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Dopo la quarantena Che cosa resterà degli incontri Zoom?

da Riforma

Roberto Davide Papini

E con i templi aperti che faremo?  Butteremo via i culti su Zoom, le meditazioni in diretta Facebook, la preghiera su Whatsapp, le presentazioni dei libri e i dibattiti online? Che cosa resterà di queste esperienze spirituali vissute davanti a un monitor o a uno smartphone? Vedremo. Con l’allentarsi progressivo delle restrizioni per il Coronavirus cerchiamo di guadagnare ogni giorno un pezzetto di “normalità” in più. Piano piano sarà così anche per i luoghi di culto e, dopo settimane passate su varie “diavolerie” informatiche, sarà bello ritrovarci in carne e ossa e (quando sarà possibile) abbracciarci.

Ricordiamo, però, che questi marchingegni sono stati strumenti indispensabili per stare insieme a distanza, raccolti come comunità di fede. È stata un’esperienza forzata, ma ha dimostrato la vitalità delle nostre chiese, spesso un po’ pigre (se non proprio restìe) nell’affrontare strade nuove, capaci nell’emergenza di inventarsi nuovi modi di fare comunità. È stata una bella esperienza di fede, non virtuale bensì molto reale, una crescita della nostra realtà, un’occasione per ripensare a quanto il modello tradizionale di chiesa abbia funzionato, individuando i punti di forza e quelli di debolezza e dove e come, appunto, i nuovi strumenti di comunicazione possano aiutarci a migliorarlo.

Credo che questi nuovi strumenti si- ano ormai un patrimonio prezioso che dobbiamo continuare a sfruttare. Certo, non in maniera esclusiva come siamo stati costretti a fare durante il lockdown, ma resteranno la possibilità e la ricchezza di poter partecipare a uno studio biblico o seguire una meditazione a centinaia di chilometri o ancora un culto online se si ha l’impossibilità di recarsi fisicamente al tempio. Così, una proposta è quella di riprendere le belle esperienze inter-denominazionali di questa emergenza, affidando ogni settimana a diversi esponenti delle varie chiese della Fcei (a rotazione, ogni domenica a persone differenti) la cura di culti online da offrire in maniera continuativa oltre alle tradizionali attività locali. Sarebbe una bella esperienza di unità nella preghiera e nel culto e un’occasione di evangelizzazione. Ovunque e con qualsiasi strumento venga utilizzato per annunciarla, quella del vangelo resta una Parola di libertà che non possiamo confinare tra le mura dei nostri templi. Soprattutto ora che ab- biamo imparato a usare Zoom.

Culto del 17 maggio 2020

Culto per la giornata contro l’omofobia e la transfobia

domenica 17 maggio 2020

 

Brano Musicale “A Dio sia la gloria”

 

Invocazione:

Rallegratevi, fratelli e sorelle, rallegratevi nel Signore.

Egli è vicino  e ci accoglie, ci guarisce e ci rinnova.

Lo Spirito vi riempia di gioia e di speranza. Amen.

 

 

Saluto

Care e cari oggi domenica 17 maggio, celebriamo questo culto di lode al Signore in concomitanza con la giornata internazionale contro l’omo- e trans-fobia cui le nostre chiese sono chiamate a mantenere alta l’attenzione contro ogni atto di discriminazione atto 43 del sinodo 2015 (43/SI/2015).

 

La commissione fede e omosessualità della chiesa Battista, Metodista e Valdese (BMV) e dalla Rete Evangelica Fede e Omosessualità (REFO) ha preparato una liturgia apposita per questa occasione che ne seguiremo.

 

 

Apertura

L: All’inizio era Dio, all’inizio la sorgente di tutto ciò che è

A: All’inizio Dio desiderava, Dio gemeva, Dio era in travaglio, Dio dava alla luce, Dio si rallegrava

L: E Dio amò ciò che aveva fatto. E Dio disse “E’ buono!”

A: E Dio, sapendo che tutto ciò che è buono va condiviso tenne la terra teneramente nelle sue braccia

L: Dio desiderò fortemente la relazione. Dio volle condividere la buona terra con noi

A: E l’umanità nacque dal desiderio di Dio

L: Noi siamo nate, noi siamo nati per condividere la terra

A: E Dio disse: “Voi siete il mio popolo. Voi siete benedette/i”.

Noi siamo benedetti nel nome di Dio. Amen

 

Salmo 139, 1-5

1 SIGNORE, tu mi hai esaminato e mi conosci.

2 Tu sai quando mi siedo e quando mi alzo,

tu comprendi da lontano il mio pensiero.

3 Tu mi scruti quando cammino e quando riposo,

e conosci a fondo tutte le mie vie.

4 Poiché la parola non è ancora sulla mia lingua,

che tu, SIGNORE, già la conosci appieno.

5 Tu mi circondi, mi stai di fronte e alle spalle,

e poni la tua mano su di me.

 

Raccogliamoci in preghiera

Nostro Dio che sei padre e madre siamo riuniti nel tuo nome, ci trovi nelle nostre case, per ascoltare la tua Parola di vita.

Uomini e donne, trans, gay, lesbiche, bisessuali, persone non binarie, giovani e anziani, e tutte/i siamo la  Tua immagine. Benedici questo momento di culto, benedici le nostre vite a volte luminose ed altre buie.

Dio sei più grande della nostra immaginazione.

Dio eri prima di noi, Dio sei con noi,

Dio cammini davanti a noi, sopra e al di là di tutti i confini e i muri di separazione che l’umanità ha costruito.

Rimanici accanto ora e sempre in Gesù Cristo. Amen

 

Confessione di peccato

“Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio.” Efesini 2, 8

Brano Musicale “O Dolce ora di Pregar “

(Momenti di silenzio per la preghiera individuale )

 

Preghiamo

Nostro Dio tu ci conosci e ci chiami per nome

Vogliamo confessarti la nostra paura,

Perché non sempre abbiamo il coraggio di dire verità scomode,

Preferiamo affrontare le bugie anche su di noi;

Perdonaci e accoglici nel tuo abbraccio amorevole,

Insegnaci a non farci trattare con disprezzo, a partire da noi stesse/i,

Sollevaci, rendici forti e ricordaci che siamo parte della tua creazione

E che le nostre vite sono viste da te attraverso la tua grazia.

Ti diciamo tutto questo nel nome di Gesù Cristo nostro salvatore. Amen

 

Perdono

“Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, poiché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte”.

(Romani 8, 1-2)

 

Amiche e amici, ascoltate la buona notizia del Vangelo:

In Cristo, siamo perdonati!

In Cristo, abbiamo vita nuova!

Il passato è finito e tutto è diventato nuovo!

Attraverso il perdono possiamo vivere con coraggio e con gioia! Amen

 

Brano musicale “O dolce ora del pregar”

 

Confessione di fede(lettura alternata)

  1. Non credo al diritto dei più forti, al linguaggio delle armi

alla potenza dei potenti.

A.Credo nel diritto, nella mano aperta, nella solidarietà

nella potenza della non violenza.

  1. Non credo alla razza o alla ricchezza

ai privilegi legati al genere o all’orientamento.

A.Credo che tutti gli esseri umani

siano preziosi agli occhi del Signore e che l’ordine della forza

e dell’ingiustizia in realtà siano un disordine.

P.Non credo di potermi disinteressare

a ciò che accade lontano da qui.

A.Credo che il mondo intero è la mia casa

e che ogni donna e ogni uomo siano mia sorella e mio fratello.

P.Non credo di poter combattere altrove l’oppressione

se tollero l’ingiustizia qui.

A.Credo che la giustizia sia una, qui come altrove,

e che non sono libera/o finché un solo essere umano è schiavo.

P.Non credo che la guerra e l’ingiustizia siano inevitabili

e la pace irraggiungibile.

A.Credo all’azione umile, all’amore a mani nude,

alla pace sulla terra.

P.Non credo al valore della sofferenza

non credo che il sogno delle catene spezzate

e della libertà siano solo un sogno.

A.Credo invece, sempre e nonostante tutto ad una umanità nuova in Cristo.

