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L’utopia di Agape per il mondo

Da Riforma
di Claudio Geymonat e Sara Tour

Intervista alla direttora uscente e a quella entrante del Centro ecumenico di Prali (To)

Cambio di direzione al Centro ecumenico Agape a Prali (To). Lucia Leonardi lascia l’ incarico dopo tre anni e a prendere il suo posto è la pastora luterana Adriana Florea.

Le abbiamo incontrate entrambe a Torre Pellice (To), durante i giorni del Sinodo delle chiese valdesi e metodiste che chiude oggi 25 agosto.

«Sono entrata in direzione nell’estate 2020, purtroppo in piena pandemia – ci racconta Leonardi – ed è stato ovviamente difficile comprendere subito e a pieno il lascito di relazioni nazionali e internazionali che le direzioni precedenti avevano instaurato o consolidato.

Il primo anno dunque, con le vice direttore di allora Valeria Lucenti e Sara Marta Rostagno abbiamo cercato di contenere il danno, tenere aperto il più possiible, valutare ogni due settimane con i comitati cosa si potesse o non potesse fare, regolamentare il centro alla luce delle disposizioni sanitarie che di volta in volta venivano promulgate.

Non appena è stato possibile abbiamo immaginato come poter continuare a organizzare i campi, che sono le nostre attività principali, per tentare di mantenere una continuità con quanto sempre fatto. Piano piano abbiamo ripreso a lavorare al meglio, cercando in primis di alimentare le reti di persone che collaborano con il centro ecumenico, che prestano il proprio servizio a titolo volontario, per curare quindi questi rapporti, far sì che per loro partecipare fosse di nuovo piacevole , un arricchimento anche per loro che sono il motore di Agape. Posso dire che sono stati tre anni complessi, e sono felice di averli fatti, ne esco arricchita e spero che l’apporto che abbiamo dato, insieme con Nataly Plavan che è stata vice direttora degli ultimi due anni, abbia fatto sì che siano perdurati i rapporti con il territorio e con gli organismi internazionali con cui Agape già collaborava, e possa anche aver arricchito il Centro di nuove collaborazioni. Spero che sia almeno un piccolo lascito. Agape è un luogo di incontro per giovani adulti e adulte, ed è importante che rimanga un centro internazionale. L’aspetto dell’arricchimento che porta alle e ai giovani è aspetto fondamentale da mantenere».

Adriana Florea proviene dalla Chiesa evangelica di confessione augustana di Romania e dal 1° settembre sarà ufficialmente la nuova direttora di Agape. La sua è una lunga storia di avvicinamento al Centro Ecumenico.

«Arrivo ad Agape dal 2007, sono quindi una agapina storica, campo lavorista, poi parte dello staff per campi teologici, poi nel campo lavoro, varie esperienze che credo adesso serviranno per la mia direzione. Sono arrivata a Agape proprio durante i miei studi da pastora. Mi aspetto di portare avanti ancora questa comunità che è molto bella e se possibile rendere ancora più rilevante anche per il mondo “fuori” ciò di cui si parla e discute ad Agape. La nostra “utopia” agapina va portata quindi anche un po’ fuori e così il mondo può diventare anche migliore».

Quale miglior slogan e auspicio per una nuova avventura.

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I metodisti filippini eleggono la prima donna vescovo

da Riforma

La United Methodist Church nelle Filippine ha eletto un’importante attivista per i diritti umani come prima donna vescovo

L’avvocata per i diritti umani Ruby-Nell Estrella, 57 anni, è stata eletta prima donna vescovo il 26 novembre a scrutinio segreto dai delegati della United Methodist Church nelle Filippine riuniti nella cappella della Wesleyan University nella città di Cabanatuan, provincia di Nueva Ejica, a nord di Manila. È stato definito un «momento storico» per la Chiesa protestante.

Kababaihang Karapatan, un gruppo per i diritti delle donne, ha affermato che è stato un sogno diventato realtà avere una donna nell’episcopato metodista dominato principalmente da uomini. «È una preghiera esaudita per il clero femminile e altre persone che desiderano avere una donna vescovo nella Conferenza centrale delle Filippine», ha detto a UCA News la segretaria esecutiva del gruppo, April Apaya.

Apaya ha aggiunto che l’attivismo della vescova per i diritti umani e il suo impegno nell’azione sociale ha spinto molti gruppi metodisti a sostenerla.

