Quale libertà?

Un centro studi sulla pace dedicato a Martin Luther King

Dall’assise congiunta dei protestanti italiani, battisti metodisti e valdesi (BMV), in corso a Torre Pellice (TO), è stata accolta la proposta battista di intitolare al pastore e leader del movimento per i diritti civili un centro per la formazione e lo studio dei temi legati al pacifismo, che sarà sostenuto dalle tre chiese. È solo uno dei temi di cui si è parlato oggi, martedì 23 agosto, presso la Casa Valdese di Torre Pellice, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il presidente del Sinodo valdese Pawel Gajewski, pastore di Terni e Perugia, e Sara Comparetti, presidente dell’Assemblea battista e vice presidente della FCEI, moderata dal pastore metodista Peter Ciaccio.

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La formazione, un’esigenza

Da Riforma

L’Assemblea-Sinodo delle chiese valdesi, metodiste e battiste ha discusso ieri di formazione biblica, specialistica, pastorale e diaconale. La volontà di creare un centro nazionale dedicato alla Pace

«L’esigenza di quella che oggi si chiama “formazione” venne avvertita nel movimento valdese fin dal suo sorgere nel medioevo: i predicatori itineranti che percorrevano l’Europa per annunciare il Vangelo venivano istruiti dai colleghi più anziani, ed uno dei primi centri di questo addestramento teologico era situato in una casa contadina nelle valli valdesi del Piemonte. In seguito all’adesione alla Riforma protestante, i valdesi strutturarono la loro chiesa secondo il modello riformato calvinista, ed incrementarono il livello della preparazione teologica dei pastori», così si legge sul sito della Facoltà valdese di teologia.

Di formazione si è discusso ieri, in occasione dell’Assemblea-Sinodo delle chiese valdesi, metodiste e battiste, in corso a Torre Pellice (To).

Tra i numerosi interventi, sono stati ricordati anche i percorsi formativi della Facoltà: la Laurea in teologia, la laurea in scienze bibliche e teologiche, la laurea specialistica in teologia, i certificati e il dottorato; percorsi arricchiti anche da una recente possibilità per gli studenti, quella dell’Erasmus.

Offerte formative sono presenti in alcune chiese del territorio, per questo è giunta una richiesta, che siano proprio le chiese, luoghi privilegiati, pronte a riconoscere i nuovi talenti e le nuove vocazioni pastorali e diaconali, dunque di seguirle nel percorso di fede e indirizzarle.

Infine, sono emerse alcune proposte. Tra le tante, una indirizzata alla Facoltà, che al percorso di studi di Scienze biblico teologiche (Sbt – Laurea triennale) si possa affiancare un biennio (successivo) di specializzazione in vista del ministero pastorale. Un’altra all’assemblea tutta e alle chiese: che si possa giungere a una rete sempre più orizzontale in tema di formazione. Parole chiave dell’intero dibattito: «implementazione» e «offerta».

Infine il voto che impegna le chiese a sedersi attorno a un tavolo per la valutazione della creazione di un centro nazionale, intitolato alla figura del pastore Martin Luther King, che diventi luogo di formazione e promozione sul tema della Pace, della risoluzione dei conflitti, del dialogo. Un progetto ambizioso che rappresenta la forte volontà delle chiese di continuare a lavorare insieme su un tema di pressante attualità, oggi e sempre.

Dopo la sessione congiunta con le chiese battiste, proseguono i lavori del Sinodo metodista e valdese

Il saluto del pastore Marcelo Nicolau, Moderador della Mesa valdense del Rio de la Plata, ramo sudamericano della chiesa valdese

Il pastore Marcelo Nicolau, Moderador della Mesa valdense del Rio de la Plata, ramo sudamericano della chiesa valdese. Foto di Daniele Vola

Torre Pellice (TO), 24 agosto 2022 – Il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste prosegue i suoi lavori, dopo la sessione congiunta con l’Assemblea straordinaria dell’Unione cristiana evangelica battista in Italia (UCEBI) la così detta “Assemblea-Sinodo”, conclusasi ieri.