P.Credo al sogno di Dio stesso: un cielo nuovo, una terra nuova, dove abiterà la giustizia. Amen

(Libera riscrittura della confessione di fede di Dorothee Soelle)

 

Sermone:  Galati 3,28

 

Il testo biblico scelto per la predicazione è tratto dalla lettera di Paolo ai Galati 3, 28 «Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù» preceduto da queste parole (Gal. 3, 26-27): “perché siete tutti figlioli di Dio, per la fede in Cristo Gesù. Infatti(poiché), voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo”.

L’apostolo Paolo ribalta il concetto del popolo di Dio nel dire che i giudei e i pagani, comunità costituita sulla base della fedeltà a Dio, sono insieme oggetti della Sua promessa.

L’Apostolo arriva al nucleo centrale del ragionamento “perché siete tutti figli e figlie di Dio per la fede in Cristo Gesù”. Non guarda più alla Legge come simbolo della propria identità, ma bensì a Cristo.

Ripete incessantemente: “In Cristo Gesù”, “rivestiti di Cristo”, “uno in Cristo Gesù”, “di Cristo”, proseguendo poi con: “non c’è qui né giudeo né greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù”. Questo rivestirsi di Cristo, questo essere uno in Cristo non solo permette di vedere e sognare una nuova realtà, ma permette anche di avere gli strumenti per costruire una nuova realtà, una nuova comunità.

Essere uno in Cristo non annulla le differenze, non appiattisce le diversità, essere uno in Cristo fa crollare i muri, abbattere le barriere, cancellare i confini, essere uno in Cristo esalta la ricchezza dell’essere diversi e diverse.

 

A voi tutti che credete il vangelo nel nome di Gesù Cristo, vi ha raggiunto la salvezza promessa da Dio. Chiunque di voi che crede nella parola predicata, proclamata e annunciata in Cristo Gesù è salvato.  <<Perché Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio affinché chiunque crede in lui non perisca ma abbia vita eterna>>. (Gv. 3,16)

 

Il testo della predicazione per questa mattina, ha ispirato l’iniziativa di promuovere la non discriminazione in vista alla giornata mondiale contro l’omofobia o alla giornata internazionale per il superamento dell’omofobia e transfobia. In memoria di tante sofferenze vissute da molte persone, il Signore ci invita a praticare le nostre preghiere e gli insegnamenti che abbiamo ascoltato per denunciare ogni violenza psicologica, verbale e fisica.

Questo passo biblico nella lettera di Paolo ai Galati riassume la catechesi della fede cristiana. Questa è il punto di arrivo del percorso dei credenti in Cristo Gesù poiché  si chiarisce il piano della salvezza nel patto nuovo di Dio all’umanità.

 

Prima che i metodisti di provenienza straniera arrivassero nelle chiese metodiste e valdesi in Italia, in particolare nella chiesa di via XX settembre, aveva forse meno pensieri, meno problemi di convivenza da risolvere; era costituita e compatta; una comunità metodista italiana consolidata frutto della missione americana e inglese.

La chiesa evangelica BMV con l’arrivo dei fratelli e delle sorelle di diverse nazionalità ha dovuto risvegliare le sue fondamenta, facendo un lavoro di confronto per aggiornarsi. La formazione teologica dei pastori e delle pastore, gli studi dei testi e le loro interpretazioni che sono stati ben definiti hanno dimostrato di aver bisogno di un processo continuo di evoluzione ed emancipazione.

 

L’affermazione dell’apostolo Paolo viene richiamata ai nostri tempi; non c’è qui né italiano, né filippino, né coreano, né cinese, né africano, ma un’unica identità in Cristo. Nonostante le diverse storie di vita, di cultura e di lingua, chiunque crede avrà una vita eterna, unita e in comunione con Cristo Gesù.

Non c’è qui né un collaboratore domestico filippino/una collaboratrice domestica filippina né datore di lavoro italiano, ma soltanto ambasciatori di Gesù nel mondo. Ricordiamoci della nostra unica missione come dice il nostro padre e fondatore del metodismo J. Wesley “Il mondo è la mia parrocchia”.

 

Se analizziamo in profondità questo passaggio biblico, tutto ciò che riguarda la categorizzazione della chiesa come nazione, identità etnica, lingua, cultura, genere può contribuire ad un arricchimento, ma nello stesso tempo discriminante se non tutti gli aspetti dell’identità di una persona e il suo rapporto con la fede è considerata. Un credente cristiano deve essere visto come una persona che fa parte di Uno, membro dello stesso corpo di Gesù Cristo.

Pertanto, da una parte a noi credenti importa quanto viviamo: praticando la nostra fede nel nostro vivere perché il regno di Dio si è avvicinato a noi tutti, è in mezzo a noi perché prevalga la giustizia per il coraggio di far fronte all’impegno di promuovere l’uguaglianza, il rispetto, e l’amore reciproco e con la grazia di Cristo Gesù siamo uniti a perseguire e perseverare senza perdere la speranza. Dall’altra parte siamo chiamati a formare una chiesa che deve far fronte alla sua realtà diversificata per poter crescere insieme, aiutandoci a superare le cause delle divisioni.

 

Il tema del superamento della discriminazione, causati dal genere, in questo caso l’essere trans, gay, lesbiche, bisessuali, persone non binarie,  è un fatto reale di rapporto tra persona a persona e su cui dobbiamo fare attenzione nel nostro modo di vivere. Ci riguarda oggi singolarmente e collettivamente essendo una comunità di credenti in Cristo Gesù. In questi anni, ho avuto delle esperienze personali importanti, che ritengo siano fondamentali nel mio lavoro di cura pastorale. Ho avuto modo di conoscere delle persone omossessuali e lesbiche credenti nelle nostre chiese che sono molto impegnati, dediti nel rendere il loro servizio e il talento per l’edificazione e il bene della chiesa.

Così, il ruolo che svolgo come pastora mi ha permesso di conoscere ancora di più il tema legato tra la fede e l’omosessualità. La mia partecipazione come membro di questa commissione fino all’anno scorso mi ha fatto crescere, ho imparato tante cose belle da loro come esprimere l’umanità, la misericordia verso il prossimo che si trovo nella parte svantaggiata. Nel 2007, un anno dopo che ho iniziato il mio ministero pastorale a Cremona, Mantova e Piacenza, lì ho accompagnato una coppia di fratelli omossessuali, ora è diventata una famiglia. Poi, qui a Roma, come sapete ci sono anche nelle nostre comunità.

Se dovessi mettermi a confronto con i credenti di Galazia la predicazione dell’apostolo Paolo mi permette di fare delle considerazioni su cui tengo a collegarmi con la nostra vita di chiesa oggi.  Prima di fare insieme una riflessione, facciamo una nostra propria personale. Tutti siamo in accordo nell’opera salvifica adempiuta da Cristo Gesù, ma la formazione, l’informazione giusta ci devono arrivare a noi attraverso l’esperienza nella scuola quotidiana di vita, soltanto così la chiesa saprà superare le barriere linguistiche, culturali, sociali.

È bello vedere una comunità multicolore(arcobaleno), rappresentata da persone di diverse nazionalità. Noi vediamo il tempio di via XX settembre, con la componente di metodisti italiani, quelli filippini, e coreani. Da più vent’anni, i filippini e coreani credenti erano arrivati qui ed erano perfettamente parte integrante della chiesa universale così come sono, ma devono praticare una reciproca accoglienza.Gesù nel vangelo di Matteo aveva chiarito ai suoi discepoli che era venuto per adempiere la legge e non per abolirla come egli disse:<< Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire, ma per portare a compimento>>. (Matteo 5,17)

Seguendo questa linea d’insegnamento ‘Cristo e la legge antica’ la venuta di Gesù nato uomo era nello stesso tempo venuto per mettere in pratica la legge di Mosè, la legge di Dio perché il popolo ebraico la seguisse per vivere bene la propria vita in Dio.  La legge dell’amore deve essere incisa nei cuori dei credenti nel nuovo patto, come Gesù l’ha incarnato praticandola. Le tavole di pietre(sono sostituiti di carne) sono i nostri cuori, lì si trova la sede di ogni nostra buona azione/nostro buon sentimento(animo), il frutto dello Spirito: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo, sempre scritto dall’apostolo ai Galati al cap. 5.   Bisogna che qui si insegni la legge dell’amore. Ama Dio e il tuo prossimo come te stesso.  La pratica di amore supera ogni divisione.

