1 gennaio 2018 Rinnovamento del Patto

Il primo gennaio di ogni anno le chiese metodiste di tutto il mondo rinnovano il loro impegno e completo affidamento a Dio, consapevoli che Dio stesso, per primo, offre loro la possibilità di rinnovare il patto con Lui.
Patto tra Dio e l’uomo, gli uomini, è ricca la Scrittura: da Abramo a Noè, da Mosè al popolo di Israele  è sempre Dio che che sceglie la controparte del patto. L’uomo è colui che risponde al patto, non è una controparte uguale a Dio.
Nel 1755 John Wesley iniziò la tradizione metodista del Culto di rinnovamento del Patto. Dopo il culto del 1775. Wesley commentava nel suo diario: “Era un’occasione per varie esperienze spirituali … Non credo che abbiamo mai avuto benedizione maggiore”.
Oggi rinnoviamo questo patto che Dio ci dona: ricorderemo la grazia di Dio e il desiderio di rimettersi in Lui nella fiducia quotidiana che Lui ci starà sempre vicino.
Tutto questo sarà confermato con la preghiera del Patto che reciteremo insieme nel culto di inizio anno nel nostro tempio alle ore 10.30.

Natale

1 Giovanni 3,1-6
Care sorelle e cari fratelli nel Signore,
festeggiare insieme, il natale di Gesù, il figlio di Dio e nostro salvatore è quello che ci consola oggi. Ci invita a lodare, a ringraziare perché a partire da questa nascita è stato manifestato l’amore di Dio. In modo particolare, perché attraverso suo figlio siamo diventati suoi figli.
Per questo motivo il suo amore è stato pienamente manifestato sulla terra, nel mondo in cui viviamo(se viviamo nell’amore).
«Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato suo unigenito figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna»Giovanni 3,16
«For God so loved the world, he gave his only begotten Son, that whosoever believeth in Him should not perish, but have everlasting life »John 3,16
«Gayon na lamang ang pag-ibig ng Diyos sa sanlibutan, kaya ibinigay niya ang kanyang bugtong na Anak, upang ang sumampalataya sa kanya ay hindi mapahamak, kundi magkaroon ng buhay na walang hanggan» Juan 3:16
Il suo amore fa traboccare il mondo di grazie su grazie.

Natale è il giorno in cui si festeggia la nascita del figlio di Dio e nello stesso tempo sono nati, anche, tanti suoi figli. La prova è questa nostra presenza in questo luogo. A motivo di questo amore che abbiamo conosciuto siamo diventati fratelli e sorelle. I figli di Dio sono uguali. Sono chiamati figli e basta. Siete d’accordo che il vero amore non è parziale? Non fa favoritismi? Io lo credo. È una confessione di fede che faccio ora pubblicamente, affinché questo culto celebrato insieme si radichi e germogli in noi il messaggio di amore sparso nei nostri cuori.

Oggi è il 25 dicembre, abbiamo voluto insieme, voi e noi, la pastora kim, il pastore Hong ed io festeggiare la nascita di Gesù il figlio di Dio perché ricordiamo l’amore di Dio che si è manifestato, prima alle nostre madri e ai nostri padri, poi a noi oggi. Il nostro ceppo è unico. L’albero da cui siamo venuti è uno e noi siamo i suoi rami. Siamo stati considerati figli, cioè creati per diventare figli dal figlio unigenito. Siamo stati amati dal figlio e per questo motivo, siamo diventati figli. Chi crede in questa parola è nato da Dio, è stato conosciuto da lui e lo ha anche conosciuto.
I cristiani nel mondo intero, ovunque si trovano ora sono insieme a festeggiare questa nascita.
Gesù dice: «Io sono la vite, voi siete i tralci». Noi, con la sua parola, con i suoi insegnamenti scritti dai vangeli cresciamo e diventiamo figli maturi perché noi abbiamo avuto la possibilità di accedere alla lettura delle Sacre Scritture che ci istruiscono continuamente.
«Poiché tutto ciò che fu scritto nel passato, fu scritto per nostra istruzione, affinché mediante la pazienza e la consolazione che ci provengono dalle Scritture, conserviamo speranza». Romani 15,4
In questo tempio, siamo molti, siamo di provenienze diverse. Ogni comunità, come un corpo ha lavorato molto per edificarsi. E ora è giunta l’occasione per dare testimonianza a Dio, dei frutti nati dal suo amore disceso verso l’umanità. Egli conosce i suoi figli nati dalla fede nel figlio Gesù Cristo.
Oggi, ringraziamo il Signore Dio Padre perché non sempre abbiamo riconosciuto, la nostra unica appartenenza in lui. Spesso abbiamo preferito camminare da soli con le nostre tradizioni, lingua, e cultura. Abbiamo forse preferito parlare la lingua coreana, filippina, cinese, italiana, inglese , francese ecc. perché non abbiamo voluto fare uno sforzo maggiore.
Ma il Signore ci chiede sempre di più di fare di più, quando si tratta della nostra appartenenza a lui. Perché? Per tanti motivi. Per tante ragioni. Lui vuole che i suoi figli scoprano in loro e tra di loro i doni che li arricchiscono.
Facendo insieme una cosa, anche se con fatica, si può ancora far nascere un’altra cosa e avviene nello stesso tempo anche la ri-nascita. Nasce un nuovo uomo o una nuova donna. Nasce dunque una nuova persona, una identità unica simile a Dio. Questo percorso è molto marcato nel pensiero di Wesley: gli stadi della santificazione ovvero la via dell’amore.
La nostra nascita in Cristo è solo un punto di partenza per una trasformazione, purificazione, e santificazione a causa dell’ AMORE.

