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Metodista e donna, la nuova moderatora della tavola valdese. intervista ad Alessandra Trotta

Da Adista

di Luca Kocci

 

TORRE PELLICE (TO)-ADISTA. Una Chiesa a trazione femminile. È quella che emerge dal Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi, che si concluso a Torre Pellice (To) lo scorso 30 agosto con l’elezione della nuova moderatora della Tavola valdese, la palermitana Alessandra Trotta, avvocata civilista, diacona e metodista, che succede al pastore Eugenio Bernardini, moderatore dal 2012 al 2019 (v. Adista Notizie n. 30/19).

È la prima volta che una metodista guiderà l’organo esecutivo delle Chiese metodiste e valdesi, unite da un patto di integrazione dal 1975. Ed è la seconda volta di una donna moderatora (finora c’è stata solo Maria Bonafede, dal 2005 al 2012). Ma è l’intera Tavola valdese ad essere “rosa”, con cinque donne su sette, fra cui anche la vice-moderatora, la pastora valdese Erika Tomassone, eletta alla seconda votazione, dopo aver fallito il quorum alla prima (gli altri componenti della Tavola valdese sono: Laura Turchi, Italo Pons, Greetje van der Veer, Dorothea Müller, Ignazio Di Lecce).

Cinquantuno anni, laureata in Giurisprudenza a Palermo, Alessandra Trotta ha esercitato la professione di avvocato civilista sino al 2001. Ha diretto il Centro diaconale “La Noce” dal 2002 al 2010. Presidente dell’Opera per le Chiese evangeliche metodiste in Italia (Opcemi) dal 2009 al 2016, ha successivamente svolto il ministero diaconale al servizio delle Chiese metodiste e valdesi del XIII Circuito (Campania). Membro della Tavola valdese dal 2018, fra gli altri incarichi ecclesiastici ricoperti ci sono quello di sovrintendente del XVI Circuito (Sicilia), presidente del Sinodo, membro della Commissione per le discipline, membro dell’esecutivo del Consiglio metodista europeo (Cme), responsabile dell’Ufficio affari legali della Tavola valdese e coordinatrice del gruppo di lavoro per la tutela dei minori. Adista l’ha intervistata.

È la seconda volta di una donna alla guida della Tavola valdese. Ed è tutta la Tavola ad essere al femminile, con cinque donne su sette componenti. Quali sono state le ragioni di questa scelta da parte del Sinodo?

In realtà siamo arrivati ad un punto per cui queste decisioni per noi sono piuttosto ordinarie, perché abbiamo raggiunto una grande libertà di scelta. Sono già molti anni che, nelle nostre Chiese, le donne ricoprono posizioni di grande responsabilità. Credo che si sia raggiunta la maturità di individuare le persone che sono, o che sembrano, giuste in quel ruolo, al di là del fatto che si tratti di uomini o di donne. Quindi non credo che sia stata una scelta deliberata. Anzi mi pare molto rilevante il fatto che scegliere una donna per un ruolo di così grande responsabilità non costituisca un tema, non sia un fatto straordinario, ma una decisione in un certo senso ordinaria.

Una Tavola a grande maggioranza femminile può costituire un’opportunità in più, o diversa, per le Chiese metodiste e valdesi?

Io credo che l’apporto sia significativo quando gli organi dirigenti sono misti, ovvero costituiti da uomini e da donne che decidono insieme. È questo l’elemento che fa la differenza, perché non c’è dubbio che ci sono sensibilità differenti, modi diversi di affrontare anche le tematiche quotidiane: le donne conoscono alcune fatiche della vita quotidiana che gli uomini ignorano, gli uomini portano uno sguardo diverso su altre questioni. Non mi piacciono le assemblee di soli uomini. Ma non mi piacciono tutte le assemblee di un colore solo. Non penso che si tratti di difendere qualcuno, ma di portare nei luoghi in cui si decide insieme la possibilità di una sensibilità diversa, che fascia meglio la realtà, che ne ha una visione più ampia, più allargata, più completa.

Lei è anche la prima metodista moderatora della Tavola valdese…

In effetti al nostro interno è questo l’elemento che viene qualificato e sentito di più come segno di novità. Non è mai successo nella nostra storia, e noi metodisti siamo una componente largamente minoritaria nelle nostre Chiese. Il nostro percorso di integrazione, iniziato nel 1975, presuppone una unità plurale che non vuole eliminare le differenze, ed evidentemente anche questo percorso è giunto ad una fase di maturazione, visto che questo elemento non fa più problema. In effetti da quando la mia candidatura è cominciata ad emergere, nelle discussioni non è stato particolarmente accentuato come tema di rilievo.

La Tavola valdese è l’organo esecutivo delle Chiese metodiste e valdesi che, fra l’altro, tratta direttamente con lo Stato italiano. Come pensa di interpretare il suo ruolo sotto questo aspetto?

Il mio vissuto in Sicilia mi fa dire che i rapporti con le Istituzioni non sono sempre trasparenti e liberi. Credo che sia uno di quegli ambiti nei quali la fede conta molto. Il riconoscimento della signoria di Dio ci permette di guardare alle autorità umane con il rispetto loro dovuto in quanto responsabili del bene comune, ma di non considerarle assolute ed indiscutibili. Credo, ovviamente, che sia necessario avere un rapporto di collaborazione con le autorità civili, ma anche dialettico, quando è necessario.

Firmando i decreti sicurezza, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fatto dei richiami alla Costituzione perché alcuni punti siano modificati. L’ormai ex ministro dell’Interno Matteo Salvini ha invocato i «pieni poteri» per governare il Paese, salvo poi far cadere il governo e finire all’opposizione, diversamente dai suoi progetti. Crede che in Italia ci sia un rischio costituzionale? Cioè che la Costituzione possa venire erosa?

Il rischio maggiore che avverto e che mi preoccupa più di tutti gli altri è rappresentato dal fatto che ci siano pezzi di società e tanti nostri concittadini che hanno perso la capacità di riconoscere l’importanza di alcuni principi fondamentali. Non si è più in grado di comprendere quanto siano importanti i diritti costituzionali, come le libertà e i diritti delle persone. Più che le forze politiche, è questo che mi preoccupa: che nel corpo sociale i valori costituzionali siano messi al di sotto rispetto ad altre preoccupazioni immediate e quotidiane e vengano considerati in un certo senso astratti, di competenza di chi ha una mentalità più intellettuale, senza capire che invece hanno a che fare con la vita quotidiana di tutti quanto il cibo e la casa.

Nel suo discorso all’assemblea sinodale, subito dopo l’elezione, facendo riferimento alla sua esperienza in Sicilia e a Palermo, ha parlato di «un contesto anche socialmente impegnativo, che allena a lottare per ottenere ciò che dovrebbe invece essere un diritto, per te e per gli altri; e alla resistenza contro le ingiustizie» (il discorso integrale può essere letto sul sito web delle Chiese metodiste e valdesi: www.chiesavaldese.org). Non pensa che troppo spesso il messaggio evangelico sia stato addomesticato e svuotato dei suoi contenuti di liberazione?

Il Vangelo viene usato come anestetico, nella storia è successo tante volte. Si accentua il suo valore di consolazione, di rassicurazione, che indubbiamente c’è, e si attenua la sua forza di rottura delle proprie abitudini, consuetudini, tradizioni, la sua capacità di spingere a compiere delle scelte che non sono le più naturali, le più comode, le più semplici. Quando questo accade, quando si ricerca solo una dimensione religiosa rassicurante, c’è un problema.

Ancora nel suo discorso al Sinodo ha parlato di «un ideale di convivenza umana coerente con il cuore dell’Evangelo, dunque aperta, solidale, inclusiva, che viene ridicolizzato, osteggiato, addirittura additato come causa dei problemi?» Stava pensando alla situazione dei migranti?

Certamente oggi si tratta della situazione più visibile. Però la sensazione è che in generale la diversità spaventi molto. La comunità umana è una comunità in cui le persone stanno con quelli che ci sono, si accolgono reciprocamente per quelli che sono, in un’ottica di convivenza, di solidarietà, nonostante le differenze. E quindi da questo punto di vista non riguarda solo i migranti. Oggi qualsiasi elemento di diversità, di non conformità viene considerato preoccupante, ansiogeno.

«Capovolgimento» e «ribaltamento» sono due parole che ha utilizzato nello stesso discorso. Cosa bisogna capovolgere?

Va capovolto lo sguardo, per vivere le relazioni umane alla luce del Vangelo. Invertendo le priorità del prima gli italiani e poi gli altri, prima io… Il Vangelo invece ci dice di decentrarci, e questo ci rende più felici, più liberi.

È il «noi universale, non contrapposto ad un voi che individua i nemici da cui difendersi » di cui ha parlato al Sinodo…

Esattamente. Il noi viene considerato io e la mia famiglia, io e la mia comunità. Mentre il noi del piano di Dio è l’umanità intera, quindi è necessariamente inclusivo, aperto, non è settario, elitario ed escludente. Una bella differenza dal noi che sentiamo tanto spesso pronunciato con violenza, talvolta odio, per contrapporre e dividere.

Qual è il ruolo di metodisti e valdesi nella società italiana di oggi?

Prima di tutto voglio dire che noi, benché siamo una minoranza, per quanto possibile cerchiamo di non viverci come una minoranza, ma come una componente della società a pieno titolo. Mi resta molto difficile pensare i contributi specifici di metodisti e valdesi in una logica non ecumenica. Le sfide di questo tempo le stiamo affrontando insieme ad altri cristiani, per dare una testimonianza di unità di Chiesa. E questo sta accadendo anche in Italia, dove in passato i rapporti ecumenici non sono stati sempre facili, perlomeno su alcuni temi centrali. Diamo il nostro contributo a partire da quello che noi siamo: credenti, aperti a tutti, che vivono le relazioni di Chiesa in modo non gerarchico.

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Giovedì in nero

Durante l’ultimo Sinodo, appena concluso a Torre Pellice, è stato approvato un ordine del giorno che sensibilizza le chiese contro la violenza sulle donne aderendo all’iniziativa “Giovedì in nero”.

Thursdays in black è la Campagna di sensibilizzazione, nata in seno al CEC diversi anni fa, che si oppone allo stupro e alla violenza. Ogni giovedì, chi riconosce la violenza contro le donne come una piaga delle nostre società – chiese incluse – è invitato a indossare indumenti neri.

Il sinodo ha invitato le chiese ad organizzare iniziative ogni giovedì e pubblicizzarle nell’ambito locale. 

Il Consiglio ecumenico delle chiese ha, quindi,  deciso di pubblicare ogni giovedì una serie di interviste a persone che operano come «ambasciatori»contro la violenza di genere.

Come riportato da Riforma.it  Agnes Abuom è la prima a essere intervistata sul sito internet del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) nel nuovo ciclo di incontri redazionali dedicati alla Campagna internazionale del Giovedì in nero. Abuom – originaria del Kenya – è la moderatora del Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec).

Qui potete trovare sul sito di Riforma l’intervista alla moderatora del Comitato Centrale del CEC.