 

Come deve essere la chiesa? Ci stiamo impegnando per l’edificazione della chiesa? Qual è la nostra priorità? Siamo in linea con l’insegnamento dell’apostolo ma quando si tratta della nostra convivenza possiamo lavorare ed elaborare la nostra conoscenza reciproca per arricchirci reciprocamente? La nostra fede è nutrita e cresce dalle parole di nostro fratello e di nostra sorella di chiesa?

La parola di Dio è per tutti noi, ci riveste nel nome di Gesù Cristo, ma siccome abbiamo modi diversi di esprimerla siamo chiamati a darla testimonianza secondo il dono dello Spirito Santo. Amen.

Brano musicale “A Te vicin”

 

Preghiera di intercessione

 

Spirito di vita e di amore

Vogliamo pregare per tutte le persone gay, lesbiche, trans, bisessuali, non binarie.

Liberali da ogni paura che li arriva addosso attraverso le parole di odio che li rivolgono, liberali dal peso della violenza psicologica e fisica che cerca di annientarli.

 

Aiutaci a testimoniare la giustizia di genere e di orientamento per tutte le persone. Preghiamo per tutte e tutti coloro che sostengono le loro piccole o grandi conquiste.

Dacci la forza di appoggiarli alla luce della tua parola affinché possa guidarli verso la tua verità e la tua giustizia.

Offri riparo e speranza ai/alle giovani che non ricevono il sostegno dalle proprie famiglie. Fa che in noi ricevano amicizia e cura.

 

Nostro Cristo, che dai vita nuova

riconciliaci tra noi e con te e donaci una visione del mondo

piena di opportunità per tutte e tutti.

Ti preghiamo Dio di misericordia, permettici di vivere questo tempo come un’occasione proficua per riflettere sulla nostra vulnerabilità che si sviluppa attraverso la paura e lo scoramento dinanzi alle avversità; aiutaci, pur nelle difficoltà di questo frangente, a mantenerci solidali e aperti con il

prossimo, non dimenticando tutte le altre grandi tragedie che minano la pace nel mondo.

 

Ti preghiamo, Dio di salvezza, sostienici nel combattere le catene dello sfruttamento e dell’ingiustizia e aiutaci a mantenere salde le catene di solidarietà nell’Europa tutta; ti preghiamo di non abbandonarci alla paura del contagio, ma ancora più al contagio della paura.

 

Apri le nostre menti e nostri cuori. La tua Parola di salvezza guarisca le ferite

di quante e quanti hanno vissuto o stanno vivendo la perdita delle persone care. Dacci le parole per confortare, la sapienza per ascoltare, il coraggio di sentirci uniti.

Permettici di dirti ogni giorno della nostra vita:

Padre nostro

Padre nostro che sei nei cieli

Sia santificato il tuo nome

Venga il tuo regno

Sia fatta la tua volontà

Come in cielo anche in terra

Dacci oggi il nostro pane quotidiano

E rimetti a noi i nostri debiti

Come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori

E non esporci alla tentazione

Ma liberaci dal male

Tuo è il regno, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli. Amen

 

 

Accogliamo la benedizione di Dio, Padre Figlio e Spirito Santo:

Che il Signore apra i nostri cuori al mistero della sua presenza e della nostra chiamata, apra le nostre braccia per andare verso coloro che incontriamo,

ci dia l’intelligenza di prenderci cura di tutta la creazione,

ci dia la saggezza di discernere i segni dei tempi,

ci dia l’umiltà di metterci in discussione e di accogliere pienamente il suo amore.

Che la pace, e la verità dell’Evangelo sostengano la nostra vita e il nostro servizio. Amen

Annunci

  • Antoinette Harzo la mamma di Gioele Garone è mancata ieri mattina. Ai suoi figli vanno il nostro affetto e la nostra vicinanza in questo momento di dolorosa separazione dalla loro mamma. Per loro la nostra preghiera, forte della fede in Cristo: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà! (Giovanni 11,25)
  • Chica Vezzosi ci informa del miglioramento della salute di sua sorella Titti. I suoi reni funzionano ora. Speriamo nel Signore che prosegua.  Mandiamo un abbraccio a lei e a Titti da parte di tutti noi.
  • domenica 24 maggio Consultazione metodista online

 

Brano Musicale

Buona domenica a tutte e a tutti.

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Giornata interreligiosa globale di preghiera

Signore, Dio d’amore, di pienezza e di vita,

noi ci rivolgiamo a te in preghiera e ti portiamo la sofferenza del nostro mondo e dell’umanità di cui facciamo parte.

In preghiera facciamo cordoglio per le tante vite perse e ti presentiamo le tante vite fragili di chi è più esposto al virus.

In preghiera ti chiediamo di essere vicino a chi si espone ogni giorno per il bene di tutti negli ospedali e nei luoghi di lavoro.

In preghiera portiamo l’incertezza per il futuro nostro e del nostro prossimo. E preghiamo: possa l’amore e non la paura diventare virale.

Perché se nel mondo c’è paura, non c’è bisogno che ci sia anche odio; se c’è isolamento non deve esserci anche solitudine; se c’è preoccupazione, non c’è bisogno che ci sia anche meschinità.

Aiutaci a trovare nuovi modi creativi per rimanere uniti in spirito e solidarietà.

Oggi tendiamo la mano verso chi prega con noi, qualunque sia il suo credo, in qualunque parte del mondo viva, qualunque lingua parli: le loro parole sono preziose, la loro umanità è uguale alla nostra. Insieme donaci di costruire un mondo migliore, più pacifico e solidale.

Donaci la gioia della tua presenza, secondo la tua promessa: sarò con voi ogni giorno della vostra vita.

Nel nome di Gesù, Amen.

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No all’omotransfobia. Sì all’arcobaleno della nostra umanità

Dire no alla discriminazione con una consapevolezza diversa: ora sappiamo tutti che cosa significa vivere ai margini, isolati, esclusi. 17 maggio giornata contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia

Anche questanno il 17 maggio vengono ricordate le vittime dellomofobia e della transfobia in occasione della giornata internazionale. Particolarmente intenso il versetto scelto: «Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù» (Galati 3, 28).

Racconta Innocenzo Pontillo, del progetto Gionata: «La pandemia che stiamo vivendo ha influenzato tutta la nostra vita, azzerando la vita comunitaria e ci ha costretto a chiederci anche il senso del nostro cammino di fede. In questi mesi in cui siamo stati a casa, ognuno di noi ha potuto ripensare al proprio cammino spirituale: come poteva essere comunitario non potendo più frequentare una comunità? Anche le veglie, che sono sempre state iniziative delle comunità, hanno dovuto essere ripensate».

I credenti Lgbt sparsi su tutto il territorio nazionale, che utilizzano normalmente gli incontri virtuali e le tecnologie per potersi ritrovare e confrontare, hanno messo a disposizione delle varie comunità le conoscenze nel settore. Sono state avviate conferenze bibliche settimanali a cui hanno partecipato pastori, pastore, sacerdoti e membri di chiese o simpatizzanti per riflettere sulla Parola. Conferma Innocenzo: «È stato bellissimo poter ritrovare una comunità, decisamente assortita per provenienza e confessione religiosa. Ognuno ha portato la sua storia e abbiamo ritrovato il senso del nostro incontrarsi. Le veglie proseguiranno questo cammino, questo percorso avviato. In questa settimana sono proposti vari momenti di riflessione, preghiera, testimonianze».

