d’Italia. Aprilia (Lt), Aracne, 2021, pp. 308, euro 21,00.
Clima. Giovani e chiese cristiane scrivono a Cingolani: nessun ritardo è accettabile
L’1 e il 2 ottobre a Milano si tiene la due giorni “Spirit Ambition. Aspirate ai cambiamenti più grandi”. Una conferenza, un flashmob e una celebrazione ecumenica vedono insieme le chiese cristiane di Milano, con l’azione diretta dei giovani metodisti, battisti, avventisti, luterani, valdesi e di altre fedi, fra cui cattolica e ortodossa. Gli organismi promotori hanno anche scritto due appelli, inviati ieri al Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani
Roma (NEV), 30 settembre 2021 – Nell’ambito della campagna metodista per l’ambiente, guidata da giovani di tutto il mondo, e degli eventi in corso a Milano in vista della Conferenza per il clima (COP26), due appelli sono stati inviati ieri al Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani.
A Miano si stanno svolgendo, infatti, il summit Youth4Climate e la PreCOP. In parallelo, le chiese locali in collaborazione fra loro e con la più ampia campagna “Climate Justice for All” (CJ4A), in italiano “Giustizia climatica per tutte e tutti”, hanno realizzato la due giorni intitolata “Spirit Ambition. Aspirate ai cambiamenti più grandi”.
L’1 e il 2 ottobre si tengono una conferenza, un flashmob e una celebrazione ecumenica, che vedono insieme le chiese cristiane di Milano, con l’azione diretta dei giovani metodisti, battisti, avventisti, luterani, valdesi e di altre fedi, fra cui cattolica e ortodossa.
Il titolo dell’iniziativa, “Spirit Ambition” si richiama al summit ufficiale dei giovani Youth4Climate “Driving Ambition”, ma anche al versetto biblico 1 Corinzi 12:31, che dice: “Voi però desiderate ardentemente i doni maggiori”. Spiega il pastore Luca Baratto: “È l’apostolo Paolo che esorta i cristiani di Corinto ad aspirare ai doni dello Spirito più grandi, maggiori, quelli che possono portare beneficio a tutta la comunità. Quindi è uno sprone ad essere ambiziosi nelle scelte a favore del bene comune, dell’edificazione della chiesa per Paolo, della ricerca della giustizia climatica”.
I due documenti inviati al Ministro esprimono l’impegno e le preoccupazioni per la giustizia climatica di un gruppo di chiese e associazioni cristiane.
Il primo, è l’Appello ai Governi riuniti nella Pre-COP 26 Milano 2021, firmato da Climate Justice for All, Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), dal Consiglio delle chiese cristiane di Milano e dall’Opera per le Chiese Evangeliche Metodiste in Italia (OPCEMI). Per gli organismi firmatari, la crisi climatica deve essere al primo posto nelle agende politiche. E “Nessun ritardo è accettabile”.
Il secondo, è l’Appello dei giovani evangelici e di altre fedi di Milano e dei giovani metodisti in Italia in occasione dello Youth Summit e della pre Cop 26.
Ne pubblichiamo qui di seguito alcuni stralci e, a fondo pagina, i relativi file in formato pdf.
Appello dei giovani evangelici e di altre fedi di Milano e dei giovani metodisti in Italia in occasione dello Youth Summit e della pre Cop 26
Come giovani membri della famiglia cristiana in Italia, è nostro auspicio che la COP 26 sia un elemento cruciale nell’affrontare la crisi climatica. Insieme, chiediamo ai leader mondiali di cogliere l’opportunità di questa sessione per definire con determinazione obiettivi misurabili di giustizia climatica per tutte e tutti.
Ci rivolgiamo ai rappresentanti delle nazioni riunite a Milano, che a novembre si sposteranno a Glasgow dove si terrà la Conferenza.
A loro chiediamo in particolare di:
Ridurre le emissioni di CO2 date da allevamenti, industrie, gestione dei rifiuti, trasporti e produzione di energia.
Trasferire i finanziamenti pubblici dalle energie fossili alle fonti rinnovabili escluse le biomasse da rifiuto.
Intensificare i trasporti pubblici e condivisi per disincentivare l’uso dell’auto privata.
