L’ESPERIENZA DELL’ANIMAZIONE GIOVANILE 2017/2018

Dopo sette mesi, in concomitanza con l’arrivo del caldo, con la chiusura delle scuole, con l’inizio della sessione  d’esami e chi più ne ha più ne metta… Dopo aver preparato un culto sul tema della gioia ed averlo proposto il 24 giugno davanti alla comunità di Via XX Settembre, l’Animazione ha chiuso le sue attività giovanili.
Questo è stato il quarto anno del progetto che ho potuto seguire come animatrice a partire dallo scorso dicembre. Se dovessi riassumere quest’anno in parole chiave parlerei in primo luogo di “Fatica”: la fatica di coinvolgere le persone e di ri-creare l’esigenza di incontrarsi, la fatica spesa per proposte facilmente cadute, la difficoltà a comunicare informazioni e a comunicarsi le effettive disponibilità. Dopo di che, dovrei nominare la “Soddisfazione” di far parte di un piccolo nucleo che ha piacere di incontrarsi e comincia a sentire l’Animazione come uno spazio proprio, uno spazio in cui si può fare tutto quello in cui si ha la voglia di investire energia e passione; la soddisfazione che viene dal ricevere una risposta positiva ad un’iniziativa particolare. Abbiamo in particolare sperimentato che le iniziative più positive, che sono risultate più coinvolgenti e più entusiasmanti, sono state quelle volte  a creare una rete tra giovani del territorio romano e laziale, a creare nuovi legami, nuove relazioni. La mia
terza parola sarebbe quindi “Gruppo”, dato che il Gruppo Giovani interdenominazionale è stato il centro del nostro percorso di questo anno ed è stato il luogo da cui è partita l’organizzazione di queste iniziative e in cui sono nate e sono state lanciate idee anche per l’anno prossimo. Ritengo importante, nel percorso nell’Animazione, una proiezione dello sguardo verso il futuro. Questa proiezione deve però concretizzarsi in obiettivi e ,quindi, in progetti mirati e nell’organizzazione del lavoro: credo, ad esempio, che all’interno di un Gruppo Giovani sia essenziale la graduale deresponsabilizzazione della figura dell’animatrice, in un’ottica di redistribuzione di responsabilità e di divisione del lavoro, con lo scopo di
rendere il gruppo autonomo ed autogestito; sono altrettanto convinta della necessità di perseverare nel cercare delle possibilità di incontro con altri gruppi giovani o realtà giovanili del territorio e della grande potenzialità delle opportunità di confronto e di un eventuale lavoro insieme.

Debora Troiani