Care sorelle e cari fratelli nel Signore, buon Natale.
Molti cristiani gridano di gioia per la nascita del loro salvatore. Colui che li trasforma, colui che li santifica. Colui che li purifica dai loro peccati. Il messaggio di Giovanni nella sua prima lettera per questa mattina, per il 25 dicembre 2017 è questo: l’amore è stato manifestato perché i figli nati da questo amore saranno trasformati, purificati e santificati.
Egli dice: «Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo». Ecco, ora è il momento di riflettere sul fatto che siamo figli di Dio e essendo tali abbiamo ancora una strada da fare; un cammino di vita da percorrere.

Il gruppo dei nostri fratelli e delle nostre sorelle filippine ha festeggiato il natale due domenica fa. Le meditazioni delle nostre due sorelle si sono focalizzate sul tema«LOVE CAME DOWN», l’amore è sceso, l’amore è venuto quaggiù. L’amore è sceso , è sparso nei cuori di molti. Questo amore ha la capacità di persuadere, di convincere che per mezzo di esso tutti e tutte possono raggiungere la felicità, il benessere, la pace.
Perciò lasciamo che la luce della parola del nostro Dio padre risplenda, illumini la via che stiamo percorrendo in questa terra. Lo Spirito Santo di Dio ce l’ha rivelato.

Il natale di Gesù è il compimento della manifestazione dell’amore di Dio e anche l’evidenza della capacità di questo amore di far nascere tanti figli di Dio nel mondo che sono operai per la pace.
Ci accorgiamo che l’obiettivo di Dio a Natale(25 dicembre) è la nostra nascita, la nascita dei popoli, degli individui. La potenza di questo amore è tanto forte che supera il male. La morte è l’opera del male, di chi odia, di chi non ama. Purtroppo vediamo molti che odiano perché non amano.
Questo mondo ha bisogno di noi che amiamo perché continui a far nascere delle nuove vite e nuovi esseri. Il nostro compito in questo paese come stranieri è di manifestare quest’amore di Dio in noi, che lotta per far vincere in noi la concordia, la comprensione, come esempio di convivenza pacifica. Senza questo sforzo, non vediamo neanche la manifestazione dell’amore di Dio in noi attraverso la nostra nascita in Gesù Cristo.
Esprimo una gioia immensa perché oggi siamo presenti qui. Ognuno e ognuna di noi ha ragione di poter essere presente e di festeggiare.

Sia ringraziato Dio per ciò che ha fatto per noi e ancora quello che farà. Questa è la nostra speranza. Amen.

past. Joylin Galapon

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Ecumene Campo politico

Campo Politico

“Caos Globale”

La democrazie e l’Europa dopo la prima crisi della globalizzazione.

