“Come salvare il pianeta” è una breve guida realizzata dai giovani metodisti europei per il clima. Si rivolge ai fratelli e alle sorelle che vorrebbero aiutare le loro comunità a intraprendere azioni significative contro il cambiamento climatico.Il documento offre spunti per una riflessione sull’ecologia e la giustizia climatica, fornendo alcuni suggerimenti per favorire una discussione nelle chiese su un modello di vita ecosostenibile.
Il gruppo dei giovani metodisti europei per il clima fa capo al Consiglio metodista europeo.
https://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2023/02/guidaclimametodisti.jpg300400gestionehttps://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2017/11/Schermata-2017-11-13-alle-16.42.15-300x82.pnggestione2023-02-11 12:16:052023-02-11 12:17:46“Come salvare il pianeta”. La guida dei Giovani metodisti europei
Milano sarà una delle sedi dell’iniziativa giovanile mondiale nata nel contesto della Cop26, prevista per il 16 e 17 settembre prossimi
La campagna mondiale Climate YES (acronimo di Youth Ecumenical Summit), guidata da giovani cristiani tra i 18 e i 30 anni, è nata nel contesto del vertice delle Nazioni Unite sul clima di Glasgow (Cop26, novembre 2021), in cui i giovani attivisti partecipanti, alcuni afferenti alla campagna metodista mondiale Climate Justice for All (CJ4A), hanno deciso di lavorare insieme in vista della Cop successiva, che si terrà a Sharm El-Sheikh, in Egitto, dal 7 al 18 novembre prossimi.
L’obiettivo è creare una comunità ecumenica che includa rappresentanti di ogni continente per interloquire con i politici internazionali, a favore di una maggiore giustizia climatica.In vista della Cop27, come già era stato fatto per la precedente Conferenza delle Parti, il gruppo di Climate Yes, di cui fa parte come responsabile per l’Italia Irene Abra, della chiesa metodista di Novara, già coordinatrice di CJ4A per il nostro Paese (qui la sua intervista che lanciava l’evento a fine luglio), ha organizzato due giorni, il 16 e 17 settembre prossimi, di incontri in presenza e con collegamenti online dal titolo «Voci unite per la giustizia climatica».
Milano sarà uno dei sette hub (insieme a Londra, Lilongwe-Malawi, Johannesburg-Sudafrica, Nairobi-Kenya, Seychelles, Tanzania) in cui avranno luogo in contemporanea gli incontri di questa iniziativa ecumenica mondiale, organizzata dai giovani ma rivolta a tutti: è prevista infatti la partecipazione di organizzazioni giovanili evangeliche e cattoliche ma anche laiche, accomunate dall’impegno per l’ambiente.
Gli obiettivi dell’incontro, come si legge nel programma, sono: «1. creare un movimento ecumenico di giovani attivisti di tutto il mondo; 2. rafforzare le capacità dei giovani attraverso la mobilitazione delle comunità a livello ecumenico in tutte le regioni per comprendere i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità; 3. formare e sensibilizzare i giovani sugli effetti del cambiamento climatico; 4. aiutare i giovani attivisti a comprendere la politica ambientale per il processo UNFCCC, gli obiettivi di sviluppo sostenibile, le perdite e i danni, ecc. nella società; 5. identificare l’azione collettiva a livello locale e gli impegni per il clima da parte di ogni hub regionale; 6. preparare un appello congiunto all’azione per gli attivisti giovanili che parteciperanno alla Cop27».
Tutti gli eventi si svolgeranno presso la Chiesa del Carmine (piazza del Carmine 2), dalle 13 alle 23 di venerdì e dalle 9 alle 19 di sabato. Tutti i pasti saranno offerti dall’organizzazione, sarà però necessario portare con sé un piatto, un bicchiere e delle posate. Per chi ne ha necessità, è prevista la possibilità di pernottamento presso la chiesa del Carmine, portando sacco a pelo, materassino e cuscino. Per qualsiasi informazione contattare questa email (Silvia).
Si comincerà VENERDÌ con il pranzo condiviso, seguito da un momento liturgico condotto dal pastore Andreas Köhn (chiesa metodista di Novara e battista di Varese), quindi laboratorio di riciclaggio.
Alle 16,30 è previsto il primo video-collegamento* con il prof. Robert Beckford, docente all’Università di Winchester come direttore del nuovo Istituto per il clima e la giustizia sociale. Attivista, giornalista e documentarista affermato, ha affrontato tra l’altro i temi della riconciliazione e contribuito con i suoi lavori alla sensibilizzazione sul tema degli illeciti aziendali in Africa. Nell’incontro di Climate Yes affronterà la questione del razzismo e della giustizia ambientale.
Seguirà alle 17,30 l’intervento di Irene Abra e Domenico Vito su Cop27 e Climate Yes, che avrà l’intento di formare e sensibilizzare i giovani sugli effetti del cambiamento climatico; aiutare i giovani attivisti a comprendere la politica ambientale per il processo UNFCCC, gli obiettivi di sviluppo sostenibile, le perdite e i danni nella società.
Domenico Vito, ingegnere, lavora in progetti europei sulla qualità dell’aria nel nord Italia. È osservatore delle Conferenze delle Parti dal 2015 (Parigi). Membro della Società Italiana di Scienze del Clima (Sisc), è attivo in diverse organizzazioni e reti ambientali (The Climate Reality Project, Legambiente). Promotore del blog/canale YouTube HubZineItalia, per la divulgazione dei negoziati internazionali e organizzatore dei Simposi sui cambiamenti climatici per impegnare l’opinione pubblica sulle risoluzioni Onu, l’azione climatica, il multilateralismo e la cooperazione internazionale.
Seguirà un momento di brainstorming, cena e visione di uno dei documentari prodotti dalla campagna CJ4A.
SABATO, si comincia alle 10 con un confronto fra chiese sulla «spiritualità del Creato», e sono previsti gli interventi della pastora valdese Daniela Di Carlo (Gallo verde della chiesa valdese di Milano), la geologa e giornalista Gloria Mari (Associazione Nocetum) e padre Ionut Radu (chiesa ortodossa rumena).
Alle 11,30 è previsto il secondo video-collegamento* internazionale, sul tema dei combustibili fossili, che prevede un panel di relatori da ciascun hub africano, e sarà moderato da Irene Sebastian.
Dopo il pranzo, alle 13,30 si terrà la tavola rotonda su «Advocacy per la giustizia climatica» e gli interventi di associazioni e realtà impegnate sul tema: Fridays for Future, commissione Globalizzazione e Ambiente (Glam) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, Klimatfest, «Pianta una pianta».
Alle 15,30 ci sarà il terzo collegamento internazionale*, che avrà come titolo: «In che modo le chiese dovrebbero rispondere: Advocacy e workshop sulla comunicazione», guidato da un responsabile media e comunicazione di Christian Aid.
Alle 16,30 è previsto l’intervento di Michelle Brijuega della chiesa del Carmine sul tema delle migrazioni climatiche, e infine ci saranno laboratori conclusivi e saluti.
* Si può accedere alle sessioni online anche da remoto iscrivendosi a questo link. Qui si trovano invece le informazioni su tutti gli hub.
https://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2022/09/Schermata-2022-09-01-alle-00.16.09.png12081388gestionehttps://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2017/11/Schermata-2017-11-13-alle-16.42.15-300x82.pnggestione2022-09-09 11:45:272022-09-09 11:45:27Climate Youth Ecumenical Summit: voci unite per la giustizia climatica
Clima. Giovani e chiese cristiane scrivono a Cingolani: nessun ritardo è accettabile
L’1 e il 2 ottobre a Milano si tiene la due giorni “Spirit Ambition. Aspirate ai cambiamenti più grandi”. Una conferenza, un flashmob e una celebrazione ecumenica vedono insieme le chiese cristiane di Milano, con l’azione diretta dei giovani metodisti, battisti, avventisti, luterani, valdesi e di altre fedi, fra cui cattolica e ortodossa. Gli organismi promotori hanno anche scritto due appelli, inviati ieri al Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani
Roma (NEV), 30 settembre 2021 – Nell’ambito della campagna metodista per l’ambiente, guidata da giovani di tutto il mondo, e degli eventi in corso a Milano in vista della Conferenza per il clima (COP26), due appelli sono stati inviati ieri al Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani.