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Moderatora o moderatrice? Il perché di una parola

 Alessandra Trotta e Carola Tron – Foto di Nadia Angelucci

Da NEV

Roma (NEV), 5 settembre 2019 – All’indomani della nomina di Alessandra Trotta quale nuova moderatora della Tavola valdese, molte persone si sono chieste il motivo della parola: “moderatora”. Vezzo femminista? Forzatura di un linguaggio inclusivo? Errore grammaticale? Niente di tutto questo. Vediamo il perché.

Interpellata dall’Agenzia NEV, Alessandra Trotta ha dichiarato di aver scelto questo titolo “in continuità con la scelta compiuta dalla prima donna chiamata a rivestire questo ruolo” (la pastora Maria Bonafede, prima donna in assoluto a ricoprire l’incarico di guida della Tavola valdese, organo collegiale di governo fra un sinodo e l’altro, cui è anche affidata la rappresentanza ufficiale delle chiese metodiste e valdesi nei rapporti con lo Stato, ndr).

Spiega Maria Bonafede: “Quando sono stata eletta ho assunto il titolo dalla chiesa sorella sudamericana per coniare in Italia un termine nuovo, che rendesse ragione della novità della presenza di una donna in un incarico per secoli maschile”. Bonafede aveva ricevuto questa sollecitazione da altre donne protestanti: “A molte di loro non sembrava sufficiente il femminile italiano e vollero, quindi, una parola che indicasse sia la forza innovativa di un ruolo finalmente aperto alle donne, sia la sorellanza con la Mesa valdense, omologa latinoamericana della Tavola”.

Ricordiamo che l’attuale Moderadora dell’unione delle chiese valdesi del Rio de la Plata è Carola Tron, prima donna a ricoprire questa posizione oltre oceano.

Quindi, nessuna trovata femminista, né tanto meno un errore grammaticale, bensì una precisa e coraggiosa scelta, sulla linea di tante altre che i movimenti delle donne, e, perché no, le teologhe, hanno portato avanti.

Quanto al linguaggio inclusivo, una piccola precisazione. L’italiano permette di declinare al femminile tutti i sostantivi attraverso le desinenze -a, -aia (fioraia), -aiola (pizzaiola), -iera (giardiniera), -sora (assessora), e l’uso del relativo articolo femminile, solo per fare alcuni esempi. Ne parlava in modo approfondito già più di trent’anni fa Alma Sabatini nel suo Il sessismo nella lingua italiana, redatto su incarico della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Spesso con la scusa del “suona male” si rinuncia ad applicare le regole grammaticali, per cui “suonano bene” infermiera, operaia, impiegata, ma non vale altrettanto per ministra, assessora o avvocata (fatta eccezione per Maria, la mamma di Gesù, definita “avvocata nostra” nella preghiera cattolica “Salve regina”). L’entrata in scena delle donne in professioni e ruoli maschili impone un cambio di paradigma, ricordando comunque che non è la regola a fare il linguaggio, ma il linguaggio a creare la regola. O, come dice l’Accademia della crusca, una parola diventa “nuova” quando si diffonde ed entra negli usi collettivi della lingua per un periodo di tempo significativo.

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Intervento di Maria Grazia Mazzola alla serta pubblica del Sinodo

 

La distorsione del fenomeno migratorio sul piano dell’informazione è un dato certo divulgato anche dall’Eurispes. Oltre 60 milioni di utenti in Italia non hanno una visione reale del fenomeno migratorio. E non solo sulle migrazioni aggiungo. Abbiamo assistito a titoli terroristici sull’invasione dei barconi, nonostante i dati fossero invece in diminuzione. Frasi rilanciate come un dogma: ‘la pacchia è finita, chiusi i porti’. Attenzione, riflettiamo bene però su un punto, sono frasi rassicuranti per tantissimi cittadini che non arrivano alla fine del mese, che non hanno una casa di proprietà, che hanno perso il lavoro, che non hanno servizi né pensione, anche se non c’è alcuna correlazione tra la loro condizione e i flussi migratori, ma sono frasi rassicuranti anche per certi imprenditori ricconi e sfruttatori. Sono frasi rassicuranti per gli schiavisti. ‘Ah finalmente basta co sti neri delinquenti, stupratori e usurpatori dei nostri redditi’. ‘Stai bene a 2 euro l’ora. Ti dò una stamberga e un po’ divitto… lavora 12 ore al giorno…’. Pochi giorni fa sono stati arrestati a Bari due imprenditori agricoli che pagavano 30 centesimi l’ora i pastori, un ghanese e un cittadino del Mali. Vergogna. Ho documentato tante volte non lo sfruttamento ma la riduzione in schiavitù anche alle porte di Roma. È un modello economico medievale.

Guardate, la questione è drammatica e non si risolve così facilmente perché riguarda una forma mentis radicata da una parte sulla malafede e dall’altra sull’ignoranza priva di ogni ragionevoledubbio, e invece di provvedere a cercare di conoscere i fatti e i dati, salta ogni processo logico perché’ ha come riferimento la dogmaticità fobica, la chiusura mentale, le frustrazioni, l’impotenza e una estrema fragilità unita a tanto egoismo, non c’è ragionamento sui fatti. Attenzione, le fake news non sono una banalità, ma un mondo, modi di essere che spostano l’elettorato e influenzano le opinioni dei consumatori e producono business.

Un fiume di parole nei tg fino allo stordimento non fa l’informazione. Le persistenti suggestioni degli slogan gridati in numerose tv, sulle immagini dei barconi con i fuggitivi disperati, neanche quella è informazione. Il termine ‘invasione’ che gioca in modo maligno sulle sofferenze dei migranti e sullemancate risposte di chi guarda in tv i barconi nell’assenza di informazioni rigorose basate sui fatti, si chiama malafede. Una domanda: qualcuno di voi vede nei tg le inchieste sulla guerra in Siria, nello Yemen, in Africa? Ciò che sta accadendo nel Salvador e nelle altre parti del mondo?

Non c’è informazione completa: ti mostro i barconi e ti affianco l’inchiesta sul paese di origine dei migranti, punto i riflettori sulla provenienza, questa è informazione. Ti mostro da dove e da cosa fuggono e come vivono nel loro paese. Ti mostro la rete dei trafficanti di esseri umani. Ti mostro con le immagini e i documenti cosa realmente sia oggi la Libia. E non ti metto gli approfondimenti in terza serata che non li vede quasi nessuno. Perché non si punta sull’informazione in prima serata? Meglio la distrazione che l’impegno, meglio l’ignoranza?

E una volta si lavorava così nel tg: la notizia affiancata alla scheda o all’inchiesta. Ma si sa, i tempi dei tg sono ristretti e preziosi. Molto preziosi, è una corsa a gestire il potere della visibilità,

dell’esserci in quel punto della scaletta di massimo ascolto. I minuti sono oro. E quel tempo che dovrebbe essere dedicato a capire e a informare, ecco che viene dedicato alle dichiarazioni dei leader partitici. Metà tg è appaltato ai partiti. Dunque, barconi più dichiarazioni partitiche e slogan…non fanno neanche qui l’informazione. Il fatto diventa strumentale alla dichiarazione del partito.

Per la legge dell’insiemistica, 2 patate più 2 cipolle non fanno 4. In Italia ci convincono invece del contrario, fanno 4. Noi viviamo sull’equivoco dei salti logici, delle addizioni che non si possono fare ma in Italia si fa di tutto! Quella urgenza ossessiva del ricorso continuo, spasmodico quasi come un‘mayday’ del termine ‘italiano’, ’italiani’ per ogni punto e virgola, lo equiparo all’insorgenza di una malattia che si è diffusa come un virus contagioso… che ci coglie alle spalle e di lato e ci avvolge,entra dentro di noi nelle nostre case dalla finestra. Ci ritroviamo cosparsi, unti direi, di termini falsi e impropri, quasi non ce ne accorgiamo più. ‘Prima gli italiani!’. Questa centrifuga disinformativa che mescola fatterelli ai comizi demagogici di certa parte politica medievale e schiavista che nasconde un modello economico redditizio: lo sfruttamento dei migranti fino all’estirpazione totale della dignità. Attenzione: nel nostro paese la riduzione in schiavitù è sentenza definitiva. L’ostentazione nei tg di certo linguaggio dai contenuti subliminali dei ‘loro’ e dei ‘noi’. ‘Prima gli italiani. E poi quelli…’, ‘Clandestino’, il linguaggio di odio.

Ma che vuol dire? Che banalità è mai questa? C’è un prima e c’è un dopo? Abbiamo visto tutti cosa ha prodotto questa disinformazione nelle periferie romane con l’assegnazione di un alloggio popolare a una famiglia rom a Casal Bruciato, con le minacce di stupro. Si è persa la civiltà. Il cronista è testimone della realtà. Un giornalista che racconta i fatti ha il dovere di correggere i linguaggi, di intervenire mentre registra le affermazioni false e il linguaggio di odio. Non si possono mettere in onda, come megafoni, fatti deformati. Eppure, spesso, si fa… C’è la responsabilità dell’essere testimoni e la deontologia che impongono correttezza. La responsabilità.

È come giocare a carte truccate una partita …e non riesci più a venire fuori dall’inganno di quellecarte truccate. Se non butti a terra tutte le carte per denunciare che sono manipolate. Se non cambi le carte, se entri a far parte del gioco truccato, ti renderai complice inevitabilmente della falsa informazione fino ad arrivare alla propaganda. È in gioco la responsabilità di ciascuno di noi e la dobbiamo esercitare. L’Italia siamo anche noi: giornalisti, impiegati, ciabattini, panettieri, professionisti, operai, casalinghe, pensionati, studenti… ciascuno per la propria parte dobbiamo avere il coraggio di svelare quando le carte sono truccate. Dobbiamo farcene carico. Le chiese sono scese in campo e lo hanno fatto con l’azione! Si sono schierate. Non si può rimanere a guardare. Il cristianesimo, la missione della ricerca della verità coinvolge tutti in modo attivo. C’è un popolo che tiene lampade accese in mano in Italia, un popolo che sta salvando il paese, che ci rende orgogliosi: volontari, società civile, laici e religiosi, le ONG. No non siamo Ponzio Pilato, non ce ne laviamo le mani, i diritti umani non si barattano, non si negoziano. Sono indiscutibili.

Quelle carte truccate non le prenderò in mano: ho il dovere di mostrare l’inganno. Sapete, il Contratto nazionale dei giornalisti ha un articolo che consente al giornalista di ritirare la firma se gli viene chiesto di firmare un servizio falso o manipolato o incompleto, cioè di parte… ma quanti ritirano la firma? Chi lo fa e l’ha fatto ha lo stipendio fermo da anni, la carriera bloccata. È un linguaggio duro quello che richiede il pagamento di un prezzo per attenersi a una informazione vera,concreta, di fatti rigorosi… il fiume si adegua all’andazzo, meglio la vita comoda di un giornalismo di apparenza e salottiero, al trucco e al parrucco. Bisogna che ci diciamo i fatti. Non c’è più tempo da perdere. Questo è uno dei drammi del nostro paese: la mancata informazione completa e corretta.