Piantare alberi, vietare i disboscamenti, proteggere le aree verdi, educare le persone al rispetto dell’ambiente.
Aumentare le zone verdi ed investire sulla costruzione di immobili green (ad esempio City Life).
Investire sulla riduzione e il riciclo dei rifiuti verso la loro eliminazione.
Appello ai Governi riuniti nella Pre-COP 26 Milano 2021
Chiediamo ai rappresentanti delle nazioni di:
impegnarsi a ridurre le emissioni di gas serra per allinearsi ai dati scientifici del report dell’IPCC significa fissare obiettivi nazionali adeguati, trasparenti e monitorabili.
abbandonare la complicità con le lobby economiche portatrici di interessi lesivi della vita sul pianeta.
adottare con coraggio e senza compromissioni le misure necessarie a dare priorità al bilancio verde inclusi
– il sostegno diretto a tecnologie e infrastrutture a emissioni zero di gas serra,
– la eliminazione dei sussidi pubblici alle corporation che estraggono combustibili fossili, agli
inceneritori, alla agricoltura industriale e agli allevamenti intensivi,
– la promozione di soluzioni compatibili con gli equilibri naturali tra cui lo stop al consumo di
suolo e il rimboschimento-
• Aggiornare i meccanismi di sostegno ai più vulnerabili promuovendo una sostenibilità che sia anche sociale.
• Fermare le guerre anche per il loro pesante impatto sul clima e sulla distruzione di risorse naturali che reggono i mezzi di sussistenza e gli ecosistemi.
Campagna metodista per il clima: Flashmob in chiesa e in piazza. FOTO
Roma (NEV), 28 settembre 2021 – Lo scorso fine settimana si sono svolte a Roma, Novara, Udine, Gorizia e Napoli diverse iniziative per il clima. Giovani metodisti, chiese e comunità sono da diverso tempo in azione verso la Conferenza sul clima delle Nazioni Unite (COP26). La COP26 è prevista a Glasgow in novembre, sotto la presidenza del Regno Unito.
La maggior parte delle iniziative delle chiese sono convogliate nella Campagna mondiale “Climate Justice for All” (CJ4A). In italiano: “Giustizia climatica per tutte e tutti”. Il progetto, che gode di numerose collaborazioni, è affidato alle giovani e ai giovani della famiglia metodista globale per il clima. Per la parte italiana, è co-finanziato dall’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (OPCEMI). Collabora anche la Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). L’idea progettuale nasce, invece, in seno alla Chiesa metodista britannica.
Nella galleria fotografica, alcune immagini da Roma, Novara, Udine, Gorizia e Napoli. Qui, le comunità hanno dato spazio alle componenti più giovani per incontri, per i culti e nei flashmob.
Intanto, inizia oggi a Milano la serie di appuntamenti, ufficiali e paralleli, in vista della COP26. Da parte delle chiese, è in programma “Spirit Ambition”. Una tavola rotonda, un flashmob e una celebrazione ecumenica, con il coinvolgimento di giovani metodisti, battisti, avventisti, luterani, valdesi e di altre fedi.
Giornate “verdi” a Milano, in vista della Cop26, la 26ma Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico, che si terrà dal 31 ottobre al 12 novembre a Glasgow. Nel capoluogo lombardo hanno preso avvio due eventi internazionali: Youth4Climate e Pre-Cop26, e in città è presente anche Greta Thunberg, giovane attivista per l’ambiente, che sta mobilitando il mondo giovanile locale. Dal 30 settembre al 2 ottobre Milano ospita dunque il Pre-Cop Summit, riunione ministeriale di 40 Paesi e che ha come obiettivo quello di offrire a Stati, organizzazioni internazionali e Ong la possibilità di avere un confronto informale sugli aspetti chiave del prossimo summit mondiale sul clima.
“Nel corso dei giorni della Pre-Cop milanese, diverse associazioni e organizzazioni della società civile faranno sentire la loro voce su questi temi così importanti, e protagonisti saranno soprattutto i giovani”, informa il portale della diocesi ambrosiana. “In questo contesto anche le Chiese cristiane porteranno il loro contributo di riflessione e di preghiera”. In particolare Milano ospiterà alcune iniziative promosse da Climate Justice for All, Commissione globalizzazione e ambiente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, Consiglio delle Chiese cristiane di Milano, Opera per le Chiese evangeliche metodiste in Italia e Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza episcopale italiana.