A Miano si stanno svolgendo, infatti, il summit Youth4Climate e la PreCOP. In parallelo, le chiese locali in collaborazione fra loro e con la più ampia campagna “Climate Justice for All” (CJ4A), in italiano “Giustizia climatica per tutte e tutti”, hanno realizzato la due giorni intitolata “Spirit Ambition. Aspirate ai cambiamenti più grandi”.
L’1 e il 2 ottobre si tengono una conferenza, un flashmob e una celebrazione ecumenica, che vedono insieme le chiese cristiane di Milano, con l’azione diretta dei giovani metodisti, battisti, avventisti, luterani, valdesi e di altre fedi, fra cui cattolica e ortodossa.
Il titolo dell’iniziativa, “Spirit Ambition” si richiama al summit ufficiale dei giovani Youth4Climate “Driving Ambition”, ma anche al versetto biblico 1 Corinzi 12:31, che dice: “Voi però desiderate ardentemente i doni maggiori”. Spiega il pastore Luca Baratto: “È l’apostolo Paolo che esorta i cristiani di Corinto ad aspirare ai doni dello Spirito più grandi, maggiori, quelli che possono portare beneficio a tutta la comunità. Quindi è uno sprone ad essere ambiziosi nelle scelte a favore del bene comune, dell’edificazione della chiesa per Paolo, della ricerca della giustizia climatica”.
I due documenti inviati al Ministro esprimono l’impegno e le preoccupazioni per la giustizia climatica di un gruppo di chiese e associazioni cristiane.
Il primo, è l’Appello ai Governi riuniti nella Pre-COP 26 Milano 2021, firmato da Climate Justice for All, Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), dal Consiglio delle chiese cristiane di Milano e dall’Opera per le Chiese Evangeliche Metodiste in Italia (OPCEMI). Per gli organismi firmatari, la crisi climatica deve essere al primo posto nelle agende politiche. E “Nessun ritardo è accettabile”.
Il secondo, è l’Appello dei giovani evangelici e di altre fedi di Milano e dei giovani metodisti in Italia in occasione dello Youth Summit e della pre Cop 26.
Ne pubblichiamo qui di seguito alcuni stralci e, a fondo pagina, i relativi file in formato pdf.
Appello dei giovani evangelici e di altre fedi di Milano e dei giovani metodisti in Italia in occasione dello Youth Summit e della pre Cop 26
Come giovani membri della famiglia cristiana in Italia, è nostro auspicio che la COP 26 sia un elemento cruciale nell’affrontare la crisi climatica. Insieme, chiediamo ai leader mondiali di cogliere l’opportunità di questa sessione per definire con determinazione obiettivi misurabili di giustizia climatica per tutte e tutti.
Ci rivolgiamo ai rappresentanti delle nazioni riunite a Milano, che a novembre si sposteranno a Glasgow dove si terrà la Conferenza.
A loro chiediamo in particolare di:
Ridurre le emissioni di CO2 date da allevamenti, industrie, gestione dei rifiuti, trasporti e produzione di energia.
Trasferire i finanziamenti pubblici dalle energie fossili alle fonti rinnovabili escluse le biomasse da rifiuto.
Intensificare i trasporti pubblici e condivisi per disincentivare l’uso dell’auto privata.
Piantare alberi, vietare i disboscamenti, proteggere le aree verdi, educare le persone al rispetto dell’ambiente.
Aumentare le zone verdi ed investire sulla costruzione di immobili green (ad esempio City Life).
Investire sulla riduzione e il riciclo dei rifiuti verso la loro eliminazione.
Appello ai Governi riuniti nella Pre-COP 26 Milano 2021
Chiediamo ai rappresentanti delle nazioni di:
impegnarsi a ridurre le emissioni di gas serra per allinearsi ai dati scientifici del report dell’IPCC significa fissare obiettivi nazionali adeguati, trasparenti e monitorabili.
abbandonare la complicità con le lobby economiche portatrici di interessi lesivi della vita sul pianeta.
adottare con coraggio e senza compromissioni le misure necessarie a dare priorità al bilancio verde inclusi
– il sostegno diretto a tecnologie e infrastrutture a emissioni zero di gas serra,
– la eliminazione dei sussidi pubblici alle corporation che estraggono combustibili fossili, agli
inceneritori, alla agricoltura industriale e agli allevamenti intensivi,
– la promozione di soluzioni compatibili con gli equilibri naturali tra cui lo stop al consumo di
suolo e il rimboschimento-
• Aggiornare i meccanismi di sostegno ai più vulnerabili promuovendo una sostenibilità che sia anche sociale.
• Fermare le guerre anche per il loro pesante impatto sul clima e sulla distruzione di risorse naturali che reggono i mezzi di sussistenza e gli ecosistemi.
Campagna metodista per il clima: Flashmob in chiesa e in piazza. FOTO
Roma (NEV), 28 settembre 2021 – Lo scorso fine settimana si sono svolte a Roma, Novara, Udine, Gorizia e Napoli diverse iniziative per il clima. Giovani metodisti, chiese e comunità sono da diverso tempo in azione verso la Conferenza sul clima delle Nazioni Unite (COP26). La COP26 è prevista a Glasgow in novembre, sotto la presidenza del Regno Unito.
La maggior parte delle iniziative delle chiese sono convogliate nella Campagna mondiale “Climate Justice for All” (CJ4A). In italiano: “Giustizia climatica per tutte e tutti”. Il progetto, che gode di numerose collaborazioni, è affidato alle giovani e ai giovani della famiglia metodista globale per il clima. Per la parte italiana, è co-finanziato dall’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (OPCEMI). Collabora anche la Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). L’idea progettuale nasce, invece, in seno alla Chiesa metodista britannica.
Nella galleria fotografica, alcune immagini da Roma, Novara, Udine, Gorizia e Napoli. Qui, le comunità hanno dato spazio alle componenti più giovani per incontri, per i culti e nei flashmob.
Intanto, inizia oggi a Milano la serie di appuntamenti, ufficiali e paralleli, in vista della COP26. Da parte delle chiese, è in programma “Spirit Ambition”. Una tavola rotonda, un flashmob e una celebrazione ecumenica, con il coinvolgimento di giovani metodisti, battisti, avventisti, luterani, valdesi e di altre fedi.
Giornate “verdi” a Milano, in vista della Cop26, la 26ma Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico, che si terrà dal 31 ottobre al 12 novembre a Glasgow. Nel capoluogo lombardo hanno preso avvio due eventi internazionali: Youth4Climate e Pre-Cop26, e in città è presente anche Greta Thunberg, giovane attivista per l’ambiente, che sta mobilitando il mondo giovanile locale. Dal 30 settembre al 2 ottobre Milano ospita dunque il Pre-Cop Summit, riunione ministeriale di 40 Paesi e che ha come obiettivo quello di offrire a Stati, organizzazioni internazionali e Ong la possibilità di avere un confronto informale sugli aspetti chiave del prossimo summit mondiale sul clima.
“Nel corso dei giorni della Pre-Cop milanese, diverse associazioni e organizzazioni della società civile faranno sentire la loro voce su questi temi così importanti, e protagonisti saranno soprattutto i giovani”, informa il portale della diocesi ambrosiana. “In questo contesto anche le Chiese cristiane porteranno il loro contributo di riflessione e di preghiera”. In particolare Milano ospiterà alcune iniziative promosse da Climate Justice for All, Commissione globalizzazione e ambiente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, Consiglio delle Chiese cristiane di Milano, Opera per le Chiese evangeliche metodiste in Italia e Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza episcopale italiana.