Se andiamo a vedere quanti paesi sono in guerra in Africa, se dovessi elencarli tutti, occorrerebbeuna buona mezz’ora… immaginate nei tg. Noi viviamo al buio. Una persona che prende il suo tempo per informarsi autonomamente lo sa bene che è così! L’informazione italiana non è esterofila: è un labirinto basato sullo psicodramma dei partiti propri, di cosa ha detto pinuccio, cosa ha risposto gennaro, cosa gli manda a dire filomena e via di seguito. Una informazione che tende a parlarsi addosso e autoreferenziale. Se non guardiamo agli esteri abbiamo perso la bussola come riferimento: siamo in mare aperto e non sappiamo più dove si trova la nostra imbarcazione. Il riferimento sono gli altri popoli, non il nostro ombelico. Bruciamo i minuti preziosi di informazione dietro a Salvini o a chi per lui. Quando Presidente del consiglio è stato Renzi, era una melassa in tv, imbarazzante e onnipresente. Ci sono le parole in tv, ma i fatti raccontati, spiegati e mostrati sono pochi, con esempi virtuosi, certo. Pochi i giornali e i tg con le lampade in mano. La maggior parte delle persone forma la sua opinione in tv. Immaginate… il modello informativo è il New York Times: Europa, Asia, Africa, Nord America, Sudamerica, USA ecc. Provate a entrare sul sito del NYT e vedete il mondo delle notizie.

La distorsione o l’assenza delle notizie non riguarda solo il fenomeno migratorio. Ma anche l’Europa: noi non conosciamo nulla dei fatti di cronaca europei. Non abbiamo tg europei. Non sappiamo che le mafie si sono radicate in Europa e hanno in mano una buona parte dell’economia: società, ristoranti, immobili, eolico, energie, smaltimento rifiuti, trasporti sui tir, stanno frodando i fondi europei in Slovacchia impedendo ai piccoli agricoltori di accedervi e tentando di rubargli le terre. Hanno aggredito e picchiato i contadini e ne hanno assassinato un altro. Un fenomeno analogo a ciò che le mafie consumano sui pascoli italiani e con le frodi europee nel silenzio più assoluto, mentre qui vanno in onda ore e ore di tv sui capi dei partiti e sulle loro parole. Parole, parole che usurpano i fatti dovuti ai cittadini. Sulle terre nel mondo si sta consumando una guerra priva di informazione,ci accorgiamo dell’Amazzonia solo perché brucia. La disperazione degli indigeni è davanti al mondo, dietro c’è lo scempio degli interessi degli allevatori. L’informazione corretta appartiene ai cittadini, ne hanno, ne abbiamo diritto. La verità dei fatti è sbiadito sullo sfondo e la sovrastano le opinioni con milioni di parole. E dunque non stiamo vivendo una democrazia autentica.

Di Europa si parla solo in funzione dei partiti e solo per riflesso alla politica interna. Ma questa non è la verità; e la realtà dei fatti di cronaca dov’è? Il sistema nel quale viviamo è abbastanza mistificato e immeritocratico, dunque diventa sovversiva la ricerca della verità e sovversivo è quel magistrato, quel giornalista, quelle donne e uomini di chiesa o laici che la affermano. Il problema sei tu se dici la verità in un mare di menzogne.

Per questo sono stati assassinati i giornalisti investigativi Jan Kuciak con la sua compagna Martina Kusnirova in Slovacchia e Daphne Caruana Galizia a Malta, fatta saltare in aria con un’autobomba.Siamo in Europa e non conosciamo ancora la verità su questi tre omicidi. I colleghi indagavano infatti sul riciclaggio, corruzione politica e mafie, scrivevano verità tra tante menzogne. E oggi rischia la vita chi si avvicina a questi fili. Pretendere la verità è d’obbligo, scavare e indagare è indispensabile, tanto quanto accertare le responsabilità sui mandanti esterni e i depistaggi della strage di via d’Amelio. Il mio appello è rivolto alle lampade in mano: non spegnetele. Indaghiamo sui fatti, il giornalismo investigativo è sale della democrazia. Non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza accertamento della verità, dice il vangelo.

Maria Grazia Mazzola

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Minoranze valdesi fra Italia e Uruguay: ritratto di una somiglianza

da Nev

Intervista alla “Moderadora” della Mesa valdense del Rio de La Plata Carola Tron, giovane pastora della chiesa di San Salvador, ospite del Sinodo recentemente concluso a Torre Pellice

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Sinodo 2019 – Comunicati stampa diffusi dall’ufficio stampa

Qui trovate tutti i comunicati stampa diffusi, a cura dell’Agenzia stampa NEV – Notizie Evangeliche, dall’Ufficio stampa del Sinodo

Qui trovate l’indice dei comunicati alla fine i testi dei 18 cs diffusi.

COMUNICATO STAMPA N. 1 

AL VIA DOMANI IL SINODO DELLE CHIESE METODISTE E VALDESI 2019

COMUNICATO STAMPA N. 2

Responsabilità e fede al centro del culto di apertura del Sinodo

COMUNICATO STAMPA N. 3

SINODO 2019, IL MESSAGGIO DI SALUTO DI PAPA FRANCESCO PROMUOVERE INSIEME “LA GIUSTIZIA E LA PACE”

COMUNICATO STAMPA N. 4

Il Sinodo lavora al futuro della chiesa

COMUNICATO STAMPA N. 5

Mons. Spreafico (CEI) al sinodo: “ci avete aiutato a riscoprire la bellezza e la potenza della parola”

COMUNICATO STAMPA N. 6

Annette Kurschus, presidente della chiesa della Vestfalia, saluta il Sinodo valdese metodista e ringrazia per l’impegno umanitario “che non lascia indietro nessuno”.
Ora, corridoi umanitari delle chiese anche in Germania

COMUNICATO STAMPA N. 7

Tre nuovi pastori consacrati al Sinodo

COMUNICATO STAMPA N. 8

Serata pubblica del Sinodo su diritti e democrazia
“La verità non è una farfalla inchiodata in una teca di vetro”

COMUNICATO STAMPA N. 9

COMUNICATO STAMPA N. 10

 Carcere, giustizia, diritti. La conferenza stampa al Sinodo delle chiese metodiste e valdesi

COMUNICATO STAMPA N. 11

Il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi esprime preoccupazione per le conseguenze del Decreto sicurezza

COMUNICATO STAMPA N. 12

 Sinodo metodista e valdese. Un patrimonio culturale in crescita e sinergia con il territorio

COMUNICATO STAMPA N. 13

Peccato di genere 

COMUNICATO STAMPA N. 14

Il Sinodo valdese e metodista rinnova l’impegno dei corridoi umanitari

COMUNICATO STAMPA N. 15

Sinodo delle chiese metodiste e valdesi. Libertà religiosa e diritti civili

COMUNICATO STAMPA N. 16

Nuovo governo, Sinodo valdese e metodista:
“Umanesimo di oggi non può prescindere dai diritti di tutti e dall’uguaglianza”

COMUNICATO STAMPA N. 17

Otto Per Mille: approvati i progetti 2019

I fondi saranno utilizzati per finanziare 489 progetti all’estero e 946 progetti in Italia

COMUNICATO STAMPA N. 18

Ambiente, la preoccupazione del Sinodo valdese e metodista “Stop all’aggressività consumistica e alla mentalità predatoria”

 

 

COMUNICATO STAMPA N. 1

AL VIA DOMANI IL SINODO DELLE CHIESE METODISTE E VALDESI 2019

 

L’Assemblea sinodale, massimo organo decisionale dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi, si chiuderà venerdì 30 agosto con l’elezione delle cariche amministrative e del/la nuovo/a moderatore/a

 

Torre Pellice (Torino), 24 agosto 2019 (SSSMV/1) – Si apre domani a Torre Pellice (Torino) in Piemonte, il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi. 180 deputati – pastori e laici in numero uguale – convergeranno da tutta Italia nella “capitale delle Valli valdesi” per decidere della vita della chiesa.

Il Sinodo si aprirà alle 15.30 con un culto nel tempio di via Beckwith. La predicazione è stata affidata a Erica Sfredda, predicatrice locale, che aprirà il tradizionale corteo lungo la via Beckwith fin dentro il tempio.

La colletta raccolta durante il culto sarà devoluta al Centro ecumenico di ascolto di Pinerolo, che si occupa di accompagnare famiglie del territorio che vivono un disagio economico e sociale.

Dall’Italia per la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) sarà presente Monsignor Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (UNEDI).

La consueta serata pubblica del lunedì, in agenda il 26 agosto presso il tempio di Torre Pellice, avrà come tema “Diritto, diritti, verità, democrazia” con gli interventi di: Marco Tarquinio, direttore di AvvenireMaria Grazia Mazzola, giornalista, Marco Bouchard, magistrato; modera e introduce la serata Ilaria Valenzi, avvocata e responsabile legale della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).

Attesi al Sinodo anche numerosi ospiti che come ogni anno giungono da diversi continenti.

L’Assemblea sinodale, che è il massimo organo decisionale dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi, si chiuderà venerdì 30 agosto con l’elezione delle cariche esecutive ed amministrative. Con questo Sinodo si chiude il mandato del pastore Eugenio Bernardini (leggi qui l’intervista) e sarà eletto/a il/la nuovo/a moderatore/a.


COMUNICATO STAMPA N. 2
Responsabilità e fede al centro del culto di apertura del Sinodo

 

Torre Pellice (Torino), 25 agosto 2019 (SSSMV/02) – “Responsabilità” e “fede” sono le due parole chiave emerse dal culto di apertura del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi. Il culto è stato preceduto dal corteo dei membri del Sinodo (pastori, deputati, ospiti) partito dalla Casa valdese che ha percorso via Beckwith fino al tempio; è l’immagine di una chiesa che “cammina insieme”. Ad accogliere il corteo, il Coro nazionale ghanese in Italia che insieme alle Corali delle Valli e ai trombettisti della Val Pellice hanno condotto i momenti musicali del culto.

La predicazione, curata da Erica Sfredda, predicatrice locale, si è basata sul testo della I Lettera ai Corinzi, 15, 12-19, in cui si affrontano i temi della resurrezione, della predicazione e del rischio di una fede vana.

“Siamo parte di un ingranaggio di un mondo di morte – ha detto Sfredda -. Un mondo che permette che i bambini siano abbandonati, o abusati: costretti a lavorare, a fare i soldati, a prostituirsi, o a diventare organi di ricambio per i ricchi. Un mondo che quotidianamente registra il maltrattamento, se non addirittura l’assassinio, il femminicidio di donne comuni, che non vivono in Paesi in guerra, ma che sono le nostre vicine, le nostre amiche, le nostre sorelle, quelle che incontriamo al supermercato o negli uffici postali, o quelle che non vediamo più, perché sepolte in casa. La realtà è che spesso anche noi, membri di una Chiesa ‘impegnata’, viviamo, come direbbe Primo Levi, nelle nostre ‘tiepide case’, dimentichi, se non indifferenti, delle morti nel Mediterraneo, delle atrocità della Libia, delle crudeltà perpetrate nei tanti Paesi coinvolti in guerra, ma anche distratti rispetto alle morti sul lavoro, all’inquinamento crescente, alla distruzione della Terra in cui viviamo”.