Nell’aprile 2021, Estrella, insieme ai suoi colleghi, ha dato rifugio a oltre 4.000 agricoltori e indigeni dopo che una protesta per gli aiuti alimentari e la protezione delle loro terre ancestrali è diventata violenta a Manila.

Tre manifestanti sono stati uccisi mentre più di 100 sono rimasti feriti nella manifestazione davanti alla chiesa metodista centrale nella capitale dopo che le forze di polizia hanno aperto il fuoco contro i manifestanti.

«Sogno una chiesa che sia fedele nella sua amministrazione delle risorse, una chiesa che sostiene generosamente a tutti i livelli i rispettivi programmi per rafforzare i ministeri della chiesa», ha detto Estrella nel discorso di ringraziamento dopo l’elezione.

Estrella ha anche rivelato la sua visione di utilizzare Internet per diffondere la fede e attrarre giovani vocazioni al ministero.

«Sogno congregazioni che non siano solo segni fisici della presenza di Dio nelle comunità, ma che siano anche pronte a cogliere le possibilità tecnologiche nel world wide web per sostenere ministeri di discepolato, la crescita della chiesa e la missione», ha aggiunto.

La metodista Daisy San Jose ha affermato che la nomina di Estrella indica la sensibilità della chiesa metodista per i diritti delle donne e la loro capacità di leadership.

«Cattolici o protestanti, la leadership è sempre stata riservata agli uomini. La vescova Estrella dovrebbe ispirare tutti noi», ha detto a UCA News.

Le congratulazioni sono arrivate anche da parte della Conferenza episcopale delle Filippine (CBCP). Tuttavia, un funzionario della Commissione sulla dottrina della fede della CBCP ha ribadito che la Chiesa cattolica continua a seguire l’esempio di Gesù che ha scelto solo uomini come discepoli. «Sebbene la restrizione per l’ordinazione delle donne al sacerdozio sia una legge ecclesiastica, riteniamo che i sacramenti come l’ordinazione operino ex opera operato (“dal lavoro svolto”) come manifestazioni delle azioni e parole di Gesù durante la sua vita, e secondo il dogma, Gesù ha scelto solo alcuni uomini come apostoli», ha detto ai giornalisti padre Francis Gustilo, segretario della commissione.

La United Methodist Church è nata nelle Filippine nel 1968. Oggi la chiesa conta 300.000 membri sparsi in tre aree episcopali di Manila, Davao e Baguio. Circa l’85% dei circa 110 milioni di abitanti delle Filippine sono cattolici.

Foto: Chiesa metodista unita

 

Cosa hanno in comune Lutero e John Newton, Roma e l’Europa di oggi?

dal settimanale Riforma
di Fabio Perroni

Il canto, il culto, la riflessione e l’agape fraterna organizzata martedì 1° novembre dalla Consulta delle Chiese Evangeliche del Territorio Romano, per celebrare la festa della Riforma in Piazza Martin Lutero a Roma.

Nella cornice del parco di Colle Oppio, più di 70 persone si sono incontrate per festeggiare la ricorrenza dell’inizio della Riforma protestante del 1517. L’iniziativa prevedeva due momenti diversi ma tra loro collegati: il culto con la predicazione della pastora Mirella Manocchio, della chiesa metodista di via XX Settembre, con l’aiuto di John Newton (alias Franco Chiarini), e un momento di formazione-informazione tenuto dal prof. Daniele Garrone, presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia.

Un percorso iniziato con il canto dell’inno Immensa grazia e con l’ascolto dell’epistola agli Efesini (Ef. 2,4-10) “è per grazia che siete salvati…Non in virtù di opere”, predicato in forma di dialogo tra la pastora Manocchio e “John Newton”, il compositore di Amazing Grace.

Dio perdona e salva. Sperimentare e testimoniare la salvezza per grazia cambia radicalmente la nostra vita e la nostra fede, ma soprattutto svela un Dio di amore totale, inaspettato, che non giudica sul paradigma del do ut des, come invece agirebbe la giustizia umana, ma solo per amore. Non le opere ma la grazia e sola gratia. Lo sappiamo fino alla noia, ma l’invito posto ai convenuti era di interpretarlo nella nostra quotidianità, nella nostra vita, nel nostro agire, ma soprattutto nel nostro essere più profondo. Un invito che se preso sul serio ci libera, non senza conseguenze per le nostre vite.