Venerdì 1° ottobre, alle 18, presso la Chiesa metodista di via Porro Lambertenghi 28, è in programma la tavola rotonda su “Ricucire la Terra: quale compito trasformativo dei cristiani nel tempo del post pandemia?”. Sabato 2 ottobre, alle 18, presso la basilica di Santo Stefano (piazza Santo Stefano), la celebrazione ecumenica curata dalla Commissione Jpic del Cccm, con la predicazione di padre Ionut Radu. Prima della celebrazione, alle 16 è in programma un flash-mob promosso dai giovani metodisti in sinergia con giovani di altre confessioni cristiane.
(G.B.)
Milano, #Youth4Climate/Giovani per il clima. L’impegno delle chiese cristiane
Inizia il 28 settembre il summit dei giovani per il clima. A seguire, la PreCOP26, evento preparatorio ufficiale della Conferenza delle Nazioni Unite, a sei anni dall’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Anche le chiese fanno la loro parte: una conferenza, un flashmob e una celebrazione ecumenica vedono insieme le chiese cristiane di Milano, con l’azione diretta dei giovani metodisti, battisti, avventisti, luterani, valdesi e di altre fedi
Roma (NEV), 27 settembre 2021 – Prende il via la serrata tabella di marcia in vista della Conferenza delle parti per il cambiamento climatico (COP26) che avrà luogo a Glasgow tra l’1 e il 12 novembre 2021, sotto la presidenza del Regno Unito. Questo è il contesto nel quale si inseriscono le iniziative della gioventù metodista mondiale, e in particolare italiana, di questi giorni. In chiave ecumenica.
Una di queste iniziative si intitola “Spirit Ambition”. Essa è organizzata dalla campagna metodista Climate Justice for All (CJ4A), dalla Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), dal Consiglio delle chiese cristiane di Milano, dall’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (OPCEMI) e dall’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (UNEDI) della Conferenza episcopale italiana (CEI), con la gentile partecipazione del Klimat Fest.
“Spirit Ambition” si svolge in parallelo con il Summit dei giovani in vista della COP26. Sempre a Milano, dal 28 al 30 settembre, è infatti in corso l’evento “Youth4Climate: Driving Ambition”, che vedrà insieme 400 giovani da tutto il mondo. Sempre a Milano, dal 30 settembre al 2 ottobre, la Conferenza Preparatoria “PreCOP26”.
“Spirit Ambition” coinvolge giovani metodisti, battisti, avventisti, luterani, valdesi e di altre fedi. “In quest’ambito, tra le tante iniziative di questi giorni, le chiese desiderano testimoniare il proprio impegno per fermare il cambiamento climatico” si legge nel volantino dell’iniziativa cristiana. L’impegno riguarda specificamente sia i/le giovani sia le comunità, in uno stretto dialogo intergenerazionale, “a partire dalla propria fede e responsabilità verso il creato”.
La Chiesa metodista britannica ha ideato un progetto internazionale di avvicinamento alla COP26. Si chiama “Climate Justice for All” (CJ4A), in italiano: “Giustizia climatica per tutte e tutti”. Il progetto, che gode di numerose collaborazioni, è affidato alle giovani e ai giovani della famiglia metodista globale per il clima. Per la parte italiana, è co-finanziato dall’OPCEMI in partnership con la GLAM.
Fra le altre azioni della CJ4A, la produzione e divulgazione di video provenienti da tutto il mondo per denunciare i cambiamenti climatici che stanno mettendo a rischio la vita sul pianeta. Il cortometraggio dalla Scozia. Quello delle comunità del Pacifico su innalzamento del livello del mare. Il video dallo Zambia su siccità e inondazioni. Il contributo dall’Uruguay, dove il clima si sta tropicalizzando. E, ancora, la situazione in India e in Italia.
https://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2021/10/Schermata-2021-10-01-alle-08.16.52.png655580gestionehttps://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2017/11/Schermata-2017-11-13-alle-16.42.15-300x82.pnggestione2021-10-01 08:17:512021-10-01 08:19:30Youth4Climate/Giovani per il clima
Roma (NEV), 8 settembre 2021 – La campagna guidata dalle giovani e dai giovani della famiglia metodista globale per il clima propone, dall’Italia, il suo 6° video. Obiettivo della campagna: un coinvolgimento diretto di persone, comunità e governi, in vista della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP26). La COP26 si terrà a Glasgow dall’1 al 12 novembre 2021, sotto la presidenza del Regno Unito.
L’iniziativa si intitola “Climate Justice for All” (CJ4A). In italiano è tradotta “Giustizia climatica per tutte e tutti”. Essa invita le comunità metodiste in tutto il mondo a impegnarsi nella questione della crisi climatica e a dichiarare: “crediamo nella giustizia climatica per tutte e tutti”.
Questo mese il cortometraggio e le risorse liturgiche si sono focalizzate sull’attivismo giovanile in Italia e sulla Pre-COP26 e Youth Summit che si terranno a Milano.
“Sono molto felice di condividere i contenuti di questo mese – ha dichiarato Irene Abra, operatrice italiana della CJ4A -. Sono state delle settimane intense ma al contempo stesso molto incoraggianti, partendo dalle interviste fatte ai giovani attivisti presso il Centro metodista Ecumene e dalla stesura delle risorse liturgiche, è stato davvero emozionante leggerle e vedere come tanti giovani abbiamo la passione, la determinazione e la fede per combattere per il loro futuro. Spero e mi auguro che queste risorse possano incoraggiare sempre più persone ad agire per il futuro del nostro pianeta, la nostra casa comune.”
Ad aprile, il cortometraggio e le risorse liturgiche si sono focalizzati sulla Scozia e la COP26. Maggio, invece, è stato il mese delle comunità del Pacifico e la loro esperienza di innalzamento del livello del mare. In giugno, la campagna si è concentra sulle comunità in Zambia e la loro esperienza su siccità e inondazioni. A luglio, è stata la volta dell’Uruguay, dove il clima si sta tropicalizzando. Ad agosto, il contributo dall’India.
Qui di seguito, il nuovo video dall’Italia.
La gioventà metodista chiede a tutte le chiese e a tutte le persone di fare tre cose in vista della COP26: ascoltare, chiamare e impegnarsi.
Questa iniziativa fa parte del progetto dell’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (OPCEMI) in collaborazione con la Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Il gruppo di lavoro comprende anche i referenti regionali provenienti da Uruguay, Gran Bretagna, Italia, Zambia e Fiji.
Nell’ambito del progetto internazionale delle chiese metodiste, in vista della Conferenza sul clima COP26, le nuove generazioni chiedono un impegno maggiore di governi e comunità
Roma (NEV), 17 giugno 2021 – “La sfida della cura dell’ambiente è un dovere collettivo e universale che appartiene a tutta l’umanità”. Questa è una delle dichiarazioni raccolte dai giovani metodisti, nell’ambito della campagna “Climate Justice for All” (CJ4A).
In italiano, il progetto si chiama “Giustizia climatica per tutte e tutti” e invita le comunità metodiste in tutto il mondo a impegnarsi per il clima. Obiettivo del progetto, accompagnare e sensibilizzare governi e comunità in vista della Conferenza sul clima delle Nazioni Unite COP26 prevista a novembre.
Giovani metodisti di tutta Italia hanno raccolto, negli scorsi mesi, messaggi e dichiarazioni. Ne emerge una forte motivazione, che non si limita alle parole, ma vuole dare un contributo concreto.
Le minacce al clima
Le nuove generazioni hanno ben chiare le minacce per il clima. Dall’uso eccessivo di sostanze tossiche, alla deforestazione. Dall’inquinamento delle acque, alle molte altre attività umane che “rischiano di causare danni irreparabili”.