29 – 31 Dicembre 2017

Programma completo

L’ultimo decennio è stato segnato da più di una crisi: quella economica, che ha messo in questione le antiche sicurezze di vita legate al lavoro retribuito, allo Stato sociale e alla pensione; quella politica col crollo definitivo della forma partito della Prima Repubblica, e l’avanzamento, non solo in Italia, della forma “movimento”, in casa nostra col fenomeno Cinque Stelle. Allargando lo sguardo, il sogno politico dell’Unione Europea, dopo l’allargamento a est, agonizza sotto i colpi di separatismi e neo-nazionalismi e particolarismi: Brexit, la Catalogna e i referdum nostrani. Seppure fenomeni tra loro diversi, sono tutti sintomi dello sbandamento politico d’oggi giorno, che fa vivere in particolare i giovani in un limbo permanente fatto di precarietà assoluta, esistenziale e sociale, e assenza di luoghi collettivi di elaborazione sociale e politica. Un vero e proprio caos, dal respiro globale, ovvero interdipendente dallo scacchiere mondiale che è oggi consultabile online da ogni device di ultima generazione.

Come fare a mettere ordine in questo caos? Che cosa accade a questa Europa circondata dalla Russia di Putin, l’asse atlantico a guida trumpiana, dal Mediterraneo che è oramai un focolaio di guerre, disordini, Stati falliti e morte? La nostra penisola deve tornare a giocare un ruolo politico di sintesi e di costruzione di un’area di pace e cooperazione, mediando tra la Germania e la Francia che ancora faticano a trovare una comune intesa per la guida del continente.

Tutto questo verrà affrontato e discusso insieme. Perché non possiamo capire niente del nostro presente, a partire dall’assenza di lavoro e futuro per i giovani, agli sbarchi a Lampedusa, senza comprendere che cosa sia questa “prima crisi della globalizzazione”.

Interverrà il prof. Biagio de Giovanni e svolgeremo il lavoro attraverso dibattiti e gruppi di studio.

Vi aspettiamo a Ecumene!

Rimborso spese per il solo Campo politico: € 65,00

Rimborso spese per l’intero soggiorno dal 29 dicembre al 01 gennaio (comprensivo di cenone): € 145,00.


Si ricorda che per partecipare ai campi è necessario prenotare, contattando la direzione via email o per telefono. È inoltre gradita ed incoraggiata la comunicazione in anticipo degli orari di arrivo e partenza, specialmente per arriva e parte dalla stazione di Velletri. Grazie della collaborazione.

CONTATTI

Centro Ecumene

Direttore: Elvira Migliaccio 
Via del Cigliolo 141, 00049 Velletri (Roma)
tel. 06 9633310
fax 06 9633947
cell. 333 4104171

Email: 
ecumene.velletri@gmail.com

Questo è l’indirizzo email della direzione, dove inviare le richieste di prenotazione e altre eventuali comunicazioni alla direzione del Centro Ecumene.

Sito Web: 
http://www.centroecumene.it/

Qui si possono trovare tutte le informazioni aggiornate sulle attività in programma ad Ecumene, oltre a vario materiale dei campi passati.

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Credere nella persecuzione

Pubblichiamo la testimonianza di una nostra sorella, che condivide l’esperienza di fede che si vive in Cina.

Cari fratelli e sorelle,
sia pace a voi nel Signore, rendiamo grazie per la grande benedizione del signore. Siamo molto felici di partecipare al culto di Natale e di incontrare fratelli e sorelle qui. Questa è una sera indimenticabile per noi. Poiché al governo in Cina c’è un partito ateo, i governanti perseguitano e arrestano i Cristiani. Noi non abbiamo mai adorato il Signore come stiamo facendo ora. Per i Cristiani in Cina è impossibile adorare il Signore tutti insieme. I partecipanti ai culti sono pochi, dai 3 ai 5. Ogni volta che andiamo ad un culto familiare, dobbiamo fare attenzione che nessuno ci segua. Per non essere riconosciuti, cambiamo i vestiti. A causa della persecuzione del governo, molti cristiani non possono vivere con le loro famiglie e devono fuggire. Proprio come nella mia famiglia: siccome mia madre era una predicatrice, la polizia spesso veniva a casa mia e minacciava di portarla in prigione. In seguito, mia madre fu costretta a lasciare la nostra casa. Una famiglia felice è stata divisa per colpa loro. Questo mi ha causato molto dolore e una ferita nello spirito. Prego il Signore di darmi la fede e la forza. Siccome ci minacciavano continuamente, non potevo restare a casa e non ho avuto altra scelta che partire anch’io.

Anche se ora vivo libera qui ora, molti Cristiani in Cina subiscono ancora la persecuzione. Ora è più difficile per loro fuggire dal Paese perché il governo ha saputo che molti di loro sono già scappati all’estero e hanno chiesto l’asilo, per cui sta intraprendendo sempre più azioni per perseguitare i Cristiani. Io sono stata molto triste nell’apprendere questa informazione e spesso prego per loro. Molte persone ne sono sorprese, ma è un fatto che i Cristiani in Cina sono perseguitati. Il governo impedisce un’informazione corretta e questo fa sì che gli altri Paesi non conoscano la reale situazione dei Cristiani.