Incontri virtuali in cui si ribadirà ancora una volta il NO allomofobia, alle discriminazioni. Le veglie di questanno nascono anche da una consapevolezza diversa: tutti infatti ora sappiamo che cosa significa vivere ai margini, isolati. «Normalmente quando parliamo di persone ai margini è come se affrontassimo la teoria dellargomento – aggiunge Innocenzo Pontillo – Invece il coronavirus ha fatto vivere a ognuno e ognuna di noi la sensazione di sentirci ai margini, lontani ed esclusi: tutti indistintamente, qualsiasi fosse il nostro censo, la nostra età, la nostra posizione geografica. Una persona gay, lesbica, trans vive questa discriminazione per qualcosa che non ha fatto, ma per qualcosa che è, perché è Dio che ha voluto così, in questo arcobaleno della nostra umanità. Questanno vorremmo riflettere quindi utilizzando lonline, tutti possono essere protagonisti: basta un clic per ascoltare le riflessioni, partecipare e portare la propria partecipazione alle veglie di preghiera».

Ecco allora qualche indicazione: sul sito www.gionata.org si trova l’elenco degli appuntamenti, segnaliamo in particolare oggi mercoledì 13 maggio alle 18, su Radio Stonata, nel programma Il diario di Gionata” si parla di Veglie per il superamento dellomofobia. Dal veto allaccoglienza” con i cristiani Lgbt del gruppo Ali daquila e il pastore Peter Ciaccio della chiesa valdese di Palermo (info qui).

Domani, giovedì 14 maggio alle 19, in diretta Facebook, il comitato organizzatore delle veglie per il superamento dellomotransfobia di Palermo ha previsto una preghiera collettiva coinvolgendo oltre venti realtà palermitane, tra cui la chiesa valdese locale (per partecipare clicca qui).

Domenica 17 si terranno varie veglie di preghiera ecumeniche, da Milano a Genova, dall’Emilia Romagna a Trieste.

Per quanto riguarda le iniziative delle chiese battiste, metodiste e valdesi, come ogni anno la commissione bmv Fede e Omosessualità ha predisposto la liturgia scaricabile dal sito  www.chiesavaldese.org. Inoltre, spiega Daniela Di Carlo, pastora della chiesa valdese di Milano e coordinatrice della componente valdese e metodista, domenica 17 maggio si celebrerà un culto preparato dalla Commissione, trasmesso sui social di Radio Beckwith evangelica alle ore 11.00, con la partecipazione dello studente in teologia Pier Giovanni Vivarelli.

Inoltre, durante il consueto culto domenicale su ZoomWorship Daniela Di Carlo spiegherà il significato della giornata e Luciano Lattanzi dedicherà una preghiera alle vittime di omo/transfobia.

«Tutte le nostre chiese locali – spiega Di Carlo – hanno ricevuto la liturgia e le note omiletiche e si spera che anche localmente sia possibile moltiplicare questi spazi di riflessione contro le discriminazioni legate al genere e allorientamento sessuale. Non è stato per ora possibile organizzare, come avevamo pensato, una veglia ecumenica nazionale vista la diversità dei cammini intrapresi sin qui. Siamo però certi che presto arriverà il tempo nel quale sia possibile».

Un altro appuntamento è quello di Torino, dove (spiega Sophie Langeneck, pastora della chiesa valdese) «da diversi anni si organizza una serata pubblica contro l’omo-transfobia, che non è esattamente una veglia di preghiera, ma un momento di riflessione, anche biblica, con diverse associazioni e chiese presenti in città». Quest’anno, nell’impossibilità di incontri dal vivo, si è pensato di organizzare, insieme ad associazioni tra cui il gruppo di cristiani lgbt Pozzo di Sicar di Torino, il coro lgbtqiae (Qoro) e membri di altre chiese, una serata online, che si svolgerà domenica 17 alle 20,30 utilizzando la piattaforma Google Meet. Tutti possono partecipare con i propri dispositivi (computer, smartphone, ma anche il telefono fisso), seguendo le informazioni sulla pagina Facebook e sul sito Internet della chiesa valdese.

La serata si svolgerà, spiega Langeneck, «a partire dal versetto scelto per quest’anno, sul tema della richiesta di asilo per persone lgbt provenienti da Paesi in cui sono perseguitate per questo. Avremo momenti di testimonianza, interventi di esperti, la meditazione biblica curata dalla pastora Maria Bonafede e intermezzi musicali offerti come di consueto dal Qoro. Per informarsi e prepararsi a questa giornata,  da ieri vengono diffusi sui social dei vari soggetti partecipanti video e infografiche».

 

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I protestanti italiani aderiscono alla preghiera globale anti-covid

Anche la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) partecipa alla preghiera di giovedì 14 maggio promossa dall’Alto Comitato per la Fraternità umana, di cui è parte il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC)

La Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) aderisce alla giornata di preghiera globale anti-covid di giovedì 14 maggio. L’iniziativa congiunta dell’Alto Comitato per la Fraternità umana, di cui fa parte anche il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), è rivolta a tutti i leader religiosi e ai popoli di tutto il mondo.

A mezzogiorno si riuniranno in preghiera milioni di persone, anche se molte iniziative sono previste nell’arco di tutta la giornata.

“L’adesione della Federazione è innanzitutto per l’idea di fondo che ha animato la convocazione di questa preghiera” spiega all’agenzia NEV il pastore valdese Pawel Gajewski, coordinatore della sezione “Dialogo” della Commissione Studi Dialogo Integrazione (COSDI) della FCEI.

La Federazione invita tutte le sue chiese membro e tutti i credenti a riunirsi in preghiera il 14 maggio “proprio pensando alla situazione senza precedenti che stiamo vivendo – prosegue il pastore –. È un gesto di solidarietà con tutte le persone che hanno subito perdite, che sono ammalate o che soffrono a causa della pandemia. Sarà una preghiera di intercessione per tutte queste persone e un impegno ad aiutarle, a creare modalità adeguate per rispondere alle loro esigenze spirituali e materiali”.

Alla preghiera globale anti-covid hanno aderito anche numerose chiese a livello locale, singole persone credenti, organismi religiosi ed ecumenici, fra cui anche il gruppo Dialogo ebraico cristiano islamico (DECI) di Firenze e L’Unione induista italiana.

Sono previsti incontri virtuali sulle piattaforme web e preghiere in contemporanea nelle singole case e abitazioni.

“Come FCEI abbiamo deciso di proporre una preghiera tratta dal fascicolo della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (SPUC) 2020, in particolare nella 4^ giornata della settimana – conclude Gajewski –. La mettiamo a disposizione di chiunque lo desideri, e chiediamo di divulgarla, di condividerla nei gruppi, via web o in altri modi in quanto si tratta di una preghiera dal respiro fortemente ecumenico”.


Preghiera globale del 14 maggio 2020

Signore, Dio d’amore, di pienezza e di vita,
noi ci rivolgiamo a te in preghiera e ti portiamo la sofferenza del nostro mondo e dell’umanità di cui facciamo parte.

In preghiera facciamo cordoglio per le tante vite perse e ti presentiamo le tante vite fragili di chi è più esposto al virus.

In preghiera ti chiediamo di essere vicino a chi si espone ogni giorno per il bene di tutti negli ospedali e nei luoghi di lavoro.

In preghiera portiamo l’incertezza per il futuro nostro e del nostro prossimo.

E preghiamo: possa l’amore e non la paura diventare virale.

Perché se nel mondo c’è paura, non c’è bisogno che ci sia anche odio; se c’è isolamento non deve esserci anche solitudine; se c’è preoccupazione, non c’è bisogno che ci sia anche meschinità.

Aiutaci a trovare nuovi modi creativi per rimanere uniti in spirito e solidarietà.

Oggi tendiamo la mano verso chi prega con noi, qualunque sia il suo credo, in qualunque parte del mondo viva, qualunque lingua parli: le loro parole sono preziose, la loro umanità è uguale alla nostra. Insieme donaci di costruire un mondo migliore, più pacifico e solidale.

Donaci la gioia della tua presenza, secondo la tua promessa: sarò con voi ogni giorno della vostra vita.

Nel nome di Gesù, Amen.