Nel denunciare la negligenza diffusa, le ragazze e i ragazzi scrivono: “Nonostante le numerose battaglie, le numerose prove scientifiche a portata di mano, ancora oggi i Governi e le chiese non stanno affrontando il problema della crisi climatica come un’emergenza”.
E aggiungono: “In quanto Paese con alte emissioni di gas serra, dobbiamo supportare coloro nel mondo che sono più vulnerabili a questa crisi”.
Dalle parole ai fatti
Nel documento della campagna CJ4A che raccoglie le dichiarazioni, si legge inoltre: “Chiediamo e ci impegniamo affinché, in questo cammino verso la COP26 e oltre, tutte le chiese metodiste siano dapprima consapevoli di questo tema e si assumano l’impegno di renderlo parte integrante dell’attività delle chiese, e di non trattarlo solo in occasione di eventi, ma sempre, perché abbiamo bisogno di tutte le nostre forze per garantire un presente migliore e un futuro per le prossime generazioni”. E ancora: “Lottiamo e ci impegniamo per la giustizia climatica non solo per noi stessi/e, ma per le creazioni meravigliose di Dio e dell’umanità nella sua storia. Per esempio, l’equilibrio degli ecosistemi, che ci incanta, è una condizione per la sostenibilità, la sopravvivenza e la preservazione delle cose create. Noi ci battiamo perché ne va del futuro della vita sul pianeta e del nostro domani, e perché abbiamo molto da perdere. Ricordiamo che siamo parte degli ecosistemi, responsabili della loro integrità e della distruzione della biodiversità”.
Le giovani e i giovani metodisti hanno iniziato inoltre ad applicare e divulgare alcune buone pratiche che ciascuno, nel suo piccolo, può fare sue. Fra queste: il rispetto per il Creato. La riduzione dei rifiuti e della plastica. La partecipazione attiva a movimenti e associazioni impegnati sulle questioni ambientali. Firmare petizioni e informarsi. Intraprendere un percorso per diventare “eco-comunità”.
CJ4A
La campagna CJ4A ha visto il suo avvio ufficiale internazionale lo scorso aprile e ha già portato all’attenzione una serie di video-denunce sulla situazione climatica nel mondo. In Italia, il progetto è portato avanti dall’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (OPCEMI), in collaborazione con la Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche (FCEI). Essa coinvolge diverse nazioni, con 5 Paesi capofila: Uruguay, Zambia, Fiji, Gran Bretagna e Italia.
https://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2021/06/giovani-metodisti.jpg610606gestionehttps://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2017/11/Schermata-2017-11-13-alle-16.42.15-300x82.pnggestione2021-06-19 09:54:342021-06-19 09:54:34Giovani metodisti. La cura dell’ambiente è prioritaria
La campagna “Climate Justice for All” invita le comunità metodiste in tutto il mondo a impegnarsi nella questione della crisi climatica e a dichiarare «crediamo nella giustizia climatica per tutte e tutti»
La campagna “Climate Justice for All” (in breve CJ4A) in italiano “Giustizia Climatica per tutte e tutti” invita le comunità metodiste in tutto il mondo a impegnarsi nella questione della crisi climatica e a dichiarare «crediamo nella giustizia climatica per tutte e tutti».
Benché avviata da qualche mese, il 5 aprile verrà annunciata ufficialmente dall’Opera per le Chiese Evangeliche Metodiste in Italia(Opcemi) in collaborazione con la Commissione globalizzazione e ambiente (Glam) nella persona della sua coordinatrice, Antonella Visintin e dai referenti regionali provenienti da Uruguay, Gran Bretagna, Italia, Zambia e Fiji.
«Il messaggio della campagna, “noi crediamo nella giustizia climatica per tutte e tutti”, è molto importante perché come metodisti vogliamo ricordare la dichiarazione di John Wesley secondo cui l’amore di Dio è per tutte e tutti e per tutti chiediamo giustizia climatica, non è solo per un piccolo numero di individui ma per tutti» dice Camila Ferreiro, responsabile uruguaiana di CJ4A.
«Crediamo che, affinché la giustizia climatica sia per tutti una realtà, le comunità in prima linea nella crisi climatica devono essere provviste delle giuste risorse e deve esserci l’equità rispetto ai paesi maggiormente responsabili delle più alte emissioni, perciò devono essere i più ambiziosi nel ridurre il loro utilizzo di carbonio per raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni». James Appleby, responsabile britannico di CJ4A.
La campagna chiede alle comunità metodiste di fare tre cose in vista del COP26: ascoltare, chiamare e impegnarsi.
«Prima di tutto ascolteremo perché come gruppo abbiamo compreso che raccontare le nostre storie e ascoltare gli altri è uno strumento importante per conoscere e rispondere agli effetti della crisi climatica.
In secondo luogo, chiameremo chi ha responsabilità di governo perché sappiamo che non è sufficiente parlare di giustizia climatica all’interno delle nostre comunità metodiste, bensì trasmettere questo messaggio ai nostri rappresentanti politici.
In terzo luogo, ci impegneremo perché ciò assicura che, mentre le comunità prendono impegni personali per attuare il cambiamento all’interno dei loro contesti, il lavoro della campagna sia sostenuto dopo la COP e che il cambiamento sia realmente integrato nella vita delle comunità metodiste». Iemaima Vaai, responsabile CJ4A delle Fiji.
Nel quadro della campagna, CJ4A pubblicherà mensilmente dei brevi filmati e delle risorse liturgiche per aiutare a raccontare le storie delle comunità metodiste che si stanno impegnando per il pianeta.
«Questa campagna è particolarmente emozionante perché offre alla famiglia metodista globale la possibilità di agire insieme per il clima, ascoltando e imparando gli uni dagli altri su come prendersi cura al meglio del pianeta che tutti noi condividiamo». Irene Abra, operatrice italiana CJ4A.
Oltre ai responsabili provenienti da cinque paesi diversi, CJ4A ha costruito una rete di volontari provenienti da altri quindici paesi, tra cui Russia, India, Argentina, Zimbabwe e Stati Uniti.
«Abbiamo una grande opportunità di mostrare il tipo di cooperazione globale che vorremmo fosse svolta dai nostri leader alla COP26» afferma Mollie Pugmire, responsabile britannica di CJ4A.
COP26 è la conferenza annuale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà a Glasgow dal 1 al 12 novembre 2021.
https://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2017/11/4907687948_272307e033_b.jpg7681024gestionehttps://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2017/11/Schermata-2017-11-13-alle-16.42.15-300x82.pnggestione2021-04-01 09:29:182021-04-01 10:46:33Una campagna giovanile chiede alla famiglia metodista globale di intraprendere azioni per il clima in vista della COP26
Il 5 aprile parte la campagna internazionale, guidata da giovani metodisti e metodiste, che chiede alla famiglia metodista globale di intraprendere azioni per il clima in vista della COP26 dell’ONU
La campagna “Climate Justice for All” (CJ4A), in italiano “Giustizia climatica per tutte e tutti”, invita le comunità metodiste in tutto il mondo a impegnarsi per il clima.
La campagna vede il suo avvio ufficiale a livello internazionale il prossimo 5 aprile. Lo annuncia l’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (OPCEMI). Nel nostro Paese il progetto si svolge in collaborazione con la Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche (FCEI).
Il lancio ufficiale internazionale consiste nella pubblicazione del primo di una serie di filmati e delle risorse liturgiche della campagna. In contemporanea nei diversi Paesi partecipanti, sui social, con il sostegno dei media nei contesti locali e attraverso comunicati.
Sono 5 i Paesi capofila coinvolti: Uruguay, Zambia, Fiji, Gran Bretagna e Italia. Inoltre, stanno partecipando volontari e volontarie provenienti da India, Bangladesh, Pakistan, Russia, Ucraina, Kazakistan, Svizzera, Burundi, Zimbabwe, Estonia, USA, Argentina, Zimbabwe, Filippine/Hong Kong, Repubblica Democratica del Congo.