Sul tavolo della discussione, oltre alla vita della chiesa e al lavoro degli istituti, delle opere e degli enti diaconali, i rapporti ecumenici e internazionali, la cultura, i progetti in corso e le questioni amministrative e di bilancio.

Grande attenzione anche al tema della solidarietà, dell’accoglienza e dell’inclusione delle persone migranti, con le esperienze come quella dei corridoi umanitari da Libano, Libia e Afghanistan, realizzati da Tavola valdese, Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e Diaconia valdese e costruiti in modo ecumenico con realtà del mondo cattolico come la Comunità di S.Egidio e della società civile.

Domani, in particolare, si parlerà dei fondi dell’Otto per mille delle chiese metodiste e valdesi e dei numerosi progetti umanitari sostenuti.

Questa mattina il pastore Marcelo Nicolau (nella foto con la maglietta “Todos somos familiares” dei desaparecidos) nuovo moderador della Mesa valdense che rappresenta l’organo esecutivo dellIglesia valdense del Rio de la Plata – ramo sudamericano della Chiesa valdese -, ha portato il suo saluto.

Nicolau ha rimarcato l’importanza della cooperazione fra le chiese. Inoltre ha espresso il suo apprezzamento per il percorso unitario delle chiese battiste, metodiste e valdesi e il lavoro congiunto degli scorsi giorni con l‘Assemblea-Sinodo, percorso che rappresenta un unicum a livello internazionale e che potrebbe essere replicato anche altrove. L’Iglesia valdense del Rio de la Plata si compone di 24 chiese fra Argentina e Uruguay, con 9 pastori che coprono 9.500 chilometri da nord a sud e circa 1.000 da est a ovest.

I lavori sinodali proseguiranno fino al 26 agosto. L’elezione dei 7 membri della Tavola valdese con il discorso finale del moderatore/a è prevista per venerdì.

Andare fuori e guardarsi dentro

di Sara E. Tourn

Si è aperta domenica 21 agosto la quinta sessione dell’Assemblea-Sinodo, un momento per analizzare il percorso fatto in tre decenni e capire dove andare

Era un evento atteso da molti, anche se forse non da tutti: l’ultima a volta a Torre Pellice era stata nel 2000, e ben quindici anni sono passati dall’ultima Assemblea-Sinodo, tenutasi a Roma. Il significato di quella del 2022, la quinta, è speciale, considerando che arriva dopo due anni e mezzo difficili per gli incontri “di massa”. Per questo è stato particolarmente bello vedere la (composta) marea umana riversarsi nel tempio, in un orario che per la seconda volta dopo lo scorso anno, anche se per motivi diversi, disattendeva la tradizione del culto pomeridiano, ma con un effetto non certo minore, anche grazie alla trascinante “colonna sonora” curata dal Ministero musicale battista, che ha affiancato il tradizionale organo a strumenti a percussione, violino, pianoforte, voci soliste. Forse sono finiti i tempi del tempio gremito, ma questo perché “la chiesa” (che è l’insieme dei credenti, non l’edificio) era in buona parte all’esterno: nel piazzale, grazie all’alto numero di posti a sedere, ma anche su Internet, dove la diretta realizzata da Radio Beckwith evangelica è stata seguita da circa 300 persone.

Uno spostamento verso lesterno, anche simbolico, dettato da questioni logistiche e di sicurezza (non dimentichiamo che i rischi del Covid-19 non sono scomparsi), c’era stato fin dal momento di apertura ufficiale davanti alla Casa valdese (e non nell’aula sinodale), prima della formazione del tradizionale corteo verso il tempio, con il saluto del presidente Ucebi Giovanni Arcidiacono e della moderatora della Tavola valdese, Alessandra Trotta, e la firma della confessione di fede da parte della consacranda al ministero pastorale, Sara Heinrich.