Noi siamo venuti in questa chiesa sotto la guida del Signore. I fratelli e sorelle sono molto amichevoli con noi anche se non riusciamo a comunicare bene con loro. Soprattutto Emanuele, Joylin, Francesca e Giulia ci aiutano molto, organizzano gli incontri in Cinese per noi, sentiamo l’amore del Signore tramite loro. Qualche giorno fa, Emanuele ci ha detto di aver assistito ad una conferenza stampa sulla persecuzione religiosa in Cina e ci ha portato delle notizie su questo: tre parlamentari e un ricercatore sul tema della religione, dopo aver svolto un’indagine accurata, hanno chiarito che  i Cristiani nel Paese vengono duramente perseguitati. Noi eravamo molto commosse nell’apprendere queste notizie. L’amore di Dio sta spingendo un numero crescente di persone ad interessarsi ai credenti perseguitati in Cina.

Sono molto grata ai pastori Emanuele e Joylin per il loro aiuto e cura e per tutta la gentilezza dei fratelli e delle sorelle italiani Possa il signore benedire ogni singolo fratello e sorella !
Gloria al Signore! Amen

Solidarietà alla chiesa metodista di Quetta

Oggi, durante il culto domenicale, un attentato kamikaze ha colpito la chiesa metodista di Quetta in Pakistan. La nostra comunità ha espresso vicinanza, solidarietà e condivisione ai fratelli e alle sorelle colpite nel bene profondo della vita in nome di un odio che non trova spazio nei messaggi di amore delle religioni.

 

«Sono persuaso che né morte, né vita potranno separarci dall’amore di Dio» Romani 8,38
Siamo sconvolti per l’attentato kamikaze che ha colpito la chiesa sorella Metodista, durante il culto domenicale, a Quetta in Pakistan.
Cordoglio, silenzio, preghiera e vicinanza nella fede esprimiamo ai nostri fratelli e sorelle pakistane.
Colpire una comunità di fede, durante il momento più alto del culto domenicale, è un attentato contro ogni credente, contro ogni confessione e religione.
Ogni uomo e ogni donna credente è oggi colpita, ferita e uccisa a Quetta.
Malvagia è la mano, il cuore e la stessa fede che arma e colpisce in nome di una religione che nulla ha in comune con l’odio e la morte.
Le religioni, i credenti di ogni fede, nulla condividono con chi ha la violenza e la morte come voce e arma contro i propri fratelli e sorelle, contro uomini e donne di Quetta oggi, e di ogni altro tempio, chiesa, sinagoga e moschea ieri.
Nei giorni di attesa della nascita dell’Amore, la nascita di un bambino povero tra gli ultimi di Betlemme, come chiesa metodista di Roma non possiamo che pregare per il dono della PACE, pace agli  uomini e alle donne amate dal Signore, e rinforzare la nostra certezza che la vita non finisce. Questa certezza del dono della pace e della resurrezione siano forza per i nostri fratelli e le nostre sorelle colpiti nel dono grande della vita. Domenica prossima durante il nostro culto domenicale pregheremo per la pace contro ogni violenza compiuta nel Nome di Dio e ricorderemo i fratelli e sorelle colpite a Quetta e in ogni altro tempio di fede e di pace.
Chiesa Metodista di Roma
 Versione in lingua inglese

«I am convinced that neither death nor life can separate us from the love of God»(Romans 8,38)

We are shocked by the suicide bombing that hit the sister church Methodist, during Sunday worship, in Quetta in Pakistan.
Mourning, silence, prayer and closeness in faith to our Pakistan brothers and sisters. Striking a community of faith during the highest moment of Sunday worship is an attack against every believer, against all confession and religion. Every man and every woman believer is now struck, wounded and killed in Quetta.
Evil is the hand, the heart and the same faith that arms and strikes in the name of a religion that nothing shares with hatred and death.
Religions, the believers of every faith, nothing shares with those who have violence and death as a voice and weapon against their brothers and sisters, against the men and women of Quetta today, and every other temple, church, synagogue mosque yesterday.
In the days of waiting for the birth of Love, the birth of a poor child among the humbly of Bethlehem, as a Methodist church in Rome we can only pray the gift of PEACE, peace to men and women loved by the Lord, and strengthen our certainty that life does not end. This certainty of the gift of peace and resurrection is a strength for our brothers and sisters who are struck by the great gift of life. Next Sunday during our Sunday worship we will pray for peace against all violence performed in the Name of God and we will remember the brothers and sisters affected in Quetta and in every other temple of faith and peace.Methodist Church in Rome
Il comunicato è stato ripreso da:

Premiate le chiese metodiste in Italia

Da riforma

lI prestigioso World Methodist Peace Award attribuito dal Consiglio mondiale metodista, nel 2017 viene assegnato all’Opcemi

Un prestigioso riconoscimento per l’Opcemi, l’Opera per le chiese metodiste in Italia. Il World Methodist Peace Award, il premio per la Pace assegnato dal Consiglio mondiale metodista, è stato infatti attribuito per quel che riguarda il 2017 alle chiese metodiste del nostro paese, scelte per «l’impegno e il lavoro a fianco di migranti e rifugiati, a partire dal 1989. Questa piccola chiesa ha mostrato grande coraggio di fronte alla crisi di donne, uomini e bambini che giungono in Europa da varie parti del mondo. Quando molti hanno affermato che i problemi erano insormontabili, l’atteggiamento dell’Opcemi è stato assai differente e l’impegno è stato grande nel tentare di offrire una risposta. Il lavoro della chiesa ha attraversato i decenni, sono stati accolti migranti da Siria, Iraq, Medio Oriente, Africa, di fede protestante, cattolica e musulmana. L’apertura della “Casa delle culture” a Scicli ha rappresentato uno spazio sicuro e accogliente per gestire la grande meergenza umanitaria di questi anni».

Viene poi indicato il coinvolgimento nel progetto di Mediterranean Hope come coerente prosecuzione di quanto detto sopra, e viene segnalato l’apporto economico derivato dall’otto per mille dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi quale ulteriore sforzo promosso, anche attraverso il progetto dei corridoi umanitari.

Il World Methodist Peace Award è stato istituito nel 1976 alla tredicesima Conferenza mondiale metodista di Dublino su proposta di Stanley Leylan, colpito dal racconto del pastore Eric Gallagher relativo alla drammatica situazione del conflitto irlandese. Da qui la decisione si premiare ogni anno chi, singolo o organizzazione, abbia posto il discorso della pace al centro del proprio operato.

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World Methodist Peace Award Recipients Announced

Da http://worldmethodistcouncil.org/
Two organizations have been chosen to receive the World Methodist Peace Award for 2017. The recipients were chosen at this year’s World Methodist Council Steering Committee meeting held in Rome, Italy. The committee verbalized its desire to present the award to both a Methodist and Non-Methodist recipient, especially during a time when the world needs to hear and see peace-making in action. Both organizations have boldly worked for peace in their respective areas of the world, but have also been instrumental in inspiring others to work for peace globally.
Methodist Churches in Italy (OPCEMI), was chosen for their work with and commitment to migrants and refugees dating back to 1989. This small church (part of the Union of Methodists and Waldensians in Italy) has exhibited great courage when faced with the large crisis of refugees and migrants flooding Europe. When others said the problems were insurmountable, the OPCEMI’s attitude has been that “we could do no other – we could not sit by and let this happen.” A safe and welcoming space called “House of Culture” was created at Scicli in Sicily, which has welcomed refugees and migrants from Syria, Iraq, the Middle East as well as North, Central and West Africa. The church’s work has spanned decades and has welcomed migrants of Protestant, Catholic, and Muslim faiths. Their involvement with Mediterranean Hope has been consistent and has continued despite the increasing wave of arrivals in Italy. The OPCEMI continues its efforts also by financing the humanitarian corridors through the “8 x 1000” office of the Union of the Waldensian and Methodist Churches in Italy.
More information about Methodist Churches in Italy and their projects may be found at www.Metodisti.it and www.mediterraneanhope.com.