Ma come testimoniare, agire e partecipare responsabilmente questo messaggio di libertà e di giustizia, nella crisi che stiamo vivendo in Europa e nel mondo? Il prof. Garrone non propone facili risposte all’interrogativo “Talenti protestanti in tempo di crisi?”, ma un itinerario da percorrere.

Il presidente FCEI, dopo una lucida analisi della situazione, ci ha offerto alcuni interrogativi su cui riflettere per prendere coscienza del nostro ruolo, in una Europa assediata dalla guerra ai suoi confini. Nessuna ricetta precostituita in questo tempo di crisi, ma l’occasione per ricomporre i nostri specifici talenti, le nostre vocazioni. Ripensare inoltre alla parola libertà, che è decisiva nel pensiero di Lutero, e su cui come cristiani evangelici avremmo molto da dire; riscoprire la libertà che è plurale, una liberazione che diventa responsabilità. Cioè vivere la tua/nostra libertà per porla a servizio della libertà dell’altro.  In questa situazione di crisi dobbiamo ripartire dalle debolezze che abbiamo, per cogliere l’occasione che ci viene offerta di dire finalmente qualcosa di protestante.

Quindi, per celebrare l’anniversario della Riforma iniziata quel 31 ottobre 1517, in questo tempo di crisi, dobbiamo saper declinare in modo nuovo le parole libertà e responsabilità per testimoniare il nostro essere cristiani evangelici nella società.

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La seconda assise della Fcei

COMUNICATO STAMPA

Si è conclusa la II Assise della Federazione delle chiese evangeliche in Italia.

Approvato all’unanimità un messaggio finale che riafferma l’urgenza di lavorare per i diritti, per i principi democratici e umani, per l’accoglienza e la comunione, per la giustizia e la pace.

L’Assise ha aderito alla manifestazione nazionale per la pace del 5 novembre. Lanciata anche la proposta di una Carta deontologica per un corretto uso della terminologia religiosa nei media.

Roma (NEV/CS31), 2 novembre 2022 – Si è chiusa ieri a Sassone (Roma) la II Assise della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).

Intitolata “Sentinella, a che punto è la notte …?” (Isaia 21,11) Cosa vediamo, cosa dobbiamo dire? Libertà e democrazia; lavoro e ambiente; globalizzazione e pace”, l’Assise ha radunato oltre 100 delegate e delegati del protestantesimo in Italia.

L’Assise triennale rappresenta una novità nel percorso della FCEI. Istituita nell’Assemblea del 2015, si presenta come una sorta di “stati generali” del protestantesimo, con lo scopo di promuovere l’incontro e il dibattito, al fine di suggerire indirizzi e raccomandazioni all’Assemblea e al Consiglio della FCEI. Quest’ultimo avrà poi il mandato operativo di realizzare gli obiettivi e i progetti delineati democraticamente.

La II Assise ha approvato all’unanimità un messaggio finale che traccia le linee programmatiche e spirituali per il lavoro dei prossimi anni. Il documento, che si apre indicando i diversi motivi per cui “Camminiamo nella notte”, una notte per i diritti, per la fiducia, per i principi democratici e umani, dichiara poi l’urgenza di guardare in avanti. Indicando la strada nel “senso profondo della fede in Cristo che annunciamo: quando le tenebre sono più scure, immaginare la luce; dove regna lo sconforto, testimoniare la speranza; quando vincono la chiusura e gli egoismi, affermare l’accoglienza e la comunione; nel tempo dell’oppressione e della guerra, costruire la giustizia e la pace. ‘La notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce’ (Romani 13,12)”.