Trotta: la fede cristiana è comunitaria, nella crisi riconosciamo le priorità

Riccardo Maccioni (da Avvenire)
Parla la moderatora della Tavola valdese, prima metodista a ricoprire tale incarico: «Forse è un bene che non si torni a come eravamo Troppe cose anormali nella normalità di prima»

Dall’emergenza alla normalità che, almeno all’inizio non sarà “normale” per niente. La crisi legata al contagio da coronavirus ridisegna le abitudini quotidiane, rende conquista ciò che prima era consueto, quasi banale. Vale anche per le Chiese, costrette da oltre due mesi a rinunciare ai culti pubblici, cioè alla presenza fisica della gente. Un sacrificio grande, che però in molti casi è diventato anche un’opportunità: di riflessione, di creatività pastorale, di ripensamento della vita di fede, soprattutto comunitaria.

Adesso, spiega Alessandra Trotta moderatora della Tavola valdese e prima metodista a ricoprire tale incarico, si tratta di cogliere, di valorizzare l’insegnamento maturato in questi giorni. Nei rapporti interni, come nel confronto istituzionale. In tal senso oggi potrebbe essere raggiunto l’accordo sul protocollo che disciplinerà la ripresa delle attività, in parallelo a quanto deciso per la Chiesa cattolica.

«Con il ministero dell’interno abbiamo lavorato – spiega Trotta – a un bellissimo tavolo, molto plurale, in cui noi Chiese valdesi e metodiste eravamo rappresentati dalla Fcei (Federazione delle Chiese evangeliche in Italia). Bella la circolazione di intenti come l’ascolto delle diverse sensibilità e l’idea che, fatte salve alcune prescrizioni generali in ordine alla salute, l’adattamento dei riti, la loro organizzazione siano affidati alla responsabilità delle singole autorità ecclesiastiche, religiose. Lo Stato detta alcune prescrizioni generali, poi decidere come concretizzarle nelle pratiche spetta alle Chiese».

Il ritorno delle normali celebrazioni concluderà almeno in parte una stagione che non potrà non segnare la vita dei credenti. «Per noi i locali di culto non sono spazi sacri ma luoghi privilegiati dell’incontro con Dio e comunitario, della comunità intorno alla Parola. Questo ha reso meno drammatico il problema della “riapertura”.

La crisi ha semmai reso più evidente che la comunità non vive soltanto di un incontro fisico ma che esistono altre modalità di stare insieme. Molte delle nostre Chiese hanno dovuto mettersi in discussione, cercare delle vie alternative per continuare a mante- nere i legami, curare le persone, spezzare la Parola, renderla accessibile a tutti».

In questo, le realtà digitali, stanno svolgendo un ruolo importante. «Sono i mezzi che hanno aiutato di più però al tempo stesso escludono delle persone, che hanno bisogno di altri sistemi per comunicare. Diciamo che si è creato un grandissimo movimento che ci deve far riflettere su cosa sia una comunità cristiana, e su come alimentarla nonostante le restrizioni all’incontro fisico. La fede cristiana è sociale, comunitaria, non individuale. In questo senso il bilancio è positivo perché ha risvegliato in molte persone e in forme diverse, il bisogno di spiritualità».

Ora si tratta di intercettarlo e capirlo. «Bisogna chiedersi quanto sia una spiritualità da pronto soccorso e quanto di conversione in cui cioè la Parola ti consola ma qualche volta ti dà anche un ceffone, ti richiama a mettere in discussione i tuoi stili di vita, la tua menta-lità, il tuo modo di rapportarti agli altri e di vedere il mondo». Accanto alla vita dello spirito c’è una dimensione che riguarda più direttamente il giorno dopo giorno, i problemi dell’esistenza quotidiana. Va in questa direzione lo stanziamento di otto milioni di euro per fronteggiare la crisi. «Abbiamo destinato a quest’emergenza una parte consistente dei fondi del nostro otto per mille – aggiunge la moderatora – senza però che venisse meno il resto degli obiettivi cui è finalizzato, in particolare l’aiuto a enti e associazioni del terzo settore, realtà varia e variamente qualificata il cui sostegno, crediamo, nei prossimi mesi sarà importante per la ripresa».

Gli interventi hanno seguito fasi differenti. «I primi sono stati destinati a ospedali e al rafforzamento della medicina di territorio, che ha un’importanza strategica nel fronteggiare le emergenze. Inoltre abbiamo raddoppiato i fondi a disposizione delle Chiese locali per i bisogni essenziali delle persone, come gli aiuti alimentari, o il pagamento delle bollette e dell’affitto. In un secondo tempo valuteremo come destinare l’altra parte dei fondi d’emergenza, che vorremmo raggiungessero le fasce della popolazione che pagheranno il prezzo più alto a questa situazione drammatica».

In Italia proprio sul terreno della prassi, si pensi ai “corridoi umanitari”, la collaborazione tra le Chiese sta dando bei risultati. Un dialogo che l’emergenza coronavirus non sembra aver raffreddato. «Già da alcuni anni stiamo vivendo una bella stagione ecumenica nella quale si è rafforzata l’esigenza di parlare con una voce comune di fronte ai grandi problemi del mondo. E all’Europa in particolare in una fase molto cruciale della UE in cui si avverte forte il rischio di una chiusura. Su alcuni temi le Chiese cristiane o parlano la stessa lingua dicendo cose coerenti con l’Evangelo o vengono meno alla loro missione».

Ora la sfida, come singoli e, soprattutto, come comunità sarà tradurre in vita vissuta l’eredità di questo tempo così speciale, valorizzare il buono che sta emergendo pur in mezzo a tanto dolore. «Abbiamo visto svelarsi situazioni, realtà che già esistevano ma di cui ogni tanto non ci rendevamo più conto. Cioè le grandi diseguaglianze, le interconnessioni tra i tanti elementi del creato, per cui se ne tocchi uno si verificano sconvolgimenti su ogni altro. Dalla questione ambientale alle grandi ingiustizie, tutti temi con cui ci confrontiamo drammaticamente da molto tempo e verso cui il punto di vista occidentale è molto protetto, parte da una condizione economica privilegiata e per questo risulta più distratto. La crisi ha fatto emergere priorità più prioritarie di altre: la tutela della salute, le uguaglianze, la corretta distribuzione delle risorse, la sostenibilità ambientale».

L’emergenza comunque è destinata a durare a lungo. «Dobbiamo chiederci quanto fosse normale la normalità di prima. Forse è un bene che non si torni a com’eravano perché in quella normalità c’erano tante cose anormali. Adesso la sfida è ricostruire su basi che vadano incontro alle vere priorità. L’essere umano è tassello di una creazione molto più ampia, più ricca e che si tiene tutta. Da credenti dovremmo saperlo, ma alcune situazioni lo rendono più evidente».

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Consultazione metodista solo online