Rev. Kristen Brown delivers the message on behalf of the World Methodist Council to Daoud Nassar that his family has been chosen to receive the 2017 World Methodist Peace Award. Photo courtesy Rev. Kristen Brown.
The Nassar Family was chosen for their work with the Tent of Nations which they host on their 100 acre farm located southwest of Bethlehem in a highly disputed area of Palestine controlled by the Israeli Government. The family remains on their land and share their story of peace with guests from around the world. The family is not permitted to develop their farm for agricultural purposes, not having access to power, water, or sewer infrastructure, nor obtain permits for any new buildings. The family has instead come up with creative and sustainable alternatives. Each summer, children from local villages (Christian and Muslim) participate in a summer camp aimed at giving the children freedom and distraction from the surrounding politics, empowering the children with self-confidence so that they can be a part of a better future for Palestine. The family also established the Bent Al-Reef Women’s Centre to empower women with classes in English, computer, art, etc., and encourage them to play a role in shaping society. Each year hundreds of volunteers travel to Palestine and live with the Nassar family and actively engage with working the land, participating and leading programs.
On receiving the news of the award, Daoud Nassar stated, “It was a special moment for all of us to hear that the 2017 Peace Award is going to our family. We are honored to receive this Award. We will continue our struggle for justice with faith, love and hope knowing that we are not left alone. We will also continue to cultivate the land and plant more seeds for a better and peaceful future. Together, we can make a difference.”
More information can be found at www.tentofnations.org.
« Statement on President Trump’s Recognition of Jerusalem as Capital of Israel

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Le chiese si aprono … anche in cinese

di Giulia Abbati
Nel pomeriggio di domenica 29 ottobre si è tenuto presso le sale comunitarie della Chiesa valdese di via IV Novembre un culto in lingua cinese, il primo di una serie di incontri che dovrebbero ripetersi l’ultima domenica di ogni mese, a turno in via IV Novembre e in via XX settembre. Erano presenti i pastori Joylin Galapon ed Emanuele Fiume, la sinologa e interprete Francesca Agrò e altri 25 partecipan circa, per lo più persone di nazionalità cinese che si sono spostate in Italia per vivere liberamente la fede evangelica e che si sono avvicinate in questi mesi alle nostre comunità.

Questo esperimento vuole rispondere all’urgenza di catechesi, approfondimento biblico e relazione manifestata con entusiasmo da questi fratelli, un bisogno che li porta a partecipare volenterosamente ogni domenica a culti tenuti in una lingua che spesso comprendono ancora in minima parte.

Se il tema biblico della consolazione ritrova tutta la sua centralità di fronte a persone costrette alla lontananza dalla propria casa e dai propri cari, il sermone del pastore Fiume sulle prime parole del profeta Isaia in esilio (Isaia 40,1-8) si è concentrato su tre espressioni della potente ed efficace cace consolazione di Dio per i credenti.

La prima è il suo perdono. Ma in che modo – si è interrogato il gruppo – questo perdono ci raggiunge? Se il tempo dell’ira di Dio è finito, se è finito anche qui per noi, allora perché Dio ha permesso il nostro dolore? L’esegesi ha sottolineato come a questa domanda Gesù risponda con le beatitudini: non quindi con una spiegazione, ma con una promessa.

La seconda è la gloria di Dio, che sopravvive a qualunque gloria umana e la vince – considerazione questa che assumeva una portata tanto più concreta pronunciata nella suggestiva cornice delle nostre sale comunitarie, con vista sulle rovine di quello che fu il più grande impero dell’Occidente, e di fronte a persone provenienti dalla più promettente superpotenza mondiale.

Il terzo aspetto è la Parola di Dio, che dona una speranza certa nella vittoria del Signore per noi e una prospetti va totalmente altra da cui osservare la nostra vita. Con Isaia, anche noi sappiamo che “ogni carne è come l’erba” – la carne di chi ci fa del male e anche la nostra carne – ma che noi siamo coinvolti in un collegamento forte con la parola eterna di Dio.

È seguito un momento di preghiera guidato dalla pastora Joylin Galapon, che ha rivolto un ringraziamento al Signore per la sua parola e per il senso che essa riesce ad assumere ogni giorno nelle nostre vite, portando tutte le volte un’autentica consolazione, un insegnamento su come vivere l’accoglienza reciproca, un richiamo al fatto che non siamo mai soli, perché in Cristo l’altro fa parte di noi: “noi siamo il prossimo quando ci incontriamo”.

Il culto, cui ho avuto il privilegio di assistere, è stato segnato da un’atmosfera concentrata e commossa. Di questo, gran parte del merito va a Francesca Agrò, che – per citare e lasciare per iscritto la frase con cui è stata presentata in apertura del culto e che lei nella sua modestia si è rifiutata di tradurre – “ha permesso che questo nostro incontro fosse una Pentecoste e non una Babele”. Le facciamo un ringraziamento grandissimo.

 

你们的神说:“你们要安慰,安慰我的百姓! Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio. (Isaia 40,1)