Approvate anche diverse mozioni, fra cui una di adesione alla manifestazione nazionale per la pace del 5 novembre. Adesione che si accompagna a una specificità dell’Assise, la quale ha dichiarato di non volersi posizionare in modo polarizzato rispetto al tema delicato e complesso delle guerre in corso. Approvate anche: una mozione su integrazione e migrazioni; una mozione su lavoratori e lavoratrici, che invita a continuare fra l’altro la riflessione teologica sul tema; una mozione su formazione ed educazione; la mozione che denuncia la persecuzione delle chiese e delle comunità di fede; una mozione che invita a riempire di contenuti il dialogo cristiano-islamico, attraverso iniziative di approfondimento in linea con lo spirito che portò 21 anni fa a inaugurare la Giornata del dialogo cristiano-islamico; una mozione sulla comunicazione. Infine, è stato approvato un atto che accoglie l’articolato documento dal titolo: “Di fronte a vecchie e nuove sfide. Gli evangelici nell’Italia di oggi”, predisposto dalla Commissione studi dialogo integrazione (COSDI) e rielaborato successivamente da uno specifico gruppo di lavoro. Il documento sarà portato alle chiese per approfondire la riflessione e il dibattito intorno ai grandi temi epocali che riguardano il presente della società e della politica, non solo nazionale. Il documento parla di impegno ecumenico, di pluralismo religioso e laicità, ma anche di educazione contro gli atteggiamenti e le propagande xenofobe e razziste, anche alla luce della persistenza di pregiudizi antisemiti e islamofobici. Mette inoltre le mani avanti di fronte ai paventati “blocchi navali” invitando, invece, ad aprire la porta a chi bussa, come insegna Cristo. E di soccorrere lo straniero, chiunque sia, come fece il Samaritano.

L’Assise si è caratterizzata come un grande laboratorio di idee e di pratiche per un futuro sostenibile, basato su solidarietà, giustizia, cooperazione, libertà. Con uno sguardo fisso al valore della Costituzione, alla dignità del lavoro, insieme alle nuove generazioni, alle donne, a tutte le persone.

Fra le proposte emerse, a cui la prossima Assemblea FCEI è chiamata a lavorare concretamente, anche il Forum della comunicazione protestante, progetto di cui si parla da tempo anche in altre sedi deliberative, quali il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi. Poi, l’invito a elaborare, come FCEI e in collaborazione interreligiosa, una Carta deontologica per un corretto uso della terminologia religiosa nei media.

L’Assise, cha ha lavorato sia per gruppi tematici sia in sessioni plenarie, ha approfondito moltissimi argomenti, in linea con i binomi espressi nello stesso titolo. Ha, inoltre, ripercorso le attività e i progetti della Federazione, esprimendo loro il sostegno e l’apprezzamento, in continuità con quanto svolto finora. Fra questi, il programma rifugiati e migranti della FCEI Mediterranean Hope (MH). I servizi e le commissioni FCEI, come la Commissione studi dialogo integrazione (COSDI), Essere chiesa insieme (ECI), Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM), Servizio istruzione ed educazione (SIE), il recente Sportello Scuola Laicità Pluralismo.


Galleria fotografica online:

https://www.nev.it/nev/2022/11/02/conclusa-lassise-generale-protestante-allinsegna-di-pace-e-diritti/

Roma Chiesa metodista: strumenti di Dio per annunciare la sua Parola

L’insediamento delle pastore Mirella Manocchio e Eliad Dias Dos Santos

di Noemi Di Muro da Riforma

Domenica 9 ottobre la chiesa metodista di Roma – via XX Settembre ha celebrato il culto di insediamento della pastora Mirella Manocchio e della pastora missionaria Eliad Dias Dos Santos, responsabile del progetto del General Board della Global Ministries e dell’Opcemi rivolto ai senzatetto,  alla presenza delle delegate del Consiglio di Circuito, Antonella Violi e Daniela Faraci. Un culto pieno di gioia e partecipazione, arricchito dagli interventi del Coro e del Praise And Worship TEAM della chiesa, al quale è poi seguita un’agape ricca di cibi e di convivialità fra tanti fratelli e sorelle ritrovatisi finalmente in presenza, e con loro anche vari ospiti provenienti dalle chiese metodiste e valdesi di Roma. «Mirella ed Eliad – ha dichiarato Antonella Violi nel corso della liturgia di insediamento –vengono inserite nella vostra chiesa per rispondere con tutti voi alla vocazione di servizio e di testimonianza che il Signore vi rivolge (…).