Da Riforma
Si è scelta una modalità alternativa per mantenere questo momento di confronto
«Finito il triste e difficile periodo di lockdown, siamo entrati nella cosiddetta fase 2, altrettanto complessa ma forse con un maggior grado di incertezza anche a fronte di una crisi economica che morde ferocemente la vita di molti».
In questa situazione, spiega la pastora Mirella Manocchio, presidente del Comitato permanente (Cp) dell’Opcemi (Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia), si è ritenuto che non fosse possibile svolgere la Consultazione metodista secondo le consuete modalità. Pertanto, come preannunciato nella circolare di Pasqua, si è deciso di svolgerla in via telematica domenica 24 maggio, giornata che ricorda la cosiddetta “conversione” di John Wesley.
Il Cp, continua Manocchio, «ha ritenuto importante salvaguardare la possibilità per le chiese metodiste di partecipare al consueto incontro nazionale sebbene in una forma differente. Questo è possibile per la Consultazione metodista perché non è un’assemblea decisionale, ma un momento di incontro e confronto».L’idea è offrire alle chiese la possibilità di un confronto non solo sull’operato del Comitato, ma un tempo per riflettere sulle conseguenze di questa pandemia a ogni livello, anche spirituale. «Il focus della Consultazione sarà, infatti, – spiega la presidente –
su quattro temi centrali: l’azione sociale delle nostre chiese, i rapporti internazionali e l’ecumenismo, la gestione del bilancio e una riflessione prospettica su questo tempo che ci attraversa».
I lavori si svolgeranno dalle 9,30 dopo un momento di preghiera e accoglienza musicale, con l’analisi della relazione del Cp e un breve dibattito su alcune parti della relazione. La mattina si concluderà con alcuni saluti istituzionali. I lavori riprenderanno alle 14,30 con brevi comunicazioni e alle 15 si terrà il culto di Rinnovamento del Patto, organizzato dal Cp in collaborazione con la redazione di Confronti, sfruttando il consolidato modello dello ZoomWorship, in modo da coinvolgere anche persone non appartenenti alle chiese metodiste.
Proprio in un momento così difficile è importante la partecipazione cospicua di sorelle e fratelli delle chiese locali, dei consigli e degli iscritti a ruolo impegnati in chiese metodiste, di direttori e direttrici e membri dei comitati delle opere, per condividere riflessioni, tracciare prospettive future, condividere la Parola e lo spirito di comunione al quale il Signore ci chiama.Per partecipare alla Consultazione si deve scrivere all’email metodismo@chiesavaldese.org. La relazione del Cp verrà inviata a chi di diritto entro il 15 maggio, e in prossimità del 24 maggio verrà inviato un link per en-
trare nella piattaforma su cui si terrà la Consultazione.

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Cancellato il Sinodo 2020

Rinviata di un anno l’annuale assemblea delle chiese metodiste e valdesi da chiesa valdese.org

Torre Pellice, 10 Maggio 2020

L’annuale Sinodo delle chiese metodiste e valdesi, che avrebbe dovuto svolgersi dal 23 al 28 agosto prossimo a Torre Pellice (TO), non avrà luogo a causa delle limitazioni e prescrizioni imposte dall’emergenza sanitaria in corso. Ad annunciarlo è la Tavola Valdese in una lettera alle chiese. Le forti limitazioni alla libertà di circolazione delle persone e la logistica della complessa macchina sinodale renderebbero assai difficile l’organizzazione della massima assemblea delle chiese metodiste e valdesi. Dopo un’attenta valutazione di opzioni alternative che non si sono rivelate fattibili, la Tavola Valdese ha deciso di rimandare l’appuntamento all’agosto 2021. Naturalmente resta aperta, ove dovessero verificarsi situazioni di emergenza, la convocazione di un Sinodo straordinario. Anche le Conferenze distrettuali (le assemblee regionali di ognuno dei quattro distretti in cui sono suddivise le chiese metodiste e valdesi), in programmazione nel mese di giugno, non avranno luogo.

“Si tratta di una decisione molto dolorosa – si legge nella lettera alle chiese –. Il nostro Sinodo rappresenta molte cose: è spazio di dibattito aperto, luogo di orientamento e di decisione sui temi cruciali per la vita della chiesa; è strumento attraverso il quale si realizza il controllo sull’operato e il rinnovo dei mandati delle Commissioni sinodali incaricate di compiti importanti in ambiti essenziali della vita della chiesa, nonché di verifica del lavoro dei Comitati di gestione di opere di rilevo nazionale. Il Sinodo è anche spazio festoso di incontro allargato fra fratelli e sorelle impegnati a vivere e testimoniare l’Evangelo in aree diverse del Paese, ma anche con fratelli e sorelle che rappresentano Chiese sorelle in Italia e all’estero con cui viviamo una profonda comunione e un significativo impegno di collaborazione nella missione. Il Sinodo è, per finire, un momento importante di presenza nello spazio pubblico della chiesa, che si mostra nella sua variegata realtà, nel suo essere plurale, nella sua dialettica anche vivace su molti temi; a partire dal ritrovarsi in luoghi pregni di una storia di fede e di lotta per la libertà che parla ancora oggi; una storia significativa anche per l’identità civile di questo speciale lembo di terra italiana che chiamiamo Valli valdesi”.

Per i mandati dei componenti gli organi eletti annualmente dal Sinodo soccorrerà l’istituto della prorogatio, e dunque una prosecuzione degli incarichi fino a nuova elezione. Resta invece assicurato il regolare svolgimento dei processi di report e di controllo. La Tavola Valdese, infine, ideerà e organizzerà, insieme agli altri organismi competenti, opportuni spazi di analisi e confronto ai vari livelli della vita della Chiesa sui temi più rilevanti, in modo da alimentare una circolazione trasparente delle informazioni, un’ampia condivisione e un ricco dibattito i cui frutti potranno arricchire la preparazione del Sinodo 2021.

Culto 10 maggio 2020

 

Quarta domenica dopo Pasqua

 

Brano musicale “Seek ye first /Cercate prima il regno di Dio”

Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia:

le altre cose vi saran donate. Alleluia, alleluia.

 

Invocazione

Il nostro aiuto è nel nome di Dio che ci ha creati, che in Gesù Cristo ci ha salvati, che con il suo Spirito ci raccoglie nella fede e nella speranza e, ora, nell’ascolto e nella comunione. Amen.

Saluto

Care sorelle e cari fratelli nel Signore, buona domenica. Secondo l’anno liturgico oggi è la 4° domenica dopo Pasqua, dopo che Gesù Cristo fu risuscitato dalla morte.

Lunedì scorso è iniziata la seconda fase dell’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di coronavirus, COVID-19. Una parte della popolazione si è avviata a riprendere il lavoro. E per quanto riguarda la celebrazione del nostro culto in via XX settembre, dovremo ancora aspettare un pò.

Salmo 40,1-8

Ho pazientemente aspettato il SIGNORE,
ed egli si è chinato su di me e ha ascoltato il mio grido.
2 Mi ha tratto fuori da una fossa di perdizione,
dal pantano fangoso;
ha fatto posare i miei piedi sulla roccia,
ha reso sicuri i miei passi.
3 Egli ha messo nella mia bocca un nuovo cantico
a lode del nostro Dio.
Molti vedranno questo e temeranno,
e confideranno nel SIGNORE.
4 Beato l’uomo che ripone nel SIGNORE la sua fiducia,
e non si rivolge ai superbi né a chi segue la menzogna!
5 O SIGNORE, Dio mio, hai moltiplicato i tuoi prodigi e i tuoi disegni in nostro favore; nessuno è simile a te.
Vorrei raccontarli e proclamarli,
ma sono troppi per essere contati.
6 Tu non gradisci né sacrificio né offerta;
m’hai aperto gli orecchi.
Tu non domandi né olocausto né sacrificio per il peccato.
7 Allora ho detto: «Ecco, io vengo!
Sta scritto di me nel rotolo del libro.
8 Dio mio, desidero fare la tua volontà,
la tua legge è dentro il mio cuore».

Preghiera:

Signore Dio ti ringraziamo perché oggi ci hai convocati per riascoltare la tua parola di vita. Tu sei il Dio, il Padre di tutti noi, e tutti ci unisci nel tuo amore. Ti sei rivelato a noi, tu regni nella nostra vita, tu operi per farci crescere e che con la tua legge di misericordia trasformi ogni nostra volontà.

Dio nostro, guidaci con il tuo Spirito Santo perché riconosciamo le nostre mancanze e convertici per una prospettiva sempre positiva e migliore. Ogni giorno ti chiediamo la tua presenza. Facci vedere il tuo volto nelle tue opere di giustizia tramite i nostri cuori, le nostre menti, i nostri occhi e le mani.  Sia lodato il tuo nome tre volte santo. Amen.

 

Sermone:

Care sorelle e cari fratelli nel Signore, ancora un buongiorno!

Il capitolo 3 del vangelo di Matteo comincia con la predicazione di Giovanni il battista, egli ha battezzato molti GIUDEI nelle acque del fiume Giordano, compreso il Messia, il Cristo Gesù, portando l’annuncio che sarebbe stato uno più forte di lui.