E ancora, un altro movimento verso l’esterno, questa volta ideale, a ricordarci che le chiese battiste, metodiste e valdesi non sono una realtà chiusa su se stessa, è stata la consacrazione di un’unica pastora, proveniente dalla Germania, che ha deciso di prestare il suo servizio in Italia dopo il suo periodo di formazione, e la presentazione di due pastore, Eliad Dias Dos Santos proveniente dal Brasile, e Gesine Traversari, e un pastore, Fabio Traversari, ancora dalla Germania, oggi in servizio rispettivamente nella chiesa metodista di Roma (via XX settembre) e nelle chiese  metodiste e valdesi di Venezia e diaspora (Mestre, Treviso e Conegliano).

Il culto ha ben espresso la bellezza di rinnovare il senso di un’unione che non è fusione ma amalgama, come testimoniato dalle musiche ma anche dalla predicazione realizzata a due voci alternate dai pastori Daniele Bouchard e Lino Gabbiano .

Come hanno detto i due pastori, e come emerso più volte negli incontri preparatori dell’assise (di cui Riforma ha dato conto più volte, pubblicando anche un apposito fascicolo), questa occasione è utile per fare il bilancio di trent’anni (la prima Assemblea-Sinodo si tenne nel 1990), ma soprattutto per capire dove vogliamo andare, quale sarà «il futuro della nostra testimonianza comune», hanno detto impersonando due diversi atteggiamenti, quello di chi si scoraggia per una situazione che, già pessima, non farà che peggiorare, e quello di chi “spera contro speranza”, il che forse (anzi, sicuramente) è ciò che ci ha permesso di arrivare fino a oggi. Come umanità, come chiesa, come singoli credenti.

Per questo occorre andare avanti, al di là del disorientamento, delle paure, delle perplessità, delle frustrazioni, delle fragilità, delle sofferenze, «guardarci attorno ed essere coscienti che il Regno non è venuto meno, continua, come il granello di senape, a crescere attorno a noi». Eccolo, ancora una volta, il movimento (attraverso lo sguardo) verso l’esterno. Andare avanti con la coscienza di non essere soli, né in senso “verticale”, né in senso “orizzontale”: lo dimostra proprio questo incontro, e lo ha dimostrato la suggestiva conclusione del sermone, con il progressivo alzarsi in piedi di tutta l’assemblea. Alla prima domanda («qualcuno pensa che tra quindici anni la propria chiesa locale avrà convertito un significativo numero di persone?») si sono alzati, prima timidamente, poi sempre più convinti, ma già alla seconda («chi di voi è convinto/a che la nostra predicazione darà dei frutti nei prossimi quindici anni – qualunque essi siano?») c’è stato un massiccio levarsi dalle panche, che non ha atteso l’ultimo quesito, al quale nessuno (si spera!) avrebbe potuto restare immobile.

Questa proiezione verso l’esterno, a ben vedere, si è percepita anche durante la prima sessione di lavori congiunti, nel pomeriggio di domenica, seguita alle lunghe e non semplici operazioni preliminari. Separate per le due componenti (battista da un lato, metodista e valdese dall’altro), sono state rese complesse anche dalla macchina tecnologica necessaria per permettere a una parte della componente battista di seguire da remoto, e a tutti i membri di votare e prenotare gli interventi in modalità informatica. Un’eredità del periodo pandemico che, a fronte di indubbi vantaggi, pone anche questioni organizzative.

Nel pomeriggio di domenica si è quindi cominciato con una carrellata di relazioni delle commissioni “bmv”, che denotano un lavoro condiviso ad ampio spettro fra le tre componenti: Culto e liturgia; Relazioni ecumeniche; Problemi etici posti dalla scienza; Fede, genere e sessualità; Commissione permanente per la formazione pastorale. Più d’uno dei relatori ha sottolineato il contatto continuo con “l’esterno”, in particolare il mondo ecumenico (Comm. Liturgia e Comm. Ecumenismo), la società civile (Comm. bioetica, Comm. Fede, genere e sessualità), le chiese e le realtà estere, talvolta denotando un forte interesse e delle aspettative, dall’esterno verso di “noi”.