Sfredda pone domande scomode, che interpellano il senso e la quotidianità di una comunità corresponsabile di ciò che avviene nel mondo e la fede in un Dio che è “con noi attraversando le frontiere”. La chiesa vive la sua testimonianza nella concretezza, ad esempio con l’impegno sociale per i diritti dei deboli, per l’ambiente, con i corridoi umanitari, con il programma rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) Mediterranean Hopee il percorso Essere chiesa insieme(ECI), con i credenti di diverse provenienze che radicano la loro vita e il loro servizio nel nostro Paese. Ma lo stesso apostolo Paolo “ci ammonisce e ci mette in guardia dal facile senso di appagamento che abbiamo sentito forse dentro di noi… Non è il nostro entusiasmo, o la nostra capacità di riempire le nostre chiese, e neppure la nostra carica umanitaria a fare la differenza. Tutto questo è importante, anzi vorrei dire fondamentale, ma nasce dallo Spirito Santo e si nutre di una fede che è radicata nella morte e resurrezione di Gesù”.

Nel corso del culto di apertura sono stati consacrati al ministero pastorale, con l’imposizione delle mani da parte del Corpo pastorale e di tutta la comunità riunita, Marco Casci, Sophie Langenecke Nicola Tedoldi, che hanno sostenuto e superato ieri l’esame di fede.

I lavori del Sinodo proseguiranno fino al 30 agosto con due tappe di rilievo. L’incontro di domani, organizzato da Mediterranean Hope e Commissione sinodale per la Diaconia (lunedì 26 agosto, galleria Scroppo, via Roberto D’Azeglio 10, Torre Pellice, 12.30-14.45) dal titolo “Invece un samaritano lo vide e ne ebbe compassione”, con Riccardo Gatti, capomissione della Open Arms (in collegamento video), Giorgia Linardi, portavoce Italia della Sea-Watch e il pastore Randy Mayer della United Church of Christ, impegnato sulla frontiera tra Usa e Messico. Secondo appuntamento, la consueta serata pubblica, quest’anno sul tema “Diritto, diritti, verità, democrazia”, lunedì 26 agosto ore 20.45  presso il Tempio valdese di Torre Pellice, in via Beckwith, con Marco Tarquinio, direttore di Avvenire,Maria Grazia Mazzola, giornalista, Marco Bouchard, magistrato; modera e introduce la serata Ilaria Valenzi, avvocata e responsabile legale FCEI.

La colletta raccolta durante il culto sarà devoluta al Centro ecumenico di ascolto di Pinerolo, che si occupa di accompagnare famiglie del territorio che vivono un disagio economico e sociale.


COMUNICATO STAMPA N. 3

SINODO 2019, IL MESSAGGIO DI SALUTO DI PAPA FRANCESCO

PROMUOVERE INSIEME “LA GIUSTIZIA E LA PACE”

 

Torre Pellice (Torino), 25 agosto 2019 (SSSMV/03) – Papa Francesco ha inviato il suo personale saluto al Sinodo delle chiese metodiste e valdesi che si apre oggi, domenica 25 agosto, a Torre Pellice, esprimendo “la vicinanza fraterna” sua e a nome “della Chiesa cattolica”.

Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese, ha letto ai sinodali la missiva di papa Francesco, nella seduta di apertura dei lavori.

“Mi unisco alla vostra preghiera – ha scritto nel suo messaggio al Sinodo papa Francesco– anche per chiedere al Signore il consolidamento dello spirito ecumenico fra i cristiani, come pure una crescente comunione tra le nostre Chiese”.

Come discepoli di Cristo – ha continuato –possiamo offrire risposte comuni alle sofferenze che affliggono tante persone, specialmente i più poveri e i più deboli, promuovendo così la giustizia e la pace”.

Rivolgendo l’attenzione ai sinodali, il papa ha espresso l’augurio “affinchè in questi giorni di incontro, di preghiera e di riflessione possiate fare esperienza viva dello Spirito Santo, che anima e dà forza alla testimonianza cristiana”.

Qui di seguito il testo integrale del saluto di papa Francesco:

Cari fratelli e sorelle,

il Sinodo dell’Unione delle Chiese metodiste e valdesi è occasione propizia per rivolgervi il mio cordiale saluto, espressione della vicinanza fraterna mia e dell’intera Chiesa cattolica.

Prego per tutti voi, affinchè in questi giorni di incontro, di preghiera e di riflessione possiate fare esperienza viva dello Spirito Santo, che anima e dà forza alla testimonianza cristiana.

Mi unisco alla vostra preghiera anche per chiedere al Signore il consolidamento dello spirito ecumenico fra i cristiani, come pure una crescente comunione tra le nostre Chiese.

Siamo chiamati a proseguire il nostro impegno nel cammino di reciproca conoscenza, comprensione e collaborazione, per testimoniare Gesù e il suo Vangelo di carità.

Come discepoli di Cristo possiamo offrire risposte comuni alle sofferenze che affliggono tante persone, specialmente i più poveri e i più deboli, promuovendo così la giustizia e la pace.

Formulo alla vostra Assemblea sinodale i migliori auguri e, mentre invoco la benedizione del Signore, vi chiedo, per favore di pregare per me.

Fraternamente,

Francesco

Dal Vaticano, 22 agosto 2019

 (NEV/CS44)


COMUNICATO STAMPA N. 4

Il Sinodo lavora al futuro della chiesa

 Torre Pellice (Torino), 26 agosto 2019 (SSSMV/04) – Il Sinodo delle chiese metodiste e valdesientra nel vivo dei lavori, con la guida di Peter Ciaccioe Andreas Köhn, rispettivamente presidente e vice presidente del seggio, supportati dal segretario Ignazio Di Lecce.

Diversi i temi all’ordine del giorno, fra cui la libertà religiosa e i rapporti con lo Stato, l’impegno sociale e comunitario, la Diaconia “globale”, i diritti umani, il presente e il futuro della cosiddetta “generazione interculturale” e delle chiese locali, l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. È attesa questa mattina la visita nell’aula sinodale del presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (UNEDI) della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) Monsignor Ambrogio Spreafico.

Tutti i giorni dalle 9.30 alle 11 su Radio Beckwithva in onda in diretta la “rassegna stampa dal Sinodo” condotta da Matteo Scali, con ospite fissa l’Agenzia stampa NEV.

Alle 12.30 si terrà la conferenza stampa ufficiale della prima giornata, presso la biblioteca della Casa valdese di Torre Pellice.

Messaggi di saluto in occasione della giornata inaugurale sono giunti dal pastore Stefano Paris, presidente dell’Unione italiana delle chiese cristiane avventiste del settimo giorno (UICCA), dal presidente del Segretariato attività ecumeniche (SAE) Piero Stefani, da papa Francescoe dal vescovo emerito Pier Giorgio Debernardi.

 (NEV/CS45)


COMUNICATO STAMPA N. 5

Mons. Spreafico (CEI) al sinodo:
ci avete aiutato a riscoprire la bellezza e la potenza della parola

 

Torre Pellice (Torino), 26 agosto 2019 (SSSMV/05) – “Voi ci avete aiutato a riscoprire la bellezza e la potenza della Parola, che cambia i cuori e la storia. Mi auguro che essa sia sempre all’inizio e alla fine di ogni nostro impegno, perché senza questo spirito che soffia non ci sarà nessuna trasformazione della storia”. Così il presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (UNEDI) della Conferenza episcopale italiana (CEI) Monsignor Ambrogio Spreafico, intervenendo al Sinodovaldese e metodista in corso a Torre Pellice. Spreafico ha ringraziato il moderatore uscente Eugenio Bernardiniper l’amicizia e la condivisione che lega da molti anni cattolici e protestanti.

“Ci troviamo in un tempo difficile – ha continuato l’esponente cattolico -, davanti a donne e uomini a volte imprigionati dalla paura e di conseguenza da una rabbia e da un rancore che devono trovare ogni giorno qualcuno con cui sfogare il proprio risentimento, fossero gli stranieri, i rom, i poveracci, oppure persino il vicino o il parente che ti hanno infastidito con il loro comportamento”.

Il presidente dell’UNEDI ha anche ricordato l’esperienza “ecumenica” dei corridoi umanitari, realizzata dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) con la Tavola valdese e la Comunità di Sant’Egidio. “Non è solo un’azione benefica bensì profezia di un mondo, dove le migrazioni fanno parte di quelle tragiche conseguenze di ripetute azioni che stanno mettendo in discussione l’armonia del creato, dove le guerre, la povertà, la violenza e le ingiustizie non permettono a molti di continuare a vivere là dove sono nati e cresciuti”.

“Lasciatemi concludere – ha dichiarato infine Spreafico – sottolineando come alla base di tutto il nostro vivere come cristiani, che vogliono testimoniare l’Evangelo di Gesù, si deve sempre manifestare la forza della Fede, che nella Parola di Dio trova la sua sorgente”.

 

(NEV/CS46)


COMUNICATO STAMPA N. 6

Annette Kurschus, presidente della chiesa della Vestfalia, saluta il Sinodo valdese metodista e ringrazia per l’impegno umanitario “che non lascia indietro nessuno”.
Ora, corridoi umanitari delle chiese anche in Germania

 

Torre Pellice (Torino), 26 agosto 2019 (SSSMV/06) – “L’atmosfera che circonda questo Sinodo è speciale, qui ho sentito battere forte il cuore della vostra chiesa. Qui vive una chiesa che si assume dei rischi” ha detto la pastora Annette Kurschus, presidente della Chiesa della Vestfalia, in un messaggio rivolto ai delegati delle chiese metodiste e valdesi. “Molte chiese, anche in Germania, in questo momento si concentrano principalmente su loro stesse e sulle loro preoccupazioni a proposito della loro stessa sopravvivenza – ha continuato -.  Nel frattempo, i populisti di destra giocano in modo infame con le paure delle persone riguardo al futuro. Le minoranze, i migranti e i rifugiati non ricevono protezione né accoglienza. Il rispetto dell’innegabile dignità umana viene sacrificato di fronte a meschini interessi particolari nazionali”. Nel richiamare l’importanza di una chiesa che sia a fianco dei poveri, dei malati, delle persone che soffrono, Kurschus ha ricordato: “Su molti punti avete anticipato coraggiosamente ciò che ora è improrogabile. Il vostro impegno a nome dell’Europa intera ci indica il cammino da seguire. Mediterranean Hope,  una rete ecumenica della speranza nel Mar Mediterraneo che non lascia indietro nessuno. Le attività di ricerca e soccorso in mare, a favore delle persone nel Mediterraneo, una delle frontiere più pericolose al mondo. I corridoi umanitari: un’alternativa indispensabile, per la quale vi siete battuti a dispetto di ogni resistenza. Instancabili e tenaci, avete cercato nuove strade con amore fantasioso, le avete spianate e trasformate in passaggi sicuri per i rifugiati più vulnerabili”.

La pastora ha continuato: “Fin dall’inizio abbiamo potuto partecipare a questi processi. Ve ne siamo grati”. Finalmente è stato istituito un corridoio umanitario anche verso la Germania, dal nome “Neustartim Team” (Ripartire in squadra), abbreviato NesT, che in tedesco significa “nido”.  “Lavoriamo insieme a voi per far sì che questo programma apra nuove prospettive di vita a tante persone che fuggono dai loro paesi – ha concluso Kurschus -. La luce nello stemma della vostra chiesa è la luce di Cristo, che non fa sparire magicamente la paura, ma è più forte. Una promessa che, da secoli e fino a oggi, dà al battito di cuore della vostra chiesa la sua forza e la sua costanza a dispetto dei rapporti di potere e delle apparenze”.