Ora leggiamo dal vangelo di Matteo 4, 12-17 l’inizio dell’attività di Gesù a Capernaum e, queste parole sono anche scritte in Marco 1,14-15 e Luca 4,14-15.

“Gesù, udito che Giovanni era stato messo in prigione, si ritirò in Galilea.
E, lasciata Nazaret, venne ad abitare in Capernaum, città sul mare, ai confini di Zabulon e di Neftali, affinché si adempisse quello che era stato detto dal profeta Isaia.
: «Il paese di Zabulon e il paese di Neftali, sulla via del mare, di là dal Giordano, la Galilea dei pagani, il popolo che stava nelle tenebre, ha visto una gran luce; su quelli che erano nella contrada e nell’ombra della morte
una luce si è levata
». Da quel tempo Gesù cominciò a predicare e a dire: «Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino»”.

O Dio santificaci nella verità, la tua parola è verità. Amen.

 

Il testo della predicazione per questa mattina non è quello che ha proposto il nostro lezionario, ma l’ho scelto prendendo in considerazione il ricordo dell’inizio della attività di Gesù a Capernaum perché è interessante capirlo dal punto di vista di un lettore credente. Leggere questi versetti in questo tempo, dopo l’evento della resurrezione, dopo Pasqua permette al lettore di fare due considerazioni.

La prima risale all’inizio del ministero di Gesù nella città di Galilea, che dopo aver ricevuto il suo battesimo nel fiume Giordano da Giovanni, era stato messo in prova dalle tentazioni del diavolo.

La seconda è la rilettura dell’attività di Gesù insieme ai suoi discepoli dopo la sua risurrezione come disse nel vangelo di Marco 16, 5-7: “un giovane seduto a destra, vestito di una veste bianca,… Egli li disse: <<non vi spaventate! Voi cercate Gesù il Nazareno che è stato crocifisso; egli è risuscitato, non è qui; ecco il luogo dove l’avevano messo. Ma andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea; la lo vedrete, come vi ha detto>>”

La missione di Gesù nei pagani è andare in mezzo a loro. Questo popolo è senza Dio e non fa parte del quello eletto, i giudei, ma Dio ha voluto che il regno si avvicinasse anche a loro che non lo conoscono, e che attraverso Gesù possano essere illuminati e salvati dall’annuncio della Parola del Signore, acquisendo la vita eterna nella loro conversione.

Ravvedetevi significa convertitevi perché il regno dei cieli è vicino. La predicazione di Gesù sin dall’inizio nel contesto pagano è la salvezza estesa al mondo intero. Ciò è l’adempimento della profezia dal libro del profeta Isaia ai capitoli 8,23 e 9,1.

Il regno di Dio è vicino. Secondo il professore emerito Douglas R.A. Hare del Nuovo Testamento di Pittsburgh, commentando questo vangelo di Matteo con questa espressione: “E’ vicino” che spesso si riferisce a una vicinanza temporale più che spaziale; siamo giustificati se vediamo nel regno dei cieli un “allusione” della completa instaurazione del governo di Dio.

Pertanto, vorrei che oggi ci ricordassimo che nella predicazione di Gesù, il significato profondo del regno di Dio è legato al contesto in cui si compie la sua volontà nel credente. Nel regno di Dio del NT si compie la giustizia.

Per noi protestanti evangelici, questo è importante ricordare. Dio, attraverso Gesù si è avvicinato a noi e ha istituito sulla terra qualcosa di più grande del tempio: il suo regno. Il tempio, come nell’AT, e il regno di Dio non coincidono più. Dio lo ha abbandonato perché è diventato troppo piccolo e ha invece cominciato qualcosa di più grande, qualcosa che ha dato una grande svolta nella sua relazione con l’uomo. Questo è cuore della predicazione di Gesù.

“Il regno di Dio è vicino”: Gesù rammenta che è in mezzo a noi. Gli incontri tra Dio e l’uomo possono avvenire anche senza la mediazione del tempio. Certamente, non è affatto facile, al tempo di Gesù sfuggire al fascino del tempio, ma nemmeno ai nostri tempi. Il nostro tempio, per esempio, è grande e ha delle belle e preziose vetrate, lo si vede da lontano così imponente, e questo suscita in noi la percezione della presenza di Dio. “Dev’essere lì, Dio, dove sono tutti quei sacerdoti e pastori, quei colori, quelle preghiere, quei cantici  e offerte: sì, è lì che dev’essere Dio!”

Prima che ritorniamo a radunarci nel nostro tempio, chiediamoci: è davvero così?! Ci si può domandare seriamente se il tempio sia tornato al centro della visione di molti cristiani, non solo i cattolici ma anche noi protestanti evangelici, invece di concentrarci ad occuparci del regno di Dio. Il regno di Dio che ha predicato Gesù non è attraente. A prima vista non lo si nota affatto. Il regno è nascosto. Non si odono canti, forse soltanto gridi d’aiuto(suppliche) . Il regno è nascosto in seno alla storia. È piccolo, come il seme di senape, il più piccolo seme della terra.

Nel vivere compiendo la volontà del Signore stiamo lasciando che Egli regni nelle nostre vite. Il regno di Dio è da costruire ogni giorno con il continuo ravvedimento e conversione, ma con il nostro impegno di preservare l’edificazione del corpo di Cristo.

La profezia del profeta Isaia nei versetti 15 e 16 testimonia che Gesù era là nel <<la Galilea dei pagani>> ovvero la << Galilea delle nazioni>>. Ci sono ancora tante nazioni, dei luoghi tenebrosi, che tuttora hanno bisogno di essere illuminati attraverso la nostra testimonianza della Parola viva del risorto. Il prof. Fulvio Ferrario il decano della Facoltà valdese di Teologia nel suo intervento sul tema della diaconia ha detto: “<<dacci oggi il nostro pane quotidiano>> nonché la madre di ogni preghiera”.  A questo proposito Lutero ha commentato che non ci stanchiamo mai di fare questa richiesta al nostro Dio perché ogni giorno abbiamo bisogno il cibo, gli abiti, l’aver una buona salute, l’aver dei buoni vicini in casa e via di seguito.

In questi giorni, oltre al problema dell’emergenza sanitaria che il nostro governo sta affrontando, ha messo anche in rilievo la situazione drammatica dei lavoratori migranti che devono essere messi in regola. I braccianti della terra, i clandestini, ma non solo, ci sono anche le colf e badanti filippini come nella nostra comunità che, non vi nascondo, fanno parte della mia preoccupazione, oggetto della preghiera. Quando si parla del pane quotidiano, si tratta di tutto. A causa del pane, molti sono disposti a rinunciare la loro libertà, non importa la quantità del pagamento o la ricompensa al lavoro, viene messo in gioco prima come calmare il brontolio (crampo)dello stomaco, il desiderio di mangiare, insomma il bisogno di sentirsi(essere) saziato. Quando la fame scatta, l’uomo è in grado di fare qualsiasi cosa, deve subito agire anche a discapito di essere sfruttato e maltrattato da coloro che hanno il “potere”.

Lo scorso, 1° maggio, ho visto un film che si intitolava “pane e libertà” diretta da Alberto Negrin, (Pierfrancesco Favino interpreta il grande sindacalista, il primo a organizzare uno sciopero per i diritti dei contadini) e che mi ha fatto ripensare che in ogni epoca esistono sempre gli svantaggiati e gli sfortunati che per nessuna spiegazione si trovano lì, in quelle condizioni.

Noi, come credenti e cristiani possiamo lavorare, con la nostra volontà, nel dare voce a coloro che non ne hanno e praticare la giustizia. Come dice un canto: Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia: le altre cose vi saran donate. Alleluia, alleluia. Cerchiamo prima il regno di Dio e la sua giustizia : le altre cose ci saran donate. Sia lodato il Signore.

Il vangelo di Matteo mette in risalto l’aspetto del carattere identitario di Cristo Gesù venuto con autorità perché predichi il ravvedimento, la conversione per far abitare il regno di Dio.