Dichiarazioni
“Come metodisti vogliamo ricordare John Wesley secondo cui l’amore di Dio è per tutte e tutti. Quando chiediamo giustizia climatica, non è solo per un piccolo numero di individui, ma per tutti” dice Camila Ferreiro, responsabile uruguaiana di CJ4A.
“Le comunità in prima linea nella crisi climatica devono essere provviste delle giuste risorse e deve esserci equità rispetto ai paesi maggiormente responsabili delle più alte emissioni. Perciò questi ultimi devono essere i più ambiziosi nel ridurre il loro utilizzo di carbonio per raggiungere l’obiettivo zero emissioni” dichiara James Appleby, responsabile britannico di CJ4A.
La campagna chiede alle comunità metodiste di fare tre cose in vista della Conferenza Onu per il cambiamento climatico del prossimo novembre (COP26): ascoltare, chiamare e impegnarsi.
“Prima di tutto ascolteremo – si legge nel comunicato ufficiale –. Abbiamo compreso che raccontare le nostre storie e ascoltare gli altri è uno strumento importante per conoscere e rispondere agli effetti della crisi climatica.
In secondo luogo, chiameremo chi ha responsabilità di governo. Perché sappiamo che non è sufficiente parlare di giustizia climatica all’interno delle nostre comunità metodiste, bensì occorre trasmettere questo messaggio ai nostri rappresentanti politici.
In terzo luogo, ci impegneremo personalmente affinché il cambiamento sia realmente integrato nella vita delle comunità metodiste. Anche dopo la COP26.” spiega Iemaima Vaai, responsabile CJ4A delle Fiji.
Irene Abra, operatrice italiana CJ4A, afferma: “Questa campagna è particolarmente emozionante perché offre alla famiglia metodista globale la possibilità di agire insieme per il clima. Ascoltando e imparando gli uni dagli altri su come prendersi cura al meglio del pianeta che tutti noi condividiamo”. In Italia il progetto ha visto già diverse tappe preparatorie. Clicca qui per approfondire.
Conclude Mollie Pugmire, responsabile britannica di CJ4A: “Abbiamo una grande opportunità di mostrare il tipo di cooperazione globale che vorremmo fosse svolta dai nostri leader alla COP26″.
https://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2017/11/Metodista-Logo.gif260222gestionehttps://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2017/11/Schermata-2017-11-13-alle-16.42.15-300x82.pnggestione2021-04-01 08:18:412021-04-01 08:18:41Metodisti. Lancio ufficiale della campagna “Giustizia climatica per tutte e tutti”
Giovani metodisti che collaborano al progetto internazionale di avvicinamento alla Cop26, Conferenza ONU sul cambiamento climatico, hanno aderito alla Giornata globale per l’azione per il clima dello scorso 19 marzo
Organizzata, fra l’altro, dai movimenti Fridays For Future (FFF) di tutto il mondo, la Giornata ha visto la partecipazione e il coinvolgimento di moltissimi giovani. Essi hanno protestato per chiedere ai leader mondiali azioni immediate per la giustiza climatica.
In questa occasione i giovani metodisti, attraverso una manifestazione online, hanno lanciato il messaggio della campagna internazionale che racchiude anche il senso del progetto: “Noi crediamo nella giustizia climatica per tutte e tutti”.
“In primo luogo, attraverso questo messaggio, intendiamo comunicare il ruolo della fede – scrivono i giovani metodisti – . In secondo luogo, desideriamo menzionare la giustizia climatica, visto che la crisi climatica è un tema di ingiustizia. Perciò, sembrava giusto per noi, come cristiani, sottolinearlo. Infine, dicendo che è ‘per tutte e tutti’, vogliamo anche ricordare la dichiarazione di John Wesley, fondatore della Chiesa metodista, in cui si mette in evidenza che l’amore di Dio è per tutte e tutti. Allo stesso tempo, è importante rimarcare che quando lottiamo per la giustizia climatica non lo facciamo solo per un piccolo numero di individui ma per tutte e tutti, nessuno escluso”.
Irene Abra, referente per l’Italia per il progetto Giovani Metodisti per la COP26, ha dichairato: “La crisi climatica è un problema che colpisce ognuno di noi seppur in maniera diversa, dunque è nostro dovere e soprattutto responsabilità affrontarla insieme. Questa iniziativa dei #FridaysForTheFuture insieme a quella della nostra campagna ‘Giustizia climatica per tutte e tutti’ vuole rimarcare che indipendentemente dalla nostra età o dalla parte del mondo in cui viviamo, si può agire collettivamente per un futuro giusto ed equo e per il bene del nostro pianeta.”
Sara Cortini, collaboratrice progetto Giovani Metodisti per la COP26, ha a sua volta detto: “Rispettare l’ambiente nelle nostre azioni quotidiane sembra sempre troppo poco e tremendamente solitario. Questo progetto, così come tutte le iniziative legate ai #FridaysForTheFuture, è un’occasione ideale per trasformare, insieme agli altri shapers sparsi in tutto il mondo, alleati più grandi o più piccoli, le frustrazioni di un futuro che si prospetta catastrofico in un pozzo di motivazione, ispirazione e speranza con cui alzare la voce e dare un’impronta decisiva e concreta verso un avvenire più verde e più pulito”.
Il progetto internazionale è ideato dalla Chiesa Metodista Britannica in collaborazione con il Joint Public Issues Team (JPIT) e All We Can, ente benefico per il sostegno e lo sviluppo.
Per la parte italiana, l’iniziativa è seguita e cofinanziata dall’Opera per le Chiese Evangeliche Metodiste in Italia (OPCEMI), con la collaborazione della Commissione globalizzazione e ambiente (Glam) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia nella persona della sua coordinatrice, Antonella Visintin.
Sono previsti visite nelle comunità, convegni e progetti in collaborazione con la Federazione giovanile evangelica (FGEI), così come iniziative internazionali. Sono coinvolti anche giovani metodisti nello sviluppo di un’attività lunga un anno, insieme alle referenti regionali dello Zambia, delle Fiji e del Regno Unito che compongono il team internazionale di lavoro.
https://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2021/03/Schermata-2021-03-23-alle-15.33.17.png599659gestionehttps://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2017/11/Schermata-2017-11-13-alle-16.42.15-300x82.pnggestione2021-03-23 15:32:552021-03-23 15:33:58Giovani metodisti per il clima
21 marzo – acqua e cambiamento climatico – Obiettivo 6: Acqua e servizi igienico sanitari
Scheda
Le alterazioni del ciclo dell’acqua sono il sintomo più evidente del cambiamento climatico.
La risorsa idrica è scarsa e sempre più preziosa: il 97,5% dell’acqua del nostro pianeta è salata e della parte rimanente i 2/3 sono ghiacciai. Purtroppo, le montagne e i ghiacciai di tutto il mondo non riescono più a stoccare e immagazzinare l’acqua per colpa della crisi climatica e questa situazione porterà in pochi anni ad una vera e propria emergenza idrica planetaria con quasi due miliardi di persone che moriranno di sete, letteralmente.
In accordo con le previsioni dell’IPCC – Intergovernmental Panel on Climate Change (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico), la rapidità dello scioglimento dei ghiacci ai poli potrebbe portare a un innalzamento del livello dei mari che lascerebbe 400 milioni di persone esposte alle inondazioni costiere. E questo entro pochi decenni.
Si ritiene che il 2020 segnerà un nuovo primato negativo sul tema (le rilevazioni sono in corso). Il ghiaccio scioltosi in mare, infatti, è passato da 81 miliardi di tonnellate annue negli anni Novanta a 475 nel 2018. Dal 1994 al 2017 sono stati persi 28.000 miliardi di tonnellate di ghiaccio.
Antartide e Groenlandia sono le regioni del mondo più colpite da questo fenomeno.