Ogni credente, tramite il battesimo, è chiamato a testimoniare il Signore e operare per la crescita della comunità in cui ognuno deve inserirsi secondo il suo specifico dono. A Mirella ed Eliad è affidato il servizio della predicazione,
dell’insegnamento e della cura delle anime e in questo percorso necessiteranno del sostegno e della collaborazione di tutta la comunità». E proprio sulla consapevolezza che tutte e tutti siamo strumenti di Dio per annunciare la sua Parola di salvezza si è soffermata la pastora Manocchio nel corso della sua meditazione basata su Isaia 49, 1-7. «L’Eterno mi ha chiamato fin dal seno materno (…) – recita il profeta –, ha reso la mia bocca come una spada tagliente… ha fatto di me una freccia appuntita e mi ha detto: “Tu sei il mio servo, Israele, per mezzo di  te io manifesterò la mia gloria (…) voglio far di te la luce delle nazioni, lo strumento della mia salvezza fino alle estremità della terra”». La pastora Manocchio ha evidenziato che, sebbene viviamo in un mondo violento, dominato dalla guerra e dalla malattia, non dobbiamo lasciarci vincere dallo sconforto perché Dio ci chiama a gettare il cuore oltre l’ostacolo. Dobbiamo agire all’interno e all’esterno delle nostre comunità per manifestare al mondo la Gloria di Dio. La spada citata da Isaia è nella Bibbia immagine della Parola di Dio, una Parola «che taglia in due le coscienze, che obbliga ad una scelta tra Dio e Mammona, tra la compassione e illegalismo, tra i falsi moralismi e una reale assunzione del dolore umano». Per questo è una parola impopolare e scomoda da annunciare, che però colpisce come una freccia acuminata e porta salvezza e guarigione. Noi, ci viene ricordato dall’apostolo Paolo, siamo strumenti piccoli e fallibili «ma nonostante ciò, e forse proprio per questo, siamo stati scelti ed amati da Dio – ha proseguito la pastora Manocchio – (…) proprio in questo tempo in cui guerre, nazionalismi, politica e religioni vogliono dividere; è quindi necessario operare un ribaltamento: dal pensare che egli è il nostro Dio al pensare che siamo noi a essere suoi per gli altri. (…) Se siamo predestinati a qualcosa, come si ritiene pure il servo di Dio, è una predestinazione al servizio».

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Climate Youth Ecumenical Summit: voci unite per la giustizia climatica

di Riforma

Milano sarà una delle sedi dell’iniziativa giovanile mondiale nata nel contesto della Cop26, prevista per il 16 e 17 settembre prossimi

La campagna mondiale Climate YES (acronimo di Youth Ecumenical Summit), guidata da giovani cristiani tra i 18 e i 30 anni, è nata nel contesto del vertice delle Nazioni Unite sul clima di Glasgow (Cop26, novembre 2021), in cui i giovani attivisti partecipanti, alcuni afferenti alla campagna metodista mondiale Climate Justice for All (CJ4A), hanno deciso di lavorare insieme in vista della Cop successiva, che si terrà a Sharm El-Sheikh, in Egitto, dal 7 al 18 novembre prossimi.

L’obiettivo è creare una comunità ecumenica che includa rappresentanti di ogni continente per interloquire con i politici internazionali, a favore di una maggiore giustizia climatica.In vista della Cop27, come già era stato fatto per la precedente Conferenza delle Parti, il gruppo di Climate Yes, di cui fa parte come responsabile per l’Italia Irene Abra, della chiesa metodista di Novara, già coordinatrice di CJ4A per il nostro Paese (qui la sua intervista che lanciava l’evento a fine luglio), ha organizzato due giorni, il 16 e 17 settembre prossimi, di incontri in presenza e con collegamenti online dal titolo «Voci unite per la giustizia climatica».

Milano sarà uno dei sette hub (insieme a Londra, Lilongwe-Malawi, Johannesburg-Sudafrica, Nairobi-Kenya, Seychelles, Tanzania) in cui avranno luogo in contemporanea gli incontri di questa iniziativa ecumenica mondiale, organizzata dai giovani ma rivolta a tutti: è prevista infatti la partecipazione di organizzazioni giovanili evangeliche e cattoliche ma anche laiche, accomunate dall’impegno per l’ambiente.

Gli obiettivi dell’incontro, come si legge nel programma, sono: «1. creare un movimento ecumenico di giovani attivisti di tutto il mondo; 2. rafforzare le capacità dei giovani attraverso la mobilitazione delle comunità a livello ecumenico in tutte le regioni per comprendere i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità; 3. formare e sensibilizzare i giovani sugli effetti del cambiamento climatico; 4. aiutare i giovani attivisti a comprendere la politica ambientale per il processo UNFCCC, gli obiettivi di sviluppo sostenibile, le perdite e i danni, ecc. nella società; 5. identificare l’azione collettiva a livello locale e gli impegni per il clima da parte di ogni hub regionale; 6. preparare un appello congiunto all’azione per gli attivisti giovanili che parteciperanno alla Cop27».