Ecco allora il momento, nella giornata e mezza di lunedì e martedì, per guardarsi “dentro” e, parlando di collaborazioni territoriali, formazione, multiculturalità, e poi ancora, battesimo, evangelizzazione, cercare di rispondere alla domanda di fondo: come e perché proseguire questo cammino comune.

Costruire la giustizia per prevenire la guerra

Collaborazioni territoriali fra chiese, non più “Noi e loro”

di Claudio Geymonat da Riforma.it

Intensa discussione sulle relazioni fra le chiese valdesi, battiste e metodiste: rilanciare collaborazioni, viversi come un corpo solo

Intenso lunedì mattina di lavori all’Assemblea – Sinodo che a Torre Pellice (To) sta riunendo le chiese battiste, metodiste e valdesi per la prima volta da 15 anni in qua e a 32 anni dal reciproco riconoscimento, suggello di un percorso comune che era già nei fatti e che è proseguito fino ad oggi.

È stata proprio la collaborazione territoriale fra chiese di diverse denominazioni l’argomento oggetto di dibattito nella sessione mattutina. Il pastore, nell’ introdurre le due mozioni (che sono poi diventate tre a seguito della discussione) legate al tema, ha ricordato i rapporti costruiti negli anni, sostanziatosi soprattutto con la cura pastorale di una chiesa anche di una denominazione differente dalla propria (ad esempio un pastore o una pastora valdese responsabile anche di una chiesa battista, o viceversa).

L’invito generale emerso da buona parte degli interventi degli oltre 200 delegati presenti in loco o per via virtuale dalle proprie abitazioni è di arricchire tali scambi, allargarli ad altri membri di chiesa, prevedere scambi intensificati, partecipazione reciproca alle riunioni, alle assemblee delle altre chiese nell’ambito battista, metodista e valdese, rafforzare le iniziative comunitarie. Insomma vivere ancor più nel profondo la fraternità di questi anni.

Tutto ciò senza tacere le difficoltà che tale integrazione reca, sia di stampo puramente giuridico (celebrazioni di matrimoni ad esempio) che di rischio manifestato di una riconoscibilità meno semplice di fronte a coloro che decidono di approcciare le chiese magari in età adulta.

Insomma rilanciare la collaborazione, sentirsi “noi” più che “noi e loro”, non solo per necessità, ma perché sentito profondamente dalle comunità.

Pace e pacifismi in dialogo serata pubblica

Collaborazioni territoriali fra chiese, non più “Noi e loro”

di Claudio Geymonat

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È stata proprio la collaborazione territoriale fra chiese di diverse denominazioni l’argomento oggetto di dibattito nella sessione mattutina. Il pastore, nell’ introdurre le due mozioni (che sono poi diventate tre a seguito della discussione) legate al tema, ha ricordato i rapporti costruiti negli anni, sostanziatosi soprattutto con la cura pastorale di una chiesa anche di una denominazione differente dalla propria (ad esempio un pastore o una pastora valdese responsabile anche di una chiesa battista, o viceversa).

L’invito generale emerso da buona parte degli interventi degli oltre 200 delegati presenti in loco o per via virtuale dalle proprie abitazioni è di arricchire tali scambi, allargarli ad altri membri di chiesa, prevedere scambi intensificati, partecipazione reciproca alle riunioni, alle assemblee delle altre chiese nell’ambito battista, metodista e valdese, rafforzare le iniziative comunitarie. Insomma vivere ancor più nel profondo la fraternità di questi anni.

Tutto ciò senza tacere le difficoltà che tale integrazione reca, sia di stampo puramente giuridico (celebrazioni di matrimoni ad esempio) che di rischio manifestato di una riconoscibilità meno semplice di fronte a coloro che decidono di approcciare le chiese magari in età adulta.

Insomma rilanciare la collaborazione, sentirsi “noi” più che “noi e loro”, non solo per necessità, ma perché sentito profondamente dalle comunità.