Metà delle perdite è data dallo scioglimento del ghiaccio sulla terraferma (compresi 6.100 miliardi di tonnellate dei ghiacciai di montagna, 3.800 miliardi di tonnellate della Groenlandia e 2.500 miliardi di tonnellate della calotta antartica).
Queste perdite hanno determinato un innalzamento globale del livello dei mari pari a 35 millimetri. Si stima che per ogni innalzamento di un centimetro, circa un milione di persone rischi di dover migrare per abbandonare le regioni costiere che sono ad un basso livello dal mare.
Si riduce, dunque, lo stock di acqua dolce disponibile mentre il consumo antropico aumenta. Sembra che i consumi di acqua siano sestuplicati in un secolo.
L’agricoltura è di gran lunga il maggiore consumatore di acqua potabile: per irrigare i campi di tutto il mondo si utilizza il 69% del totale annuo e le Nazioni Unite ricordano che “con un aumento della temperatura media globale di soli 2 gradi centigradi, secondo le previsioni, tra 540 e 590 milioni di persone potrebbero ritrovarsi malnutrite”. Il tutto con possibili gravi ricadute anche dal punto di vista sanitario e di perdita di biodiversità.
Seguono l’industria, i trasporti, la produzione di energia a cui si aggiungono il consumo umano mondiale (con una popolazione di quasi 8 miliardi in aumento) e l’inquinamento che avvelena l’acqua.
Non tutta l’acqua dolce è potabile.
Attualmente l’87% della popolazione mondiale (pari a circa 5,9 miliardi di persone) accede a fonti di acqua potabile, mentre quasi il 39% (pari a oltre 2,6 miliardi di persone) non dispone di servizi igienico- sanitari di base.
Per questo l’acqua è oggetto di appetiti economici e di pressione verso la mercificazione non solo attraverso il mercato dell’imbottigliamento (si prevede che i ricavi nel segmento delle acque in bottiglia raggiungeranno i 306.444 milioni di dollari nel 2021. Il mercato dovrebbe crescere annualmente del 6,4% – CAGR 2021-2025), ma anche la gestione delle reti idriche, come è accaduto in Italia.
In Italia il Comitato per l’acqua pubblica ha posto al centro il tema della proprietà della gestione per le sue molte implicazioni, dal servizio, ai prezzi, al risparmio idrico, alla sua tutela come diritto universale.
La proprietà delle risorse idriche, superficiali e sotterranee, è sempre pubblica. La sua gestione, al contrario, può essere pubblica, privata o un misto delle due.
Ci sono sostanzialmente quattro tipologie di controllo:
la gestione diretta (i comuni gestiscono direttamente le risorse idriche e la loro erogazione) per il 12% della popolazione italiana;
le gestioni pubbliche (cioè realizzate da società a capitale interamente pubblico) per il 55% della popolazione;
le gestioni miste (cioè realizzate da società a capitale misto, pubblico e privato in cui la quota del pubblico sempre più esigua a causa del debito degli enti locali) per il 30% dei residenti
le gestioni affidate a società integralmente private per il 3% dell’utenza totale.
In autunno 2020 ha iniziato a circolare la notizia che “l’oro blu” verrebbe quotato in borsa e scambiato nel mercato dei “futures” della Borsa di Wall Street come una qualsiasi merce e il Relatore Speciale dell’ONU sul diritto all’acqua, Pedro Arrojo-Agudo, ha espresso la propria grave preoccupazione. Per inciso, bisognerebbe domandarsi perché è socialmente accettato mercificare le materie prime, gli alimenti e la Terra stessa con la proprietà fondiaria.
Riferimenti biblici
“chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna” (Giovanni 4,14)
Meditazione: Matteo 6, 25-34
“Infatti siamo noi tutti stati battezzati in un unico Spirito per formare un unico corpo, giudei e greci, schiavi e liberi e tutti siamo stati abbeverati di un solo Spirito” (I Corinzi 12,13)
Quasi nessun altro elemento ha un significato simile alla narrazione della Bibbia ebraica e il Nuovo Testamento come l’acqua. L’acqua è all’inizio della Bibbia “e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque” (Gen. 1,2) e alla fine “… chi ha sete venga, chi vuole prenda in dono dell’acqua della vita” (Apocalisse 22,17).
Quando la Bibbia parla dell’acqua, è sempre vivificante, rinfrescante, elemento purificante sia in senso reale che metaforico. Acqua significa fertilità e crescita (Salmo 104,10), essa è la benedizione di Dio dal cielo e dal basso dalla terra. L’acqua fresca della sorgente è un compendio della benedizione divina: il Signore mi nutre di un verde pascolo e mi guida lungo l’acqua dolce (Salmo 23,2).
Dare pane e acqua sono i segni dell’ospitalità dei tempi antichi.
Tuttavia, l’acqua nella vita quotidiana delle persone del Vicino Oriente è sempre legata all’esperienza della mancanza d’acqua. Il deserto come espressione di assenza e il mare come luogo minaccioso.
L’eccesso di acqua è spesso pensato come un fatto collettivo.
La storia del diluvio (Gen. 1,7) fa riflettere su come l’acqua possa essere elemento che distrugge tutta la vita. Nella memoria del popolo d’Israele l’azione salvifica di Dio è spesso associata al contenimento delle masse d’acqua.
Nella storia del passaggio di Israele attraverso il Mar Rosso (Gen. 14) si racconta del pericolo imminente del morire di sete e dei rapporti sulla non meno pericolosa situazione di annegamento. L’acqua è o troppo poca o troppa. Ma Dio è lì per tutti nella giusta misura. La disponibilità per tutte le persone è l’immagine dei giardini irrigati e delle infinite fonti d’acqua descritti nel libro del profeta Isaia (Isaia 12,3; 58,11).
E il Nuovo Testamento si colloca in questa tradizione di speranza.
Da quelli che credono in Gesù usciranno fiumi di acqua viva (Gv. 7,38).
Nel battesimo la purificazione si condensa e l’effetto di risparmio dell’acqua. La persona da battezzare è sommersa, sperimenta un pericolo di vita e risorge dall’acqua, purificata e salvata: vi battezzo con l’acqua, pentitevi, predica Giovanni Battista (Mt. 3,11).
Nel Nuovo Testamento Gesù è colui che calma la tempesta mortale sul mare di Galilea, salva i discepoli dall’annegamento. Si può camminare sull’acqua senza affondare (Mt. 14,22ss). L’elemento acqua domina nella Bibbia.
Gesù è colui che lava i piedi dei suoi discepoli (Gv. 13,1ss), un gesto che collega il tema della giustizia al potere purificante dell’acqua: nel rituale della lavanda dei piedi egli assume le sembianze di un servo (Fil. 2,7) e mostra solidarietà con tutti coloro che sono privati dei diritti civili.
Nel praticare un uso consapevole dell’acqua durante la Quaresima si rinnova la speranza: l’”acqua della vita” non si esaurirà mai e sarà disponibile ed equamente accessibile nella giusta misura per tutte le persone e tutti i viventi su questa Terra, senza siccità o alluvioni, nel compimento della promessa di una pienezza di vita.
Volker Rotthauwe Pastore per lo sviluppo sostenibile, Istituto per la Chiesa e la società della Chiesa evangelica della Westfalia
Preghiera
Una preghiera sul bordo di un lago
Ti guardo,
ascoltando la tua voce di lago che si oscura messaggio di milioni di anni fa.
Eri qui molto prima di me
un uccello dalle acque silenziose.
Sento un bambino che gioca
poco prima che sia ora di dormire
Vivrai qui
quando io e i miei amici non saremo più.
Guardo il lago, ora calmo la sera Acqua, senza di te non c’è vita Mi hai battezzato
tu, acqua pulita e limpida.
Ti guardo, betulla
Cresci e raggiungi l’acqua
Dai a me e a tutti gli altri esseri che respirano aria nuovo potere di vita.