Venerdì 1° ottobre, alle 18, presso la Chiesa metodista di via Porro Lambertenghi 28, è in programma la tavola rotonda su “Ricucire la Terra: quale compito trasformativo dei cristiani nel tempo del post pandemia?”. Sabato 2 ottobre, alle 18, presso la basilica di Santo Stefano (piazza Santo Stefano), la celebrazione ecumenica curata dalla Commissione Jpic del Cccm, con la predicazione di padre Ionut Radu. Prima della celebrazione, alle 16 è in programma un flash-mob promosso dai giovani metodisti in sinergia con giovani di altre confessioni cristiane.
(G.B.)
Milano, #Youth4Climate/Giovani per il clima. L’impegno delle chiese cristiane
Inizia il 28 settembre il summit dei giovani per il clima. A seguire, la PreCOP26, evento preparatorio ufficiale della Conferenza delle Nazioni Unite, a sei anni dall’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Anche le chiese fanno la loro parte: una conferenza, un flashmob e una celebrazione ecumenica vedono insieme le chiese cristiane di Milano, con l’azione diretta dei giovani metodisti, battisti, avventisti, luterani, valdesi e di altre fedi
Roma (NEV), 27 settembre 2021 – Prende il via la serrata tabella di marcia in vista della Conferenza delle parti per il cambiamento climatico (COP26) che avrà luogo a Glasgow tra l’1 e il 12 novembre 2021, sotto la presidenza del Regno Unito. Questo è il contesto nel quale si inseriscono le iniziative della gioventù metodista mondiale, e in particolare italiana, di questi giorni. In chiave ecumenica.
Una di queste iniziative si intitola “Spirit Ambition”. Essa è organizzata dalla campagna metodista Climate Justice for All (CJ4A), dalla Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), dal Consiglio delle chiese cristiane di Milano, dall’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (OPCEMI) e dall’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (UNEDI) della Conferenza episcopale italiana (CEI), con la gentile partecipazione del Klimat Fest.
“Spirit Ambition” si svolge in parallelo con il Summit dei giovani in vista della COP26. Sempre a Milano, dal 28 al 30 settembre, è infatti in corso l’evento “Youth4Climate: Driving Ambition”, che vedrà insieme 400 giovani da tutto il mondo. Sempre a Milano, dal 30 settembre al 2 ottobre, la Conferenza Preparatoria “PreCOP26”.
“Spirit Ambition” coinvolge giovani metodisti, battisti, avventisti, luterani, valdesi e di altre fedi. “In quest’ambito, tra le tante iniziative di questi giorni, le chiese desiderano testimoniare il proprio impegno per fermare il cambiamento climatico” si legge nel volantino dell’iniziativa cristiana. L’impegno riguarda specificamente sia i/le giovani sia le comunità, in uno stretto dialogo intergenerazionale, “a partire dalla propria fede e responsabilità verso il creato”.
La Chiesa metodista britannica ha ideato un progetto internazionale di avvicinamento alla COP26. Si chiama “Climate Justice for All” (CJ4A), in italiano: “Giustizia climatica per tutte e tutti”. Il progetto, che gode di numerose collaborazioni, è affidato alle giovani e ai giovani della famiglia metodista globale per il clima. Per la parte italiana, è co-finanziato dall’OPCEMI in partnership con la GLAM.
Fra le altre azioni della CJ4A, la produzione e divulgazione di video provenienti da tutto il mondo per denunciare i cambiamenti climatici che stanno mettendo a rischio la vita sul pianeta. Il cortometraggio dalla Scozia. Quello delle comunità del Pacifico su innalzamento del livello del mare. Il video dallo Zambia su siccità e inondazioni. Il contributo dall’Uruguay, dove il clima si sta tropicalizzando. E, ancora, la situazione in India e in Italia.
https://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2021/10/Schermata-2021-10-01-alle-08.16.52.png655580gestionehttps://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2017/11/Schermata-2017-11-13-alle-16.42.15-300x82.pnggestione2021-10-01 08:17:512021-10-01 08:19:30Youth4Climate/Giovani per il clima
Roma (NEV), 8 settembre 2021 – La campagna guidata dalle giovani e dai giovani della famiglia metodista globale per il clima propone, dall’Italia, il suo 6° video. Obiettivo della campagna: un coinvolgimento diretto di persone, comunità e governi, in vista della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP26). La COP26 si terrà a Glasgow dall’1 al 12 novembre 2021, sotto la presidenza del Regno Unito.
