Roma Chiesa metodista: strumenti di Dio per annunciare la sua Parola

L’insediamento delle pastore Mirella Manocchio e Eliad Dias Dos Santos

di Noemi Di Muro da Riforma

Domenica 9 ottobre la chiesa metodista di Roma – via XX Settembre ha celebrato il culto di insediamento della pastora Mirella Manocchio e della pastora missionaria Eliad Dias Dos Santos, responsabile del progetto del General Board della Global Ministries e dell’Opcemi rivolto ai senzatetto,  alla presenza delle delegate del Consiglio di Circuito, Antonella Violi e Daniela Faraci. Un culto pieno di gioia e partecipazione, arricchito dagli interventi del Coro e del Praise And Worship TEAM della chiesa, al quale è poi seguita un’agape ricca di cibi e di convivialità fra tanti fratelli e sorelle ritrovatisi finalmente in presenza, e con loro anche vari ospiti provenienti dalle chiese metodiste e valdesi di Roma. «Mirella ed Eliad – ha dichiarato Antonella Violi nel corso della liturgia di insediamento –vengono inserite nella vostra chiesa per rispondere con tutti voi alla vocazione di servizio e di testimonianza che il Signore vi rivolge (…).

Ogni credente, tramite il battesimo, è chiamato a testimoniare il Signore e operare per la crescita della comunità in cui ognuno deve inserirsi secondo il suo specifico dono. A Mirella ed Eliad è affidato il servizio della predicazione,
dell’insegnamento e della cura delle anime e in questo percorso necessiteranno del sostegno e della collaborazione di tutta la comunità». E proprio sulla consapevolezza che tutte e tutti siamo strumenti di Dio per annunciare la sua Parola di salvezza si è soffermata la pastora Manocchio nel corso della sua meditazione basata su Isaia 49, 1-7. «L’Eterno mi ha chiamato fin dal seno materno (…) – recita il profeta –, ha reso la mia bocca come una spada tagliente… ha fatto di me una freccia appuntita e mi ha detto: “Tu sei il mio servo, Israele, per mezzo di  te io manifesterò la mia gloria (…) voglio far di te la luce delle nazioni, lo strumento della mia salvezza fino alle estremità della terra”». La pastora Manocchio ha evidenziato che, sebbene viviamo in un mondo violento, dominato dalla guerra e dalla malattia, non dobbiamo lasciarci vincere dallo sconforto perché Dio ci chiama a gettare il cuore oltre l’ostacolo. Dobbiamo agire all’interno e all’esterno delle nostre comunità per manifestare al mondo la Gloria di Dio. La spada citata da Isaia è nella Bibbia immagine della Parola di Dio, una Parola «che taglia in due le coscienze, che obbliga ad una scelta tra Dio e Mammona, tra la compassione e illegalismo, tra i falsi moralismi e una reale assunzione del dolore umano». Per questo è una parola impopolare e scomoda da annunciare, che però colpisce come una freccia acuminata e porta salvezza e guarigione. Noi, ci viene ricordato dall’apostolo Paolo, siamo strumenti piccoli e fallibili «ma nonostante ciò, e forse proprio per questo, siamo stati scelti ed amati da Dio – ha proseguito la pastora Manocchio – (…) proprio in questo tempo in cui guerre, nazionalismi, politica e religioni vogliono dividere; è quindi necessario operare un ribaltamento: dal pensare che egli è il nostro Dio al pensare che siamo noi a essere suoi per gli altri. (…) Se siamo predestinati a qualcosa, come si ritiene pure il servo di Dio, è una predestinazione al servizio».

Seduta Pubblica Assise FCEI

Incontro GLAM a Napoli

 

 

 

 

 

 

 

 

SCHEDA DI ISCRIZIONE

Campo Fgei

Riceviamo e volentieri pubblichiamo con l’invito ad iscriversi

Carə fgeinə,
care sorelle e cari fratelli,

sono ufficialmente aperte le iscrizioni al Campo Formazione Centro-Nord!

La staff del Campo Formazione Centro-Nord è lieta di accogliervi a Casa Cares per un weekend all’insegna della cura, nei suoi più vari aspetti.
Discuteremo, rifletteremo, sperimenteremo e mediteremo insieme su come ritrovare armonia e serenità all’interno del creato che ci circonda e di chi lo popola.

QUANDO? 4-6 NOVEMBRE 2022
DOVE? CASA CARES (REGGELLO, FIRENZE)
COSTO? € 95,00 (SONO DISPONIBILI BORSE CAMPO)

Il campo inizierà con la cena del venerdì e si concluderà con il pranzo della domenica.

 

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Metodisti europei in assise

Da Riforma
di Greetje van der Veer e Mirella Manocchio

L’incontro autunnale del Consiglio metodista europeo (EMC) si è svolto dal 30 settembre al 4 ottobre ad Amburgo, in presenza

«I nostri fratelli e le nostre sorelle in Ucraina e Russia stanno soffrendo». Si è così espresso lo scorso 3 ottobre il Consiglio Metodista Europeo riunitosi ad Amburgo, per poi proseguire: «Abbiamo ascoltato il lamento delle nostre chiese che sono state fortemente colpite dalla guerra in Ucraina. Quando una parte del corpo di Cristo soffre, l’intero corpo soffre. Unite in Cristo, facciamo cordoglio e preghiamo insieme.  (…) al di là di tutto quanto divide, rimaniamo sorelle e fratelli e insieme rinnoviamo la nostra determinazione ad essere operatori e operatrici di pace in Europa oggi.  Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio”  (Mt. 5.9)».