Ti guardo, alta roccia dietro il cottage,
stai proteggendo chi si immerge, il bambino e la betulla,
dal vento che soffia dietro di te, questa parte dell’isola è serena.
Madre Terra, fratello vento, padre roccia,
mia sorella nell’acqua,
sei il corpo di Dio,
Corpo di Dio
che è nato fratello tuo e mio.
Che tu possa ancora vivere per milioni di anni roccia, padre mio, proteggi questo lago,
terra, madre mia, porta la vita che cresce, fratello mio, vento, soffia e rendi l’aria limpida,
Acqua, quando si fa sera, sostieni la vita, rimani pulita, fai rivivere il dono dello Spirito Santo
sorelle e fratelli e l’intera creazione.
Amen.
Ilkka Sipiläine (pastore in Finlandia)
Spunti per la discussione
Acqua virtuale è l’acqua utilizzata nella produzione di alimenti (e fibre) e beni di consumo non alimentari, compresa l’energia. Per esempio, per produrre una tonnellata di grano sono necessarie circa 1.300 tonnellate (metri cubi) di acqua mentre ne occorrono 16.000 tonnellate per produrre una tonnellata di manzo
L’acqua è un bene comune?
L’acqua è talmente preziosa che viene definita “oro blu” e potrebbe essere causa di guerre nei prossimi anni. Nonostante il pianeta ne sia ricoperto del 70%, solo lo 0,5% è acqua dolce utilizzabile per gli esseri umani, per l’agricoltura e per l’allevamento. Tuttavia, non tutti hanno pari accesso a questa risorsa, infatti l’Onu teme ondate migratorie di un miliardo di persone nei prossimi vent’anni, a causa della scarsità d’acqua.
Proposte di azioni
Lavare le stoviglie con l’acqua di cottura della pasta è un ottimo sgrassante che può essere usato insieme ai detersivi diminuendone, così, le quantità utilizzate.
Utilizza la lavatrice e la lavastoviglie a pieno carico. Effettuare lavaggi a pieno carico permette di risparmiare una notevole quantità di acqua. Per una famiglia “tipo” di tre persone è stato calcolato un risparmio di 8.200 litri all’anno.
Chiudere il rubinetto.
Lavarsi i denti o farsi la barba sono azioni quotidiane durante le quali lasciamo scorrere
l’acqua senza utilizzarla. Se tenessimo aperto il rubinetto solo per il tempo realmente utile per il prelievo dell’acqua effettivamente necessaria, potremmo risparmiare circa 2.500 litri di acqua
14 marzo – digitalizzazione, energia e cambiamento climatico – Obiettivo 7: energia pulita e accessibile
Gli effetti delle tecnologie della informazione e della comunicazione (ICT) sull’ambiente sono spesso classificati come di primo secondo o terzo ordine.
I primi sono gli effetti diretti che l’ICT ha sull’ambiente in termini di consumo di materie prime, produzione di rifiuti elettronici e consumi energetici, e sono negativi per l’ambiente.
Le materie prime e l’energia necessarie hanno una grande impronta – anche per il clima: solo mezz’ora di streaming in serie causa da sola circa 1,6 kg di CO 2 – tanto quanto un breve viaggio. Inoltre, l’estrazione di materie prime per smartphone, tablet e simili va di pari passo con lo sfruttamento, il lavoro minorile e la distruzione ambientale.
Un computer richiede 20.000 litri di acqua per essere prodotto; uno smartphone circa 1280 litri di acqua.
E poi vi sono i metalli. Ne citiamo alcuni.
L’estrazione dell’oro industriale per computer e telefoni cellulari richiede grandi quantità di acqua in cui vengono immesse sostanze chimiche tossiche come il cianuro per sciogliere l’oro dalla roccia. Il cianuro è tossico.In connessione con l’aria si formano acidi solforici, che avvelenano permanentemente anche le acque sotterranee.
Estratte per la prima volta in Svezia nel 1800, le terre rare sono 17 elementi chimici della tavola periodica classificati come metalli, ovvero Lantanio, Cerio, Praseodimio, Neodimio, Samario, Europio, Gadolinio, Terbio, Disprosio, Olmio, Erbio, Tulio, Itterbio, Lutezio, Ittrio, Promezio e Scandio e sono presenti solamente in determinate zone del nostro pianeta.
Vengono utilizzati per la costruzione di superconduttori, di magneti, di fibre ottiche e di componenti ad alta tecnologia. In particolare, sono presenti in tutti gli smartphone e i computer.
Il coltan è un raro minerale di superficie che si trova in Congo e in pochi altri Paesi. Esso è indispensabile per i nostri smartphone e per l’industria aerospaziale.
Il cobalto è un minerale essenziale nelle nuove batterie ricaricabili agli ioni di litio che alimentano le auto elettriche, ma anche gli smartphone, i tablet e i computer.
Gli effetti delle tecnologie della informazione e della comunicazione (ICT) sull’ambiente sono spesso classificati come di primo secondo o terzo ordine.
I primi sono gli effetti diretti che l’ICT ha sull’ambiente in termini di consumo di materie prime, produzione di rifiuti elettronici e consumi energetici, e sono negativi per l’ambiente.
Gli effetti del secondo ordine sono quelliindiretti,ovvero relativi all’influenza – che in genere dovrebbe essere positiva – che un servizio o applicazione ICT operante in un qualunque settore ha sull’ambiente. Le video conferenze, per esempio, sostituiscono i viaggi ma la loro diffusione è limitata.
Gli effetti del terzo ordine invece sono effetti sistemici (e spesso imprevisti) che l’ICT produce. Per esempio, l’efficienza può produrre un aumento della domanda.
Le valutazioni dei consumi elettrici mondiali del settore oggi e in previsione sono divergenti, da uno 0,1%-2% oggi ad un 10%-20% in pochi anni in carenza di metodologie assestate di rilevamento.
La transizione dalle energie fossili a fonti sostenibili è l’obiettivi di questo inizio di millennio e per molto l’esperienza della emergenza sanitaria lo ha reso ancor più evidente.
Nell’ambito del Green Deal europeo, nel settembre 2020 la Commissione ha proposto di elevare l’obiettivo della riduzione delle emissioni di gas serra per il 2030, compresi emissioni e assorbimenti, ad almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990. Ha preso in considerazione tutte le azioni necessarie in tutti i settori, compresi un aumento dell’efficienza energetica e dell’energia da fonti rinnovabili, e avvierà il processo per formulare proposte legislative dettagliate nel giugno 2021 al fine di mettere in atto e realizzare questa maggiore ambizione.
Ciò consentirà all’UE di progredire verso un’economia climaticamente neutra e di rispettare gli impegni assunti nel quadro dell’accordo di Parigi aggiornando il suo contributo determinato a livello nazionale
Il quadro 2030 per il clima e l’energia comprende traguardi e obiettivi strategici a livello dell’UE per il periodo dal 2021 al 2030:
una riduzione almeno del 40% delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990) una quota almeno del 32% di energia rinnovabile
un miglioramento almeno del 32,5% dell’efficienza energetica.
L’obiettivo della riduzione del 40% dei gas serra è attuato mediante il sistema di scambio di quote di emissione dell’UE, il regolamento sulla condivisione degli sforzi con gli obiettivi di riduzione delle emissioni degli Stati membri, e il regolamento sull’uso del suolo, il cambiamento di uso del suolo e la silvicoltura. In tal modo tutti i settori contribuiranno al conseguimento dell’obiettivo del 40% riducendo le emissioni e aumentando gli assorbimenti.
Tutti e tre gli atti legislativi riguardanti il clima verranno aggiornati allo scopo di mettere in atto la proposta di portare l’obiettivo della riduzione netta delle emissioni di gas serra ad almeno il 55%. La Commissione presenterà le proposte nel giugno 2021.