L’iniziativa si intitola “Climate Justice for All” (CJ4A). In italiano è tradotta “Giustizia climatica per tutte e tutti”. Essa invita le comunità metodiste in tutto il mondo a impegnarsi nella questione della crisi climatica e a dichiarare: “crediamo nella giustizia climatica per tutte e tutti”.
Questo mese il cortometraggio e le risorse liturgiche si sono focalizzate sull’attivismo giovanile in Italia e sulla Pre-COP26 e Youth Summit che si terranno a Milano.
“Sono molto felice di condividere i contenuti di questo mese – ha dichiarato Irene Abra, operatrice italiana della CJ4A -. Sono state delle settimane intense ma al contempo stesso molto incoraggianti, partendo dalle interviste fatte ai giovani attivisti presso il Centro metodista Ecumene e dalla stesura delle risorse liturgiche, è stato davvero emozionante leggerle e vedere come tanti giovani abbiamo la passione, la determinazione e la fede per combattere per il loro futuro. Spero e mi auguro che queste risorse possano incoraggiare sempre più persone ad agire per il futuro del nostro pianeta, la nostra casa comune.”
Ad aprile, il cortometraggio e le risorse liturgiche si sono focalizzati sulla Scozia e la COP26. Maggio, invece, è stato il mese delle comunità del Pacifico e la loro esperienza di innalzamento del livello del mare. In giugno, la campagna si è concentra sulle comunità in Zambia e la loro esperienza su siccità e inondazioni. A luglio, è stata la volta dell’Uruguay, dove il clima si sta tropicalizzando. Ad agosto, il contributo dall’India.
Qui di seguito, il nuovo video dall’Italia.
La gioventà metodista chiede a tutte le chiese e a tutte le persone di fare tre cose in vista della COP26: ascoltare, chiamare e impegnarsi.
Questa iniziativa fa parte del progetto dell’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (OPCEMI) in collaborazione con la Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Il gruppo di lavoro comprende anche i referenti regionali provenienti da Uruguay, Gran Bretagna, Italia, Zambia e Fiji.
Seminario online del Progetto di animazione musicale metodista, aperto a tutte e tutti, anche non musicisti
«In passato, il popolo metodista è stato formato dal vocabolario teologico e dall’espressione poetica degli inni wesleyani, attraverso i quali è stata trasmessa gran parte della dottrina metodista: amore per Dio e per il prossimo attraverso una fede in azione che è testimonianza al mondo.
Gli inni sono stati fondamentali per il culto e la spiritualità metodista – scrive il maestro Antonio Montano, referente del Progetto di Animazione musicale metodista dell’Opera per le chiese metodiste in Italia/Opcemi, annunciando un’importante iniziativa – e oggi desideriamo riappropriarci di questa tradizione e del patrimonio musicale protestante coniugandolo con lo spirito dell’attualità per aiutare le nostre chiese locali, le reti locali di donne e uomini credenti, a testimoniare la fede attraverso il prezioso strumento che è la musica».
Così a tal proposito, il Progetto di Animazione musicale ha organizzato un seminario dal titolo «La musica in chiesa. Alla scoperta dell’eredità musicale metodista e oltre» che, a causa della persistente emergenza da pandemia, si svolgerà in modalità telematica, il prossimo sabato 24 aprile dalle 16 alle 18 su zoom.
«Il Seminario – prosegue il testo di presentazione – riguarderà vari temi relativi alla musica nella chiesa e all’innologia nelle diverse epoche con interventi dei professori della Facoltà valdese di Teologia Daniele Garrone e Enrico Benedetto, del pastore emerito della Chiesa metodista di Gran Bretagna Tim Macquiban, della cantautrice Naomi Cino, e della presidente dell’Opcemi, pastora Mirella Manocchio.
