La Trinità
Cari fratelli e care sorelle,
oggi è la prima domenica dopo Pentecoste, domenica in cui generalmente si medita sulla Trinità, difatti il primo passo della Bibbia che oggi abbiamo letto si riferisce proprio a questo tema: Gesù è risorto, come promesso è arrivato sui discepoli lo Spirito Santo e il Vangelo di Matteo si conclude proprio con la enunciazione della Trinità stessa. Ci viene detto che tutti gli atti di fede compiuti non saranno nel nome di un dio qualunque ma in quello di un Dio uno e trino, Padre, Figlio e Spirito Santo.
Curiosamente, due anni fa mi sono trovata in questa chiesa a predicare sempre su questo tema e la predicazione si era concentrata su come la Trinità sia, in fin dei conti, una manifestazione di amore da parte di Dio verso l’Umanità. il nostro Dio è un Dio vicino in diverse forme, non lontano e distante, ma partecipe dei nostri sentimenti e che ci ama, infatti racchiude in sé la figura del Padre perché ci accoglie come Figli e ci ama di un amore immenso, del Figlio che addirittura si fa carne e viene ad abitare in mezzo a noi sperimentando anche le nostre sofferenze umane, e ancora di più dello Spirito Santo che è risultato della Sua promessa di non lasciarci soli e che guida la Chiesa Universale.
La Trinità è un atto d’amore dunque, ma Dio, come sappiamo, vuole che questo suo amore verso di noi sia contraccambiato non solo a Lui ma anche al prossimo, e questo è quello che oggi il brano su cui ho scelto di riflettere ci propone.
In questo passo la legge del taglione potrebbe sembrare qualcosa di deplorevole, ma in realtà tale sistema non era altro che una conquista civile per affermare che il male fatto doveva essere contraccambiato con la stessa misura e non in maniera sproporzionata, occhio per occhio e dente per dente invece che occhio per la vita del tuo nemico, ad esempio. Qui Gesù però, nonostante la moderazione di tale sistema, ci chiede di andare oltre ancora e di amare i nostri nemici. Come sappiamo questa richiesta è veramente difficile da esaudire, specialmente verso chi ci perseguita, ci ha fatto del male o peggio, ha fatto del male a qualcuno a cui vogliamo bene.
Mi sono quindi chiesta come mai Gesù ci chieda una cosa così difficile, e l’unica risposta che ho trovato è che probabilmente ce lo chiede perché solo l’amore può disinnescare il male. Vi faccio una confessione personale: sono una grande fan di Un posto al sole,che per chi non lo sapesse è una telenovela italiana storica che va in onda tutte le sere. Per chi lo conosce e lo segue sa che in questo periodo il tema ricorrente è proprio la vendetta per il male subito e una frase pronunciata da uno dei personaggi a un altro mi è rimasta impressa: possibile che lui (riferito a colui che vuole far del male) in tutti questi anni non abbia avuto nessuno che lo abbia amato e che gli abbia fatto passare questa ossessione per la vendetta? Cari fratelli, per quanto il contesto da cui sia stata estrapolata questa frase possa essere profano la verità è proprio questa: il male che noi subiamo e che c’è può essere battuto solo con l’amore. L’odio, quando esercitato, genera altro odio in una spirale che sembra infinita e senza uscita, l’unico modo per appiattirla è andare contro corrente…
A questo punto ci potremmo chiedere come si potrebbe fare per cercare di ottemperare almeno un minimo a questa richiesta della vita cristiana. Credo che forse una delle strategie possibili sia il non essere superficiali e andare a fondo in quel che accade, capirne le motivazioni. Da circa un anno e mezzo mi trovo a operare con persone che hanno compiuto reati, quelle che la società scarta, quelle invisibili…. Alcuni hanno compiuto anche i reati più gravi come omicidi o tentati omicidi, sfruttamento della prostituzione, altri “semplicemente” spaccio di droga o maltrattamenti… Queste sono le persone che la nostra società odia, forse anche ragionevolmente. Ma se si prova ad andare oltre, si scopre che queste persone sono persone che a loro volta hanno subìto maltrattamenti, persone che non hanno appunto conosciuto l’amore o che semplicemente, come afferma anche qualche corrente sociologica, non sono riuscite a vivere secondo la legge perché con mezzi legali non riuscivano a mangiare…. Si può essere anche i peggiori criminali, ma la fame ci accomuna tutti e se qualcuno non si riesce a sfamare per vie legali userà delle scorciatoie. Certo, questo non vuole essere una giustificazione, la società per funzionare ha delle regole ben precise e in un paese civile è giusto che chi sbaglia paghi. Ma forse, provando ad andare oltre, si può guardare chi fa il male con una consapevolezza diversa, la consapevolezza che ogi uomo è portatore di un bisogno, che la maggior parte della volte è l’amore e altre volte anche semplicemente la fame e questa mancanza talvolta porta ad azioni scellerate.
Vorrei concludere anche con un esempio più pratico e vicino a noi: poco tempo fa mi trovavo in una clinica per ritirare un importante risultato di una analisi. Ero molto nervosa e, ammetto, quando sono nervosa ho un carattere abbastanza fumantino. Siccome non trovavo il posto esatto dove ritirare questo referto e i cartelli presenti si contraddicevano tra loro ho attaccato chi stava allo sportello. Mi sono comportata in modo aggressivo, e l’operatore ha risposto altrettanto…. Forse, vista da fuori questa storia dimostra che io ero in grande tensione per un importante risultato, e il mio interlocutore chissà, magari era pressato anche lui da vicende familiari o lavorative… non lo saprò mai, ma sicuramente se si avesse un minimo di dolcezza in più verso le persone il mondo potrebbe girare meglio di ora.
In questo periodo siamo in pandemia e abbiamo dovuto imparare ad amare a distanza, ma anche solo un pensiero credo che possa fare tanto.
Quindi fratelli, che il nostro essere cristiani possa portarci ad andare in profondità, a non soffermarci alle apparenze, che davvero Gesù ci guidi e ci porti ad amare ed essere testimoni della nostra fede. Amen
Francesca Agrò