La presidente ha poi rivolto un ringraziamento al moderatore uscente, Eugenio Bernardini, con il dono della croce di bronzo della Chiesa evangelica della Vestfali, in segno di rispetto e di unione fraterna.

(NEV/CS47)


COMUNICATO STAMPA N. 7

 

Tre nuovi pastori consacrati al Sinodo

 

Torre Pellice (Torino), 26 agosto 2019 (SSSMV/07) –  I tre nuovi pastori consacrati durante il culto di apertura del Sinodo valdese e metodista, Marco Casci, Sophie Langenecke Nicola Tedoldi, provenienti da un contesto e da esperienze di vita molto differenti, porteranno nel loro ministero le proprie specificità. Questo è quanto emerso nella consueta conferenza stampa delle 12.30, oggi guidata dal Decano della Facoltà valdese di teologia Fulvio Ferrario. Ferrario ha presentato i tre nuovi ministri di culto a partire dalle loro biografie: Casci con un percorso che viene dal mondo evangelicale, Langeneck cresciuta in una famiglia di pastori e nell’ambiente della Federazione dei giovani evangelici in Italia (FGEI) e Tedoldi, di origine cattolica.

Dalle biografie e dalle dichiarazioni di questi tre nuovi pastori sono emerse alcune parole e temi che caratterizzeranno il loro ministero: confronto con l’attualità, centralità della Parola biblica, volontà di annunciare l’evangelo fuori e dentro le chiese, ecumenismo, ricerca di Dio in contesti e persone differenti, passione nelle relazioni e nella scoperta dell’altro.

Marco Casci ha sottolineato l’importanza degli studi e delle esperienze nella facoltà di teologia e di co   me questi gli abbiano permesso di confrontarsi con la contemporaneità e di uscire dalla mura delle chiese per incontrare il mondo.

Langeneck ha parlato dell’entusiasmo che ha suscitato in lei l’incontro con la parola di Dio e con le teologie proprie del Novecento, che nascono fuori dall’Europa.

Tedoldi ha detto che il suo avvicinamento al protestantesimo è nato da una vocazione profonda  e dalla possibilità di trovare delle risposte che altrove non aveva trovato.

In conclusione, il prof. Ferrario ha fatto proprie le parole di un esponente cattolico di una grande diocesi in Germania, che si è espresso in questi termini: “Quest’anno abbiamo avuto cinque candidature al sacerdozio (pochissime, ndr). Abbiamo potuto accettarne solo due, perché essendo così pochi, possiamo permetterci solo i migliori”.

 

(NEV/CS48)


 

COMUNICATO STAMPA N. 8

 

Serata pubblica del Sinodo su diritti e democrazia
“La verità non è una farfalla inchiodata in una teca di vetro”

 

Torre Pellice (Torino), 27 agosto 2019 (SSSMV/08) –  “Diritto, diritti, verità, democrazia”, questo il tema della serata pubblica del Sinodo delle chiese metodiste e valdesiche si è tenuta ieri presso il Tempio valdese. Presenti all’evento Marco Tarquinio, direttore di Avvenire,Maria Grazia Mazzola, giornalista d’inchiesta della RAI e Marco Bouchard, magistrato, moderati da Ilaria Valenzi, avvocata e responsabile legale della Federazione delle chiese evangeliche in Italia(FCEI).

 

“Manipolazione, complicità, propaganda, sono nemici della verità, dunque servono coraggio e forza etica”, ha detto Maria Grazia Mazzola. Se non ci si riappropria della dignità professionale giornalistica il rischio è quello di proporre solo “melasse e fiumi di parole inutili, contenuti spesso subliminali. L’informazione corretta appartiene a tutti noi. Non stiamo vivendo una democrazia vera e piena, ma viviamo in un sistema mistificato in cui la ricerca della verità è percepita come sovversiva. Per questo sono stati assassinati Ján Kuciak, Martina Kušnírová e Daphne Caruana Galizia,che indagavano anche per noi su riciclaggio, corruzione, politica e mafia. Il giornalismo investigativo è il sale della democrazia” ha concluso la giornalista.

 

“Ogni opinione è importante, ma esiste il bene ed esiste il male, come esistono il falso e il vero. Non c’è equilibrio se sei equidistante fra bene e male” ha dichiarato Marco Tarquinio, ricordando che “l’impegno civile è responsabilità anche dei lettori. I giornali sono come i lettori li vogliono”. Dobbiamo “pretendere dalla politica uno sguardo sul futuro –  ha concluso -.  Non dobbiamo seguire i mandriani della violenza verbale, ma dobbiamo costruire piazze e città. L’Italia è un mosaico che può mettere in armonia tutte le differenze”.

 

“Esiste solo una verità: quella esperienziale, dialogica e polifonica. La verità non può essere catturata; la verità non è una farfalla inchiodata in una teca di vetro. La verità, come una farfalla, deve poter volare” ha affermato il magistrato Marco Bouchard. “Come costruire un rapporto virtuoso tra verità e democrazia? Il punto di incontro è dato dai diritti. Fra cui il diritto di avere informazioni corrette, di poter distinguere il vero dal falso. Una politica che negli atti istituzionali ricorre ai social è la morte della democrazia” ha concluso, richiamando all’importanza della separazione dei poteri a garanzia dei diritti e dei cittadini.

La serata si è conclusa con l’intervento del moderatore uscente, pastore Eugenio Bernardini: “Crediamo nel potere della verità, del dialogo e del confronto – ha detto -. Grazie ai nostri ospiti, che ci hanno dato, con la loro tenacia, la speranza che ci siano persone coraggiose, con una visione chiara contro la menzogna, che è un veleno per la società – e, citando il vangelo di Giovanni, ha concluso -. La verità vi farà liberi”.

Qui il video integraledella serata pubblica, curato da Radio Beckwith evangelica (RBE).

 

(NEV/CS49)


COMUNICATO STAMPA N. 9

 

Torre Pellice (Torino), 27 agosto 2019 (SSSMV/09) – Il Sinodo delle chiese metodiste e valdesiha fatto proprio il documento del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) “Dichiarazione sulla violenza sessuale e di genere e sul Premio Nobel per la Pace del novembre 2018“, Nobel assegnato a Denis Mukwegee a Nadia Muradcome “incoraggiamento per tutte e tutti coloro che lavorano per porre fine all’uso della violenza sessuale come arma di guerra”. Il Sinodo ha anche chiesto alle chiese di aderire alla campagna mondiale “Giovedì in Nero” e di promuovere e testimoniare il sostegno al movimento globale che si oppone alla cultura dello stupro, dell’ingiustizia di genere, dell’abuso, e di darne pubblicità sul territorio di pertinenza.

I due documenti del CEC sono espressione del comitato esecutivo di questo organismo che si è svolto a Uppsala, in Svezia, lo scorso novembre e tracciano le strategie per costruire giustizia e per fermare stupri, abusi e matrimoni forzati. Oltre alla creazione di “politiche concrete e misurabili che sostengano l’equità di genere nelle strutture del CEC e delle chiese membro, in riferimento a stipendi, posizioni di leadership, e a codici di condotta su molestie e aggressioni sessuali”, si parla anche di responsabilizzazione nel contrasto alla violenza, di sostegno a donne, ragazze e persone vulnerabili, alla creazione e sviluppo di “reti capaci di agire subito per fermare assalti, abusi, incarcerazioni, uccisioni di donne, ragazze e altre persone vulnerabili”. Fra le proposte concrete, anche quella di coinvolgere organizzazioni maschili affinché diventino “spazi per la resistenza al patriarcato e per l’affermazione di mascolinità non tossiche e nonviolente”.

Qui il PDF integrale della dichiarazione adottata dal CEC sulle violenze sessuali e di genere.

 

#ThursdaysinBlackè una campagna che nasce dal Decennio delle Chiese in solidarietà con le donne (1988-1998), per rendere visibili le storie sullo stupro come arma di guerra, sull’ingiustizia di genere, sull’abuso, sulla violenza e per rendere visibile la capacità di recupero e gli sforzi delle donne.

La campagna è stata ispirata dalle Madri de Plaza de Mayo di Buenos Aires, dalle Donne in nero in Israele e in Palestina, dalle donne in Ruanda e in Bosnia.

(NEV/CS50)


COMUNICATO STAMPA N. 10

 

Carcere, giustizia, diritti. La conferenza stampa al Sinodo delle chiese metodiste e valdesi

 

Torre Pellice (Torino), 27 agosto 2019 (SSSMV/10) – Da una parte chi vuole “Buttare via la chiave”, chi augura alle persone di “marcire in galera”, dall’altra la Costituzionee il rispetto dei diritti umanitari. Il tema dei diritti, appunto, delle carceri e quindi in senso più ampio della giustizia, è stato oggi al centro della conferenza stampa del Sinodo valdese e metodista in corso a Torre Pellice, moderata dal giornalista Roberto Davide Papini, ealla quale hanno preso parte la giurista Ilaria Valenzi e il pastore Francesco Sciotto.

“Il tema delle carceri è sempre urgente – ha esordito Valenzi – ed è necessario ripensare la pena perchè sui diritti stentiamo a riconoscere la dignità come principio fondamentale dell’azione dello Stato”.

Francesco Sciotto attraverso la sua esperienza pastorale di visita ai detenuti esorta “chi ci vede, chi sta seguendo la conferenza stampa, forse detenuti o loro cari, invitaci a visitarli”.

Una presenza evangelica nelle carceri italiane punta a spezzare le catene dell’odio. Per fare questo, come ha spiegato Sciotto, il mondo valdese finanzia numerosi progetti: dagli interventi della Diaconia alle attività finanziate dall’Otto per mille, come il contributo all’osservatorio di Antigone, al fine di rafforzare esperienze di incontro con la società civile, perché “incontrarsi in carcere è più facile e dietro le sbarre c’è più ecumenismo di quanto si immagini”.

Inoltre, Sciotto sostiene che un investimento per accompagnare le persone in percorsi di inclusione occupazionale sarebbe la migliore azione politica.

“Penso ad esempio all’esperienza della pasticceria ‘Cotti in fragranza‘ a Palermo, un’esperienza che come tante si nutre soprattutto di creatività. Iniziativa che costa poco, diversamente da sbarre, confini e frontiere che costano tanti soldi e non risolvono nulla”.

E su questa strada valdesi e metodisti vogliono proseguire.

 

Qui il video integrale della conferenza stampasu carceri e diritti, trasmessa in diretta da Radio Beckwith.

 

(NEV/CS51)


COMUNICATO STAMPA N. 11

 

Il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi esprime preoccupazione

per le conseguenze del Decreto sicurezza

 

Le chiese si attiveranno nei territori per evitare che gli ‘ultimi’ perdano i diritti fondamentali

 

Torre Pellice (Torino), 28 agosto 2019 (SSSMV/11) – Nella seduta di ieri, martedì 27 agosto, il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi, riunito a Torre Pellice dal 25 al 30 agosto per decidere le linee di indirizzo della chiesa, ha preso in esame le prospettive di lavoro con migranti e nuove povertà alla luce del Decreto Sicurezza (Legge 132/2018; Legge 77/2019).