Tutti gli eventi si svolgeranno presso la Chiesa del Carmine (piazza del Carmine 2), dalle 13 alle 23 di venerdì e dalle 9 alle 19 di sabato. Tutti i pasti saranno offerti dall’organizzazione, sarà però necessario portare con sé un piatto, un bicchiere e delle posate. Per chi ne ha necessità, è prevista la possibilità di pernottamento presso la chiesa del Carmine, portando sacco a pelo, materassino e cuscino. Per qualsiasi informazione contattare questa email (Silvia).

Per partecipare occorre iscriversi a questo modulo.

Si comincerà VENERDÌ con il pranzo condiviso, seguito da un momento liturgico condotto dal pastore Andreas Köhn (chiesa metodista di Novara e battista di Varese), quindi laboratorio di riciclaggio.

Alle 16,30 è previsto il primo video-collegamento* con il prof. Robert Beckford, docente all’Università di Winchester come direttore del nuovo Istituto per il clima e la giustizia sociale. Attivista, giornalista e documentarista affermato, ha affrontato tra l’altro i temi della riconciliazione e contribuito con i suoi lavori alla sensibilizzazione sul tema degli illeciti aziendali in Africa. Nell’incontro di Climate Yes affronterà la questione del razzismo e della giustizia ambientale.

Seguirà alle 17,30 l’intervento di Irene Abra e Domenico Vito su Cop27 e Climate Yes, che avrà l’intento di formare e sensibilizzare i giovani sugli effetti del cambiamento climatico; aiutare i giovani attivisti a comprendere la politica ambientale per il processo UNFCCC, gli obiettivi di sviluppo sostenibile, le perdite e i danni nella società.

Domenico Vito, ingegnere, lavora in progetti europei sulla qualità dell’aria nel nord Italia. È osservatore delle Conferenze delle Parti dal 2015 (Parigi). Membro della Società Italiana di Scienze del Clima (Sisc), è attivo in diverse organizzazioni e reti ambientali (The Climate Reality Project, Legambiente). Promotore del blog/canale YouTube HubZineItalia, per la divulgazione dei negoziati internazionali e organizzatore dei Simposi sui cambiamenti climatici per impegnare l’opinione pubblica sulle risoluzioni Onu, l’azione climatica, il multilateralismo e la cooperazione internazionale.

Seguirà un momento di brainstorming, cena e visione di uno dei documentari prodotti dalla campagna CJ4A.

SABATO, si comincia alle 10 con un confronto fra chiese sulla «spiritualità del Creato», e sono previsti gli interventi della pastora valdese Daniela Di Carlo (Gallo verde della chiesa valdese di Milano), la geologa e giornalista Gloria Mari (Associazione Nocetum) e padre Ionut Radu (chiesa ortodossa rumena).

Alle 11,30 è previsto il secondo video-collegamento* internazionale, sul tema dei combustibili fossili, che prevede un panel di relatori da ciascun hub africano, e sarà moderato da Irene Sebastian.

Dopo il pranzo, alle 13,30 si terrà la tavola rotonda su «Advocacy per la giustizia climatica» e gli interventi di associazioni e realtà impegnate sul tema: Fridays for Future, commissione Globalizzazione e Ambiente (Glam) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, Klimatfest, «Pianta una pianta».

Alle 15,30 ci sarà il terzo collegamento internazionale*, che avrà come titolo: «In che modo le chiese dovrebbero rispondere: Advocacy e workshop sulla comunicazione», guidato da un responsabile media e comunicazione di Christian Aid.

Alle 16,30 è previsto l’intervento di Michelle Brijuega della chiesa del Carmine sul tema delle migrazioni climatiche, e infine ci saranno laboratori conclusivi e saluti.

* Si può accedere alle sessioni online anche da remoto iscrivendosi a questo linkQui si trovano invece le informazioni su tutti gli hub.

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Bazar natalizio e presentazione libro

La nostra comunità è lieta di invitare tutte e tutti alla giornata di bazar natalizio che prevede, oltre alla vendita di oggettistica, prodotti alimentari take away, libri ecc, alle ore 11.30 la presentazione del libro “Come canne al vento” a cura di Hilda Girardet.

Vi aspettiamo