Una breve dichiarazione questa del Consiglio Metodista Europeo – cui partecipano rappresentanti e vertici di chiese metodiste, wesleyane e unite – scaturita dall’ascolto delle testimonianze provenienti da alcuni membri delle chiese metodiste di Polonia e Russia in merito al conflitto che sta squassando l’Europa. La presenza della chiesa metodista russa in questa occasione ha dato una dimensione particolare all’incontro, anche perché questa è stata l’unica chiesa che in Russia ha preso posizione pubblicamente contro il regime.

Il Consiglio, il primo in presenza dopo la pandemia, ha focalizzato i suoi lavori proprio sull’impatto che prima il Covid e ora la guerra stanno avendo sull’autocomprensione delle nostre chiese e sulla missione da portare avanti in un contesto fragile, polarizzato e secolarizzato come quello europeo.

Momenti plenari si sono alternati con discussioni in gruppo per poi sfociare di nuovo in una condivisione plenaria. Un incontro proiettato soprattutto verso il futuro: cosa fare, cosa cambiare? Come migliorare e approfondire le relazioni non solo tra i membri del Consiglio, ma in particolare tra le chiese membro? Come sono cambiate le nostre chiese con l’utilizzo massiccio degli incontri da remoto e come possiamo al meglio utilizzare gli strumenti tecnologici e i social media?

Per raggiungere tale risultato il comitato esecutivo del Consiglio, di cui fa parte anche la pastora Mirella Manocchio, ha ritenuto fosse necessario partire da un approfondimento sul consiglio stesso con la domanda: bisogna cambiare qualcosa nella costituzione o nel nostro modo di rapportarci?

In tutte le discussioni è emerso che il Consiglio è una comunità di chiese che vivono di un insieme di relazioni. Si è insieme per ascoltare, condividere in un ambiente sicuro. E le relazioni vanno vissute appieno. Si è, quindi, riflettuto su come sia possibile implementarle e su quali temi focalizzare l’azione del Consiglio. Immigrazione, giustizia climatica, il ruolo dei giovani e delle donne sono sembrati essere quelli che maggiormente attraversano il nostro vissuto di chiese europee e su questi si è deciso di investire tempo e risorse creando occasioni di scambio tra le chiese nazionali, dando vita a progetti ad hoc o approfondendo la collaborazione con organismi settoriali già esistenti.

Altra opportunità di condivisione e scambio, aggiuntasi durante il periodo di maggior impatto della pandemia e non era possibile incontrarsi se non da remoto, è l’online cafè: una volta al mese ci si trova per un incontro molto informale di un’oretta, per dirsi con cosa si è impegnati. Non solo una maggiore condivisione è stato il risultato, ma anche qualche azione concreta di collaborazione tra le chiese, in particolare per sostenere quelle che hanno affrontato l’arrivo di tanti profughi dall’Ucraina.

Oltre le chiese metodiste britannica e irlandese, a quella portoghese che, come la nostra, sono chiese ‘indipendenti’, sono chiese membro di questo organismo la Chiesa metodista unita (United Methodist Church), presente in molti paesi europei, ma anche altre chiese della tradizione metodista, come la Chiesa del Nazareno, la Chiesa wesleyana o chiese ecumeniche come, per esempio, la Uniting Church of Sweden che ha unito le chiese battiste, metodiste e riformate di Svezia.  Nel 2016 alla costituzione del Consiglio è stato aggiunto un accordo che entra maggiormente nel dettaglio di cosa implichi essere una ‘comunità’ aperta ed inclusiva di chiese che si rifanno alla tradizione metodista, un patto in pieno stile metodista di accetarsi l’una con l’altra con le proprie differenze. Una dimensione che sta diventando più attuale con le probabili uscite di alcune chiese membro dalla UMC, causa le differenti posizioni sulla questione sessuale, ma non solo. Nel prossimo futuro sarà importante capire come relazionarsi con queste chiese, ma si è ribadita la volontà di mantenere il Consiglio quale organismo aperto ed inclusivo, pronto a recepire le differenti istanze delle chiese membro come pure ad accogliere nuove realtà ecclesiastiche che vogliano, con lo stesso rispetto ed apertura, divenire parte di questa ampia comunità.

Naturalmente anche altre tematiche hanno chiesto l’attenzione. Come il cambiamento climatico. Da un paio di anni il consiglio si confronta in modo particolare con questa problematica che influisce già sulle nostre vite. Era presente Irene Abra, l’ambasciatrice per il cambiamento climatico del Consiglio, che ha avuto l’opportunità di intervenire e di relazionarsi con le varie realtà metodiste in Europa.

Vi è poi una sorta di braccio operativo nel sociale e nella missione dell’EMC che è il Fondo per le Missioni in Europa (FMiE): non solo un modo di raccogliere e distrubuire denaro dove serve, ma che vuole vivere la solidarietà e portare le persone insieme, un modello di interazione fruttuosa per tutte le due parti.

È stato trasmesso un forte incentivo a fare il prossimo passo anche in tempi difficili, anche quando ci si sente bloccati in una rete che è appesa fra due realtà. I tanti momenti spirituali dell’incontro hanno incoraggiato a muoversi un passo dopo l’altro con fiducia nel Signore. Partendo da un ambiente sicuro si ha la possibilità di fare un passo dopo l’altro, non da soli o sole, ma insieme, guardando avanti.