L’Assemblea ha chiesto alla Diaconia, organismo che si occupa dell’azione sociale per conto della Tavola valdese, di  “predisporre e proporre, a seguito dei tagli ai servizi introdotti dal Decreto Sicurezza, progetti di integrazione e accompagnamento”, di “modulare il proprio lavoro di accoglienza tenendo conto delle concrete situazioni sociali e politiche dei territori e sviluppare, nel medio periodo, interventi per l’inclusione, rivolti in modo trasversale agli ‘ultimi’, sia italiani che stranieri”.

Il Sinodo è anche intervenuto sulle possibili situazioni relative alle iscrizioni anagrafiche e concessioni della residenza a persone italiane e straniere in situazioni di marginalità (titolari di protezione umanitaria e sussidiaria, richiedenti asilo e persone sottoposte a procedimenti penali e amministrativi per determinati reati per i quali si prefigurano limiti all’accesso ai diritti fondamentali quali il diritto alla salute e all’assistenza sociale e sanitaria, il diritto alla casa e al lavoro) e ha invitato le Chiese “a chiedere che nei Comuni dei propri territori i sindaci autorizzino il rilascio della residenza, come già avvenuto in alcuni Comuni o a seguito di talune ordinanze giudiziali”.

Nel corso del dibattito è emersa la preoccupazione delle chiese per la perdita di diritti civili e sociali a cui, in seguito al Decreto sicurezza, le persone in situazione più marginale sono state esposte; ha chiesto alle chiese di attivarsi nei territori di appartenenza per l’inclusione di tutti e tutte con azioni di sensibilizzazione e pressione nei confronti delle istituzioni locali per il rilascio delle residenze.

(NEV/CS52)


COMUNICATO STAMPA N. 12

 

Sinodo metodista e valdese. Un patrimonio culturale in crescita e sinergia con il territorio

Torre Pellice (Torino), 28 agosto 2019 (SSSMV/12) – Il Sinodo delle chiese metodiste e valdesiha espresso la propria approvazione per il consolidamento dei progetti culturali legati al patrimonio metodista e valdese che nel corso dell’ultimo anno si sono ampliati e hanno vissuto importanti momenti di crescente collaborazione e partenariato con altre istituzioni del territorio.

L’Archivio storico della Tavola valdese ha progettato il riordino e l’inventariazione dei fondi per un migliore accesso e fruizione online per studiosi e ricercatori, e ha stipulato un accordo di collaborazione scientifica con l’Archivio di Stato di Torino avente per oggetto l’approfondimento delle descrizioni dell’inventario delle carte riguardanti i valdesi (1395-1854).

Sempre in questo ambito la  Tavola valdese ha ricevuto dalla  Regione Piemonte un finanziamento per il progetto “Valdesi e metodisti in Piemonte: spazi di cultura e di fede attraverso i secoli”, che “mira a dare vita ad attività integrate in grado di sviluppare ulteriormente il Sistema archivistico, bibliotecario e del Patrimonio culturale metodista e valdese”.

Atro tema che il Sinodo ha preso in esame è quello del rilancio delle attività del Collegio valdese di Torre Pellice, che ha portato all’istituzione dell’articolazione sportiva del Liceo scientifico. Il liceo scientifico sportivo, che si somma ai già esistenti classico, linguistico e scientifico tradizionale, ha consentito di ampliare l’offerta formativa e, conseguentemente, aumentare il numero di iscritti.

(NEV/CS53)


COMUNICATO STAMPA N. 13

 

Peccato di genere

 

Torre Pellice (Torino), 28 agosto 2019 (SSSMV/13) – Anche quest’anno il Sinodo delle chiese metodiste e valdesisi è pronunciato sul tema delle violenza contro le donne. “Serve un segno visibile” ha detto la pastoraDaniela Di Carlo,durante la conferenza stampa del Sinodo, e ha spiegato l’importanza di aderire alla campagna dei “Giovedì in Nero”(#ThursdaysinBlack) del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC). “Nel mondo ci sono ancora spose bambine, lo stupro è ancora usato come arma di guerra, come chiese dobbiamo quindi schierarci contro ogni tipo di violenza. Ci sono donne vittime di una visione così patriarcale da essere sempre invisibili, magari per dare luce e potenza ai loro figli maschi. C’è un peccato di tipo teologico, un peccato di genere che riguarda gli uomini che hanno estromesso le donne dalla chiesa, dalla spiritualità, impedendo loro di diventare teologhe, ministri, ovvero hanno impedito di assumere i ruoli guida nelle comunità e nelle religioni. Le chiese cristiane sono state promotrici di questo peccato di genere perché sono portatrici di  stili di vita, oltre che di progetti teologici. Serve fare autocritica” ha proseguito Di Carlo, affermando anche che bisogna opporsi all’immaginario della “donna-vittima” e cambiare lo sguardo verso le donne che subiscono violenza e stigmatizzarle. Quelle donne non sono “vittime”, ma “superstiti, e come tali devono essere riconosciute quali testimoni, affinché possano dire il dolore, che scuote la persona, ma testimoniare contro il silenzio che regna anche nelle chiese e dare la spinta che serve”.

Il pastore Daniele Bouchard ha parlato di come la violenza maschile debba interpellare gli uomini e sia un aspetto dell’identità maschile. “Identificare la violenza maschile con alcuni uomini violenti è fuorviante – ha detto Bouchard -. Ovviamente esistono quegli uomini e vanno messi in condizione di non nuocere, ma parliamo di violenza maschile perché ha a che fare con l’identità maschile. L’identità maschile è parte costitutiva della violenza. Le donne ci hanno interpellati per prenderne coscienza. Dobbiamo metterci in discussione e riconoscere che la violenza fa parte del sistema patriarcale che ha dominato il mondo per millenni, quel sistema che adesso è in crisi ma la cui storia non si è conclusa. In quanto uomini, abbiamo il dovere di riconoscere che siamo parte del problema, non solo abbiamo bisogno di liberarci di questa eredità, per trovare spazi di identità maschili nuove, positive e non violente”.

Il pastore Daniele Bouchard ha concluso spiegando come il potere maschile sia efficace anche in quanto riesce a far collaborare al suo perpetuarsi le persone che sottomette, rimarcando che le chiese dovrebbero diventare luoghi sicuri per le donne.

Durante la conferenza stampa, moderata dalla giornalista nonché deputata al Sinodo della chiesa di MessinaElisabetta Raffa, si è fatto riferimento anche alla campagna del “Posto Occupato” che prevede nei locali delle chiese, in occasione di culti o eventi, di posizionare degli oggetti rossi su una sedia a significare la donna che avrebbe potuto esserci se non fosse stata uccisa; alla firma dei rappresentanti di dieci denominazioni cristiane in Senato dell’Appello ecumenico contro la violenza sulle donne, il 9 marzo 2015; alla recente costituzione dell’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne”.

La conferenza stampa in versione integrale può essere rivista su Radio Beckwith Evangelica (RBE)

Ieri il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi ha fatto proprio il documento del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) “Dichiarazione sulla violenza sessuale e di genere e sul Premio Nobel per la Pace del novembre 2018” e chiesto alle chiese di aderire alla campagna mondiale “Giovedì in Nero”/#ThursdaysinBlack in sostegno al movimento globale che si oppone alla cultura dello stupro, dell’ingiustizia di genere e dell’abuso.

https://youtu.be/Cjdncrq2M2o

 

(NEV/CS54)


COMUNICATO STAMPA N. 14

Il Sinodo valdese e metodista rinnova l’impegno dei corridoi umanitari

Torre Pellice (Torino), 29 agosto 2019 (SSSMV/14) –  Prosegue l’impegno dei valdesi e metodisti per una via di accesso legale e sicura al diritto d’asilo. Il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi ha approvato ieri, 28 agosto, all’unanimità, un ordine del giorno nel quale dà mandato a Tavola e alla Commissione Sinodale per la Diaconia (CSD) di proseguire, in collaborazione con la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), il progetto dei corridoi umanitariper un altro biennio. Dall’assemblea sinodale anche il sostegno alla proposta del corridoio umanitario europeo per le decine di migliaia di profughi concentrati in Libia.

Dal 2016 a oggi, grazie ai corridoi umanitari, progetto ecumenico realizzato da Tavola valdese e FCEI insieme alla Comunità di Sant’Egidio, sono arrivate in Italia oltre 1600 persone, per lo più siriane, provenienti dal Libano. Corridoi umanitari sono attivi anche in Francia, Belgio e Andorra e hanno portato finora oltre 2500 persone in Europa, offrendo sicurezza e integrazione.

I corridoi umanitari sono regolati da un Protocollo d’intesa sottoscritto dalle realtà promotrici con i Ministeri degli Affari esteri e dell’Interno.

(NEV/CS55)


COMUNICATO STAMPA N. 15

 

Sinodo delle chiese metodiste e valdesi. Libertà religiosa e diritti civili

I valdesi e i metodisti mettono a disposizione le loro sale per le comunità islamiche e le altre confessioni religiose che ancora vedono limitato in molte regioni italiane
il diritto alla preghiera in locali adeguati

 

Torre Pellice (Torino), 29 agosto 2019 (SSSMV/15)  – Libertà religiosa e diritti civili. Questo è il tema dominante della seduta del 28 agosto del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi, riunito a Torre Pellice.

Riflettendo sul tema del dialogo interreligioso, il Sinodo ha invitato “le chiese locali a considerare la possibilità di mettere le proprie sale a disposizione delle comunità islamiche e di altre confessioni religiose che ancora vedono limitato in molte regioni italiane il diritto alla preghiera in adeguati locali”.

Al centro del dibattito anche l’istituzione di una Giornata nazionale della libertà di coscienza, di religione e di pensiero. Tale richiesta risponde alla necessità di dare “piena e concreta attuazione al dettato costituzionale che prevede e garantisce la libertà religiosa quale diritto fondamentale”. Il mandato del Sinodo alla Tavola Valdese e al Comitato permanente dell’Opera delle chiese evangeliche metodiste in Italia (OPCEMI) è stato quello di proseguire su “iniziative presso l’opinione pubblica per sensibilizzarla sul tema e rinnovino, in tutte le sedi opportune secondo le rispettive competenze, la richiesta che il 17 febbraio sia dichiarato Giornata nazionale della libertà di coscienza, di religione e di pensiero”.

Il Sinodo si è espresso anche sul tema del testamento biologico: “lamentando il ritardo e l’inerzia di molti Comuni nell’aprire gli sportelli dedicati a ricevere le Dichiarazioni Anticipate di Trattamento – DAT” e chiedendo alle chiese di attivarsi presso “le amministrazioni comunali affinché in ogni paese e in ogni città sia consentito l’esercizio di questo diritto”. èstato anche suggerito alle chiese di continuare a “discutere il documento ‘È la fine, per me l’inizio della vita. Eutanasia e suicidio assistito: una prospettiva protestante’, redatto dalla Commissione Bioetica delle chiese battiste, metodiste e valdesi”.