Per partecipare non è indispensabile essere musicisti: l’intenzione del progetto, infatti, è iniziare un percorso per stimolare le persone all’interno delle nostre chiese, che amano la musica e credono che questa possa essere un veicolo di evangelizzazione, ad approfondire la conoscenza e la storia delle nostre tradizioni musicali, ma anche a fornire utili strumenti pratici di animazione per diventare, qualora lo desiderino, animatori e animatrici musicali.
https://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2021/04/image_72192707.jpg531750gestionehttps://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2017/11/Schermata-2017-11-13-alle-16.42.15-300x82.pnggestione2021-04-17 07:41:282022-01-26 14:51:05Un'eredità musicale di fede e testimonianza
La campagna “Climate Justice for All” invita le comunità metodiste in tutto il mondo a impegnarsi nella questione della crisi climatica e a dichiarare «crediamo nella giustizia climatica per tutte e tutti»
La campagna “Climate Justice for All” (in breve CJ4A) in italiano “Giustizia Climatica per tutte e tutti” invita le comunità metodiste in tutto il mondo a impegnarsi nella questione della crisi climatica e a dichiarare «crediamo nella giustizia climatica per tutte e tutti».
Benché avviata da qualche mese, il 5 aprile verrà annunciata ufficialmente dall’Opera per le Chiese Evangeliche Metodiste in Italia(Opcemi) in collaborazione con la Commissione globalizzazione e ambiente (Glam) nella persona della sua coordinatrice, Antonella Visintin e dai referenti regionali provenienti da Uruguay, Gran Bretagna, Italia, Zambia e Fiji.
«Il messaggio della campagna, “noi crediamo nella giustizia climatica per tutte e tutti”, è molto importante perché come metodisti vogliamo ricordare la dichiarazione di John Wesley secondo cui l’amore di Dio è per tutte e tutti e per tutti chiediamo giustizia climatica, non è solo per un piccolo numero di individui ma per tutti» dice Camila Ferreiro, responsabile uruguaiana di CJ4A.
«Crediamo che, affinché la giustizia climatica sia per tutti una realtà, le comunità in prima linea nella crisi climatica devono essere provviste delle giuste risorse e deve esserci l’equità rispetto ai paesi maggiormente responsabili delle più alte emissioni, perciò devono essere i più ambiziosi nel ridurre il loro utilizzo di carbonio per raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni». James Appleby, responsabile britannico di CJ4A.
La campagna chiede alle comunità metodiste di fare tre cose in vista del COP26: ascoltare, chiamare e impegnarsi.
«Prima di tutto ascolteremo perché come gruppo abbiamo compreso che raccontare le nostre storie e ascoltare gli altri è uno strumento importante per conoscere e rispondere agli effetti della crisi climatica.
In secondo luogo, chiameremo chi ha responsabilità di governo perché sappiamo che non è sufficiente parlare di giustizia climatica all’interno delle nostre comunità metodiste, bensì trasmettere questo messaggio ai nostri rappresentanti politici.
In terzo luogo, ci impegneremo perché ciò assicura che, mentre le comunità prendono impegni personali per attuare il cambiamento all’interno dei loro contesti, il lavoro della campagna sia sostenuto dopo la COP e che il cambiamento sia realmente integrato nella vita delle comunità metodiste». Iemaima Vaai, responsabile CJ4A delle Fiji.
Nel quadro della campagna, CJ4A pubblicherà mensilmente dei brevi filmati e delle risorse liturgiche per aiutare a raccontare le storie delle comunità metodiste che si stanno impegnando per il pianeta.
«Questa campagna è particolarmente emozionante perché offre alla famiglia metodista globale la possibilità di agire insieme per il clima, ascoltando e imparando gli uni dagli altri su come prendersi cura al meglio del pianeta che tutti noi condividiamo». Irene Abra, operatrice italiana CJ4A.
Oltre ai responsabili provenienti da cinque paesi diversi, CJ4A ha costruito una rete di volontari provenienti da altri quindici paesi, tra cui Russia, India, Argentina, Zimbabwe e Stati Uniti.
«Abbiamo una grande opportunità di mostrare il tipo di cooperazione globale che vorremmo fosse svolta dai nostri leader alla COP26» afferma Mollie Pugmire, responsabile britannica di CJ4A.
COP26 è la conferenza annuale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà a Glasgow dal 1 al 12 novembre 2021.
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