L’identità autoritaria di Gesù è la dimostrazione della sua responsabilità assunta nel compiere la volontà del Dio Padre e nello stesso tempo non è potere di coercizione, ma manifestazione della misericordia di Dio. In questo tempo del corona virus, il paganesimo e l’idea della morte senza speranza è prevalsa, è prevalsa l’incredulità.

La morte di molta gente è stata un lutto per l’intero paese, ma dobbiamo rammentare che Dio, fonte della luce, ci aiuta a recuperare la nostra vita e salute per essere motivata con positività. Tutto ciò di positivo per noi dopo questa fase, riprendiamoli e lasciamoli essere guidati dallo splendore del volto di Dio.

Care e cari, In questa settimana ho avuto delle notizie di guarigione: un esempio che mi ha fatto sentire un’immensa gioia è che finalmente una mia cugina ha superato la malattia del COVID-19. Ora è a casa. Lei mi ha detto di aver visto in ospedale le persone che morivano e quella sua esperienza è una delle testimonianze di rinascita.

Ci sono i fratelli e le sorelle della nostra comunità che aspettano e sperano nel Signore per le guarigioni dei loro cari e ci uniamo a loro nella preghiera: Chica e Laura per la loro sorella Titti; Giovanni e Mireya per il loro figlio Brian; e altre situazioni ancora di malattia che voi conoscete più di me. So che non tutte le informazioni passano a me. Pertanto, siamo chiamati a invocare l’aiuto del sorgente della vita.  Possa il Signore aiutarci a diffondere nelle nostre parole e azioni la misericordia e non il sacrificio.  Amen.

Brano musicale  “I need thee every hour/La tua presenza brama

La tua presenza brama quest’alma o Salvator;

Te sol domanda e chiama il debole mio cuor.

 

Non sol giorno un’ora, vo’star lontan da Te;

Gesù, vieni e dimora ognor vicino a me.

Preghiera di intercessione

Dio nostro, prima di separarci, ti preghiamo per coloro che, fra noi, stentano a riconoscere i tuoi benefici, i segni del tuo amore: per quelli che sono e si sentono più soli; per quelli che non trovano un lavoro, o che ne hanno trovato e devono svolgerne uno nel quale non si sentono contenti e interessati; per i malati, e per quelli che sono in ansia per i loro malati. E ti preghiamo per coloro che attraversano un periodo sereno, forse soddisfatto, nei vari aspetti dell’esistenza: ti preghiamo perché non siano ciechi e sordi a coloro che sono inquieti, disperati, amari, dubbiosi, e hanno umanamente ogni ragione di esserlo. Tu sei il Dio, il Padre di tutti noi, e tutti ci unisci nel tuo amore: ci sia dato di viverlo nello scambio fecondo, dato che hai fatto di noi la tua famiglia. E dovunque, attorno a noi, si offrono occasioni di condividerlo, fa’ che sappiamo coglierle. Resta con noi, tienici con te: lo hai fatto in Gesù Cristo, continua a farlo.

Tutto questo riassumiamo con la preghiera che Gesù ci ha insegnato:

Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome venga il tuo regno sia fatta la tua volontà come in cielo anche in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non esporci alla tentazione ma liberaci dal male. Tuo è il Regno, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli. Amen

 

Benedizione

Quello che importa è l’essere una nuova creatura. Su quanti cammineranno secondo questa regola siano pace e misericordia. La grazia del nostro Signore Gesù Cristo sia con il vostro spirito.

(Galati 6, 16.18)

 

Saluti/annunci

– Tanti Auguri alle mamme!

Giulio Maisano saluta tutti voi. Nel mese di gennaio aveva fatto un suo tour nelle filippine mentre il Taal Volcano era attivo. Per questo fatto nessuno si lamentava, così si era stupita del comportamento silenzioso del popolo. Il Signore vi accompagna in questa settimana che verrà.

–  oggi domenica 10 maggio alle 15 per la Zoom Worship, in collaborazione con il Centro Studi Confronti. Sulla pagina Facebook  potete trovare tutte le informazioni per accedere all’incontro.

-Mercoledì  13 maggio alle ore 20,30  Studio biblico in italiano a cura della past. Hiltrud Stahlberger. Ancora, un grazie di cuore a Antonella Varcasia per averlo condotto egregiamente.

-sabato 16 maggio alle ore 16,00 studio biblico in tagalog al posto di giovedì perché gli altri possano partecipare.

CONTRIBUZIONI E COLLETTE DOMENICALE: potete tenere da parte ogni domenica la vostra colletta e la contribuzione mensile. Potrete poi darle tutte insieme quando ci sarà possibile ritrovarci o, se preferite, potete fare un bonifico bancario utilizzando questo

IBAN: IT24J0200805203000104384419

 

Brano musicale “He leadeth me/ Egli mi guida

 

Buona domenica a tutti/e.

 

 

 

Covid19 e pratica religiosa. Il Viminale consulta le confessioni diverse dalla cattolica

Negro (FCEI): “Un incontro costruttivo alla ricerca di un equilibrio tra sicurezza sanitaria e esigenze del culto”

Una procedura inedita, dettata dall’emergenza Covid 19, quella che ha indotto il Ministero dell’Interno a organizzare ieri una conferenza telematica con i rappresentanti delle varie aree confessionali, per definire un protocollo di comportamento che consenta alle varie comunità di fede di riprendere almeno alcune attività, nel rispetto delle norme di prevenzione indicate dalla Presidenza del Consiglio. All’incontro hanno partecipato esponenti dell’Unione delle comunità ebraiche, baha’i e sikh, delle chiese ortodosse e di quella anglicana, delle associazioni islamiche, dei mormoni. Per le chiese evangeliche erano presenti il Presidente della FCEI, pastore Luca M. Negro; i pastori Gaetano Montante in rappresentanza delle Assemblee di Dio in Italia (ADI); Michele Passeretti, per la Consulta evangelica; Davide Romano, per l’Unione cristiana avventista.

L’incontro è stato convocato e presieduto dal prefetto Michele Di Bari, Direttore del Dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione che, portando il saluto della Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, ha invitato tutti i partecipanti a segnalare eventuali criticità rilevate nella pratica delle religiosa delle varie comunità e a impegnarsi perché le norme di sicurezza e prevenzione del contagio vengano adottate e fatte rispettare con scrupolo e nell’interesse della collettività anche nei luoghi di culto. 

“Le chiese della FCEI – ha affermato il presidente Negro – apprezzano l’iniziativa del Ministero che riconosce l’importanza del pluralismo religioso e avvia un dialogo con varie rappresentanze confessionali. Confermano inoltre il loro atteggiamento di responsabilità: riconosciamo la gravità della situazione – ha sottolineato – e sosteniamo i provvedimenti adottati dal governo e dalle regioni per contrastare la diffusione del virus. Al tempo stesso – ha ancora affermato Negro – segnaliamo la necessità che i pastori possano svolgere la loro attività muovendosi sul territorio, anche attraversando confini regionali e che, man mano che ci si avvicina alla normalità, ai fedeli sia possibile raggiungere i luoghi di culto anche quando sono distanti dalle loro residenze”.

In qualità di consulenti del Ministero sono intervenuti anche i proff. Pierluigi Consorti dell’Università di Pisa e Paolo Naso della Sapienza – Università di Roma, apprezzando “il metodo adottato – come ha affermato quest’ultimo – e prendendo atto del senso di responsabilità con cui le varie confessioni hanno riorganizzato attività pastorali e liturgiche, nel nome di un principio superiore e universale quale la sicurezza collettiva. Quanto ai temi ancora aperti – ha ancora dichiarato – andranno affrontati adottando il metodo dell’analogia per cui anche ai ministri di culto e alle comunità religiose vanno riconosciute le libertà di movimento e organizzazione adottate per altre figure professionali e altre formazioni sociali”.

Per la FCEI è stato dunque “un incontro indubbiamente positivo”, come ha poi concluso anche il prefetto Di Bari, annunciando la presentazione di un protocollo che farà tesoro delle osservazioni emerse nel corso dell’incontro o che, in tempi assai brevi, le varie confessioni faranno pervenire al Ministero dell’Interno.