(NEV/CS56)


COMUNICATO STAMPA N. 16

Nuovo governo, Sinodo valdese e metodista:
“Umanesimo di oggi non può prescindere dai diritti di tutti e dall’uguaglianza”

Torre Pellice (Torino), 29 agosto 2019 (SSSMV/16) –  Diritti per tutte e tutti e lavoro sono i temi al centro dell’agenda politica del Sinodo metodista e valdese in corso nelle Valli Valdesi. Il Sinodo delle chiese metodiste e valdesiinvita le chiese a essere “sempre più impegnate e presenti a favore delle fasce più deboli ed emarginate”, come ha anticipato la giornalista Emmanuela Banfo, moderatrice della odierna conferenza stampa a Torre Pellice alla quale hanno partecipato come relatori il presidente del Sinodo, pastore Peter Ciaccioed Erica Sfredda, predicatrice locale veronese che aveva presieduto il culto di aperturadello scorso 25 agosto.

Con riferimento al clamore suscitato dalla presa di posizione sul decreto sicurezza, il pastore Ciaccio ha chiarito: “Negli ultimi tempi si è ribaltata la prospettiva: noi non chiediamo di disobbedire alla legge, ma chiediamo che si applichino le regole del diritto internazionale, secondo quanto previsto dalla Costituzione”.

“Come credenti – ha aggiunto Erica Sfredda – siamo chiamati a intervenire nella realtà concreta con coerenza in obbedienza alla vocazione che ci ha data Gesù di andare dagli ultimi. Non bisogna avere paura di fare politica. Per questo svolgiamo attività di advocacy per tutte le confessioni religiose (anche quelle non riconosciute dallo Stato) affinché abbiano il loro luogo di culto, in nome di una fraternità non limitata all’interno della chiesa cristiana, ma aperta a tutti gli esseri umani”.

E se il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conteha parlato oggi di “nuovo umanesimo” come “orizzonte ideale del Paese”, il pastore Ciaccio ha commentato: “Come cristiani siamo chiamati a pregare per chi ha responsabilità. Pensiamo che l’umanesimo di oggi non possa prescindere dai diritti di uguaglianza. Perché amore e diritti si moltiplichino, come accade in una famiglia quando nasce un secondo figlio, così estendere i diritti ad altri, non significa ridurli a una parte della popolazione.

Non è nostro uso chiedere alla politica alcunché – ha aggiunto Ciaccio – ma la cultura dei diritti e della dignità del lavoro sono per noi temi importanti e sono scritti nella Costituzione. Le chiese parlano della società perché sono un osservatorio particolare a contatto con le persone e con comunità anche non rappresentative. Inoltre, non essendo soggetti alla pratica legittima della rielezione quinquennale, abbiamo uno sguardo di più lungo periodo e quindi una certa serenità di analisi”.

(NEV/CS57)


COMUNICATO STAMPA N. 17

Otto Per Mille: approvati i progetti 2019

I fondi saranno utilizzati per finanziare 489 progetti all’estero e 946 progetti in Italia

Domani la chiusura dei lavori con le elezioni del/la nuovo/a moderatore/a, delle cariche amministrative e il discorso ufficiale. Conferenza stampa alle ore 15.30 in diretta su Radio Beckwith

 

Torre Pellice (Torino), 29 agosto 2019 (SSSMV/17) – Il  Sinodo delle chiese metodiste e valdesiha approvato il lavoro svolto con i fondi Otto Per Mille e ha espresso il proprio ringraziamento a Susanna Pietra, responsabile uscente dell’Ufficio Otto Per Mille della Chiesa valdese e metodista.

 

L’intesa che ha stipulato l’avvio della distribuzione dei fondi OPM è stata siglata il 25 gennaio del 1993. Dal 1994 i contribuenti hanno potuto scegliere di destinare la propria quota di Otto Per Mille alla Chiesa valdese – Unione delle  chiese metodiste e valdesi. Dal 2013 anche le quote non espresse sono gestite e ripartite e ciò ha reso ancora più significativa la cifra totale.

“In questi sette anni del mio incarico la chiesa valdese-metodista si è accreditata sempre di più come uno dei maggiori donatori del sociale in Italia –   ha dichiarato Pietra – e ha dovuto rispondere alle sfide di innovazione richieste dalla realtà del Terzo Settore, in continuo cambiamento. Abbiamo lavorato per garantire la trasparenza nell’amministrazione dei fondi e per analisi e selezioni sempre più accurate dei progetti. In questo senso la piattaforma informatica, che servirà anche per la valutazione e il monitoraggio, è stato uno dei risultati più visibili ed efficaci”.

I fondi OPM del 2019 (che si riferiscono alla dichiarazione dei redditi 2016 e quindi ai redditi 2015) parlano di circa 43 milioni di euro percepiti e ridistribuiti dall’Unione delle chiese metodiste e valdesi, corrispondenti al 3.22% del totale delle scelte espresse dai contribuenti. I fondi saranno utilizzati per finanziare 489 progetti all’estero e 946 progetti in Italia in ambito educativo, sanitario e culturale. Ogni anno l’ufficio OPM esamina circa 4500 domande.

Il Sinodo terminerà domani con l’elezione del/la nuovo/a moderatore/a della Tavola valdese e degli organi esecutivi e amministrativi. Nel pomeriggio sono previsti il discorso del/la nuovo/a moderatore/a (ore 15) e la conferenza stampa finale (ore 15.30), entrambi in diretta su Radio Beckwith Evangelica (RBE).

(NEV/CS58)


COMUNICATO STAMPA N. 18

Ambiente, la preoccupazione del Sinodo valdese e metodista

“Stop all’aggressività consumistica e alla mentalità predatoria”

 Nel 2020 serata pubblica dedicata a migrazioni climatiche e cura del Creato

Torre Pellice (Torino), 30 agosto 2019 (SSSMV/18) – Il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi ha riflettuto nella giornata di ieri, giovedì 29 agosto, sui temi ambientali. Il documento presentato dalla Commissione d’Esame ha proposto un’analisi della relazione tra ambiente e umanità sottolineando la necessità di promuovere comportamenti volti a ridurre “l’aggressività consumistica e la mentalità predatoria” messe in atto nei confronti dell’ambiente.

Il Sinodo, “consapevole dell’urgenza di prendere provvedimenti seri in merito al riscaldamento globale e alle sue conseguenze e all’alterazione della biodiversità”, ha esortato “le chiese e la Diaconia valdese a promuovere azioni e comportamenti che riguardano la difesa dell’ambiente”. Ha invitato le chiese a prestare attenzione alle proposte formulate dalla Commissione Globalizzazione e ambientedella Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e dal Gallo Verdeper iniziare il processo per diventare “chiese verdi”; ha invitato le chiese ad aderire alle iniziative ecumeniche intraprese durante “Il tempo del Creato” ed ha deciso di dedicare la serata pubblica del Sinodo 2020 ai temi delle migrazioni climatiche e della cura del Creato.

 

SCHEDA Chiese metodiste e valdesi in Italia
Per tutti i comunicati stampa: https://www.nev.it/nev/category/comunicati-stampa/

Sinodo delle chiese metodiste e valdesi

(NEV/CS59)

 

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Sinodo 2019 – Rassegna stampa

Abbiamo cercato, come gli scorsi anni di raggruppare gli articoli della stampa online e cartacea che hanno raccontato il Sinodo 2019 delle chiese metodiste e valdesi in Italia. Sul nostro sito trovate altri articoli e resoconti delle giornate.

Questa rassegna stampa sarà aggiornata ogni giorno.

i nostri articoli li trovate qui sulla pagina dedicata del Sinodo

 

Qui trovate i comunicati stampa diffusi durante le giornate del Sinodo dall’ufficio stampa.

 

dal sito chiesavaldese.org

 

 

Mettiamo a frutto i talenti ricevuti da Dio

Una chiesa sulla soglia

Al Sinodo c’è tanta voglia di condividere le esperienze

La chiesa può esistere solo come comunione di chiese

Tre nuovi pastori

Nuove prospettive di testimonianza

Sinodo 2019: culto di apertura

La parola che ci convoca

 

 

 

 

 

La diaspora interroga le chiese contemporanee – 23 agosto 2019 Giornata organizzata dalla Fondazione Centro culturale valdese e la segreteria del Corpo pastorale

Cultura è l’incontro con l’altro – 24 agosto 2019 incontro pre sinodale della Fdei, la Federazione delle donne evangeliche in Italia

Anziani, serve un cambio di paradigma – 24 agosto 2019 Frontiere diaconali incontro con la CSD

Il presinodo dei giovani… è per tutti!

Due candidati e una candidata al ministero pastorale – 24 agosto 2019 Gli esami di fede di tre candidati al pastorato

Candidati pastori, le presentazioni –  La presentazione di Sophie Langeneck

Una fatica che colma di beni e di gioia –  La presentazione di Nicola Tedoldi

Un cammino da condividere – presentazione di Marco Casci, candidato al pastorato

Vivere oggi la resurrezione di Gesù – 25 agosto 2019 Il culto di apertura tenuto dalla predicatrice locale Erica Sfredda

«Diritto, diritti, verità, democrazia» – la serata pubblica

La verità non è una farfalla inchiodata in una teca – La serata pubblica

Il Sinodo lavora al futuro della chiesa

Sinodo, il messaggio di saluto di Papa Francesco

Il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi esprime preoccupazione per le conseguenze del Decreto sicurezza – Le chiese si attiveranno nei territori per evitare che gli “ultimi” perdano i diritti fondamentali

Il Sinodo valdese e metodista rinnova l’impegno dei corridoi umanitari

I comuni di Rivalta di Torino e Piossasco ascoltano il Sinodo

Il sinodo si schiera a fianco delle donne – Adesione alle campagne di sensibilizzazione contro la violenza di genere

Il Sinodo valdese: stop a violenza sulle donne – Fatto proprio il documento su violenza di genere prodotto dal Consiglio ecumenico delle chiese

Peccato di genere

I nuovi samaritani

Sinodo delle chiese metodiste e valdesi. Stop a violenza sulle donne

Sinodo 2019. La verità non è una farfalla inchiodata in una teca

Chiesa orizzontale e resistenza. Intervista alla pastora Daniela Di Carlo

Otto Per Mille: approvati i progetti 2019 – Approvati 489 progetti all’estero e 946 progetti in Italia

Un dialogo che non si può fermare – Mons. Spreafico al Sinodo 2019

Alessandra Trotta nuova moderatora della Tavola valdese –La nuova moderatora della Tavola Valdese

Umiltà e fiducia per il nostro compito di credenti –  Il discorso di chiusura del Sinodo 2019 

Le responsabilità di chi fa informazione – Intervista a Maria Grazia Mazzola, ospite della serata pubblica

Una legge senza cuore fa strage di umanità – Intervista a Marco Tarquinio, direttore di “Avvenire” sul tema della serata pubblica del Sinodo: “Diritti, diritto, verità, democrazia”

Collegio valdese, voglia di rinascita

Protestanti di Francia e d’Italia, radici e prospettive comuni – Intervista a François Clavairoly, presidente della Federazione protestante di Francia

Finché ci saranno storie, ci saranno film – serata su Bibbia e cinema

Ambiente, la preoccupazione del Sinodo valdese e metodista

Sbarre, confini, frontiere

Altri articoli su NEV 

 

 

 

 

 

Su Radio Beckwith Evangelica, nella pagina dedicata al Sinodo 2019,vate moltissime interviste e i video dei culti di apertura e chiusura del sinodo 2019, la serata pubblica, e le conferenze stampa giornaliere.