Riferimenti biblici
Meditazione: Levitico 25, 1-2
Le storie sulla creazione ci dicono che la terra appartiene a Dio. Abbiamo udito come Dio ha fatto il giorno e la notte, il mare e la terra, i pesci e gli animali, le donne e gli uomini… e che Dio ha detto che era buono. Come il salmista scrisse:
Al SIGNORE appartiene la terra e tutto quel che è in essa, il mondo e i suoi abitanti. Poich’egli l’ha fondata sui mari, e l’ha stabilita sui fiumi – Salmo 24:1-2
In questa lunga tradizione, vi è anche la certezza che agli esseri umani è stata data la responsabilità di ‘custodire/amministrare’ il mondo creato da Dio. Questa responsabilità è lontana dall’idea di comando o di controllo sottointeso nella parola “dominio”. Invece il concetto di amministrazione implica la responsabilità e la partecipazione alla creazione di Dio. La terra è del Signore – e Dio ha riposto fiducia nel popolo di Dio che la abita.
Allora, che cosa ha udito il popolo di Dio da questo passaggio biblico in Levitico? Avevano vissuto la schiavitù in Egitto quando i loro stessi corpi erano visti come proprietà altrui. Dio li aveva liberati dalla schiavitù e Mosè li aveva condotti fuori dall’Egitto verso la terra promessa. Essi furono tentati e, essendo umani, non erano riusciti a confidare nell’approvvigionamento di Dio durante il tempo nel deserto.
Tuttavia, Dio rimase fedele e fece una promessa incredibile agli ex-schiavi senza terra: entrerete nella terra promessa. È la mia terra, e ve la dono. E vi mostrerò come vivere bene insieme.
Nel testo di Levitico leggiamo come Dio ha dato delle regole per permettere alla gente di vivere in una comunità giusta, fruttuosa, e sostenibile. “Un Sabato per il Signore” o, come si legge successivamente, un Giubileo che richiedeva la restituzione della terra, la cancellazione dei debiti e la liberazione delle persone. La salvaguardia della terra di Dio richiede una mentalità molto diversa dal pensiero predominante dei nostri giorni. E l’idea di amministrazione ci aiuta a pensare alle sfide della digitalizzazione e dell’uso dell’energia.
Viviamo in mezzo a una meravigliosa creazione. Possiamo prima pensare agli oceani e alle montagne e alla grande varietà di animali e piante. Ma domandiamoci anche sulla ricchezza della terra di Dio attraverso i metalli rari – ittrio, terbio e disprosio, per citarne solo alcuni – che rendono possibili i salti tecnologici, impensati dai nostri nonni. Gli Smartphone, i cloud storage, gli imaging e i potenti processori sono stati tutti una rivoluzione – e anche dei salvavita – per molte persone.
Eppure queste nuove tecnologie hanno avuto un impatto anche sulla vita umana e non umana. In tutto il mondo miliardi di dollari vengono scommessi ogni anno sui telefoni o su altri dispositivi, con persone, famiglie e comunità che subiscono gli effetti collaterali. Le persone sono attratte in un mondo di pornografia online, rendendo il fenomeno della “vendetta porno” sempre più comune. E naturalmente l’estrazione di metalli rari può danneggiare le comunità e l’ambiente, e l’uso esponenziale dello storage cloud provoca un maggior consumo di energia.
Che cosa sembra essere un amministratore della terra di Dio in questo contesto? “La civiltà richiede energia, ma l’uso dell’energia non deve distruggere la civiltà.” Così ha detto Papa Francesco ad un raduno dei dirigenti energetici nel 2018. Scienza e tecnologia sono prodotti meravigliosi di una creatività umana donata da Dio. Eppure la tecnologia non è neutrale. La tecnologia modella il nostro modo di vedere il mondo, cambia ciò che è visto come possibile o necessario. Gli smartphone, per esempio, ci rendono sempre disponibili. Hanno aumentato la cultura dell’usa e getta poiché sono fatti in gran parte da pezzi irreparabili. La creazione dei nuovi e migliori modelli alimenta un senso di avarizia e competizione all’interno della società.
Ma questo modo di vedere il mondo non è fisso. Come cristiani, ci viene dato un modello diverso. Ci viene data la lente della tutela, di un popolo che crede che “la terra è del Signore e tutto ciò che è in essa”, che è chiamato ad aiutare la terra ad “osservare un giorno sabbatico per il Signore”.
Quale forma potrebbe assumere il nostro buon amministrare la creazione mentre riflettiamo sulla sfida della digitalizzazione e dell’energia? Gesù ha parlato dell'”anno favorevole del Signore” come di un tempo in cui i prigionieri vengono liberati, la vista è data ai ciechi e la libertà è data agli oppressi. Chi è tenuto prigioniero dal modo in cui la tecnologia plasma il mondo? Come viene sfruttato il nostro clima o oppresso dalle decisioni che prendiamo a causa della crescente digitalizzazione? Quali ingiustizie non riusciamo a vedere intorno a noi?
Ms. Rachel Lampard Team Leader del Joint Public Issues Team della Gran Bretagna
Preghiera
Dio amabile
Siamo stupiti dalla tua creazione e dalla creatività del tuo popolo. Aiutaci a lottare con le sfide della digitalizzazione e dell’energia. Come amministratori della tua terra, fa che usiamo i doni che ci dai E, invece dell’oppressione e della distruzione,
Aiutaci a portare libertà e fecondità.
Amen
Spunti per la discussione
Quanto inquina Internet? Nonostante internet sia apparentemente invisibile esso inquina. Ogni click su internet ha un impatto ambientale. Ad esempio, una mail produce circa 4 grammi di CO2, che possono arrivare anche a 50 in caso di allegati pesanti, praticamente l’impatto di una lampadina accesa tutto il giorno.
Essere sostenibili online partendo dalle nostre ricerche in rete. Ecosia è un motore di ricerca che utilizza i proventi pubblicitari derivanti dalle ricerche effettuate in rete per piantare alberi dove c’è ne più bisogno. Effettuando le ricerche con Ecosia non si contribuisce solo a riforestare il mondo, ma anche a rafforzare le comunità.
L’impatto del digitale sull’ambiente non si limita solo all’energia necessaria a far funzionare i dispositivi o i servizi: si pensi, ad esempio, ai problemi conseguenti allo smaltimento dei rifiuti elettronici. Secondo i dati dell’Onu, solo il 17% dei rifiuti elettronici di Europa o Stati Uniti viene raccolto e riciclato correttamente, tutto il resto spesso è diretto nel continente africano, dove i Paesi occidentali scaricano scarti elettronici di ogni tipo. E a pagare questo “razzismo ambientale” sono le popolazioni più povere.
Proposte di azioni
Non inviare allegati troppo grandi: quando è veramente necessario, è consigliabile utilizzare siti che comprimono i documenti come WeTransfer oppure collegamenti ipertestuali. Non lasciate il vostro computer in standby (soprattutto tutta la notte quando uscite dall’ufficio, solo perché “ci sono molte schede aperte”. Domani le riaprirete con la vostra cronologia, per esempio!)
Quante volte ci ritroviamo la casella di posta elettronica piena di mail che neanche leggiamo o che sono inutili? Tuttavia, queste mail consumano energia (inquinamento digitale), perciò per far fronte a questo problema sarebbe meglio pulire più spesso le mail.
In nome del diritto al futuro contribuisci alle azioni dei Fridays for future per una accelerazione della conversione energetica e la sospensione dei contributi pubblici alle energie fossili.
https://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2021/02/Schermata-2021-02-18-alle-08.36.07.png324836gestionehttps://www.metodistiroma.it/wp-content/uploads/2017/11/Schermata-2017-11-13-alle-16.42.15-300x82.pnggestione2021-03-10 18:06:512021-03-10 18:08:28Digitalizzazione, energia e cambiamento climatico – Obiettivo 7: energia pulita e accessibile