 

 

Chiesa valdese, cambio al vertice: al sinodo si punta su una donna

 

 

 

 

Concluso il Sinodo valdese a trazione femminile – 31 agosto 2019

Appello dei valdesi ai sindaci contro il decreto sicurezza – 29 agosto 2019

Intervista ad Eugenio Bernardini. I valdesi: «Una comunità di frontiera, con le porte aperte al dialogo e al cambiamento» – 25 agosto 2019

 

 

 

 

Una donna alla guida delle Chiese metodiste e valdesi in Italia, la Moderatora Alessandra Trotta

 

 

 

 

Il Sinodo valdese contro il decreto Salvini, appello ai sindaci: “Disubbidite alle nuove norme”

 

 

 

Torre Pellice: il Sinodo prende le distanze dal Decreto sicurezza di Salvini

L’invito del sinodo valdese: “Dobbiamo diventare una chiesa verde”

Torre Pellice, presentata la candidatura del nuovo moderatore del Sinodo

Sinodo, rinnovate le cariche: una Tavola al femminile

 

Fcei: Torre Pellice, al via domani il Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi

Papa Francesco: al Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi, “offrire risposte comuni alle sofferenze dei più poveri”

Sinodo valdese e metodista: all’unanimità rinnovo dell’impegno dei corridoi umanitari. Sostegno a quello europeo dalla Libia

 

 

 

 

Razzismo e discriminazione: i valdesi a Torre Pelllice preferiscono il dialogo alle scomuniche

Tavola Valdese, Alessandra Trotta è la nuova moderatora: rappresenterà le chiese valdesi nei rapporti con lo Stato

 

 

 

 

“E ora aprite i corridoi umanitari dalla Libia”. L’appello dei valdesi a Conte

 

 

 

Sinodo metodista-valdese 2019 Conferenza stampa sulla situazione nelle carceri sull’impegno delle chiese. Interviste ai protagonisti – Radio Radicale

Sinodo metodista-valdese 2019 Intervsita ad Alessandra Trotta eletta moderatora della Tavola valdese – Radio radicale

 

 

 

 

“Senza dialogo non c’è bene comune”

Sinodo valdese:troppa indifferenza verso “un mondo di morte”

Migranti: Evangelici, preoccupati per perdita diritti civili

Sinodo valdese: stop aggressività consumi e visione predatori

La Chiesa valdese Trotta

 

 

 

Si apre il Sinodo Valdese. Una chiesa “a fianco di chi continua a praticare accoglienza e solidarietà”. Bernardini: “affrontare il degrado del confronto politico-sociale e culturale”

Sinodo Valdese. Approvata destinazione sociale dei 43 milioni arrivati dall’otto per mille

 

Altre testate giornalistiche

Papa a Chiese metodiste: offrire risposte comuni per i poveri e i deboli – Vaticannews

Si è chiuso a Torre Pellice il Sinodo Valdese. Alessandra Trotta nuova moderatora della Tavola valdese – Quotidiano piemontese

Sinodo valdese: moderatora Alessandra Trotta, vice Erika Tomassone – L’Eco del Chisone

Alessandra Trotta, nuova moderatora della Tavola valdese: “Prima gli ultimi” – Articolo 21

 

Papa Francesco al Sinodo Valdese, diamo risposte comuni alle sofferenze dei più deboli – Aci stampa

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Concluso il Sinodo valdese a trazione femminile

Sinodo delle chiese valdesi e metodiste. Alessandra Trotta è la nuova moderatora della Tavola. Tra i temi centrali dei lavori i migranti: «C’è un solo noi universale»

di Luca Kocci

Una Chiesa a trazione femminile. È quella che emerge dal Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi, concluso ieri a Torre Pellice (To) con l’elezione della nuova moderatora della Tavola valdese, la cinquantunenne palermitana Alessandra Trotta, avvocata civilista, diacona e metodista.
È la prima volta che una metodista guiderà l’organo esecutivo delle Chiese metodiste e valdesi, unite da un patto di integrazione dal 1975. Ed è la seconda volta di una donna moderatora (finora c’è stata solo Maria Bonafede, dal 2005 al 2012).

Ma è l’intera Tavola valdese ad essere «rosa», con cinque donne su sette, fra cui anche la vice-moderatora, la pastora valdese Erika Tomassone, eletta alla seconda votazione, dopo aver fallito il quorum alla prima. Una notizia che colpisce, se messa a confronto con la gerarchia della Chiesa cattolica, maschile per statuto. Ma non una sorpresa per le Chiese metodiste e valdesi, dove le donne da tempo ricoprono ruoli e responsabilità anche decisionali.

IN CONFERENZA STAMPA, la neo-moderatora è tornata sull’ordine del giorno votato mercoledì, nel quale il Sinodo ha invitato le chiese locali «a chiedere che i sindaci autorizzino il rilascio della residenza» ai migranti richiedenti asilo, come già avvenuto in alcuni Comuni (Palermo e Napoli, con Orlando e De Magistris) o a seguito di sentenze della magistratura (Bologna). Un appello indiretto a disobbedire al primo decreto sicurezza voluto dal ministro dell’Interno Salvini (che appunto vieta la procedura), che Trotta ha spiegato così: «Non si tratta di disobbedienza, ma di corretta applicazione della legge, ovvero della nostra Costituzione e del diritto internazionale, perché l’iscrizione anagrafica è fondamentale per l’inclusione nella società».

Quello dei migranti è stato uno dei temi centrali dei sei giorni di Sinodo («c’è solo un noi universale, non contrapposto a un voi escludente che individua i nemici da cui difendersi», ha detto ancora Trotta).

Del resto si tratta di uno degli impegni prioritari per la Federazione delle Chiese evangeliche italiane e la Tavola valdese che dal 2015 portano avanti, insieme alla Comunità di Sant’Egidio, i corridoi umanitari, che finora hanno consentito a circa duemila profughi siriani di arrivare in Italia in sicurezza.
Ampio spazio anche alla questione della violenza di genere. Il Sinodo ha fatto propria la Dichiarazione del Consiglio ecumenico delle chiese del novembre 2018 contro la violenza sessuale e di genere.

E HA CHIESTO ALLE CHIESE di sostenere il movimento globale contro la cultura dello stupro e dell’ingiustizia di genere e di aderire alla campagna mondiale «Giovedì in Nero» (#ThursdaysinBlack), ispirata dagli esempi dalle Madri di Plaza de Mayo argentine, dalle Donne in nero di Israele e Palestina, dalle donne ruandesi e bosniache, per rendere visibili le storie sullo stupro come arma di guerra, sull’abuso e sull’ingiustizia di genere.

«Ci sono donne vittime di una visione così patriarcale da essere sempre invisibili, magari per dare luce e potenza ai loro figli maschi. Le chiese cristiane sono state promotrici di questo peccato di genere, occorre fare autocritica», ha spiegato la pastora Daniela Di Carlo.

Al Sinodo si è fatto anche il punto sull’otto per mille che, dopo tre anni di calo, ha fatto segnare un forte aumento, passando dai 32 milioni del 2018 ai 43 di quest’anno (la Chiesa cattolica ottiene circa 1 miliardo l’anno), che verranno utilizzati per finanziare 489 progetti all’estero e 946 progetti in Italia in ambito educativo, sanitario e culturale. Niente, come sempre, sarà destinato al culto e al sostentamento dei pastori.

INFINE I DIRITTI CIVILI. Una denuncia: il Sinodo ha lamentato «il ritardo e l’inerzia di molti Comuni nell’aprire gli sportelli per ricevere le Dichiarazioni anticipate di trattamento» e ha chiesto alle chiese di attivarsi presso «le amministrazioni comunali affinché l’esercizio del diritto al testamento biologico sia garantito».

E una richiesta: il 17 febbraio, giorno dell’esecuzione capitale sul rogo di Giordano Bruno (17 febbraio 1600), diventi la Giornata nazionale della libertà di coscienza, di religione e di pensiero.

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Appello dei valdesi ai sindaci contro il decreto sicurezza

 

 

 

 

Il sinodo. Approvato un ordine del giorno in cui si invitano tutte le chiese locali a chiedere che nei Comuni dei propri territori sia autorizzato il rilascio della residenza ai migranti

Di Luca Kocci

Disubbidite al decreto sicurezza del ministro dell’Interno Salvini e iscrivete all’anagrafe i richiedenti asilo perché possano avvalersi dei servizi socio-sanitari essenziali. È l’appello che arriva ai sindaci dal Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi, in corso a Torre Pellice (To) fino a venerdì.

La parola disubbidienza non viene utilizzata, ma la sostanza è quella. Il Sinodo infatti ha approvato un ordine del giorno in cui, fra l’altro, invita tutte le chiese locali «a chiedere che nei Comuni dei propri territori i sindaci autorizzino il rilascio della residenza, come già avvenuto in alcuni Comuni o a seguito di talune ordinanze giudiziali».

Ovvero che incoraggino i primi cittadini a fare come il sindaco di Palermo Orlando – seguito a ruota dal napoletano De Magistris – che, nonostante il divieto imposto dal primo dei due decreti sicurezza, ha iscritto ugualmente all’anagrafe i migranti perché potessero beneficiare dei servizi comunali, assumendosene responsabilità e conseguenze (che peraltro non vi sono state). Oppure come il sindaco di Bologna Merola che, con una scelta più soft, lo ha fatto dopo la sentenza del tribunale, accolta «con soddisfazione» e ovviamente senza opporsi.

 

 

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Torre Pellice: il Sinodo prende le distanze dal Decreto sicurezza di Salvini

 

 

 

 

Le chiese metodiste e valdesi invitano i sindaci a concedere la residenza a chi si trova in una situazione di protezione umanitaria

 

Il Sinodo delle chiese metodista e valdesi, riunito a Torre Pellice, prende le distanze dal Decreto sicurezza di Salvini e ha chiesto all’Assemblea della Diaconia di «modulare il proprio lavoro di accoglienza tenendo conto delle concrete situazioni sociali e politiche dei territori e sviluppare, nel medio periodo, interventi per l’inclusione, rivolti in modo trasversale agli “ultimi”, sia italiani che stranieri».

In buona sostanza il Sinodo è intervenuto sulle possibili situazioni relative alle iscrizioni anagrafiche e concessioni della residenza a persone italiane e straniere in situazioni di marginalità (titolari di protezione umanitaria e sussidiaria, richiedenti asilo e persone sottoposte a procedimenti penali e amministrativi per determinati reati per i quali si prefigurano limiti all’accesso ai diritti fondamentali quali il diritto alla salute e all’assistenza sociale e sanitaria, il diritto alla casa e al lavoro) e ha invitato le Chiese a «chiedere che nei Comuni dei propri territori i sindaci autorizzino il rilascio della residenza, come già avvenuto in alcuni Comuni o a seguito di talune ordinanze giudiziali».

Nel corso del dibattito è emersa la preoccupazione delle chiese per la perdita di diritti civili e sociali a cui, in seguito al Decreto sicurezza, le persone in situazione più marginale sono state esposte e nel corso del dibattito sinodale si è chiesto alle chiese di attivarsi nei territori di appartenenza per l’inclusione di tutti con azioni di sensibilizzazione e pressione nei confronti delle istituzioni locali per il rilascio delle residenze.